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Le forme di Stato

Quando si parla di forma di Stato ci si pone la domanda di quali siano le finalità prioritarie delle politiche pubbliche e di quale sia in quello Stato il rapporto che intercorre fra l'apparato governante e i governati; in sostanza quali e quanti siano i diritti riconosciuti agli individui nell'ordinamento nei confronti dell'autorità pubblica.

Ogni Stato ha delle caratteristiche proprie. Confrontando con altre forme di Stato, si fa una distinzione sia in senso sincronico, guardando all'oggi; sia sotto il profilo diacronico. Visto che lo Stato nasce molti anni fa (i più vecchi Francia, Regno Unito), nel nostro caso si tratta di "meno", per una questione cronologica. L'Italia, a differenza della Francia, non ha vissuto il periodo dello stato assoluto ed è nata quando questa forma era superata ovunque.

Lo Stato assoluto: La forma di stato assoluto (forma di governo corrispondente monarchia)

Lo Stato assolutista è una forma di stato dove tutte le principali funzioni pubbliche sono concentrate in un solo apparato, ovvero la corona.

In questo corso si tratta di Stato liberale, la prima forma dell'Italia. Nasce ben prima del 1861, perché i primi stati che hanno assunto questa forma sono stati gli USA con la loro Costituzione (1789), la Francia con la Rivoluzione francese e già nel 1600 il Regno Unito.

Le caratteristiche dello Stato liberale, si possono considerare se si considerano i nomi, le etichette, inventate per classificarlo. Si dice che lo Stato liberale è uno stato borghese, uno stato monoclasse (la borghesia era la classe dominante in quanto deteneva il potere politico), uno stato astensionista. Sono tutte definizioni che colgono determinate caratteristiche che segnalano l'acquisizione progressiva del potere politico da un determinato gruppo o classe sociale, in questo caso borghesia (classe imprenditoriale). L'avvento

dello statoborghese si caratterizza per l'affermazione di un'economia di tipo capitalistico, un'economia di mercato, basata sul gioco della domanda e dell'offerta (teoria favolistica sul mercato che si regola da solo). C'è un contesto economico che caratterizza e influenza. La nascita delle Costituzioni Cosa salta agli occhi? L'avvento delle Costituzioni: un testo scritto che a quel tempo ha lo scopo principale di imbrigliare il potere regio, vincolarlo in una certa direzione. Le (prima c'era forma di Stato assoluto) Costituzioni si occupano principalmente della forma di governo; sono pensate per ridisegnare i poteri di indirizzo politico, distribuendolo fra il re ed altri organi. Si preoccupano molto meno della parte dei diritti, erano molto più attente circa le concessioni dei poteri della forma di governo. C'era anche il riconoscimento di alcuni diritti, quelle che da quel tempo vengono definiti i diritti liberali, quei diritti.che erano considerati necessari e quindi garantiti a livello costituzionale. A parte quella statunitense, le Costituzioni dello Stato liberale si differenziano da quelle moderne non solo per i contenuti, ma anche per questa notazione: sono costituzioni flessibili (modificabili dal Parlamento con legge ordinaria). Lo Statuto Albertino era la Costituzione del Regno d'Italia ed era flessibile, quindi derogabile. Questo spiega la convivenza del principio di uguaglianza con il fatto che le donne non votassero. Il legislatore poteva disporre diversamente senza che si modificassero la validità delle precedenti. La nascita dei Codici Il Codice civile nasce in questo periodo, prototipo del Codice di Napoleone. È una regolamentazione dei rapporti tra privati, ivi inclusi quelli di tipo imprenditoriale. Non è un caso che nascano in uno stato borghese: danno certezza e sono uguali. Quest'ultimo aspetto è una novità, prima permaneva una tendenza a differenziare iceti giuridici per appartenenza sociale; l'idea che la legge è uguale per tutti è frutto dello Stato sociale. Si supporta il rapporto diretto del privato e dell'apparato governante, non si spinge per i gruppi intermedi. I Codici dovevano avere due caratteristiche: - generalità: una regola applicabile indistintamente a tutti; - astrattezza: è lo stesso concetto, ma riferito al tempo; si definisce tale quando è suscettibile di essere applicata un numero indeterminato di volte nel tempo. La logica egualitaria dello Stato liberale vede le regole in questa maniera. I tratti qualificanti dello Stato liberale Dal punto di vista del Diritto costituzionale, quali sono gli altri tratti qualificanti? Viene chiamato stato astensionista (o stato minimo): ci si riferisce al fatto che negli Stati liberali la sfera dell'azione pubblica era circoscritta ad alcune funzioni. Quali? Doveva occuparsi prioritariamente di: - garantire l'ordine pubblico - o didifendere lo Stato dalle aggressioni esterne. O svolgere l'attività giurisdizionale. O battere moneta. E non molto altro. Ridotte funzioni = ridotto apparato = costi ridotti. Lo Stato liberale prevede bassa tassazione, i soldi devono essere lasciati al mercato, non sottratti. Più si allarga la dimensione dell'apparato pubblico più aumentano i costi, che si fronteggiano o con l'aumento della tassazione, oppure attraverso l'indebitamento. Stato liberale e diritti Quando si parla di libertà liberali si parla di diritti del singolo. - libertà di iniziativa economica - la proprietà - tutela della libertà personale - (si viene da un periodo in cui esisteva l'arresto arbitrario per ordine del re). Sono tutte accomunate dal modo in cui vengono tutelati: si parla di libertà negative: il loro soddisfacimento presuppone principalmente un'astensione da parte dello Stato. La libertà personale implica che non visianointerventi da parte dell'apparato governante volti a limitarla, inteso come l'eliminazione della limitazionedi questa libertà in maniera arbitraria. Sono quelle privazioni della(l'art. 13 prevede una riserva di leggi a riguardo)libertà personale non previste dalla Costituzione; per farlo, il potere esecutivo deve muoversi nell'ambito diuna previsione legislativa. Nello Stato liberale manca la categoria dei diritti sociali: la loro esistenza non è congeniale (sorge necessità. Sono quelle situazioni giuridico-soggettive che mirano a realizzare il principio di giustiziadi finanziamento)sostanziale Come impostazione originaria sono pensati per le categorie più deboli: diritto alla salute,(art. 3).diritto all'istruzione, diritto all'assistenza e alla previdenza... Perché sono chiamate libertà positive? Sono diritti a prestazione, per essere soddisfatti lo Stato deve prevedereun'organizzazione.pubblica pensata e costruita per garantire il diritto. Qui lo Stato deve agire: mentre nelle libertà liberali si chiede un'astensione, qui deve intervenire. Questo comporta che sono diritti che "costano", sono diritti finanziariamente condizionati: gli ospedali costano, le scuole costano, gli enti previdenziali richiedono risorse pubbliche... Uno stato ricco, con un surplus di denaro, può permettersi un determinato servizio, altri no. Chiaramente il nocciolo duro deve sempre essere garantito, indipendentemente dalla situazione di bilancio (es. salute). I principi dello Stato liberale Dal punto di vista strettamente costituzionale, si affermano alcuni principi, che riveduti e corretti tra passano nei sistemi moderni: 1) principio della separazione dei poteri; il contrario della concentrazione che caratterizzava lo Stato assoluto. Le funzioni vanno distribuite: legislativa, esecutiva e giurisdizionale. Nello Statuto Albertino il re era il vertice del potere esecutivo,ma c'era anche un Parlamento (organo legislativo). La bicameralità attuale non è una novità, era già stabilita. La tripartizione mira a garantire il rispetto dei diritti che lo stesso statuto prevedeva.
  1. Principio di legalità: afferma che l'azione del potere esecutivo deve essere fondata sulla legge. I poteri che in senso lato fanno capo al re/potere esecutivo devono essere previsti (es. garantire ordine pubblico) per legge, creati dal Parlamento. Non esistono potestà amministrative se e se non quando lo prevede la legge. È la legge che è la fonte originale di attribuzione del potere.
  2. Principio rappresentativo: la legge la fa il Parlamento, inoltre, il Parlamento ha carattere rappresentativo. Nello Statuto Albertino era prevista una struttura bicamerale, ma la camera veniva eletta. Lo stato liberale si basa sul principio del suffragio super-ristretto, selezionato tramite un criterio di tipo censitario: si doveva dimostrare
di avere un certo tipo di reddito. È per questo che si parla di Stato monoclasse (borghesia dominava il Parlamento, quindi organo legislativo, la legge vincola il potere); questa situazione non è destinata a durare, infatti non regge. Segue un progressivo esecutivo allargamento del suffragio. (periodo della Sinistra storica)

n.b: Non fare confusione nel dire che nello Stato liberale si afferma il principio rappresentativo, che prima non esisteva, e nel dire che nello Stato liberale vigeva il principio democratico. Perché si possa parlare di democrazia ci vogliono molte altre cose: suffragio universale. Il "tutti votano" non era funzionale alla classe borghese.

Lo Stato di democrazia pluralista
Allargare il diritto di voto consente la nascita dei partiti di massa, intorno alla fine del 1800. Sono molto strutturati sul territorio, ci sono molte rappresentanze; sono quindi strutture molto pervasive (aspetto). I bisogni di queste classi che hanno nuova vocesonodegenerativo: partitocrazia
*Stato totalitario: lo Stato assorbe la società civile; si ritiene quindi autorizzato a intervenire su qualsiasi aspetto della vita del singolo, parlare di diritti è improprio (ci sono i diritti funzionali, ti vengono concessi ma li applichi in certe maniere).
Questa è la premessa per un cambiamento della forma di Stato. Le risposte a queste nuove necessità vengono date da una nuova forma di stato: lo Stato democratico pluralista. In certi ordinamenti si assorbono queste modifiche in maniera non traumatica, in altri come Germania e Italia no. Qui, il percorso storico da Stato liberale a Stato democratico si interrompe drasticamente con l'instaurazione di una partitocrazia.

forma di stato e di governo totalitario e dittatoriale concentrazione del potere nelle mani.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
61 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emmab1201 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Monego Davide.