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DIGNITA’: DIVERSE CONCEZIONI E IL LORO IMPATTO SUL PIANO APPLICATIVO

Stiamo vedendo come il principio di dignità sia anche un concetto che è esposto a concezioni

di erenti, persino opposte nell’esito che possono giusti care. Questo discorso ha a che fare con

le concezioni, che sono quelle teorie che cercano di precisare meglio che cosa signi chi il

concetto di dignità. Il richiamo alla dignità è il quadro generale di tutti gli strumenti giuridici sui

diritti umani, per questo il principio di dignità è alla base della giusti cazione di tutti i diritti umani.

Il concetto di dignità non può avere la funzione di super argomento, argomento che chiude il

discorso perché ci sono diverse letture di use del concetto di dignità sia a livello di teorie

loso che che a livello di trama culturale.

Noi cerchiamo di ridurre a sintesi diverse letture della dignità scegliendone due diverse tra loro

che possiamo vedere ri esse nel dibattito pubblico e in diverse teorie loso che.

La prima lettura è la concezione della dignità prevalente nella cultura degli stati che hanno avuto

un’impronta liberal democratica, la lettura in questione descrive la dignità come riconoscimento

del valore della persona umana. Questa prospettiva ha di tipico che l’idea di dignità non pretende

di de nire un contenuto valido per tutti, l’idea di dignità è ciò che consente di riconoscere la

libertà di scelta e l’autodeterminazione della persona, è un altro ood di difendere lo spazio di

autodeterminazione della persona. In questa lettura richiamarsi alla dignità umana signi ca

stabilire che il punto di vista della persona è prioritario, persino esclusivo in alcuni ambiti. Dunque

violare la dignità signi ca interferire pesantemente con questo spazio di autodeterminazione.

Gli aspetti attraverso cui si esplica questa concezione sono vari, ad esempio l'idea che la persona

sia un agente normativo capace di scegliere ed elaborare una concezione del bene in autonomia.

C’è un collegamento con l'autodeterminazione, nel senso dell’antipaternalismo morale e giuridico.

Il paternalismo può essere indicato come quella linea politica in base alla quale è il governo che è

legittimato e chiamato a dire al cittadino che cosa è giusto fare e come è bene vivere sotto il

pro lo delle scelte morale. Il paternalismo possiede molte forme, come nel caso dello stato etico.

Il paternalismo prevede che la scelta dei valori da seguire debba essere operata al di fuori del

singolo individuo (ad esempio relazione medico-paziente può essere paternalista se non

coniugata con il principio dell’autodeterminazione, chi deve essere curato deve dare il consenso

al trattamento medico).

Nella relazione medico-paziente si passa da una visione paternalistica ad un modello incentrato

sull’autodeterminazione, in questo modello il medico è chiamato ad agire ed utilizzare la propria

competenza ma non può procedere se il destinatario di interventi e cure non dà il proprio

consenso. Vi è l’idea di un rapporto paritario, che vada oltre alla asimmetria informativa.

Negli strumenti sui diritti umani questa idea della dignità ha uno spazio di legittimazione molto

ampio, proprio perché tutti gli elementi vanno nella medesima direzione, nel riconoscimento della

centralità della persona e dunque l’importanza dell’autodeterminazione.

Il ri uto del paternalismo lo troviamo molto chiaramente in tempi recenti nella convenzione della

Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che sottolinea un ri uto del paternalismo

quando si tratta di determinare i bisogni delle persone con disabilità.

Il concetto di dignità nel paradigma dei diritti umani presenta una forte connessione con il

concetto di autodeterminazione ed autonomia della persona umana.

Ha poi uno strettissimo collegamento con il modo di intendere il soggetto di diritti, bisogna

guardare come il soggetto di diritti viene de nito nella modernità.

Un modo molto chiaro per avere in mente l’idea di soggetto di diritti è fare riferimento ad alcune

tesi chiave del giusnaturalismo.

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Una di queste tesi può essere riscontrata nel secondo trattato sul governo di John Locke, laddove

introduce il concetto dei diritti naturali nel discorso sulle funzione del potere politico dicendo quali

caratteristiche deve avere un ordine politico per essere compatibile con il consenso razionale che

ogni individuo deve dare. Questa è l’impostazione moderna data al problema della giusti cazione

del potere politico, che è legittimo quando può ottenere il consenso di individui razionali. Individui

razionali vuol dire individui che hanno sperimentato la libertà, che hanno un’idea della libertà pre

politica e vogliono conservarla il più possibile all’interno del contesto politico.

Il tema dei diritti in questo periodo storico nasce per regolare secondo una certa ottica il rapporto

tra le persone e il potere politico e per proteggere le persone dal potere politico, è evidente che

questo discorso rimarrà ed è rimasto anche alla base del paradigma dei diritti umani.

La protezione dal potere politico è una funzione dei diritti umani, il potere politico è la prima

minaccia nei confronti della persona umana. Questo tipo di discorso illumina il primo tipo di

concezione della dignità umana. Trattare dignitosamente una persona in questo senso signi ca

rispettare ciò che la persona vuole per se stessa, questo proviene dalla matrice culturale del

giusnaturalismo.

Dentro questo discorso troviamo le basi per un discorso politico universale, che ha la sua cifra

nella protezione della persona dall’esterno, che è innanzitutto il potere politico. Questo è il

presupposto dell’antipaternalismo.

Il titolare dei diritti che lo stato deve assicurare ha la caratteristica di essere fortemente autonomo

nella scelta dei piani di vita, di sapere quali sono gli obiettivi da perseguire al di fuori dello stato.

Questo individuo è da riconoscere come un valore al di fuori dell’ordine politico, che si giudica a

seconda che riesca a rispettare lo spazio fondamentale del soggetto di diritti.

La grande conquista della cultura giuridica moderna è anche quella di aver coniato la categoria di

soggetto di diritti, una grande rivoluzione della modernità è legata all’eguaglianza formale, la

seconda scoperta della cultura moderna è la scoperta di una nuova idea di dignità (idea

ontologica ed universalistica di dignità). L’ultimo tassello è l’idea che esista nel discorso politico

un soggetto di diritti che si identi ca non sulla base di caratteristiche speci che, ma perché

dotato di inerente dignità.

Intendiamo il soggetto di diritti come un soggetto astratto, il titolare dei diritti lo è in quanto

persona umana astrattamente considerata.

Concretamente succede che questo soggetto di diritti non esiste in realtà, esistono persone

concrete che hanno delle caratteristiche identitarie che le diversi cano. Questo soggetto ha

qualche elemento che lo connota più precisamente: è razionale, quindi conosce qual è il modo

più e cace di perseguire i ni che ha, ha capacità presunta di darsi dei ni indipendentemente da

legami e contesti.

La creazione della categoria di soggetto di diritti è stata fondamentale per la cultura giuridica

moderna e per il concetto di diritti, poi come questa categoria viene via via precisata ed utilizzata

varierà nel tempo necessariamente. Si è detto che il soggetto di diritti stratto di cui ci parla il

giusnaturalismo e che ha alla base della conquista dei diritti nello stato del tardo 700 diventerà

sempre più concreto. Questo sarà alla base di una sempre maggiore precisazione del contenuto

dei diritti.

L’astrattezza originaria del concetto di soggetto di diritti è fondamentale per garantire l’universalità

del discorso sui diritti. L’idea di dignità come valorizzazione del punto di vista individuale è

centrale nel concetto di soggetto di diritti.

Oggi però non è l’unica concezione di dignità che possiamo riscontrare nella pratica e nel modo

di applicare le norme sui diritti umani. Non è infrequente vedere utilizzata un’altra concezione,

indicata come la concezione della dignità come virtù, che è quella concezione della dignità che si

assume quindi si ritiene che il suo contenuto sia oggettivamente determinabile, cioè che non

dipenda da ciò che il soggetto di diritti o la persona in questione pensa, è un contenuto oggettivo.

Questa idea di dignità si collega anche ad altri principi, ha bisogno di ancorarsi a qualcos’altro.

Noi riscontriamo l’uso di questa concezione quando vediamo che la scelta normativa o quella

politica che viene accettata o contestata alla luce di quella idea di dignità si richiama ad una

concezione oggettivistica di un valore in questione, quando si ri uta la possibilità che il valore in

questione sia determinato dal punto di vista della persona.

I due signi cati di dignità portano in termini di orientamento normativo e politiche pubbliche anche

ad esiti opposti. Ad esempio per quanto riguarda i diritti nelle situazioni di ne vita vediamo

delinearsi due posizioni opposte, che si richiamo al concetto di dignità e sui cui non sappiamo

precisamente quale sia la risposta che dobbiamo dare partendo dal paradigma dei diritti umani.

Nel caso dell’eutanasia non esiste una giurisdpudenza consolidata e non vi è ancora una visione

precisa su come le corti internazionali si possono muovere su questo terreno.

ffi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi

pro choice (prima concezione del concetto di dignità)

• pro life (seconda concezione del concetto di dignità)

Quello che emerge è che il riferimento al concetto di dignità è presente sia negli argomenti a

favore e contrari alla legalizzazione dell’eutanasia. La concezione dell’eutanasia nela prosettiva

che da rilievo all’autoderteminazione è una concezione che giust ca le scete pro chocie, mentre

una concezione della dignità oggettiva tende a supportare le prospettive pro life (mantenimento

della vita biologica).

Nel caso dell’eutanasia sono in gioco i concetti di autodeterminazione e di dignità della persona

umana.

18.03.2021

Bisogna sottolineare cosa serve fare riferimento al linguaggio dei diritti umani, il linguaggio dei

diritti soggettivi e dei diritti umani ha come conseguenza quello di rendere rivendicabile il

contenuto dell’a ermazio

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
59 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gigi1023 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritti umani e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pariotti Elena.