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INTERESSE LEGITTIMO COME POSIZIONE SOGGETTIVA

Posizione differenziata indica una posizione che è differente rispetto a quella degli altri soggetti dell'ordinamento, una posizione più intensa. Es. vicinitas

Quando si tratta di contestare un intervento di tipo urbanistico-edilizio o anche commerciale, chi è che può ricorrere contro chi costruisce un supermercato davanti alla cattolica? La giurisprudenza prevede con vicinitas il fatto di abitare nella stessa zona anche se non si è direttamente confinanti, ma ci sono anche gli interessi alla salubrità del territorio ecc... interessi diffusi, sono differenziati e secondo la dottrina è una differenziazione seriale, tutti i soggetti che si trovano in un determinato territorio la cui salute può essere messa in pericolo dalla realizzazione di un impianto possono ricorrere contro la costruzione, è una sorta di differenziazione di massa.

Posizione qualificata la giurisprudenza

sostiene che deve essere presa in considerazione da delle norme di legge, identificata da una norma di legge. In realtà nella maggior parte dei casi ciò che rileva non è l'identificazione precisa da parte di una norma di legge, piuttosto l'importanza che ad un determinato interesse viene attribuita dall'ordinamento. Quando è che un interesse viene considerato particolarmente rilevante dall'ordinamento? Siamo nel massimo della vaghezza. - interessi legittimi e interessi semplici - interessi superindividuali: Interessi diffusi o colletivi o superindividuali, non ha una struttura diversa, ha una struttura seriale. Idea degli anni '70 c'è chi pensa siano interessi legittimi normali e chi pensa siano una cosa diversa. Nel '70 forte tendenza socio politica a dare importanza alla collettività. Interesse diffuso seriale: di tutti quelli che stanno in una zona in pericolo per incidente nucleare.è della collettività è solo di tutti i cittadini (secondo prof), negli anni '70 si diceva che era della collettività. L'interesse legittimo è una posizione che identifica un interesse proprio del cittadino, per questa ragione non può essere considerato come una posizione meramente riflessa rispetto al potere della p.a., non è neanche una posizione diffusa di cui possono essere titolari i cittadini in quanto tali, è una posizione soggettiva di cui sono titolari solo determinati soggetti. La giurisprudenza rivendica di individuare in quali situazioni è configurabile la titolarità di un interesse legittimo ed ha introdotto un elemento di elasticità selezionando i diversi interessi e dando risposta alle istanze sociali che premono perché la cerchia venga ampliata. C'è da dire che la titolarità di una posizione soggettiva dovrebbe essere definita dall'ordinamento giuridico e quindi.dalla legge, il giudice non dovrebbe creare nuove figure, quindi l'interesse legittimo deve essere stabilito in base a criteri predeterminati e ancorati alla legge. I due criteri principali sono: 1. Differenziazione: Il titolare ha una posizione di interesse diversa e più intensa rispetto a quella della generalità dei cittadini. Proprio per la mancanza di questa differenziazione in passato per molto tempo venne esclusa la possibilità di considerare come interesse legittimo l'interesse dei cittadini di una certa zona alla salvaguardia dei valori ambientali (interessi diffusi). Il legislatore poi con una legge del 1986 è intervenuto e a seguito è intervenuta anche la giurisprudenza. La dottrina però non ritiene sufficiente questo criterio. 2. Qualificazione: Il potere della p.a. deve coinvolgere un soggetto che rispetto al potere sia titolare di un interesse non solo differenziato ma anche sancito e riconosciuto dall'ordinamento. Dunque,l'identificazione dei soggetti più direttamente interessati dovrebbe essere effettuata non secondo criteri economici ma secondo criteri giuridici, sulla base della norma che disciplina il potere. La semplice differenziazione di fatto non sarebbe sufficiente, però non sempre la norma che disciplina il potere identifica i soggetti direttamente interessati, anzi molto spesso la norma non si cura di identificarli. Es. casi in cui si dice - soggetti destinatari del provv (concorrente di un concorso pubblico). Frequentemente la qualificazione viene ricavata dalla giurisprudenza in base alla rilevanza attribuita a quell'interesse dall'ord nel suo complesso e all'incidenza concreta dell'azione amm sull'interesse. Questo introduce elementi di incertezza e infatti ci sono dibattiti aperti. Il primo dibattito riguarda le attività economica, la titolarità di un interesse legittimo viene riconosciuta all'imprenditore che per via della.

concorrenza può subire un danno dal provv rilasciato dalla pa a beneficio di un altro operatore nello stesso settore.

Il secondo riguarda l'attività edilizia, la ga dagli anni '70 riconosce a chiunque abbia una relazione stabile con un ambito di territorio (vicinitas) la titolarità di un interesse legittimo rispetto al permesso di costruire rilasciato dal comune per una nuova costruzione (cons stato 1970).

È comunque difficile elaborare un criterio puntuale per identificare la soglia, attinente agli effetti sulla concorrenza e sulla vicinitas, necessaria per riconoscere l'interesse.

Interessi legittimi e semplici: interessi semplici non sono né diritti soggettivi né interessi legittimi. La giurisprudenza fra questi fa rientrare gli interessi rispetto alle modalità di svolgimento di un servizio pubblico reso alla collettività. La loro tutela giurisdizionale è esclusa salvo casi eccezionali previsti in norme di legge.

Che hanno una portata tassativa es. azioni popolari. Ci sono dei problemi però perché a volte questi interessi sono anche molto rilevanti dal punto di vista socio-economico e il fatto che siano senza tutela è un problema. La discussione riguarda in primis gli interessi collettivi o di categoria: nei confronti di atti amm che riguardino una categoria es. determinazione parametri per compensi per iscritti agli ordini professionali, ciascun appartenente può avere un interesse qualificato. Però operano organismi privati es. associazioni sindacali dei dipendenti o pubblici es. ordini professionali, che sono rappresentativi o esponenziali della categoria e secondo parte della dottrina la presenza di questi organismi caratterizza gli interessi collettivi e consentirebbe di identificarli come tali. Si è discusso molto se nei confronti dell’attività della pa concernente la categoria fossero titolari di interesse legittimo oltre che i singoli anche gli organismi.

Questo sembrerebbe incompatibile con il carattere soggettivo o personale dell'interesse legittimo ma la giurisprudenza amm nei ultimi decenni volendo valorizzare il momento associativo ha riconosciuto agli organismi la possibilità di essere titolari di un interesse legittimo e di farlo valere in giudizio.

Interessi diffusi hanno scatenato invece un dibattito più acceso: corrispondono all'interesse generale dei cittadini alla garanzia di certi beni comuni, come l'ambiente.

La giurisprudenza negli anni '70 ha escluso ogni tutela per questi interessi e di tutta risposta il legislatore è intervenuto con alcune disposizioni speciali che ammettevano la tutela di determinati interessi diffusi demandandola a particolari associazioni (questo è accaduto per gli interessi ambientali la cui tutela è stata demandata alle associazioni di protezione ambientale maggiormente rappresentative individuate con decreto min).

Per questa disciplina ci sono state

varie interpretazioni, in passato si pensava che a queste associazioni fosse stata assegnata la possibilità di ricorrere a tutela degli interessi ambientali, prescindendo da qualsiasi titolarità di interesse. Oggi l'orientamento accolto dalla giurisprudenza amministrativa prevalente riconosce che le associazioni individuate debbano ritenersi titolari di un interesse legittimo alla tutela degli interessi ambientali, la possibilità di ricorrere in giudizio è espressione della titolarità. Si ammette che anche altre associazioni e persino singoli comitati possano essere titolari di un interesse legittimo alla conservazione di interessi ambientali, purché questi ultimi identifichino una situazione giuridica propria del soggetto collettivo. L'associazione deve tutelare in via effettiva e non occasionale gli interessi ambientali in questione, e avere come finalità statutaria la tutela di questi interessi. Sempre i principi affermati per le associazioni individuate.

Dal decreto sono stati estesi dalla giurisprudenza ad altri casi es. associazioni rappresentative dei consumatori iscritte nell'elenco contenuto nel codice del consumo.

Secondo alcuni questo dovrebbe essere esteso a tutti gli ordini di associazioni costituite a tutela di un interesse diffuso, alla luce della l.n.241 che garantisce la partecipazione nel procedimento amministrativo alle associazioni e ai comitati costituiti a tutela di interessi diffusi.

Si sostiene che se un'associazione può partecipare ad un procedimento allora può anche ricorrere per il provvedimento frutto del procedimento.

Critica: l'art. 9 riguarda solo il procedimento non la disciplina in generale.

La tutela degli interessi legittimi è contemplata anche nelle disposizioni costituzionali con riferimento ai vizi di legittimità, invece solo raramente è ammessa con riferimento ai vizi di merito (in alcune ipotesi si es. ricorsi gerarchici).

Nelle ipotesi in cui non è prevista tutela giurisdizionale amministrativa

Per i vizi di merito non si può affermare che il cittadino sia carente di interesse legittimo, è titolare di interesse legittimo che però è privo di tutela rispetto al vizio (si parla di interesse semplice perché viene dato rilievo non alla posizione soggettiva ma alla mancanza di una tutela).

I PRINCIPI DEI TRATTATI UE E DELLA CEDU

L'art. 1 c.p.a. afferma che la giurisdizione amministrativa deve attuare una tutela piena e effettiva secondo i principi della Costituzione, riconosce così che anche la giurisdizione amministrativa deve conformarsi ai livelli di tutela del cittadino desumibili dai principi costituzionali. Lo stesso articolo richiama inoltre, ai medesimi fini, anche i principi dell'UE (UE e CEDU). Il riferimento al diritto dell'Unione europea concerne anzitutto i Trattati europei.

Il TUE a sua volta richiama all'art. 6 la Carta dei diritti fondamentali.

Dettagli
A.A. 2022-2023
141 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandra.fumi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Manfredi Giuseppe.