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TUTELA IVS

La tutela IVS è la tutela in caso di invalidità, vecchiaia e superstiti. Innanzitutto ci occuperemo della tutela della vecchiaia. La tutela alla vecchiaia è uno stato di bisogno meritevole di tutela a cui fa espressa menzione l'art. 38 della costituzione. In che cosa si esplicita il collegamento tra l'intervento previdenziale e lo stato di bisogno? In questo caso la tutela è collegata al sopraggiungere di uno stato di bisogno determinato dalla incapacità di produrre reddito per via dell'avanzare degli anni. Si tratta di una prestazione che viene garantita ed erogata sulla base del pagamento dei contributi, per un numero non inferiore a quello sancito dalla Corte legislativa. Ci siamo già occupati della tutela pensionistica quando, dell'art. 38, abbiamo analizzato il parametro dell'adeguatezza delle prestazioni previdenziali, il ragionamento sul come tradurre in concreto la differenza tra i mezzi necessari e i mezzi adeguati.abbiamo fatto ricorso proprio alla giurisprudenza che si è occupata dei trattamenti pensionistici. Segnalando che l'adeguatezza delle prestazioni connesse ad un numero di contributi versati, era collegata alla retribuzione, perché si intendeva la pensione come una retribuzione differita. Quindi si diceva che tendenzialmente quello che ti guadagnavi prima da lavoratore te lo confermo anche dopo che diventi pensionato. Questo collegamento diretto con il parametro retributivo e dunque con i criteri fissati dall'art. 36 della costituzione (la retribuzione è sancita all'articolo 36 della costituzione), nel tempo si è indebolito al punto che si sostiene che nell'attuale contesto lavorativo sia completamente saltata la interrelazione tra tutela pensionistica e criteri fissati dall'articolo 36 della costituzione. Altra precisazione dobbiamo distinguere tra pensione di anzianità e pensione di vecchiaia, che differenza c'è tra.

La pensione di anzianità e la pensione di vecchiaia sono due tipi di pensione differenti. La pensione di anzianità si matura dopo un certo numero di anni di servizio, quindi potrebbe essere definita come una pensione di anzianità basata sull'anzianità di servizio. Cosa significa questo? Significa che la pensione di anzianità non tiene conto dell'età anagrafica della persona che matura questo trattamento previdenziale, ma si basa sulla carriera e sul periodo di servizio svolto. Questo significa che se ho accumulato un determinato numero di anni di servizio, posso andare in pensione anche se sono al di sotto di una certa età anagrafica.

Dalla pensione di anzianità dobbiamo distinguere la pensione di vecchiaia. La pensione di vecchiaia è una pensione che viene riconosciuta e garantita dall'ordinamento al raggiungimento di una specifica età anagrafica, che il nostro ordinamento chiama età pensionabile. Attualmente, questa età è di 67 anni.

criteri di accesso alla pensione di anzianità. Inoltre, è importante sottolineare che il sistema pensionistico italiano prevede diverse tipologie di pensione, come ad esempio la pensione di invalidità, la pensione di reversibilità e la pensione anticipata. Ogni tipologia di pensione ha requisiti specifici da rispettare e viene calcolata in base ai contributi versati durante la vita lavorativa. È fondamentale quindi avere una conoscenza approfondita delle norme pensionistiche per poter pianificare al meglio il proprio futuro economico.requisiti di anzianità. Tant'è che gli anni di anzianità contributiva che erano necessari 5 anni fa sono progressivamente aumentati negli ultimi tempi, esempio: In Francia Macron ha portato l'età pensionabile a 64 anni, il nostro sistema ha capito che se io tengo più a lungo le persone al lavoro, non c'è ricambio generazionale; quindi, c'è un problema in termini di inserimento nel mercato delle nuove leghe, quindi c'è un problema ingresso-uscita. È in questo contesto che sono nate quelle proposte governative che poi sono state trasformate in leggi con il nome di quota 100, quota 101, 102 ecc... Il senso era quello di far uscire dal mercato del lavoro quei lavoratori che hanno maturato un tot anni di contributi e hanno una certa età anagrafica, in questo modo questo mi consente di introdurne delle nuove. Perché questo sistema non ha funzionato del tutto? Perché non è

stato così scontato che alle persone uscite ne siano state introdotte delle nuove, quindi il problema pensionistico rimane il problema più rilevante delle agende politiche, perché non c’è solo il tema della sostenibilità dei pensionati di oggi e dei pensionati di domani, ma c’è tutto un problema di tipo occupazionale, un problema legato a come io vado a modificare l’organizzazione del lavoro, tenendo conto del fatto che negli ambienti di lavoro mi trovo ad operare pensione più anziane di quelle che avevo più di 10 anni fa, l’unione europea in particolar modo si è preoccupata di gestire questo problema. Dal 2005 ha chiesto agli stati di modificare le discipline pensionistiche sia per garantire nel medio lungo termine la sostenibilità della spesa sociale, ma non trascurando il problema occupazionale che ne sarebbe derivato anzitutto a danno dell’occupazione giovanile. Qui è nata la

Garanzia giovani, per creare degli istituti che favorissero l'ingresso dei giovani in un mercato fatto sempre più di persone anziane. Il quadro della tutela pensionistica è in continua evoluzione, l'evoluzione non è dipesa soltanto dagli interventi della Corte costituzionale, ma anche da tutta una serie di questioni di tipo occupazionale, demografico, economico e finanziario. Viene messa sotto attacco la pensione di anzianità perché in origine, poteva essere goduta da persone che avevano maturato un tot di anni di anzianità contributiva, e l'ammontare della relativa prestazione veniva parametrato alle ultime retribuzioni, che erano state godute dal lavoratore. A fine carriera io guadagno di più e questo significa che io non andavo a vedere l'insieme delle retribuzioni godute dal lavoratore facendo una media ma andavo a calcolare l'ammontare della tutela pensionistica, sulla fase della carriera più redditizia.

per il lavoratore. Quindi, non guardando tutto il periodo della carriera lavorativa, ma soffermandomi solo agli ultimi anni, si poneva come problema che io trascuravo anche gli eventuali anni di non lavoro di quella persona. Per ipotesi: la pensione di anzianità negli anni 50, la pensione avrebbe potuto prendersela uno che nella sua carriera lavorativa avesse lavorato solo 15 anni, questo significa che negli altri 20 anni quella persona avrebbe potuto non far niente ma godere comunque di un trattamento pensionistico calcolato sulle ultime retribuzioni. Un sistema basato su questi parametri non poteva reggersi, chiaramente a un certo punto negli anni 80 si è cominciato a pensare che calcolare le prestazioni previdenziali sulla base delle retribuzioni degli ultimi anni o addirittura degli ultimi mesi, non fosse garanzia della sostenibilità dei sistemi.

Il sistema entra in crisi anche perché, - negli anni 50 e 60 avevamo assistito ad un aumento vertiginoso della popolazione,

Ma alla fine degli anni 70 comincia a decrescere il numero di nuovi nati- quindi, comincia ad alterarsi la base tra contribuenti attivi e pensionati, ribaltando la situazione degli anni 50, dove erano più contribuenti attivi che i pensionati, e avevamo pensionati che vivevano addirittura meno. Già dalla fine degli anni 70 gli studi demografici dicono che la tendenza si inverte perché il numero di contribuenti attivi progressivamente si riduce, mentre la platea dei destinatari dei trattamenti pensionistici si estende a dismisura, fino ad arrivare al momento di rottura che viene sancito dagli studi demografici nel 2010. Anno in cui si dice il rapporto tra nuovi nati e pensionati, raggiunge i livelli storici di maggiore preoccupazione perché abbiamo troppe poche nascite, e troppi anziani che diventano "anziani-anziani" e vecchi secondo quelle che sono le classificazioni della demografia. I vecchi sono gli over 85, quindi il nostro sistema

allaluce di questo bisogno di fare i conti con la demografia, comincia a valutare una serie di strade daintraprendere, fino ad arrivare a una certezza, quando nel 1995 si vara una riforma che prende il nome di "Riforma Ciamp-ellini" che dice il sistema retributivo che noi finora abbiamo utilizzato è un lusso che nonci possiamo più permettere, quindi per garantire la sostenibilità del sistema noi dobbiamo rinunciare acalcolare le pensioni sulla base del modello retributivo, e individuare come parametro di calcolo i contributiversati. E per questo che oggi si dice che la tutela pensionistica non ha più una vocazione retributiva, ma sicalcola in base al metodo contributivo. Questa modifica di calcolo che cosa determina? Una riduzione delleprestazioni previdenziali. Perché se io in passato le calcolavo sulle ultime retribuzioni e oggi invece le devocalcolare sulla base dei contributi, significa che potrei arrivare a prendere anche metà.di quello che avrei potuto prendere con il modello retributivo. Ma è vista come una scelta necessitata dal consentire ai giovani di oggi e a chi nascerà, di avere in futuro il diritto ad avere un trattamento pensionistico. Che rapporto c'è tra tutela della vecchiaia e principio di automaticità delle prestazioni? Questo principio di automaticità delle prestazioni è regolato dall'articolo 2116 del Codice civile, trova alcune eccezioni nell'ambito della tutela pensionistica. Come si calcola l'ammontare delle prestazioni previdenziali? Inizialmente l'unità di misura erano le ultime retribuzioni godute dal lavoratore, mentre oggi il parametro con cui si calcolano le prestazioni previdenziali diventano i contributi versati. Come si individua l'età pensionabile? Si poteva anche decidere a livello europeo sull'età pensionabile ma questa scelta non è stata validata, perché.

Fondamentalmente i paesi europei sono molto diversi tra loro. Ci sono paesi in cui l'aspettativa di vita è 78 anni, soprattutto paesi dell'est, ma abbiamo anche 2 paesi che al mondo hanno dati più alti di persone anziane: Italia e Germania. Italia e Germania sono i primi 2 paesi con persone anziane.

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A.A. 2022-2023
94 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elal12345678 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della sicurezza del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tullini Patrizia.