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GENETICA INVERSA.
Nella genetica inversa si parte dalla conoscenza della sequenza del genere, ma non si conosce la
funzione.
Quindi, decidiamo di determinare la funzione di un gene con un approccio di genetica classico
(genetica diretta) o con un approccio di genetica inversa, a seconda se conosciamo oppure no la
sequenza di quel genere ma non conosciamo la funzione del gene. Se abbiamo la sequenza del gene
allora partite con la genetica inversa; se invece è incognita la sequenza del gene dobbiamo adottare
l'approccio di genetica diretta.
Consideriamo i geni umani, i quali sono già tutti noti cioè ne conosciamo la sequenza di tutti i geni
umani, ma per molti di questi geni non conosciamo ancora la funzione.
Oggi, per definire la funzione di questi geni di cui già conosciamo la sequenza ma non conosciamo
la funzione, in genetica utilizziamo l'approccio di genetica inversa. L'approccio di genetica inversa
parte dal concetto che è nota la sequenza di questa molecola, del gene, ma non è nota la funzione. A
questo punto per capire qual è la funzione di questo gene si isola il gene e si inducono delle mutazioni
nell’organismo
che sono cosiddette sito-specifiche, le quali vengo introdotte modello e si osserva
quell’individuo.
come varia il fenotipo di Quindi nella genetica inversa:
1. si parte dal conoscere il gene;
2. si induce la mutazione;
nell’organismo
3. lo si introduce modello;
nell’organismo
4. e si vede come altera il fenotipo modello
.
È possibile indurre mutazioni attraverso:
▪ la MUTAGENESI SITO-SPECIFICA (o GENE-SPECIFICA) che si avvale di una serie
di tecniche ingegneria genetica tra cui, per esempio, la tecnica della TRANSGENESI che
sfrutta la ricombinazione e il processo di crossing-over che avviene tra due sequenze appaiate
all’interno
per elevato grado di omologia e la possibilità di introdurre di un genoma wild type,
un gene specifico in cui è stata indotta una mutazione in modo da ottenere degli organismi che
“knockout l’abolizione
hanno subito genico” (inattivazione genica), ovvero completa della
funzione di quel gene. La mutagenesi specifica è il principale approccio che viene utilizzano
nella genetica inversa.
d’interesse
Una volta ottenuto il gene isolato in un oganismo wild type, la prima cosa che un
all’interno
genetista fa per determinare la sua funzione è quello di clonarlo di un vettore a singolo filamento
in modo da poterlo mutagenizzare attraverso degli approcci di mutagenesi sito-specifica che sfrutta diverse tecniche
di ingegneria genetica.
▪ la MUTAGENESI SITO-DIRETTA (metodo oligonucleotide-diretto): è una tecnica che si
basa nel rendere a single strand il plasmide e nel fornire un oligonucleotide dove è presente
L’oligonucleotide,
una base modificata. il portatore della mutazione che abbiamo deciso di
indurre in questo gene, presenta una mutazione per transizione; Vi è una TA convertita in CG.
Quindi il plasmide viene reso single strand e poi successivamente gli viene fornito un
oligonucleotide che si appaia per complementarità perfetta per tutti i nucleotidi tranne per una
coppia, dove vi è una C al posto di una T.
A questo punto, all'interno di
questo nucleotide si crea un
mismatch, ma
l'oligonuclotide, nonostante il
mismatch, si associa in
maniera specifica su questa
regione del gene su cui si
vuole indurre la mutazione. A
questo punto basta fornire una
DNA polimerasi e i quattro
dideossinucleotidi e la DNA
polimerasi inizierà a
utilizzare questo
oligonucleotide come innesco
di polimerizzazione e
utilizzando come lega-stampo quello single strand DNA. In questo modo si ottiene un
plasmide in cui si è creato il mismatch e poi, veicolando questo plasmide, si possono
trasformare dei batteri. Infine, è possibile isolare tutti quei batteri in cui è presente la molecola
plasmidica in cui il mismatch si è tradotto in una transizione, ovvero in cui si è formata
fondamentalmente una transizione. A questo punto prendete questo plasmide in cui avete
introdotto una mutazione sito-specifica, in modo particolare una transizione, e inseritela
nell'organismo modello e osserviamo cosa determina questa mutazione a livello della funzione
di questo gene che si riflette con un fenotipo mutante.
Con il medesimo approccio si possono indurre anche inserzioni o delezioni, utilizzando un
nucleotide che è più lungo o più corto rispetto alla regione che si vuole mutagenizzare.
È possibile utilizzare un approccio alternativo, è possibile indurre delle delezioni:
- è necessario uno studio della mappa di restrizione di questo plasmide e individuare due siti
di restrizione che permettono di tagliare in maniera specifica il gene in due porzioni diverse,
in maniera tale da eliminare un tratto di DNA e facendo chiudere il plasmide in assenza di
questo tratto si è chiaramente introdotta una mutazione (delezione);
un’inserzione
- oppure si può addirittura indurre eliminato un pezzo wild type dal gene in esame
un’inserzione
e introdurre un altro pezzo in cui a precedentemente è stata introdotta
(sostituzione a cassetta);
- infine, è possibile linearizzare il plasmide e poi con attività esonucleasica erodere la parte del
plasmide che contiene il nostro gene in maniera tale da eliminare dal gene di interesse una certa
d’interesse
regione per poi richiudere e ottenere un plasmide dove il gene ha in subito la
delezione in un certo tratto di DNA (gruppo di delezioni).
l’approccio
Possiamo utilizzare della PCR per indurre altre mutazioni sito-specifiche dove si disegna
degli oligonucleotidi che vengono utilizzati per amplificare il gene di nostro interesse, in cui è
all’interno
presente uno dei due già la mutazione che abbiamo deciso di introdurre del gene stesso.
Sono diversi gli approcci metodologici che permettono di indurre mutazione sito-specifica nel gene
di interesse.
Bisogna inattivare il gene attraverso le varie tecniche precedentemente
mostrateintroduciamo all’interno di un organismo modello. Da questa mutazione si otterrà
un fenotipo mutante da cui deduciamo la funzione del gene stesso.
La genetica inversa in realtà utilizza anche le fenocopie per indurre la formazione di fenotipi mutanti.
Metodo alternativo rispetto alla mutagenesi sito specifica. all’interno
Mentre la mutagenesi sito specifica induce mutazione realmente del gene per annullare la
funzione di quel gene, con le fenocopie non si va a indurre mutazione nel gene, per indurre la perdita
l’espressione dell’mRNA
delle sue funzioni, ma si va ad alterare del gene a livello a livello del
l’RNA
prodotto proteico in maniera tale da inattivare trascritto dal gene di interesse, o la proteina
l’espressione
tradotta e codificata da questo gene, in maniera tale da annullare questo gene che in
qualche modo ha fenotipicamente lo stesso effetto di una mutagenesi sito-specifica.
quindi
Si va a mimare un fenotipo mutante si va a fare una copia del fenotipo mutante (fenocopia)
l’espressione
da qui si ottiene (non riducendosi in mutazione sito specifica) bloccando del gene stesso.
Il vantaggio è che si otterrà un fenotipo mutante senza fare mutagenesi sito specifica.
Lo svantaggio è dato che non sta riducendo mutazioni allora la progenie dell’individuo non
erediterà il fenotipo mutato.
Si possono fare fenocopie di due livelli:
l’espressione l’mRNA
1. alterando del gene e quindi andando a degradare del gene che si vuole
l’espressione
studiare, in maniera tale di annullare del gene e quindi mimare la perdita di
funzione del gene. dell’mRNA
2. si può agire non a livello ma livello della proteina, fornendo alla proteina,
codificata da questo gene, un inibitore che si sviluppa ed è in grado di bloccare il sito
catalitico della proteina, qualora questo gene codifica per un enzima.
“Si dell’mRNA dell’mRNA
può bloccare o l’espressione genica a livello inducendo degradazione
l’espressione inibitori.”
oppure bloccare sempre genica ma a livello della proteina fornendo dei
L’approccio che permette di bloccare, di fare fenocopie, prende il nome di RNAi dove c’è
‘’i’’ ‘’interference’’.
l’interferenza del RNA, infatti sta per
L’approccio sperimentale che va a bloccare l’espressione genica a livello della proteina
utilizzando degli inibitori prende il nome di chemiogenomica.
RNA INTERFERENCE È un meccanismo di diffuso in natura che
serve a come strumento per difendersi da
infezioni virali. In modo particolare da quei
virus che hanno dei genomi sotto forma di
all’interno
double strend. Infatti delle
diverse cellule esiste un meccanismo di
RNA interference, che viene utilizzato dalla
cellula per difendersi da attacchi virali di
virus che hanno come genoma un doppia
elica di RNAQuando la doppia elica di
RNA viene riconosciuta e si ritrova
all’interno di una cellula, scatta
immediatamente il segnale che attiva il
complesso dicer. Questo complesso è multi-
proteico, caratterizzato dalla presenza di
alcune proteine che sono delle
endonucleasi.
Il complesso riconosce il double Strand
come materiale genetico che non appartiene
Come materiale che non appartiene cellula e che molto probabilmente potrebbe essere virale. Lo inizia a
degradare in tanti frammenti, che sono circa lunghi 21-22 nucleotidi.
A questo punto i frammenti vengono riconosciuti da un complesso chiamato RISC, che rende questi
l’elica l’RNA all’interno
frammenti a singola elica e utilizza per andare a identificare virale della
cellula. l’ha
Una volta che identificato per complementarietà, grazie ad un RNA guida fornito da dicer, si
l’RNA
riconosce virale esogeno e lo inizia a degradare, in questo modo la cellula si difende
dall’attacco di virus ad RNA l’espressione
I ricercatori hanno pensato di sfruttare questo meccanismo per targhettare, bloccare, di
geni endogeni di cui uno non conosce la funzione.
ESPERIMENTO Immaginiamo di non avere un RNA virale ma una sequenza del gene che si vuole
studiare. Di questo gene conosco la sequenza ma non conosco la funzione. Conoscendo la sequenza
posso determinare la copia in RNA. Convertendolo in RNA posso chiedere ad una biotechnical di
l’RNA
sintetizzare i double strand di RNA che sono in grado di attivare il RISC e di targhettare
sull’RNA del gene endogeno, di cui non conosco la funzione.
l’espressione
A questo punto RISC va a targhettare d