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O ALCOSSI IDROSSI
O O
C-C bond cleavage
H
Lato acido (estere): aldeide + acido (estere)
Lato metilico: idrocarburo + ossiacido (ossiestere)
GLI IDROPEROSSIDI che sono i prodotti primari dell’ossidazione non conferiscono
particolari proprietà organolettiche in quanto non hanno né odore né sapore e cmq
non sono stabili e subiscono decomposizione con rottura del legame ossigeno-
ossigeno e quindi scissione omolitica e si formano di nuovo 2 radicali: OH IDROSSI e
l’altro ALCOSSI. la decomposizione di questo idroperossido inizia con la scissione
omolitica e formazione quindi di 2 nuovi radicali. Il radicale alcossi presenta ancora
tutta la catena dell’acido grasso e quindi l’ossigeno legato a quel carbonio che era
radicalico. A questo punto si ha la rottura di legami carbonio-carbonio e quindi si
scinde la catena dell’acido grasso perché si rompe il legame C-C che può essere quello
che riguarda l’estremità metilicaR1 terminale o dalla parte del carbossile terminaleR2.
Se si rompe il legame dal lato carbossilico si formano 2 diversi composti prodotti
secondari dell’ossidazione; dal alto del metile se ne formano altri 2 che sono sei
frammenti di quella catena e quindi a peso molecolare più basso e quindi volatili che
possono raggiungere la mucosa olfattiva e saranno i responsabili della rancidità degli
acidi grassi ossidati.
Una rottura del legame c-c dal alto acido: l’R2 può essere un acido o un estere; il
frammento R1 può diventare un’aldeide o un ossiacido o un ossiestere. Questi prodotti
secondari possono essere aldeidi, acidi e se il legame c-c che si rompe riguarda il lato
metilico si può formare un idrocarburo senza ossigeno quindi. La complessità dei
prodotti secondari dell’ossidazione la vediamo proprio da questa reazione.
Simulated frying
thermometer (220
°C)
. Trap (absorptive
material)
air 1) Carrier gas; 2) valves; 3) injector-trap;
4) heat resistance; 5) three-way valve; 6)
GC oven; 7) column;
8) detector
Per studiare i prodotti di ossidazione di un olio sottoposto a condizione di ossidazione è
stato effettuato un esperimento che è stato chiamato FRITTURA SIMULATA: l’olio è
stato sottoposto a temp elevate in laboratorio proprio per simulare una frittura, in
presenza di aria e quindi ossigeno per l’ossidazione per poi andare a isolare e
determinare i prodotti volatili secondari dell’ossidazione. L’olio viene posto in un
pallone di vetro a 3 colli e questi coli prevedono delle chiusure a tenuta e quindi senza
perdite dei composti volatili. A livello del primo collo veniva insufflata aria a livello
dell’olio, a livello del secondo collo c’era un termometro che misurava la temp
dell’olio; a livello del terzo collo c’era un raccordo di vetro sempre a tenuta a cui era
collegata una trappola contenente del materiale solido adsorbente come il carbonio
attivo il cui obiettivo era quello di trattenere i composti volatili che si formavano nel
pallone e che derivavano dall’ox dei lipidi del campione. Quindi l’ingresso dell’aria a
livello del primo collo oltre a fornire ossigeno aveva anche la funzione visto che usciva
a livello del terzo collo di trascinare i prodotti volatili che si formavano con l’ox verso
l’uscita, verso il raccordo e la trappola. Quelle molecole volatili come aldeidi,
idrocarburi venivano intrappolati dal materiale. Trattenute e concentrate nella trappola
queste sostanze rappresentavano quindi i nostri analiti. La fase successiva era quella
di andare a studiare qualitativamente e quantitativo tramite GASCROMATOGRAFIA che
serve a separare molecole diverse con fase mobile gassosa e fase stazionaria
comunemente liquida.
Abbiamo utilizzato il gascromatografo presenta una colonna in cui si separano le
diverse molecole dove è presente la fase stazionaria e all’interno della quale passa la
fase mobile. Attraverso l’iniettore vengono iniettati i composti gli analiti passano nella
colonna attraverso la fase mobile, vengono separati nella colonna e poi eluiscono dalla
colonna e raggiungono un rivelatore il quale rivela l’uscita di un composto e ci dà
indicazioni su quali componenti eluiscono dalla colonna nel tempo. La trappolina è
stata posta a livello del sistema d’iniezione dello strumento che è stata sottoposta a
tem elevata e brusca che ha comportato il desorbimento termico delle molecole dal
materiale le quali sono state rilasciate dal materiale che le aveva adsorbite e il gas di
trasporto a questo punto passa attraverso la trappolina e trascina gli analiti desorbiti
nella colonna cromatografica. Si ottiene un cromatogramma che ci indica una serie di
picchi che rappresentano le sostanze che si sono formati in seguito all’ox. Da questi
picchi è stato possibile identificare le molecole. Sui picchi vediamo della sigle. La
lettera indica il tipo di molecola A4=ALDEIDE CON 4 ATOMI DI CARBONIO; ETC
Fotossidazio
ne
SENS = Pigmenti naturali, clorofilla, feofitina, ematoporfirina, mioglobina
β
QUEN = - carotene, tocoferoli, sint. BHA e BHT.
O2 si lega al doppio legame, che idrop. allilico
shifta
Via “ene” reazione, anel o transiz. 6 membri trans La fotossidazione dei lipidi è una
reazione di ox che avviene per
intervento delle radiazioni luminose.
Quindi l’energia delle radiazioni
luminose è fondamentale per la
formazione di ossigeno che andrà ad
ossidare gli acidi grassi. Una forma più
energetica dell’ossigeno e cioè
l’ossigeno singoletto. Nella
fotossidazione è coinvolto proprio
questo. La molecola dell’ossigeno è
una molecola biatomica.
Vediamo gli orbiatali dell’ossigeno
popolati dagli elettroni e dobbiamo
considerare quelli che sono gli orbitali
più esterni. Nell’ossigeno sono 2 gli
elettroni che si trovano nell’orbitale
più esterno. Questi 2 elettroni possono
presentare stesso spin e cioè +1/2 e
+1/2 e quindi avremo l’ossigeno
tripletto che è quello nello stato
energetico più basso (diciamo che è
possiamo avere la situazione dell’ossigeno singoletto in cui i 2 elettroni hanno uno
quello atmosferico) ed è quello che
spin opposto: +1/2 e -1/2. Questi 2 elettroni con spin opposto possono trovarsi nello
interviene nelle reazioni di
stesso orbitale o in 2 orbitale diversi. Il tripletto è quello più stabile e il singoletto è più
autossidazione. Quando la molecola
energetico rispetto al tripletto. Quest’ultimo è una forma più energetica dell’ossigeno
dell’ossigeno acquisisce energia tale
che si forma a partire dal tripletto quando abbiamo l’energia fornita dalle radiazioni
da modificare lo spin degli elettroni
luminose. dell’orbitale più esterno.......
Quindi fotossidazione vuol dire ossidazione dei substrati lipidici che prevede
l’intervento dell’ossigeno singoletto che sappiamo essere più energetico del tripletto e
l’energia delle radiazioni luminose è responsabile della formazione dell’ossigeno
singoletto.
Come viene fornita l’energia della radiazione luminosa all’ossigeno?
È importante la presenza di molecole che si chiamano SENSIBILIZZATORI che
favoriscono il trasferimento dell’energia dalla radiazione luminosa all’ossigeno. Questi
sono dei pigmenti naturali come le clorofille, mioglobina etc. lo schema n2 ci indica
come avvien l’interazione tra la radiazione luminosa l’ossigeno e il sens. Per intervento
del sensibilizzatore, dell’ossigeno tripletto e della radiazione si viene a formare un
intermedio che presenta l’ossigeno singoletto, intermedio che reagisce con il substrato
lipidico [A COME ACIDI GRASSI INSATURI PRESENTI NEI LIPIDI NATURALI] e si forma un
prodotto di ossidazione che deriva da A e si rilibera il sensibilizzatore. Ossidazione di
lipidi che presentano acidi grassi insaturi il cui prodotto è il prodotto primario
dell’ossidazione e cioè l’idroperossido che poi andrà a decomporsi. Quando l’ossigeno
singoletto reagisce con il substrato lipidico il meccanismo di formazione
dell’idroperossido è diverso rispetto a quello che abbiamo visto nell’autossidazione.
In natura sono presenti questi SENSIBILIZZATORI che favoriscono la fotossidazione dei
lipidi perché sono quelle molecole che intervengono nel trasferimento di energia dalla
radiazione luminosa all’ossigeno acquisendo l’energia della radiazione luminosa e
trasferendola all’ossigeno. QUENCER è un composto che riduce la fluorescenza ma in
questo caso riduce il singoletto.
Ci sono però delle molecole naturali come i carotenoidi che hanno un’attività opposta
rispetto ai sensibil. Che viene indicata come QUENCER dell’ossigeno singoletto: queste
molecole in particolare carotenoidi sono in grado di dissipare l’energia dell’ossigeno
singoletto e di riportarlo a tripletto. Queste molecole sono a tutti gli effetti con questo
meccanismo sono ANTIOSSIDANTI perché appunto inibiscono la fotossidazione dei
lipidi. Contribuisce a formare il
doppio legame che si
verrà a formare
Contribuisce a formare
il legame C-O
I nostri substrati lipidici costituiti da catene di acidi grassi con doppi legami e ossigeno
singoletto. L’ossigeno singoletto che è più energetico del tripletto è anche più
elettrofilo e quindi più affine agli elettroni e cioè gli elettroni del doppio legame.
l’ossigeno singoletto reagisce con l’acido grasso direttamente con il suo doppio
legame. partiamo dal doppio legame c-c e l’altro doppio legame o-o e vediamo
l’intermedio che si viene a generare e che poi porta al prodotto di ossidazione che è
l’idroperossido. L’ossigeno interagisce con il doppio legame e si crea questo
intermedio di transizione che prevede il coinvolgimento di 6 atomi: C=C+O=O+1C
DEL METILENE IN ALFA AL DOPPIO LEGAME+1H AD ESSO LEGATO. Questo intermedio a
6 atomi subisce un riarrangiamento di elettroni e cioè che elettroni singoli shiftano
singolarmente e ciò comporta la rottura di legami e la formazione di nuovi legami.
Il doppio legame C=C (che vediamo già tratteggiato perché si perde e cioè i 2 elettroni
si spostano e quindi non avremo più il doppio legame). fra questi carboni che
possiamo considerare come 9 e 10 dell’oleico. Anche a livello della molecola biatomica
dell’ossigeno quel doppio legame si perde perché i 2 elettroni si spostano e infatti nel
prodotto finale tra ossigeno e ossigeno avremo un legame semplice. Vediamo come si
spostano. Dei due elettroni C=C