C”).
● Stato Totalitario:
○ Un regime il cui scopo è disciplinare ogni aspetto della vita
pubblica e privata, trasformando gli esseri umani in esseri
umani nuovi.
○ Esempi:
■ Stati totalitari come il regime nazista e quello di Stalin.
■ La dittatura: ad esempio, l’Italia di Mussolini.
● Struttura e strumenti comuni:
○ In entrambi i regimi è presente un partito unico che elimina
il pluralismo.
○ Le burocrazie sono composte da persone nominate dal
partito.
○ Entrambi somministrano la paura.
● Degradazioni del regime totalitario:
○ Giuridica: mancanza di diritti fondamentali (ad esempio,
diritto agli aiuti dello stato come gli ospedali).
○ Morale: sperimentazioni sull’essere umano (es. nei campi di
concentramento), che erano strutture essenziali per tali
esperimenti.
○ Induce la diffidenza reciproca tra le persone.
STATO DEMOCRATICO-SOCIALE
Uno stato può dirsi democratico quando (basta che ne manchi anche
solo uno per non poterlo definire tale) possiede:
1. Organo costituzionale eletto a suffragio universale:
○ Senza limitazioni di genere o di istruzione.
○ Con elezioni libere ripetute a intervalli brevi, per garantire il
controllo dei cittadini sul potere.
2. Diritto di governare per chi vince le elezioni:
○ Nei limiti previsti dalla costituzione, con istituti di garanzia per
il controllo del potere.
3. Controllo giurisdizionale:
○ Per verificare il rispetto delle leggi.
4. Controllo sociale.
5. Trasparenza:
○ L’attività del parlamento deve essere conoscibile dalla
collettività.
● La qualità di ogni democrazia varia: può essere di qualità elevata
o limitarsi a rispondere ai requisiti minimi.
Lo stato sociale è un patto tra le persone più agiate e quelle meno
abbienti. Esiste anche un secondo patto, quello generazionale, tra le
persone più anziane e quelle più giovani:
○ Le persone più agiate contribuiscono maggiormente all’erario
collettivo, mentre chi lavora finanzia le pensioni di chi non
lavora più.
○ I super ricchi hanno redatto documenti in cui chiedono di
poter pagare più tasse, poiché conviene che tutti stiano più o
meno bene.
● Il patto generazionale:
○ Il giovane lavora e i suoi contributi, versati nel tempo,
finanziano le pensioni.
○ Una parte del salario viene accantonata per le pensioni, e
quando si è vecchi e stanchi, si beneficia del lavoro dei
giovani.
○ In Italia, le persone straniere aprono più imprese rispetto agli
italiani.
○ Attualmente ci sono 4 lavoratori per pensionato, ma si
stima che entro il 2050 ci saranno solo 2 lavoratori per
pensionato.
Lo stato sociale si fonda su questo duplice patto e permette di avere un
sistema fiscale migliore. Progressività: non significa che chi è ricco
paga di più in assoluto, ma che se il reddito aumenta, aumenta anche
l’aliquota. Per far funzionare bene lo stato sociale è necessario che le
tasse vengano pagate; in alternativa, si ricorre al debito pubblico, che
implica che chi ha disponibilità presta soldi allo stato, i quali poi vanno
restituiti con gli interessi. Gli anni migliori sono stati quelli tra il 1945 e
1975, dove questo periodo è ricordato come Il Trentennio Glorioso.
Durante questo periodo le aliquote fiscali arrivavano anche al 70-80%.
Tali fondi servivano a finanziare i diritti sociali (diritto alla salute,
all’istruzione, ecc.). Oggi si parla anche del diritto all’accesso a Internet,
considerato un bene indispensabile per una vita dignitosa secondo gli
standard del momento. Lo stato eroga anche i Servizi pubblici
essenziali, caratterizzati dal principio della doverosità (es. polizia,
ospedali), dalla continuità (devono essere continui), dalla parità di
trattamento (non si può discriminare ingiustificatamente),
dell'universalità e della abbordabilità (devono essere erogati su tutto
il territorio a prezzi abbordabili, anche se in perdita perché accollati dallo
stato). Chi non paga le tasse nello stato sociale viene considerato un
emarginato.
● Strumenti dello stato sociale:
○ Enti pubblici
○ Contratti pubblici
○ Regolamentazione socio-economica
○ Sussidi
Questo modello statale ha funzionato in Europa, dove sopravvive finché
i cittadini pagano le tasse. Attualmente, non si è verificata una guerra tra
stati democratici, sebbene essi finanziano le guerre. Sul profilo
ambientale, dove c’è la democrazia si è riusciti a limitare progetti
dannosi per l’ambiente. Con l’introduzione della democrazia e del libero
mercato si è assistito a una tendenza alla concentrazione della
ricchezza. La democrazia implica che il potere venga acquisito dalla
maggioranza del popolo, diversamente dal passato in cui il potere
spesso era affidato a un demagogo, che si faceva carico delle istanze
delle persone in estremo bisogno, portando così a guerre civili. Un
modello inefficiente può essere cambiato. Lo stato democratico-sociale
ha funzionato in Europa grazie al fatto che vi erano istituzioni e società
più efficienti. Alcune società, come l’Unione Sovietica o la Cina, hanno
sempre rifiutato questo modello, trasformandosi in dittature.
La separazione dei poteri e il principio di sovranità limitata
Nelle società europee veniva applicato il principio della sovranità
limitata e della separazione dei poteri.
○ La sovranità limitata ha basi medievali: nel Sacro Romano
Impero l'imperatore e i suoi eredi erano limitati dal diritto
della Chiesa (che era considerata superiore al sovrano) e il
feudalesimo si basava su contratti.
○ La separazione dei poteri ha origini nell’Antica Roma,
dove esistevano il Senato, i pretori, i 2 consoli e altre figure
istituzionali.
Questa struttura rappresentava una società molto sofisticata, basata
sulla suddivisione dei poteri, e i rivoluzionari francesi ed americani si
ispirarono alla Repubblica Romana.
Critiche allo stato democratico sociale
Critiche allo stato democratico sociale ci sono sempre state:
- critiche che hanno riguardato la qualità dei governanti: vi sono
i problemi dell’elettorato attivo, dove in una democrazia ci si chiede
se gli elettori sono in grado di dare dei voti consapevoli oppure che
si guardi di più al futuro. La maggior parte degli elettori americani,
per esempio, non sono in grado di superare i test per ottenere la
cittadinanza);
- comanda l’elite;
- elettorato attivo e passivo: l’attivo riguarda il diritto di votare e
partecipare alle decisioni politiche. La critica principale è che, in un
sistema democratico-sociale, si tende ad assumere che tutti i
cittadini abbiano le competenze, l'informazione e l'impegno
necessari per esprimere un voto consapevole. Il passivo riguarda il
diritto di candidarsi e di essere eletti agli organi istituzionali. La
critica qui è che, nonostante il principio formale dell'uguaglianza, in
pratica le barriere economiche, culturali e organizzative possono
limitare l'accesso ai ruoli decisionali a una parte ristretta della
popolazione;
- lentezza dell’azione ed incapacità di guardare lontano;
- corruzione: le idee dello stato sociale vengono superate per dare
sussidi agli amici;
- presentismo delle democrazie:(tenere sulle spine la classe
politica ed evitare le incrostazioni di potere. Per contrastare ciò
bisogna avere un’etica pubblica molto forte.
Ad oggi si sta cambiando e si è passati dalla critica alla
contestazione (spesso radicale). I sintomi di ciò sono:
- se si fanno sondaggi la maggior parte delle persone ritiene che il
sistema democratico sia migliore degli altri, ma è cresciuta
sensibilmente che dicono di preferire una dittatura (soprattutto tra i
giovani);
- l’ascesa dei movimenti populisti (per esempio risposte semplici
a domande complesse, dividere tutti in ‘amici’ e ‘nemici’. Un
problema associato a ciò è il mimetismo populista, perché i
partiti non populisti vanno dietro ai populisti, peggiorando la
situazione),
- il numero degli stati democratici che mantengono i requisiti minimi
è in picchiata (vi sono state erosioni interne delle democrazie,
portando alle democrature). Accade ciò per via della crisi
economica (tipo quella del 2008), crisi del lavoro (lavoro pagato
poco, c’è un divario tra i dirigenti ed i lavoratori elevato),
fenomeno immigratorio, rivoluzione dei media.
I grandi flagelli dell'umanità sono le guerre, le carestie, la violenza e le
malattie (come la peste), anche se i dati dicono che da tanti decenni
ogni anno muoiono più persone per incidenti e suicidi che per guerra o
omicidio. L’uomo ha passato 3 grandi progressi storici: Riduzione della
violenza (le società democratiche, con l'istituzione di regole chiare, il
rispetto dello stato di diritto e una maggiore partecipazione politica,
hanno contribuito a ridurre il livello di violenza, ad esempio nel diminuire
gli omicidi rispetto al passato); Riduzione delle guerre (lo sviluppo di
istituzioni democratiche e il rafforzamento della cooperazione
internazionale hanno portato a una diminuzione delle guerre, sia su
scala interna che internazionale, riducendo così le morti e le distruzioni
che queste comportano); Riduzione delle malattie (l'evoluzione degli
stati democratici ha favorito l'implementazione di sistemi sanitari pubblici
e politiche di welfare, che hanno contribuito a controllare e ridurre
l'impatto di malattie epidemiche (come la peste) e, in generale, a
migliorare la salute pubblica). Ciò è stato grazie alla democrazia. Per
esempio, un tempo le città facevano guerra per decidere dove dovevano
avere luogo le esecuzioni. Oggi molti paesi hanno depenalizzato
l’omosessualità, e questo è stato un progresso (è noto il caso di Alan
Touring, il padre dei computer. Appena finita la guerra, nonostante fosse
un eroe, è stato condannato alla castrazione chimica, portandolo al
suicidio). La discriminazione di genere, però, è ancora presente
nonostante siano stati fatti passi enormi rispetto al passato. Ad oggi,
l'ecologia è imperativa. Vi è il tema dei beni comuni, dei servizi
pubblici, la lotta alla povertà. Una democrazia sana e solida, di fronte
al primo segnale di una legge inadeguata, reagisce tempestivamente (ad
esempio con proteste) per proteggersi. Questo meccanismo richiama la
metafora della rana: se una rana viene posta in una pentola d'acqua
che viene riscaldata gradualment
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