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Estratto del documento

Il processo precontenzioso e contenzioso davanti alla Corte di giustizia

Si arriva davanti alla Corte di giustizia in maniera diversa a seconda di chi assume l'iniziativa, se è la Commissione o uno Stato membro. Su iniziativa della Commissione, la violazione degli obblighi posti dal diritto dell'UE è disciplinata dall'art. 258 TFUE. Se l'iniziativa la prendono gli Stati membri, viene disciplinata dall'art. 259 TFUE.

Questo processo ha due scopi:

  1. Instaurare un contradittorio, un dialogo, tra la Commissione e lo Stato membro interessato.
  2. Emettere una sentenza dichiarativa e non una sentenza di condanna.

La sentenza che la Corte emetterà è una sentenza di mero accertamento dell'adempimento dello Stato e può anche indicare le misure che lo Stato deve adottare per cessare l'adempimento.

Ovvero, la Corte si limita a constatare l'adempimento dello Stato e non emette una sentenza di condanna.

della Commissione: Inizia con la cosiddetta lettera di messa in mora, che è una comunicazione formale inviata allo Stato membro inadempiente. Questa lettera serve a mettere in evidenza la violazione del diritto dell'Unione Europea da parte dello Stato e a richiedere una risposta entro un determinato periodo di tempo. Se lo Stato non risponde in modo soddisfacente o non adotta le misure necessarie per conformarsi al diritto dell'Unione, la Commissione può avviare una procedura di infrazione nei confronti dello Stato. Durante questa procedura, la Commissione può richiedere ulteriori informazioni e documenti allo Stato e può anche organizzare incontri per discutere della questione. Alla fine della procedura, la Commissione può emettere una sentenza di accertamento, in cui si dichiara che lo Stato ha violato il diritto dell'Unione. Questa sentenza può essere accompagnata da una sentenza pecuniaria, in cui si condanna lo Stato al pagamento di una sanzione pecuniaria. Se lo Stato non paga la sanzione pecuniaria o non adotta le misure necessarie per conformarsi al diritto dell'Unione, la Commissione può presentare un secondo ricorso alla Corte di giustizia. In questo secondo ricorso, la Commissione chiede alla Corte di giustizia di emettere una nuova sentenza e, se necessario, di condannare lo Stato al pagamento di una sanzione pecuniaria.dello Stato membro:
  • Contengono una richiesta di chiarimento che la Commissione indirizza allo Stato. La Commissione chiede attraverso queste lettere in caso di divergenze tra la Commissione e lo Stato, il chiarimento allo Stato e questo segna l'avvio della fase precontenziosa.
  • Accanto alla Commissione possono agire anche gli Stati membri. Anche qui non c'è bisogno di un particolare interesse ad agire.
  • Uno Stato che intende proporre un ricorso per infrazione deve rivolgersi alla Commissione. Quindi la Commissione apre una fase di consultazione.
  • Gli Stati sono messi

In condizione di presentare le proprie osservazioni in contradittorio, se la Commissione persiste nella sua infrazione (quindi non si conforma al parere), allora si passa alla fase contenziosa, quindi la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia perché questa riconosca l'infrazione da parte dello Stato membro.

Se le cose non si risolvono, la Commissione deve mettere un parere motivato. Si pensa al caso in cui la Commissione rimanga inerte, quindi non dia un parere motivato entro i 3 mesi dalla domanda dello Stato, allora lo Stato può rivolgersi alla Corte.

La Commissione ha un potere discrezionale, può valutare l'opportunità politica di procedere o meno.

Una volta che la Corte di giustizia ha emesso la prima sentenza perché ha accertato effettivamente che lo Stato era inadempiente rispetto all'obbligo giuridico posto dai trattati, una volta emessa la sentenza, emerge un nuovo obbligo giuridico a carico dello Stato.

somma di denaro che viene stabilita in modo fisso, indipendentemente dal ritardo nell'adempimento. La somma forfettaria è proporzionale al ritardo nell'adempimento, quindi maggiore sarà il ritardo, maggiore sarà l'importo da pagare. La penalità di mora, invece, è una somma di denaro stabilita in modo fisso e non dipende dal ritardo nell'adempimento.somma di Stato è condannato a pagare tot euro perunatantumdenaro, ovvero una volta ogni giorno di ritardo. Una natura dissuasiva, cioè serve a disuadere lo Stato dal fatto di recidivare nella sua infrazione. Uno strumento di pressione efficace nei confronti dello Stato che è incentivato a rimuovere il proprio inadempimento nel breve tempo possibile. Nella prassi capita spesso che queste due sanzioni pecuniarie siano combinate congiuntamente. La previsione di una sanzione pecuniaria non trasforma questa sentenza in una sentenza di condanna, ma è una sentenza di condanna solo per la parte relativa alla sanzione. Infatti, il pagamento di questa somma di denaro è una sanzione accessoria, ma la sanzione rimane una sanzione di accertamento di inadempimento. Che cosa succede se lo Stato non paga la sanzione pecuniaria? Di fatto le sentenze della Corte non rappresentano un titolo esecutivo, cioè non si può procedere a esecuzione forzata se lo Stato.decide di non adempiere, allora in questo caso si torna ad un meccanismo più vicino al diritto internazionale. Se la sanzione non viene pagata dallo Stato, la somma viene sottratta dalle voci di bilancio destinate a finanziare progetti nazionali. Si danno meno soldi allo Stato nel momento in cui quando definisce il bilancio rispetto a quelli che spetterebbero a quello Stato secondo il bilancio dell'Unione, si sottrae la parte relativa alla sanzione pecuniaria non pagata dallo Stato. Questa è la situazione rispetto agli effetti della sentenza. Visto che la tipologia di inadempimento più frequente è la mancata attuazione delle direttive entro il termine, il trattato di Lisbona di fatto ha deciso di introdurre una modifica e ha consentito la previsione di una sanzione pecuniaria anche in questo tipo di sanzioni, anche nella prima sentenza di accertamento di adempimento. Quindi solo per le ipotesi di mancata comunicazione delle misure dirette al recepimento di una.

determinata direttiva allora se l'inadempimento è di questo tipo la sanzione pecuniaria può essere prevista già dalla prima sentenza. Questo perché si tratta dell'ipotesi di inadempimento più frequente e quindi si è voluto correre ai ripari cercando di incentivare gli Stati a implementare le direttive entro i termini.

GIUDIZI SULLA LEGITTIMITÀ DEGLI ATTI DELLE ISTITUZIONI

Art. 263-264 TFUE Disciplinano i giudizi sulla legittimità degli atti delle istituzioni o ricorsi di annullamento, azioni di annullamento.

Potevano soggetto il comportamento degli Stati membri e il comportamento delle istituzioni che può essere considerato sia sotto il profilo attivo, sia sotto il profilo omissivo.

Si tratta di una competenza attribuita in via esclusiva alla Corte di giustizia. Solo la Corte di giustizia può annullare un atto adottato dalle istituzioni. Se qualsiasi giudice nazionale potesse accertare la legittimità

degli atti dell'Unione e dichiararne l'illegittimità, verrebbe minata l'unità dell'ordinamento dell'Unione e anche la certezza del diritto, quindi è una competenza esclusiva della Corte di giustizia.

Art 263.1 TFUE Formulazione articolata e complessa. noi dobbiamo tenere presente per quanto riguarda l'oggetto di questo ricorso che sono impugnabili davanti alla Corte tutti gli atti adottati da istituzioni, organi o organismi che siano destinati a produrre effetti giuridici nei confronti dei terzi.

ART. 263.1 TFUE La Corte di giustizia dell'Unione europea esercita un controllo di legittimità sugli atti legislativi, sugli atti del Consiglio, della Commissione e della Banca centrale europea che non siano raccomandazioni o pareri, nonché sugli atti del Parlamento europeo e del Consiglio europeo destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi. Esercita inoltre un controllo di legittimità sugli atti

degli organi o organismi dell'Unione destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi. Chi è che può proporre questo ricorso davanti alla corte di giustizia? Possono essere suddivisi in tre categorie:

  1. RICCORRENTI PRIVILEGIATI
  2. NON RICCORRENTI
  3. SEMIRICCORRENTI PRIVILEGIATI

Sono gli individui (le persone fisiche e giuridiche). Il loro ricorso è soggetto a precise condizioni. Solo se hanno uno specifico interesse che viene individuato in vari modi a seconda dei casi. Gli Stati membri, il Parlamento, il Consiglio e la Commissione sono definiti riccorrenti privilegiati perché il loro ricorso non è soggetto ad alcun limite. Possono sempre proporre il ricorso davanti alla Corte di giustizia. Questi soggetti possono agire solo per salvaguardare l'illegittimità a secodna dei casi. Gli individui quando si rivolgono alla Corte di giustizia per far valere l'illegittimità.

di un atto le proprie prerogative. devono in prima battuta a parte l'unico limite è Possono gire quando devono far ricorso prima costituito dal fatto che non vengono violate le davanti al tribunale, possono ricorrere contro atti prerogative di questi organi. presentare il proprio ricorso propri. La loro posizione di al tribunale e dopo la sentenza del tribunale che sono i garanti del sistema. possono eventualmente fare appello e rivolgersi alla corte di giustizia (doppio grado di giudizio). Quali sono i motivi per cui si può impugnare l'atto? Vizzi di illegittimità I motivi che possono essere posti alla base del ricorso possono sono i tre vizi di illegittimità tipici del contenzioso amministrativo: 89 VIOLAZIONE DELLE SVIAMENTO DI INCOMPETENZA FORME SOSTANZIALI POTERE Sono motivo di impugnazione dell'atto, possono essere alla base di un'impugnazione.
Dettagli
A.A. 2021-2022
108 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara_zoratti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Santini Andrea.