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IL GOVERNO
Origine storica
Il Governo è l'organo costituzionale complesso e collegiale che, in determinate forme di governo è titolare (o contitolare) del
potere esecutivo dello Stato e che si pone al vertice di tutta la struttura burocratico amministrativa dello Stato-persona.
Il titolare del potere esecutivo nella forma di Governo presidenziale è il Presidente della Repubblica, composto da Primo
ministro e ministri.
Per la forma parlamentare, il Capo dello Stato (il Presidente della Repubblica o sovrano) assume un ruolo istituzionale diverso
rispetto al Governo: infatti il potere esecutivo è esercitato esclusivamente dal Governo, il quale è legato dal rapporto di fiducia con
il Parlamento, mentre il capo dello Stato esercita un ruolo prevalentemente formale, di garanzia e di equilibrio istituzionale, senza
essere organo di indirizzo politico.
Nella forma di governo semipresidenziale invece, il Governo è legato da rapporto fiduciario con il Parlamento, mentre il
Presidente della Repubblica è eletto dai cittadini e, di fatto, può essere espressione di una parte politica diversa da quella che
appoggia il ministero.
Nella forma di governo semipresidenziale si ragiona di due organi titolari, assieme, del potere esecutivo: il Presidente della
Repubblica e il Governo.
Entrambi sono organi di indirizzo politico.
Nella forma di governo semipresidenziale si parla di esecutivo dualistico, mentre nella forma di governo parlamentare si
parla di esecutivo monistico.
Dal punto di vista storico inglese: Il re era titolare non soltanto del potere esecutivo, ma anche dell’indirizzo politico, tanto che i
ministri erano politicamente responsabili nei suoi confronti.
la responsabilità politica del governo nei confronti del Parlamento si affermò prevalentemente in via consuetudinaria e non sulla
base di specifiche previsioni costituzionali.
Una volta affermatasi la forma di governo parlamentare, il Governo diviene l'espressione del potere esecutivo dello Stato e ha la
supremazia nell'attuazione del programma elettorale. Incarna così, da una parte, una funzione tipicamente politica e dall'altra una
funzione amministrativa che permette di attuare ciò che è stato deciso dalle leggi, dagli atti aventi forza di legge e dalle fonti
secondarie in ogni parte del territorio nazionale.
La struttura
Il governo, è generalmente organo collegiale e complesso perché composto da organi individuali e collegiali. Gli organi che
compongono il Governo, a loro volta, si distinguono in necessari e non necessari:
Fra gli organi necessari del Governo rientrano il Primo ministro e i ministri (o segretari di Stato). La Presidenza del Governo è di
un premier. Gli ordinamenti costituzionali utilizzano denominazioni diverse per indicarne la figura. I più frequenti sono: Primo
ministro (esempio Inghilterra e Francia), Cancelliere (nei paesi di lingua tedesca: Germania e Austria), Presidente del Governo
(Russia, Slovenia e Spagna), Ministro presidente (Olanda, Lander tedeschi e austriaci), Presidente del Consiglio (Italia), Ministro
di Stato, ecc.
Nelle principali esperienze europee di Stato autoritario del secolo scorso, il “dittatore” era il titolare del potere esecutivo quale
capo del Governo e, in talune esperienze, capo dello Stato.
Nei sistemi parlamentari il Primo ministro presiede l'organo collegiale, dirige l'attività dei ministri e assicura l'unità di indirizzo
politico del Governo. Le costituzioni, attribuiscono al Primo ministro la nomina diretta (e a volte la revoca) dei ministri; altre,
invece, attribuiscono il potere di nomina formalmente al Capo dello Stato su proposta del neonominato Primo ministro. In alcuni
casi i sistemi parlamentari conferiscono al Primo ministro il potere di scioglimento della Camera bassa.
Il ruolo del Premier dipende dal sistema politico. Nel sistema maggioritario il leader politico che vince le elezioni ha, di regola, la
leadership del Governo. Egli assume una posizione centrale nel governo e nella determinazione dell'indirizzo politico. Nei
sistemi in cui la maggioranza che sostiene il Governo è composta da una coalizione di forze politiche, il ruolo del premier è assai
più ridimensionato, traducendosi in una funzione di direzione e coordinamento dei ministri e di unità delle diverse componenti
politiche del Governo.
Nella forma di Governo semipresidenziale le considerazioni sul Primo ministro – così come l’intera struttura del Governo - sono
comuni a quanto appena detto sul sistema parlamentare. Le costituzioni di Austria e Portogallo prevedono il potere di revoca del
Primo ministro (o Cancelliere) da parte del Presidente della Repubblica. Tuttavia, la tendenza è quella di favorire il rapporto
fiduciario con il Parlamento.
Il Primo ministro sovrintende un apparato amministrativo che si articola in uffici e personale. È possibile che il Primo ministro sia
titolare anche di ministeri, sia stabilmente che temporaneamente.
I ministri sono componente necessaria del Governo parlamentare e semipresidenziale. I ministri sono individualmente titolari di
proprie funzioni e, per il loro esercizio, viene riconosciuta una certa autonomia. In particolare, le loro attribuzioni sono
direttamente collegate alla titolarità di una complessa struttura burocratico-amministrativa preposta alla gestione di uno o più
settori dell'amministrazione statale (dipartimenti, misteri, segretariati, ecc.).
I ministri senza portafoglio sono coloro che non hanno la titolarità di un dipartimento o ministero corrispondente a un certo
settore dell'amministrazione statale. In Italia, Francia, Regno Unito e Israele è evidente il fine politico di rappresentare le diverse
componenti presenti nella coalizione o nel partito di maggioranza
Non è però escluso il fatto che essi possano assumere la competenza non attribuita ad alcun dicastero previsto istituzionalmente e
magari simbolo di una esigenza sentita in un particolare esecutivo (ad esempio in Italia: ministro per i rapporti col Parlamento,
ministro per le riforme costituzionali). È possibile, peraltro, che i ministri senza portafoglio siano annoverati direttamente dal
Testo costituzionale. Infine, si è verificata anche l'ipotesi di ministri senza portafoglio subentrati a capo dei Ministeri resisi vacanti
Nelle forme di governo presidenziali, le costituzioni prevedono in genere, accanto al Presidente della Repubblica, quella del
Vicepresidente, eletto anch'esso dal popolo oppure, più raramente, nominato direttamente dal Presidente. Negli ordinamenti
presidenziali il Vicepresidente esercita le funzioni del Presidente in caso di impedimento di quest'ultimo e, di solito, succede il
Presidente in caso di vacanza della carica, dovuto a morte o dimissioni.
Nella forma di governo semipresidenziale, di regola, questa figura non esiste. Conseguentemente, in caso di impedimento, il capo
dello Stato è sostituito da un'altra carica istituzionale
Nei governi parlamentari, altra figura ricorrente è quella dei sottosegretari di Stato. La loro nomina dipende generalmente da
ragioni politiche oppure tecniche. Le loro competenze possono essere indicate dalla costituzione, dalla legge o da atti organizzativi
interni del Governo.
Il Cabinet o Consiglio dei Ministri è l'organo collegiale composto dal Primo ministro e dai ministri.
Peculiare è l'organo esecutivo nella forma di governo direttoriale svizzero. Il Consiglio federale, organo esecutivo collegiale, è
eletto dall'Assemblea federale. I 7 membri del Consiglio assumono annualmente, a rotazione, la carica di Presidente della
Confederazione.
Procedimento di formazione
Il procedimento per la formazione del Governo è generalmente disciplinato dalla costituzione. Tuttavia, le disposizioni
costituzionali sono spesso integrate da fonti ordinarie e/o da consuetudini, convenzioni e prassi. Queste ultime fonti non scritte
riguardano la scelta dei titolari delle cariche di governo, fortemente condizionata da fattori politici. Lo scopo è la formazione di un
esecutivo che goda della fiducia del Parlamento e sia in grado, pertanto, di realizzare un programma politico.
In genere, nei sistemi parlamentari il Primo ministro è nominato dal Capo dello Stato; i ministri sono nominati dal capo dello Stato
su proposta del Primo ministro.
Nelle forme di Governo presidenziali o semipresidenziali, l’elezione diretta del capo dello Stato comporta che egli possa nominare
i ministri con ampia discrezionalità. Nella forma di Governo semipresidenziale la proposta del Primo ministro non è vincolante.
Il procedimento può essere rapido e immediato ove l'organo parlamentare, cui il Governo è legato dalla fiducia, provveda esso
stesso all’elezione diretta del Primo Ministro o dell'intero Governo.
In alcuni ordinamenti il capo dello Stato nomina i membri del Governo senza che a essa segua il voto di fiducia del Parlamento. È
evidente, tuttavia, che la nomina è condizionata dalla volontà degli elettori e della maggioranza parlamentare.
In Italia, la scelta dell’incaricato per formare il nuovo Governo avviene dopo le consultazioni del Presidente della Repubblica.
Tale adempimento non è previsto testualmente dalla costituzione (= convenzione costituzionale). Il processo delle consultazioni è
finalizzato all’individuazione della persona in grado di formare il Governo nei sistemi pluripartitici o nel caso di elezioni con esito
incerto. In alcuni ordinamenti le consultazioni sono previste direttamente dalla Costituzione.
L'eventuale crisi di governo prima della scadenza naturale della legislatura può accentuare il ruolo del capo dello Stato nella
designazione del nuovo Primo ministro, poiché dovrà mediare tra le forze politiche presenti in Parlamento. Non mancano ipotesi
nelle quali al corpo elettorale è già proposto un leader di maggioranza, al fine di rendere vincolata la scelta del capo dello Stato o
del Parlamento. Nell’esperienza anglosassone risultano determinanti le c.d. primarie per definire la leadership del partito. In altri
paesi invece è la stessa costituzione che impone al Parlamento o al capo dello Stato di scegliere il leader del partito.
Nelle forme di governo parlamentari la fiducia delle camere è presunta, restando raro il caso di un voto esplicito del Parlamento o
di una camera previsto dal testo costituzionale (ad esempio Belgio, Grecia, Italia, Turchia e già in Francia, articolo 76 costituzione
del 1946).
Nel caso del Parlamento bicamerale è ipotesi ricorrente che il Governo debba godere della fiducia di una solo camera. In
Inghilterra il Cabinet deve avere la fiducia del House of Commons. In Italia, l'articolo 94 della Costituzione dispone che il
Governo deve avere la fiducia di entrambe le camere.
La crisi di governo
La crisi può essere di natura parlamentare oppure extraparlamentare, a seconda che il Parlamento si pronunci effettivamente con
un voto di sfiducia, oppure che il Governo, in vista di crisi interne alla stessa maggioranza, preferisca dimettersi senza attendere il
voto esplicito del Parlamento. Tale situazione è riscontrabile nelle forme di governo parlamentare di tipo pluripartitico e di
Governi di coali