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Differenza tra diritto di stabilimento e libertà di circolazione dei servizi
La differenza tra diritto di stabilimento e libertà di circolazione dei servizi è stata definita dalla sentenza Ghebard (1995). In particolare, la sentenza ha stabilito cosa si intenda per attività a carattere temporaneo.
Il carattere temporaneo o meno dell'attività viene valutato in rapporto alla durata della prestazione, ma tenendo conto anche della frequenza con cui questa viene esercitata. Ad esempio, se un'attività viene svolta solo 3 ore a settimana, ma in modo regolare tutte le settimane, non è più considerata occasionale.
Inoltre, il carattere temporaneo non esclude la possibilità per il prestatore di dotarsi nello Stato membro ospitante di una determinata infrastruttura necessaria al compimento della prestazione. Ad esempio, un medico che svolge occasionalmente l'attività in un altro paese può dotarsi di uno studio o di un ufficio per svolgere la prestazione.
che ha dato origine alla sentenza Reyners (1974) riguardava un cittadino belga che aveva ottenuto un diploma di avvocato in Belgio e aveva richiesto l'iscrizione all'ordine degli avvocati in Lussemburgo. Tuttavia, le autorità lussemburghesi avevano rifiutato la sua richiesta in base al fatto che non aveva svolto un periodo di pratica professionale nel paese. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che tale restrizione era in contrasto con il principio di libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione Europea. Secondo la Corte, un cittadino di uno Stato membro ha il diritto di esercitare la sua professione in un altro Stato membro senza dover soddisfare requisiti aggiuntivi rispetto a quelli richiesti ai cittadini del paese in cui desidera stabilirsi. La sentenza Reyners ha stabilito il principio del mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali all'interno dell'Unione Europea. Ciò significa che se un cittadino di uno Stato membro ha ottenuto una qualifica professionale in un altro Stato membro, tale qualifica deve essere riconosciuta e accettata nel paese in cui desidera esercitare la sua professione, a meno che vi siano motivi di interesse generale che giustifichino una restrizione. In conclusione, la sentenza Reyners ha sancito il principio della libera circolazione delle qualifiche professionali all'interno dell'Unione Europea e ha stabilito che gli Stati membri non possono imporre requisiti aggiuntivi ai cittadini di altri Stati membri per l'esercizio di una professione, a meno che vi siano motivi di interesse generale che lo giustifichino.è relativo ad un cittadino olandese al quale era stato impedito di esercitare la professione forense in Belgio, in ragione della sua cittadinanza (il diritto belga richiedeva per l’esercizio della professione forense la nazionalità belga come condizione per l’iscrizione all’Ordine), pur essendo in possesso di un diploma belga abilitante. La Corte stabilisce l’efficacia diretta dell’art. 49 del Trattato in relazione al principio di non discriminazione, ovvero il divieto di discriminazioni basate sul requisito della nazionalità per svolgere stabilmente la professione in uno Stato membro diverso dal proprio.
Il Belgio dal canto suo contrappone l’articolo 51 (per il Belgio la professione di avvocato comporta l’esercizio di un potere tipico dello Stato – potere legislativo), ma la Corte risponde che tale disposizione va interpretata in senso ristretto, per cui la professione di avvocato non rientra nel campo di applicazione di
talederoga41 Non si pensava sarebbe stata riconosciuta la diretta applicabilità in questo caso perché il vecchioTrattato CEE aveva previsto un programma di azioni che l’Unione avrebbe dovuto mettere in attoper eliminare tutte le restrizioni alla libertà di stabilimento; tale programma prevedeval’emanazione di alcune direttive funzionali al raggiungimento di tale scopo che tuttavia non eranostate ancora emanate.
Riprendiamo la SENTENZA GEBHARD (1995) – importante perché introduce il test di Gebhard
Il caso è relativo ad un avvocato tedesco che esercitava nel foro di Milano stabilmente, usando il titolo diavvocato e addirittura aprendo un proprio studio privato. Dopo avergli vietato di usare il titolo di avvocato,l’Ordine degli avvocati di Milano apre un procedimento disciplinare nei suoi confronti. L’Ordine fa leva suuna legge italiana di recepimento di una direttiva europea che prevede che l’attività di
avvocato da parte di cittadini di altri stati membri è ammessa solo se con carattere temporaneo e senza esercitare in uno studio privato. L'Ordine fa rinvio alla Corte chiedendo se la legge fosse compatibile con la direttiva stessa e chiedendo di determinare il regime applicabile al caso (libertà di stabilimento o prestazione di servizi). La Corte risponde sancendo il significato di temporaneo e fa rientrare il caso nella disciplina del diritto di stabilimento, per cui, in assenza di armonizzazione, al soggetto che si stabilisce in uno stato si applichino i requisiti dello Stato di stabilimento (esempio: possesso di titoli, certificati, diplomi); tuttavia, i provvedimenti nazionali che possono ostacolare l'esercizio dell'attività devono soddisfare 4 condizioni (test di Gebhard): - Devono applicarsi in modo non discriminatorio (indistintamente applicabili) - Devono essere giustificati da motivi imperiosi di interesse pubblico (sinonimo diesigenze imperative o esigenze di interesse pubblico)- Essere idonei a garantire il conseguimento dello scopo perseguito- Non andare oltre a quanto necessario per il raggiungimento di questo
➔ Gli ultimi due punti riguardano il principio di proporzionalità
➔ Questa sentenza estende esattamente quanto detto dalla Cassis de Dijon al diritto di stabilimento
Esempio: prendiamo in considerazione una normativa che imponga il superamento di un esame di lingua nazionale per esercitare l’attività del dentista -> si tratta di una normativa tecnica (normative che riguardano l’accesso a un’attività)- Essendo una normativa tecnica (riguarda l’accesso a una determinata attività) e quindi indistintamente applicabile, perché sia legittima deve superare il test di Gebhard- Il paese che impone la restrizione potrebbe sostenere che questa sia giustificata da un motivo imperativo di pubblico interesse (salute pubblica – non sapere la lingua
non consentirebbe di dialogare con i pazienti), tuttavia la Corte potrebbe valutare che non sussista principio di proporzionalità (il quale viene valutato caso per caso dal giudice – per esempio potrebbe esserci un numero sufficiente di stranieri che possa giustificare la presenza di un dentista che non parla tedesco) → Buon esempio sentenza GRANDE SEZIONE
Sentenza emessa in seguito a una procedura di infrazione perché si ritiene che l’Italia abbia violato gli articoli 49 e 56 con una normativa nazionale che impone alle compagnie di assicurazione di offrire il servizio RCA per poter operare.
- È una normativa tecnica -> non nega l’autorizzazione ad operare in Italia, ma impone un requisito per esercitare in Italia
- La Commissione riconosce che questo requisito possa dissuadere le imprese comunitarie che, in regime di stabilimento o libera circolazione dei servizi, vogliamo operare in Italia.
42La normativa rappresenta una restrizione agli articoli 49 e 56.
ma, essendo una normativa indistintamente applicabile, per valutare la sua legittimità, si applica il test di Gebhard (due fasi): - Ragione imperativa -> protezione sociale delle vittime di incidenti stradali. L'obbligo delle imprese assicuratrici di offrire tale servizio serve a evitare che i proprietari di auto possano trovarsi nell'impossibilità di contrarre un'assicurazione per il proprio veicolo (l'RCA). - Principio di proporzionalità -> in questo caso, essendo il motivo imperioso particolarmente rilevante, tale principio viene verificato in maniera restrittiva, ovvero l'onere della prova non può estendersi fino a pretendere che lo Stato dimostri che nessun altro provvedimento sia possibile. E questo vale anche se altri stati comunitari hanno adottato regimi differenti. Questo principio viene valutato sempre caso per caso ed è sottoposto alla discrezionalità della Corte (in alcuni casi l'onere di prova cheNessun altro provvedimento possa essere assunto spetta allo Stato, altre volte no) DIRETTIVA BOLKESTEIN o DIRETTIVA SERVIZI (2006 – recepita nel 2009) Direttiva orizzontale -> si applica a tutti i settori, salvo quelli espressamente previsti Questa direttiva è stata emanata perché era necessaria un'armonizzazione delle normative circa l'accesso e l'esercizio dell'attività autonoma. La Bolkestein è: - Una direttiva orizzontale -> si applica a tutti i settori, salvo quelli espressamente previsti (es: gioco d'azzardo) - Una direttiva di codificazione in quanto riprende e sviluppa i principi affermati in materia dalla giurisprudenza precedente (quella di cui abbiamo parlato). Il capo III è dedicato alla libertà di stabilimento dei prestatori e si concentra in particolare sui regimi di autorizzazione -> procedure a cui uno stato sottopone l'operatore per abilitarlo a esercitare.Un'attività economica autonoma in regime di stabilimento in uno Stato. Nel definire tali regimi di autorizzazione, ci sono requisiti che nessun Stato può prevedere e ci sono requisiti che potrebbero essere legittimi nel caso in cui siano rispettate certe condizioni:
- Requisiti vietati - esempi:
- l'attività non deve essere subordinata al possesso di requisiti discriminatori (fondati direttamente o indirettamente sulla cittadinanza - deriva dal caso Reyners)
- l'applicazione caso per caso di una verifica di natura economica che subordina il rilascio dell'autorizzazione alla prova dell'esistenza di un bisogno economico o di una domanda di mercato (requisito eccessivamente discrezionale)
- Art. 15 -> requisiti da valutare, sulla base del rispetto del test Gebhard - queste autorizzazioni sono legittime se rispondono a principi di non discriminazione, necessità (motivi imperativi) e proporzionalità (test di