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APPARATO RIPRODUTTIVO MASCHILE

Tu e le cellule germinali sono molto sensibili, anche a dosi bassissime alle radiazioni. Per l'uomo la radiazione delle sue cellule germinali è un problema di minore importanza rispetto alla donna. Questo perché c'è una produzione continua di spermatozoi. Bisognerebbe eliminare tutte le cellule staminali degli spermatogoni per dare una sterilità di tipo permanente.

Quando siamo alla fase di trattamento si ha una sterilità di tipo transitoria poiché le cellule staminali degli spermatogoni non vanno a sostituire gli spermatozoi e gli spermatozoi maturi. Il compartimento staminale poi, se non è stato completamente distrutto, andrà a recuperare la sua funzionalità. Questa fase può durare alcune settimane.

Considerando il turn-over degli spermatozoidi, che dura dai 64-72 giorni, si può capire anche quale è il periodo di sterilità.

permanente. La sterilità non si presenta mai immediatamente dopo l'irradiazione perché gli spermatozoi maturi sono resistenti alla morte radio-indotta. La sterilità si presenta dopo circa 30-40 giorni dall'irradiazione. Inoltre, nelle prime settimane dopo il trattamento, il paziente è ancora fertile ma i suoi spermatozoi potrebbero presentare delle mutazioni genetiche (a causa delle radiazioni) con possibili danni ereditari. Quindi, nelle settimane seguenti al trattamento, il paziente non deve procreare. Nell'uomo è più pericoloso non tanto la sterilità, ma la finestra iniziale dopo il trattamento dove gli spermatozoi ancora ci sono ma sono mutati. Tuttavia, le cellule interstiziali del testicolo sono molto radio-resistenti. Sono le cellule che producono testosterone, che dà origine alle caratteristiche sessuali secondarie. Per questo motivo, non si generano quasi mai danni che vanno a compromettere le caratteristiche sessuali.si verifica, ma è uno degli effetti a lungo termine della radioterapia. La radioterapia può anche causare danni ai tessuti circostanti, come l'utero e le tube di Falloppio, che possono portare a problemi di fertilità o alla necessità di interventi chirurgici per riparare i danni. In alcuni casi, può essere necessario rimuovere completamente l'utero o le ovaie per prevenire il rischio di sviluppare tumori secondari. La radioterapia può anche causare danni ai vasi sanguigni e ai nervi nella zona pelvica, che possono influire sulla funzione sessuale e sulla capacità di avere rapporti sessuali. È importante discutere con il proprio medico gli effetti collaterali possibili della radioterapia e le opzioni disponibili per preservare la fertilità e la funzione sessuale.vediamo ma è comunque importante perché la sterilità può essere causata anche da menopausa precoce. Con la diminuzione di ormoni si ha anche qualche modifica ai caratteri sessuali secondari. Più giovani sono le donne sottoposte al danno (da chemio o radioterapia) maggiore è la probabilità che il ciclo mestruale riprenda. La menopausa insorge nel 50% delle donne giovani con dosi di 1,5-5Gy. Nelle donne over 40 anni si ha un 90% di menopausa con 1,5 Gy. Sono dosi molto basse. A differenza dell'uomo le ovaie sono un organo interno. Quindi quando si va a irradiare altri organi vicini bisogna stare attenti a non colpire le ovaie, anche a dosi molto molto basse si possono fare grandi danni. I tumori della regione pelvica vengono trattati con dosi di 40-50 Gy, dosi molto maggiori alle dosi soglia delle ovaie. A tutti i pazienti under 40, maschi e femmine, che devono sostenere una terapia da radiazioni viene consigliata la criopreservazione in PMA.Ovviamente deve essere fatto prima dell'inizio della terapia, se il paziente acce<a.

IL FETO

Consideriamo che è raro irradiare le donne incinta. Viene fa<o solo quando si è costre6, in casi in cui il paziente è in uno stato avanzato di gravidanza e hanno dei tumori con una pessima prognosi. In questo modo si dà la possibilità alla donna di partorire. Per irradiare una donna incinta i tumori devono essere delle zone non addominali.

Quando viene fa<a un'irradiazione in una donna incinta (non sull'addome), viene fa<a una dosimetria in vivo: vengono messi dei sensori di rilevatori di dose su tutto il corpo della donna in modo tale da sapere se la pancia presedosi di radiazioni oppure no.

Ovviamente in teoria la pancia non dovrebbe prendere radiazioni, poiché vengono pianificate delle terapie apposite. Ma viene fa<o questo controllo per sicurezza.

Il feto è molto radiosensibile.

poiché è costituito da tessuto a elevatissima proliferazione. Quindi maggiore è la mitosi, maggiore è la radio-sensibilità del tessuto. Anche a dosi basse si può dare: - ritardi di crescita intrauterina - morte embrionale, fetale o neonatale - malformazioni congenite, neoplasie Ovviamente i danni dipendono dal periodo di gravidanza in cui avviene l'irradiazione. Si hanno danni diversi a seconda della fase di embriogenesi che è in corso. La maggior parte degli effetti collaterali si vedono in donne che erano incinta durante i disastri di Hiroshima e Nagasaki. I bambini di Hiroshima e Nagasaki, irradiati in utero fra l'8 e la 25 settimana, mostravano un QI più basso e microcefalia. La fase che ci interessa di più è quella dell'organo-genesi che avviene tra la 7-13 settimana, si cerca di escludere tutto ciò dalla radioterapia. CRISTALLINO È uno degli organi più radiosensibili. Le dosi tra 2-6 Gy comportano undanno al cristallino con formazione di cataratta. Il periodo di latenza (comparsa del danno) varia da 2 a 35 anni dopo l'irradiazione, con una media di 8 anni per dosi singole per frazione di 2,5-6,5 Gy. Il cristallino va tenuto in conto quando andiamo a irradiare il paziente a livello encefalico, ma è importante anche per gli operatori radioesposti. NEOPLASIE RADIOINDOTTE Le radiazioni ionizzanti possono provocare leucemia e altri tipi di tumore solido. Li vediamo in zone che raggiungono dosi molto alte di radiazioni. I tumori solidi, indotti da radiazioni, si possono trovare prevalentemente su ossa, cute, tiroide, mammella, polmone... 1) CARCINOMA DELLA MAMMELLA Uno dei più frequenti tumori radioindotti è il tumore della mammella in pazienti trattate in giovane età per linfoma di Hodgkin (tumore del sistema linfatico). Negli anni 80-90 i pazienti che avevano un linfoma di Hodgkin, che normalmente si trova in sedi linfonodali sopramediasiniche, venivano irradiati.con dosi molto alte, fino a 40 Gy. Oggi giorno i linfomi vengono trattati con 20 Gy e si irradia solo il linfonodo residuo dopo il trattamento chemioterapico. All'epoca invece veniva fatto il "mantello": veniva trattata con radiazioni tutta l'area linfonodale iniziale e le due aree contigue. Quindi se il paziente aveva il linfoma mediastinico veniva irradiata la regione ascellare, sopra-tracheale e regione latero-cervicale. Un volume enorme con dosi elevate. Nelle donne andare a irradiare il mediastino, quindi il torace, con 40 Gy rappresentava una dose non trascurabile alleghiandole mammarie. Una donna irradiata, a livello mediastinico per un linfoma, dopo circa 20 anni (danno tardivo) ha un tasso 5 volte superiore rispetto alla media di sviluppare un tumore alla mammella. Lo screening per il tumore alla mammella, in Toscana, inizia a 45 anni e va fatto ogni due anni. Ma il primo picco di incidenza del linfoma di Hodgkin è a 15-18 anni. QuestoIl linfoma infa6 ha due picchi di incidenza: uno in età adolescenziale e uno sui 30 anni. Consideriamo una ragazzina che ha fa<o il mantello a 15 anni. Questa ragazza può sviluppare, dopo circa 15-20 anni, il tumore alla mammella radio indo<o, quindi lo può sviluppare14Diagnostica, Lezione 3a 30/35 anni. Ma a 30/35 questa ragazza non sta facendo lo screening, perché in Italia inizia dopo. Queste donne quindi devono iniziare a fare lo screening alla mammella 10 anni prima rispe<o alla norma per non fareuna diagnosi tardiva e scoprire il tumore radio indo<o quando è già in stadio avanzato. Oggi chi viene irradiato sul medias/no non fa più il mantello e viene irradiato con delle dosi più basse, quindi ques/problemi sono meno frequen/ rispe<o a qualche anno fa. 2) LEUCEMIA Un’altra neoplasia, più chemioindo<a che radioindo<a, è la leucemia. Il nostro tessuto linfoprolifera/vo impazzisce. Sono rare masono molto gravi. Dipende dalla linea cellulare che produce il tumore ma alcune forme sono fulminanti e hanno mortalità più alta. Si sono viste in pazienti sopravvissuti a incidenti atomici più che a casi clinici. 3) TUMORI OSSEI È difficile vedere tumori ossei o sarcomi. Li vediamo in animali da laboratorio, ma non sono cose che vediamo normalmente nell'uomo. Il più comune tumore osseo è l'osteosarcoma. È una patologia letale e può essere legata a esposizione da radiazioni quindi è un tumore che può essere radioindotto, può essere anche primario (che si manifestano indipendentemente dall'esposizione da radiazioni). 4) TUMORI AL POLMONE I tumori al polmone possono essere radioindotti, ma è raro. 5) TUMORI CUTANEI Hanno una latenza di 5-10 anni. Insorgono anni dopo l'esposizione cronica da radiazioni. 6) TUMORI ALLA TIROIDE Anche il tumore alla tiroide può essere radioindotto ma

è molto raro. 15Diagnostica per Immagini Lezione 4

RADIOTERAPIA

È la disciplina medica specialistica che impiega le radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico.

Può essere utilizzata come trattamento per i tumori a livello loco regionale, perché ha bisogno di un target locale da identificare.

Può avere finalità curativa (il trattamento mira alla guarigione del paziente) o palliativa (il trattamento mira alla cura di un sintomo).

Può essere impiegata in modalità esclusiva o associata ad altre modalità terapeutiche (chemioterapia).

Raramente si impiega nel trattamento di patologie non neoplastiche, ossia di natura non tumorale.

Oltre che per la cura dei tumori, la radioterapia viene utilizzata nella cura delle malformazioni artero-venose.

In radioterapia si ha un target ben preciso al quale vengono somministrate le radiazioni. Ad esempio può essere il trattamento loco-regionale del tumore della mammella. Quando si fa un

trattamento loco-regionale, oltre alla mammella operata, vengono incluse all'interno del target anche le aree regionali di drenaggio del.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
40 pagine
SSD Scienze mediche MED/36 Diagnostica per immagini e radioterapia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Tidde di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diagnostica per immagini e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Meattini Icro.