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SEGNALAZIONE DEL PZ CON SOSPETTA RAv ed INVIO A VALUTAZIONE ALLERGOLOGICA
PAZIENTI A RISCHIO DI RIA
STORIA DI PRECEDENTE REAZIONI AVVERSA AL MDC
MDC IN ELEZIONE IN PAZIENTE A RISCHIO RIA
SE LA PRECEDENTE REAZIONI È DI LIEVE ENTITA’:
CROSS- REATTIVITÀ DEI MDC
Uno studio francese ha proposto una classificazione in 3 categorie di mdc iodati sulla base dei
pattern di reattività crociata più frequenti. I composti appartenenti allo stesso sottogruppo vengono
indicati come altamente, ma non necessariamente, cross-reagenti tra loro.
Nelle linee guida SIRM-SIAAIC si consiglia nei Pz con sospetta Rav da mdc iodato per i quali non sia
possibile eseguire una valutazione allergologica di usare un mdc alternativo appartenente ad un
sottogruppo diverso da quello del mdc responsabile
EFFICACIA DELLA PREMEDICAZIONE
In assenza di studi clinici prospettivi randomizzati controllati la questione dell'efficacia della
premedicazione con l’associazione di un cortisonico e un antistaminico resta controversa.
Per quanto riguarda la premedicazione effettuata per esami in urgenza, è necessario considerare che,
per il loro meccanismo di azione che implica la modulazione dell’espressione genica, gli effetti dei
cortisonici non sono generalmente significativi prima di 20-30 minuti, anche in caso di
somministrazione endovenosa.
Pertanto le indicazioni fornite sugli schemi di premedicazione devono considerarsi EMPIRICHE non
essendo sostenute da solida evidenza.
I PARAMETRI VITALI VANNO MONITORATI DURANTE E DOPO L’ESAME IL PAZIENTE VA TRATTENUTO
IN OSSERVAZIONE PER ALMENO 1 ORA
SCHEMA DI PREMEDICAZIONE IN ELEZIONE
SCHEMA DI PREMEDICAZIONE IN URGENZA
PRESENZA DELL’ANESTESISTA
SEMPRE IN CASO DI PRECEDENTE REAZIONE GRAVE O IN URGENZA
GESTIONE DELLE REAZIONI AVVERSE
Inquadrare la gravità dei sintomi in 4 gradi per poter attuare le adeguate misure di gestione
dell’emergenza.
- Valutare l’obiettività del Pz (cute-mucose, obiettività toracica)
- Misurare i PV (PA, FC, Sat O2) a intervalli di 10 min
- Garantire il mantenimento di adeguato accesso venoso ed idratazione del Pz e somministrare
farmaci se indicato
- Se reazioni lieve (grado 1) inviare il Pz in PS per monitoraggio
- Prelievo della TRIPTASI sierica IN PS tra la prima e la terza ora in caso di sintomi moderati-gravi
(grado 2-3)
- CHIAMARE IL RIANIMATORE (GRADI 2 x consulenza, 3-4 per urgenza)
DIMISSIONE DEL PAZIENTE
Il pz dovrà essere avvisato e munito di foglio esplicativo della possibilità seppur rara di reazioni
ritardate e della necessità di segnalare eventuali sintomi suggestivi di RIA al curante o al pronto
soccorso.
IL MEDICO SPECIALISTA RADIOLOGO DEVE RIPORTARE NEL REFERTO: per un’appropriata indagine
allergologica nei Pz son sospetta RIA occorsa durante l’esame contrastografico i seguenti dati:
- nome commerciale del mdc usato e al volume iniettato,
- caratteristiche dell’episodio reattivo (sintomi, segni, parametri vitali, eventuali terapie
somministrate)
- intervallo di tempo trascorso tra la somministrazione del farmaco e l’esordio dei sintomi
- tempo trascorso fino alla risoluzione dei sintomi
- eventuale prelievo per dosaggio della triptasi effettuato in PS e il momento del prelievo solo per le
reazioni avverse moderate-severe
STRAVASO DI MDC
E’ un evento avverso non raro (0.5%) delle procedure utilizzanti sistemi di iniezione automatica.
Come nelle reazioni avversa da mdc è da distinguere lo stravaso a secondo del mdc impiegato e
quindi conseguentemente dalla quantità utilizzata.
Nel caso si verifichi uno stravaso di mdc iodato lo stesso avrà una quantità di norma superiore ad uno
stravaso da chelato di gadolinio, il quale viene iniettato in quantità minore e in via del tutto manuale
da parte dell’infermiere.
I fattori di rischio: neonati, anziani, Pz con sindrome da deperimento (cachessia) o soggetti in
chemioterapia ev, tossicodipendenti per difficoltà a reperire facilmente l’accesso venoso.
QUALI SONO GLI ACCESSI VENOSI UTILIZZABILI PER L’INFUSIONE DI MDC AD ALTRE PRESSIONI? (66)
- I dispositivi venosi idonei all’infusione di mezzo di contrasto sono definiti power injectable in
quanto resistenti alle alte pressioni esercitate dall’iniettore del mezzo di contrasto
- Ogni dispositivo riporta sulle clamp, su una parte visiva del dispositivo o sul cartellino la
velocità e /o pressione massima di infusione
- Se presenti più vie power injectable bisogna scegliere quella con la massima potenza
iniettabile
STRAVASO DA MDC
La tipologia, l’osmolalità , la citotossicità e il volume di farmaco iniettato influenzano l’entità del
danno.
Nel caso il volume di mdc sia elevato si possono avere effetti collaterali di natura compressiva, data
dalla massa dello stravaso che preme nei tessuti circostanti (sindrome compartimentale)
Lo stravaso induce anche reazioni di natura infiammatoria acuta che raggiungono il picco nelle 24-28
h successivamente all’iniezione, seguite da un’infiammazione cronica che può durare alcune
settimane.
A livello clinico: eritema, gonfiore, sensibilità al dolore che regrediscono in 2 settimane con il
riassorbimento del mdc
In caso di quantità superiore a 50 ml si possono verificare anche necrosi del tessuto, edema
progressivo e ulcerazioni.
TRATTAMENTO DELLO STRAVASO DA MDC
Nel caso quindi che si verifichi uno stravaso da mdc, la prima cosa da fare sarà quella di aspirare il
liquido contrastografico uscito dalla sede venosa nella misura in cui questo sarà possibile,
successivamente si potrà togliere l’ago cannula inserito e posizionare la borsa del ghiaccio.
Altri interventi che dalla letteratura vengono definiti di controversa utilità :
- bendaggio compressivo per favorire drenaggio linfatico
- antinfiammatori locali a base di FANS
- alzare l’arto interessato al di sopra del cuore
- infiltrazioni a base di ialuronico-glucosidasi
enzima naturalmente presente a livello interstiziale con la capacità di incrementare la distribuzione
locale di sostante iniettate a livello del connettivo e quindi facilitare il riassorbimento dei farmaci
stravasati riducendo il rischio di necrosi della pelle.
Osservazione per un minimo di 2-4 ore, nel caso in cui lo stravaso sia di entità maggiore si rende
necessario un follow- up giornaliero fino alla completa risoluzione e potrebbero rendersi necessari
dei farmaci contro il dolore.
MDC NELLA DONNA CHE ALLATTA
Una donna che allatta e deve sottoporsi a delle prestazioni diagnostiche nelle quali viene impiegato
del mdc (iodato- gadolinio) può farlo in tranquillità .
Le linee guida SIRM (2017) affermano che l’allattamento al seno E’ SICURO PER IL BAMBINO anche se
la madre viene sottoposta ad indagine radiologica con mdc (sia TC che RM).
Non è necessario sospendere l’allattamento (come si consigliava fino a poco tempo fa per 12 ore) né
gettare il latte spremuto dopo l’indagine radiologica
PREVENZIONE DEL DANNO RENALE
PREPARAZIONE DEL PAZIENTE
CONSENSI INFORMATI ALLE PROCEDURE
ECOGRAFIA (US E CEUS)
PREVENZIONE DELLA NEFROPATIA DA MDC
L’utilizzo del mezzo di contrasto è una pratica invasiva, giuridicamente e
clinicamente lecita solo se giustificata ed eseguita previa acquisizione del
consenso informato, con l’eccezione dello stato di necessità in urgenza.
Fornire un protocollo per la prevenzione clinico-farmacologica della nefropatia
da mdc iodato e in particolare per la necrosi tubulare acuta garantisce la
sicurezza del Pz.
FATTORI PREDISPONENTI LA CIN
FATTORI DI RISCHIO “PAZIENTE DIPENDENTE”
L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA PRE-ESISTENTE ALL’ESAME È IL PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO
• sempre avere il valore CREATININA SIERICA BASALE (che deriva dalla massa muscolare) da cui si
ricava
→ eGFR (estimated Glomerular Filtration Rate) = (mL/min/1.73m2 )
- variabili: età (anziani), sesso (femminile), etnia (africani)
• La formula più usata negli adulti è CKD-EPI (disponibile sui calcolatori online) immettendo età,
sesso, Cr sierica
• mentre per i Pz pediatrici si usa la formula di Schwartz (online)
INSUFFICIENZA RENALE CRONICA PRE-ESISTENTE
Sulla base del valore di eGFR i Pz vengono stratificati in tre classi:
- Basso rischio eGFR fra 45-60 ml/min
- Medio rischio eGFR fra 30-45 ml/min
- Alto rischio eGFR < 30 ml/min
Una volta instaurato il danno renale, non esiste alcuna terapia in grado di contrastarlo, per tale
motivo è fondamentale prevenire l’insorgenza della CIN.
FATTORI DI RISCHIO “PAZIENTE DIPENDENTE”
DIABETE MELLITO: I pz con DM hanno generalmente una funzione renale già compromessa
–nefropatia diabetica-.
ETA’ AVANZATA: problematiche legate all’età , vasculopatia, comorbidità .
MIELOMA MULTIPLO: solo se associato a insufficienza renale è un FdR per CIN per la precipitazione
delle catene delle immunoglobuline.
CONDIZIONI CHE RIDUCONO LA PERFUSIONE RENALE: disidratazione, ipovolemia, instabilità
emodinamica, scompenso cardiaco, cirrosi epatica, sindrome nefrosica.
ANEMIA: crea una condizione di sofferenza ischemica che predispone al danno da mdc
SEPSI: danni sui tubuli renali dalle tossine batteriche.
RENE TRAPIANTATO: l’uso concomitante dei farmaci immunosopressori nefrotossici -ciclosporina- e
le condizioni predisponenti di base –diabete,età -.
FARMACI NEFROTOSSICI:
-FANS, Antibiotici, immunosoppressori, chemioterapici, bifosfonati, diuretici, inibitori del sistema
renina-angiotensina.
-metformina – di per sé non è nefrotossica, ma va sempre sospesa in caso di eGFR inferiore a 30
ml/min, perché può causare acidosi lattica ed essere tossica o letale se peggiora l’insufficienza
renale.
FATTORI DI RISCHIO “MDC DIPENDENTI”
- MDC IONICI MONOMERICI ad elevata osmolarità (non sono più in uso per via endovenosa) avevano
un’osmolarità di 1800 mOsm/kg pari a 5-6 volte quella del plasma -300 mOsm/kg- e erano legati a >
nefrotossicità e rischio di reazione avverse.
- MDC NON IONICI MONOMERICI A BASSA OSMOLARITA’ (600- 850mOsm/kg) quelli attualmente più
usati per somministrazione endovenosa.
- MDC NON IONICI DIMERICI ISO-OSMOLARI (290-300mOsm/kg) attualmente usati nei pz con
somministrazioni multiple di mdc fortemente esposti a CIN o in caso di somministrazione
intra-arteriosa.
PREVENZIONE DELLA CIN
LA BUONA PRATICA CLINICA PREVEDE
● CHE IL MEDICO PRESCRITTORE faccia lo screening dei pazienti a rischio con il dosaggio della
creatinina e provveda al protocollo di nefroprotezione con idratazione e sospensione se
possibile dei farmaci nefrotossici per 24-48 ore prima e dopo l’esame
● CHE IL RADIOLOGO SCELGA IL TIPO E LA QUANTITA’ DI MDC, riuscendo a ottenere un esame
diagnostico utilizzando la dose più ba