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CESSIONE D'AZIENDA

La cessione d'azienda è un contratto di scambio che consiste nel trasferimento definitivo della proprietà dell'azienda o di un ramo d'azienda, ovvero di un complesso di beni che consente l'esercizio dell'attività d'impresa, dietro corrispettivo.

La cessione d'azienda è una operazione sempre di realizzo del patrimonio dell'impresa che può dar luogo a plusvalenze o minusvalenze.

La plusvalenza (minusvalenza) è data dalla differenza tra: valore fiscalmente riconosciuto dell'azienda ceduta e corrispettivo pagato dall'acquirente.

La plusvalenza non riguarda i singoli beni, ma unitariamente l'azienda trasferita, considerato come unico bene plus-valente ai fini dell'articolo 86 indipendentemente dalla natura dei beni che la compongono (perde di significato la distinzione tra beni-merce ed altri beni, ma anche l'eventuale rilevanza autonoma, al suo interno).

è quella di applicare l'aliquota del 24% sul suo importo. Tuttavia, esistono delle agevolazioni fiscali che possono ridurre l'imposta da pagare sulla plusvalenza. È importante sottolineare che la plusvalenza può essere generata non solo dalla cessione di un'azienda, ma anche dalla vendita di singoli beni o diritti. In ogni caso, è necessario tenere conto dei valori fiscali dei singoli elementi patrimoniali oggetto di cessione e del corrispettivo ottenuto per determinare l'importo della plusvalenza. La plusvalenza può essere considerata straordinaria perché non fa parte del reddito ordinario dell'attività, ma è un guadagno eccezionale derivante dalla cessione di beni o diritti. Allo stesso modo, una minusvalenza si verifica quando il corrispettivo ottenuto è inferiore al valore fiscale dei beni ceduti. In conclusione, la cessione di un'azienda o di beni può avere un impatto significativo dal punto di vista fiscale, generando plusvalenze o minusvalenze che devono essere adeguatamente dichiarate e tassate.

L'azienda prevede che la stessa concorrea formare il reddito d'esercizio nel corso del quale è realizzata. La cessione del complesso aziendale potrebbe generare plusvalenze molto elevate e potrebbe comportare un prelievo fiscale molto rilevante. Per venire incontro alle aziende il legislatore fiscale prevede che nel caso in cui l'azienda sia stata detenuta da almeno 5 anni la plusvalenza possa essere rateizzata, cioè partecipare al reddito di massimo 5 esercizi in quote costanti. Con la rateizzazione la plusvalenza non concorre all'esercizio di realizzo ma al reddito d'impresa.

La rateizzazione della plusvalenza è una facoltà dell'imprenditore ed ha effetti benefici per egli:

  • Diluire il carico fiscale in un periodo più ampio;
  • Compensare la quota rateizzata con eventuali perdite previste per gli esercizi futuri.

La tassazione separata:

  • Può essere applicata chi possiede l'azienda da almeno 5 anni;

esclusa se la plusvalenza è stata conseguita da una snc o una sas;

Se la plusvalenza è stata conseguita da una persona fisica nell'esercizio di attività commerciale, l'opzione per la tassazione separata deve essere manifestata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta nel quale è stata conseguita. L'eventuale minusvalenza da cessione concorre invece a formare il reddito imponibile nell'esercizio in cui è realizzata.

Con la cessione d'azienda l'imprenditore individuale può mantenere la propria qualifica di imprenditore o perderla. È consentita la tassazione separata per l'imprenditore individuale, a condizione che l'azienda sia posseduta da oltre cinque anni. La tassazione separata vuol dire che la plusvalenza viene tassata con la metà dell'aliquota media nel biennio precedente, questo consente di mitigare l'imposta progressiva dell'IRPEF. Tutto

ciò significa che viene tassata a parte per non fare aumentare la base imponibile del soggetto, in quanto l'IRPEF essendo un'imposta progressiva a scaglioni con la cessione d'azienda determinerebbe un aumento della base imponibile. La cessione d'azienda non va aumentare la tassazione, ma va tassata in maniera diversa. La scelta di tale facoltà preclude (chiude l'accesso) l'utilizzo dell'alternativa opzione di rateazione pluriennale. Il beneficio della tassazione separata concesso solo all'imprenditore individuale e a condizione che ne sia fatta richiesta nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta in cui il provento dovrebbe essere imputato. La cessione d'azienda è un'operazione fuori dal campo di applicazione iva, ma viene applicata l'imposta (proporzionale) di registro poiché si tratta di operazioni di carattere organizzativo, non produttive di valore aggiunto. Il problemadell'azienda è che è un complesso inscindibile di beni. La disciplina del trasferimento d'azienda è facilitata dal fatto che il legislatore prevede un regime particolare detto circolazione giuridica dell'azienda: essa circola anche se cambia proprietario in quanto il diritto favorisce la continuazione dei contratti in corso, essendo l'azienda un complesso economico inscindibile si vuole evitare la dispersione. La cessione d'azienda è utilizzata anche per effettuare il passaggio generazionale dell'imprenditore individuale che vorrebbe trasferire l'azienda ai figli. Il sistema fiscale è basato sull'idea che passaggio di proprietà è uguale a reddito; dunque, anche se l'ho donata dovrei valutare l'azienda al valore normale e tassare l'operazione. L'articolo 58 è regola speciale per la quale il successore o il donatario è considerato comeproprietario di un canone stabilito. Inoltre, vi è la possibilità di cedere l'azienda tramite donazione. In questo caso, il donatario assume l'azienda con i valori fiscali dell'originario proprietario. È importante sottolineare che in tutti questi casi, la cessione dell'azienda o dei beni ricevuti può comportare la tassazione delle eventuali plusvalenze in caso di successiva vendita. Infine, è possibile utilizzare l'azienda tramite l'affitto o l'usufrutto. In entrambi i casi, l'azienda non viene ceduta: - Nel caso dell'affitto, l'originario proprietario non è più considerato imprenditore, ma riceve un canone di locazione stabilito da contratto. - Nel caso dell'usufrutto, la proprietà del bene e il diritto di godimento del bene vengono separati: il concedente rimane il nudo proprietario, mentre il ricevente diventa l'usufruttuario, che ha il diritto di godere del bene come se fosse suo, a fronte del pagamento di un canone al nudo proprietario.

Il proprietario del diritto di usufrutto. I redditi derivanti dall'utilizzo di questi strumenti giuridici non sfuggono a tassazione, ma sono considerati redditi diversi.

Per l'imprenditore individuale, l'affitto dell'unica azienda comporta la cessazione del regime di impresa, così come il suo usufrutto. In caso di successiva vendita totale o parziale, le plusvalenze realizzate concorrono a formare il reddito secondo le regole dei redditi diversi, anche se tali redditi non sarebbero tassabili in capo a soggetti che non esercitano attività commerciali. Non è però possibile avvalersi della rateizzazione, salvo la facoltà di optare per la tassazione separata.

L'articolo 102 ha superato l'orientamento che riconosceva la deduzione degli ammortamenti in capo al proprietario dei beni ed ha confermato che è prevalente l'interesse a collegare gli ammortamenti con la produzione del reddito attraverso l'utilizzazione dei beni.

Pertanto, l'articolo 108 stabilisce che se l'azienda è data in affitto (o in usufrutto) le quote di ammortamento sono deducibili dal reddito dell'affittuario (o usufruttuario). 8- LIQUIDAZIONE VOLONTARIA La liquidazione (volontaria) è un'operazione che comporta il rendere liquidi i beni facenti parte di un patrimonio, ovvero trasformarli in denaro. Consiste nella fase terminale degli enti dotati di autonomia patrimoniale e segue il verificarsi di una causa di scioglimento e consente di definire i rapporti in corso prima di destinare il patrimonio residuo ai partecipanti o ad altri enti secondo quanto previsto dalla legge e dallo statuto. Le liquidazioni possono essere disciplinate: - Dal codice civile: liquidazioni ordinarie o volontarie nelle quali vi è ripartizione del patrimonio comune o del fondo di dotazione; - Da procedure speciali: liquidazioni forzate o giudiziali o concorsuali volte a tutelare i creditori. Per prima cosa, vi è unaliquidazione consiste nella vendita dei beni della società, nel pagamento dei creditori e nella distribuzione del residuo tra i soci. Durante questa fase, vengono nominati i liquidatori, che hanno il compito di gestire le operazioni di liquidazione e di rappresentare la società. Al termine delle operazioni di liquidazione, avviene l'estinzione della società e la sua cancellazione dal registro delle imprese. Le cause di scioglimento possono essere diverse a seconda del tipo di società. Nel caso delle società di persone e delle società di capitali, le cause di scioglimento possono essere: 1. Decorso del termine previsto nel contratto sociale. 2. Conseguimento dell'oggetto sociale o impossibilità di conseguirlo. 3. Volontà di tutti i soci. 4. Mancanza della pluralità di soci. 5. Assoggettamento a procedure concorsuali, come nel caso di fallimento. 6. Paralisi dell'assemblea. 7. Riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale. 8. Delibera dell'assemblea. 9. Altre cause previste nel contratto sociale. Gli amministratori hanno l'obbligo di convocare immediatamente l'assemblea per deliberare lo scioglimento e la messa in liquidazione nel caso in cui riscontrino una di queste cause. Durante la messa in liquidazione, i beni della società vengono venduti, i creditori vengono pagati e il residuo viene distribuito tra i soci. I liquidatori sono nominati per gestire le operazioni di liquidazione e rappresentare la società durante questo periodo. Al termine delle operazioni di liquidazione, avviene l'estinzione della società e la sua cancellazione dal registro delle imprese.La liquidazione consiste nella nomina da parte dell'assemblea straordinaria, al posto degli amministratori, dei liquidatori, soggetti che prendono in consegna i beni dell'azienda ed hanno lo scopo di liquidarli. Dove c'è un imprenditore individuale non ho la delibera di liquidazione e dovrò capire quando è iniziata la liquidazione in altro modo (-> si guarda alla data di comunicazione delle variazioni ai fini IVA). I liquidatori redigono, al termine della procedura di liquidazione, il bilancio finale di liquidazione e lo depositano presso il registro delle imprese. Se per 90 giorni nessun socio propone reclamo, esso si intende approvato ed i liquidatori possono procedere alla distribuzione del residuo attivo, nonché all'estinzione. Quando la liquidazione ha inizio, l'impresa non è più finalizzata a produrre il reddito, diventa inattiva. Il soggetto esiste ancora, ma non sta facendo un'attività normale, nonÈ in un periodo di normale produzione del reddito. L'obiettivo diventa il realizzo diretto del patrimonio aziendale al fine di coprire le passività e distribuire l'even
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
53 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher filoguidi99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto tributario ii e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Cicognani Filippo.