DINAMICHE DEL SEMIPRESIDENZIALISMO
1. Semipresidenzialismo a prevalenza del Presidente (Francia dal 1958: prima c’è
presidente, governo e parlamento gaullista, poi tutto socialista, poi quotato perdono le
elezioni e si ha presidente socialista e parlamento e governo gaullista e dopo ancora il
presidente gaullista e parlamento e governo altro; circa nell’80 c’era un con itto di ideali
politici tra presidente e parlamento, ma questo contrasto non creò troppi problemi ma si
riuscì a coesistere grazie alla forza dell’amministrazione pubblica e anche perchè buona
parte della classe politica proveniva dalla pubblica amministrazione che dava una
formazione diversa dal semplice politico; comunque c’è una prevalenza tra i 2 ideali,
infatti il presidente deve cedere alla volontà parlamentare, pertanto sceglie un governo
che ha ducia del parlamento —> prevale il meccanismo parlamentare, ma il presidente
mantiene i suoi poteri in materia di politica estera e di difesa, pertanto il governo dovrà
coordinarsi con il presidente (coabitazione, sono “separati in casa”, presidente
socilaista e parlamento gaullista devono trovare accordi seppur abbiano ideali diversi);
Russia?)
2. Semipresidenzialismo a prevalenza del Governo (Austria, Irlanda), in cui l’elemento
comune è l’elezione diretta del presidente, la quale è collegata ad un potere presidenziale
molto debole, in cui il presidente nonostante sia direttamente eletto dal popolo,
assomgilai a un presidente parlamentare (nomina governo, rappresenta l’unità nazionale
ma non ha poteri diretti verso il governo o di indirizzo politico; l’esponente il realtà è il
capo del governo, ha praticamente più poteri)
Il prevalere del 1° o del 2° modo di funzionamento dipende solo in parte da norme
costituzionali: soprattutto da prassi e convenzioni e dal sistema politico
fi fi fi fi fi
GOVERNO A ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DEL GOVERNO (NEO-PARLAMENTARE)
• è un governo parlamentare, dove il parlamento viene eletto direttamente
• Elezione popolare diretta del Primo ministro contestualmente all’elezione del Parlamento
• Il Parlamento può s duciare il Governo
• Le dimissioni del Primo ministro provocano lo scioglimento anticipato del Parlamento —> Il
primo ministro può sciogliere le camere; però avendo tutte e due la stessa leggitimazione, se
uno viene meno viene meno anche l’altro.
• Modello presente nel nostro ordinamento nella forma di governo delle Regioni
• utilizzata dalla maggior parte delle regioni italiane
FORME DI GOVERNO STATI A DEMOCRAZIA PLURALISTA
Sistema politico caratterizzato da partiti e gruppi politici organizzati in modo tendenzialmente
stabile
Le forme di governo sono condizionate:
• dal numero di partiti che sono rappresentati in Parlamento
• Dalla presenza o assenza di forti differenze ideologiche tra le forze politiche, dalle
relazioni tra le forze politiche
Il problema di instabilità democratica è che non ci fu un giusto rapporto tra maggioranza e
ingovernabilità,
minoranza, quindi c’era un instabilità di preferenze, c’è anche una non
governa nessuno (capire bene??)
A volte è considerato una garanzia in quanto costringe i vari partiti politici a dialogare (?)
SISTEMI ELETTORALI ELEZIONI DEL PARLAMENTO
È’ vero che la forma di governo dipende dalle cose dette sopra, ma è anche vero che i numeri di
partiti e i rapporti di forza tra loro è data dalle regole elettorali (es. un sistema maggioritario
che dice “chi prende più voti è eletto” causerà l’unione dei partiti minori per coalizzarsi e
arrivare primi per avere la maggioranza; o viceversa si può indurre a una frammentazione dei
partiti).
Generalmente nelle elezioni politiche il territorio è diviso in porzioni territoriali (collegi o
circostrizioni) in cui sono eletti uno o più parlamentari, salvo i pochi casi in cui esiste un
collegio unico (Israele o Olanda —> si tratta di paesi di dimensioni contenuti)
Tradizionalmente questa partizione territoriale ha 2 modalità:
• Collegio uninominale: è una parte di territorio in cui viene eletto un solo parlamentare (1
collegio —> 1 parlamentare) —> ogni collegio uninominale vedrà vincere un solo partito (o
quel che sia)
• Collegio plurinominale: si dividono in tante porzioni, ciascuna delle quali può eleggere due o
più parlamentari (circoscrizioni elettorali) —> nel collegio plurinominale ci può essere
anche l’elezione di una minoranza non solo la maggioranza metodo formula)
Il centro del sistema elettorale (tutte le regole che riguardano le elzioni) è il (la
elettorale; si deve scegliere la formula per trasformare tot voti a tot seggi parlamentari.
Applicando una formula elettorale rispetto a un’altra i risultati possono essere molto diversi, perchè
ogni formula valuta i voti in modi diversi per trasformarli in seggi e a noi interessa chi ha preso più
seggi non più voti. fi
METODO (FORMULA) ELETTORALE
Meccanismo di trasformazione dei voti in seggi parlamentari; abbiamo 2 famiglie (entrambi se
estremizzati non vanno bene, non c’è una giusta o una sbagliata; bisogna creare sistemi
elettorali che sono conformi alla struttura politica del territorio in cui vengono adottati questi
sistemi); ci sono 2 meccanismi:
• Sistemi maggioritari: (collegio uninominale) viene eletto il candidato che ottiene la
maggioranza dei voti (modello classico di modello elettorale maggioritario); gli altri voti
espressi nel collegio non contano (sistema inglese) (es. il partito nazionale scozzese non ha
tanti voti ma ci sono tanti partiti diversi che hanno la minoranza e di conseguenze quello
ha vinto; questo penalizza molto le forze più piccole, le minoranze)
• Sistemi proporzionali: (collegio generalmente plurinominale) i seggi sono attribuiti a ogni
lista in proporzione ai voti che ogni lista ha ottenuto; il partito ha una lista di più candidati
(nel sistema maggioritario c’è solo un candidato vincitore per partito)
Sistemi maggioritari
Divisi in 2 modelli:
• maggioritari a turno ( all’inglese): viene eletto il candidato che ottiene il maggior numero
di voti, anche 1 in più del secondo (tendenza dei partiti a coalizzarsi) —> non è detto che il
primo abbia la maggioranza assoluta (maggioranza di tutti coloro i quali hanno votato; es.
se votano in 100, 51 è la maggioranza assoluta) (questo sistema è usato soprattutto dove
ci sono 2 partiti importanti che ”lottano” tra loro, laddove le minoranze contano poco)
• maggioritario a doppio turno (utilizzato nel sistema Francese) : viene eletto il candidato
che ottiene la maggioranza assoluta dei voti, non chi ha più voti; nei collegi in cui nessun
candidato raggiunge la magg. assoluta, si svolge una seconda votazione, in cui è suf ciente
la magg. relativa (al primo turno si pensa a se stessi, al secondo turno si tende a
coalizzarsi, votando così la coalizione che si preferisce; l’elettore ha più potere nel decidere
la coalizione da scegliere anche al doppio turno)—> modello più adatto nei sistemi a
multipartitismo, dove ci sono più partiti forti più o meno simili, non deboli; quando si
arriva poi (al secondo turno) alla maggioranza relativa ci sono più modalità: sistema a
ballottaggio (partecipano solo i primi 2 candidati; voto quello che sta più vicino alle mie
idee —> tendenza a coalizzarsi ) o a doppio turno aperto (possono partecipare più di 2
candidati —> anche qui ci si coalizza però ci sono altri casi).
Scopo: governabilità (dato che si prende la maggioranza di voti; a differenza del sistema
proprozioanle che ha come scopo la rappresentatività)
SISTEMI PROPORZIONALI
Tutte le liste di candidati, che raggiungono una certa quantità di voti, partecipano alla ripartizione
dei seggi, in proporzione ai voti ottenuti; ogni lista presenta più candidati, nelle quali liste vengono
attribuiti i seggi in proporzione ai voti ottenuti; in un sistema proporzionale puro c’è quasi un
identica sovrapposizione tra percentuale di voti ricevuti e percentuale di seggi attribuiti.
• Tende a garantire un Parlamento che rappresenta meglio le scelte degli elettori (garantisce
rappresentatività dei voti; più è proporzionale più è preciso e rappresentativo), ma tende a
produrre una frammentazione (dif cile poi a ricondurre a una maggioranza in grado di dare
ducia la governo) e non garantisce la formazione di una maggioranza
Metodi per limitare gli effetti del proporzionale (renderli meno proporzionali ma più governabili e
maggioritari):
• clausole di sbarramento: si procede a una distribuzione dei seggi su base proprozionali, ma
soglia di
solo fra le forze politiche fra le liste che abbiano superato un minimo, una
sbarramnento (es. 5% o 7%). Il tutto è proporzionale, però così si toglie quella fetta di partiti
e candidati che non raggiungono il minimo; la soglia è decisa dalla legge elettorale. Questo
induce chi non raggiunge la soglia di sbarramento a coalizzarsi, inoltre chi supera lo
sbarramento prenderà più voti perchè prende anche quelli delle forze eliminate dallo
sbarramento —> tendenza a favorire i partiti più forti dando meno spazio ai più piccoli
• collegi elettorali di piccola dimensione: un collegio molto piccolo ha un effetto di premio di
maggioranza; è dif cile che una forza poco votata riesca a contendere i suoi voti con altri più
forti (capire bene??)
• premio di maggioranza: è un premio, un bonus; per favorire la forza, il peso e la governabilità,
oltre
il partito che arriva una certa soglia ha un bonus (es. se arrivi oltre il 46% hai più seggi
che vengono tolti dai partiti che sono sotto di te; il partito che prende più voti, purchè superi
il 46% ha un bonus che lo porta al 52%; quei 6 seggi che servono per arrivare a 52 vengono
tolti da altri partiti in modo proporzionale; il premio è volto a garantire la maggioranza e
poter governare senza doversi coalizzare con altri partiti per raggiungere la maggioranza);
quello che diventa importante è ricevere più seggi (o voti ?? capire bene)—> l’effetto è molto
simile al collegio uninominale solo che anzichè farlo per ogni collegio lo fai sul totale.
Perciò sistemi nati come proprozionali possono diventare poi anche in un certo senso maggioritari
con dei metodi che limitano la proporzionalità.
fi fi fi
UNIONE EUROPEA
Simile a una confederazione ma ha
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