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Ulteriori eccezioni al divieto dell'uso della forza

La tutela dei propri cittadini all'estero è una delle eccezioni al divieto dell'uso della forza. Ad esempio, i raids o le incursioni possono essere effettuati in caso di dirottamenti aerei o rapimenti di cittadini in Paesi che non sono in grado di assicurare il recupero degli ostaggi. Un esempio di raid è quello israeliano ad Entebbe o il fallito raid ordinato dal Presidente Carter per tentare di liberare membri del personale diplomatico statunitense a Teheran. Queste azioni sono limitate e mirano a liberare cittadini dello Stato che interviene con un uso limitato della forza. Sono giustificate dallo "stato di necessità" e non integrano la fattispecie vietata dall'art. 2, par. 4, Carta ONU.

Un'altra eccezione è l'intervento umanitario, che si verifica quando si verificano gravi violazioni dei diritti umani fondamentali su larga scala, come il genocidio o i crimini contro l'umanità, commessi dallo Stato o quando lo Stato territoriale non prende provvedimenti per evitarli. Un esempio di intervento umanitario è stato il bombardamento del Kosovo da parte della NATO.

È stata stipulata la Carta dell'ONU nel 1945, la tutela dei diritti dell'uomo non era così progredita - ulteriore eccezione non prevista dalla Carta dell'ONU. Norma cogente?

L'AZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU - inserita nel Capitolo 7, articolo 39 e successivi della Carta dell'ONU: tre presupposti per intervento del Consiglio di sicurezza:

  1. Minaccia alla pace
  2. Violazione della pace
  3. Aggressione

Ampia discrezionalità del Consiglio nell'accertare i presupposti e nel decidere quando intervenire (0 aggressioni; 1 violazione della pace - occupazione del Kuwait; la categoria più usata è la minaccia alla pace: pericolo per la pace e la sicurezza internazionale). Lettura molto ampia del concetto di minaccia alla pace - guerra civile, conflitti armati interni, attività terroristiche, crisi umanitarie (Kossovo), movimenti di persone su larga scala da uno Stato ad un altro Stato, tutte ritenute situazioni di

instabilità per le relazioni internazionali. Le misure del consiglio di sicurezza - le misure provvisorie per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale sono nell'articolo 40 oggetto di raccomandazioni prive di carattere vincolante. ES. il "cessate il fuoco", l'unica conseguenza è che il consiglio potrà successivamente adottare delle misure vincolanti. Le misure non implicanti l'uso della forza sono nell'articolo 41: raccomandazioni o decisioni come interruzione delle relazioni economiche, ferroviarie per ottenere l'isolamento di un Paese. ES. embargo nei confronti della Rodesia nella guerra fredda; ES. Sud Africa: il consiglio di sicurezza aveva raccomandato l'embargo che non è stato attuato; ES. Iraq, Jugoslavia e Haiti. Embargo selettivo ES. interruzione delle comunicazioni aeree con la Libia, devono essere assicurate le esigenze fondamentali delle popolazioni civili (importazione di).

attrezzature mediche e cibo). Si tratta di decisioni cui tutti gli Stati si devono conformare. ES. risoluzione ex art. 41 congelamento dei beni di chi è ritenuto fare parte di organizzazioni terroristiche. Gli Stati membri dell'ONU devono poi attuare tali decisioni se le misure non sono sufficientemente determinate. Gli Stati che ne subiscono le conseguenze negative o che hanno particolari difficoltà ad attuare le misure possono richiedere un sostegno al consiglio di sicurezza.

Art. 42: coercizione per ristabilire la pace internazionale

Art. 43 e successivi: sistema complesso in cui gli stati membri si impegnavano a mettere a disposizione le proprie truppe al consiglio di sicurezza. Obbligo per gli Stati membri ONU di concludere con il Segretario generale ONU accordi per la messa a disposizione di contingenti permanenti. Sistema mai stato attuato (secondo Conforti l'obbligo è caduto in desuetudine).

In realtà l'ONU ha agito utilizzando le forze

armate dei suoi stati membri, in concreto lo ha fatto con due modalità non espressamente sancite dalla Carta: l'impiego dei "caschi blu" e le autorizzazioni del Consiglio di sicurezza all'uso della forza. L'IMPIEGO DEI "CASCHI BLU" - Forze di peace-keeping: il Segretario generale ONU, su mandato del Consiglio di Sicurezza, conclude con gli Stati membri specifici accordi ad hoc per specifiche operazioni. Le truppe sono inquadrate sotto il comando di ufficiali nazionali ma seguono le direttive del Segretario generale ONU. Tradizionalmente, il consenso dello Stato territoriale o delle parti coinvolte o riconosciute come rappresentanti del governo e forze di interposizione, di mantenimento della pace, non partecipano direttamente alle ostilità; possibilità di usare le armi solo per difendersi ma non in difesa della popolazione civile (uno dei maggiori limiti). Dopo le vicende dell'ex-Jugoslavia negli anni '90 sono state.mezzo dell'uso della forza. Queste misure sono conosciute come "misure coercitive" e sono autorizzate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L'articolo 41 della Carta delle Nazioni Unite stabilisce che il Consiglio di Sicurezza può adottare misure non militari, come sanzioni economiche o diplomatiche, per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionale. L'articolo 42, invece, prevede che il Consiglio di Sicurezza possa adottare misure militari per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionale. Queste misure possono includere l'uso della forza armata. Tuttavia, l'uso della forza da parte degli Stati è soggetto a restrizioni e limitazioni. L'articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite stabilisce che gli Stati devono astenersi dal ricorrere alla minaccia o all'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato. L'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza è quindi necessaria per l'uso della forza da parte degli Stati. Questa autorizzazione può essere di portata limitata, come nel caso dell'autorizzazione alla Gran Bretagna per verificare l'embargo contro la Rodesia, o di ampia portata, come nel caso degli Stati Uniti autorizzati a liberare il Kuwait durante la guerra del Golfo. Inoltre, ci sono altre due tipologie di misure del Consiglio di Sicurezza che non sono previste dalla Carta delle Nazioni Unite. Queste misure rientrano negli articoli 41 e 42 e sono volte a garantire una soluzione pacifica delle controversie internazionali.
  • istituzione di amministrazioni territoriali provvisorie affidate all'ONU, come nel caso del Kossovo, per garantire che non ci fossero disordini come nel 1994 - Timor - Cambogia. Queste situazioni sono pensate come transitorie per una soluzione pacifica delle crisi che porti ad una organizzazione democratica e all'esercizio dell'autodeterminazione del popolo.
  • istituzione di tribunali penali ad hoc - risoluzione del consiglio di sicurezza per giudicare i crimini internazionali in Ruanda e in ex-Jugoslavia. Il Consiglio è legittimato a istituire Tribunali penali? La misura non è prevista espressamente negli articoli 41 e 42 della Carta, ma gli articoli 41 e 42 elenchi non sono tassativi ed esaustivi - il Consiglio ha ampia discrezionalità. Per alcuni rientrano nell'art. 41, per altri nell'art. 42 (Conforti)

IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI REGIONALI - il Consiglio può avvalersi anche di organizzazioni regionali, tra cui rientrano NATO, OSCE, organizzazione per...

L'Unità africana. Devono agire su richiesta o previa autorizzazione del consiglio di sicurezza. ES. il consiglio chiede di adottare misure del tipo ex art. 41 e 42; in situazioni di legittima difesa, possono agire in modo autonomo

LA SOVRANITÀ STATALE E I SUOI LIMITI - La sovranità territoriale dello Stato in linea di principio è illimitata all'interno dei confini territoriali, consiste nella possibilità di esercitare il potere di governo del territorio o la giurisdizione: emana atti giuridici vincolanti (prescrivere) e assicura l'esecuzione coattiva degli atti vincolanti. Ci sono dei limiti: ogni Stato è tenuto a rispettare la sovranità degli altri Stati, limiti in trattati internazionali e limiti che derivano da norme consuetudinarie.

Il limite del rispetto della sovranità degli altri Stati - gli organi di uno Stato non possono di regola esercitare le proprie funzioni nel territorio di un diverso Stato senza il suo consenso.

ES. consoli, ambasciatori, autorità di polizia devono essere autorizzati, solitamente gli Stati stipulano accordi per svolgere operazioni congiunte di polizia fra diversi Paesi ma senza il consenso dello Stato territoriale la cattura del criminale costituirebbe una violazione del diritto internazionale. Caso Eichmann - nel 1960 i servizi segreti israeliani catturano in Argentina un criminale nazista e lo portano in Israele per il processo. Si è trattato di una violazione della sovranità dell'Argentina e il Consiglio di sicurezza chiede che sia data una riparazione e Israele porta le sue scuse ufficiali (forma di soddisfazione). L'illegittimità della cattura sul piano internazionale (violazione della sovranità dello Stato) non comporta l'irregolarità del procedimento penale interno dello Stato. Il rispetto della sovranità ha alcune eccezioni, ci sono dei limiti posti da norme consuetudinarie al potere di governo.

All'interno del proprio territorio: rispetto al trattamento degli stranieri ES. obblighi in materia di diniego di giustizia, obblighi in materia di protezione, obblighi in materia di trattamento al momento dell'espulsione, gli obblighi in materia di diritti dell'uomo valgono sia per gli stranieri che per i cittadini. Altri limiti esistono rispetto al trattamento degli organi stranieri.

Secondo la PROTEZIONE DIPLOMATICA, lo Stato di cittadinanza può far valere le violazioni commesse dallo Stato straniero nei confronti del proprio cittadino che si trova sul territorio dell'altro Stato: discrezionalità dello Stato di cittadinanza; legame effettivo di cittadinanza: CIG, caso Nottebohm (1955). Oggi il diritto internazionale ha in parte superato l'esigenza della cittadinanza effettiva in relazione a particolari ipotesi: la cittadinanza multipla, gli apolidi e i rifugiati (Progetto di articoli della CDI in materia di protezione diplomatica del 2006: in caso

Di cittadinanza multipla tutti gli Stati possono attivarsi e non solo lo Stato della cittadinanza effettiva; per apolidi e rifugiati la protezione diplomatica è esercitata dallo Stato di residenza).

La protezione diplomatica – Le persone giuridiche hanno la cittadinanza in base a criteri formali come il luogo della sede e non sostanziali come la cittadinanza dei membri/azionisti. Caso Barcelona traction: un’impresa canadese ha azionisti belgi e l’impresa è sottoposta a liquidazione forzata in Spagna e il Canada non si attiva per esercitare la protezione diplomatica. Si attiva però il Belgio. La CIG dice che in casi particolari la protezione diplomatica può essere esercitata anche dallo Stato di cittadinanza degli azionisti nei confronti dello Stato in cui vi è la sede.

Una CONDIZIONE PER LA PROTEZIONE DIPLOMATICA è il previo esaurimento dei mezzi di ricorso interni (adeguati, effettivi e accessibili al ricorrente), in assenza di

azionale del passato. Consiste nel fatto che uno Stato può agire a nome e per conto di un suo cittadino o di un'azienda nazionale per tutelarne gli interessi all'estero. Questa tutela può avvenire attraverso negoziati diplomatici, richieste di risarcimento o altre azioni legali. La protezione diplomatica è basata sul principio che uno Stato ha il dovere di proteggere i suoi cittadini all'estero e di garantire loro i diritti e le libertà fondamentali. Questo principio è riconosciuto dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961 e da altre convenzioni internazionali. Tuttavia, negli ultimi decenni, la protezione diplomatica ha perso parte della sua importanza a causa dell'evoluzione del diritto internazionale e delle relazioni internazionali. Oggi, molti Stati preferiscono risolvere le controversie attraverso mezzi alternativi, come l'arbitrato internazionale o la mediazione. Nonostante ciò, la protezione diplomatica rimane uno strumento importante per gli Stati nel garantire la tutela dei propri cittadini all'estero.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
72 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara_pag di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Tannert David.