Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TRADUZIONE DEL MITO: Tunnel vertiginosi, mito ohendo di acquisizione del simbolo da parte dell'uomo
Nei tempi dei primi mattini del mondo [mito genesiaco, di origine del mondo] gli uomini vivevano nelle viscere della Terra, in un luogo cosparso di una luce splendida e raggianti, chiamato Womosongo, il luogo della pienezza [tutte le parti di un insieme vivono in equilibrio] o della luce immutabile. Womosongo era anche chiamato Joikii, il Paese della voce permanente, perché una voce immateriale [non umana, ma divina], aleggiava permanentemente in questo luogo prodigando consigli agli uomini, accarezzando il loro sonno, mantenendo le loro abitudini in una dolcezza [armonia] indicibile. Gli esseri che vi abitavano erano perfetti, afroditi [dotati di entrambi i sessi], gioivano di tutti gli attributi maschili e femminili, erano completi, possedevano tutte le qualità positive e anche il contrario di queste = erano perfetti [etimologicamente perfetti vuol dire completi, come un cerchio].
Furono presi da stordimento, ebbero paura e decisero di tornare a casa, tranne due. Uno scelse di proseguire il viaggio nel tunnel scavato nell'albero, e l'altro nel corridoio roccioso. L'oscurità li avvolse, la strada scomparve dietro a loro e quindi anche l'aspettativa di tornare indietro. Aspirati irresistibilmente [presi a proseguire] i due intrepidi arrivarono così alla superficie della Terra. Uno emerse in un immenso campo di banani, l'altro, nel tunnel di pietra, arrivò all'uscita di una grotta [ricordiamo che loro non erano sulla Terra, ma a Womosongo]. La Terra era allora completamente immersa nell'oscurità, cosicché i due uomini che sbucano uno vicino all'altro non riuscivano nemmeno a vedersi. La natura regnava sulla Terra, che era popolata da esseri misteriosi che avevano dei modi non definibili, tra cui un serpente chiamato Akota [colui che morde dalle due parti, con due teste. In Europa il serpente spinge
Eva a mangiare lamela della conoscenza, in Asia e soprattutto in India il serpente infinito è Naga, che simboleggia il tempo e il suo passare ciclico]. Akota in effetti era capace di mordere dalla testa e dalla coda, di allungarsi all'infinito o di restringersi a piacimento. Talvolta la sua testa toccava la volta del firmamento [del cielo] mentre la coda era ancora appoggiata a terra. È così che quando i due uomini arrivarono sulla Terra, Akota il serpente aveva la testa posata sulla roccia mentre la sua coda formava una spira nel campo di banane [è vicino a entrambi]. La presenza dei due uomini sulla Terra non fu accettata dalla natura che si rivoltò e si sollevò contro di loro. Gli elementi si scatenarono, piovve per 9 giorni e 9 notti, le acque del cielo e quelle della terra si mischiarono, i corsi d'acqua strariparono, gli alberi si sradicarono, le bestie feroci cacciarono i perturbatori di questo ordine naturale [i due tipi].
L'acqua andò a riempire il tranquillo fiume che scorreva nel terzo tunnel sotterraneo, che si gonfiò e andò a straripare fino a Womosongo. Gli abitanti appresero in tal modo che il disordine e il caos primordiale stava ormai regnando sulla superficie della Terra. Tra questi abitanti c'era un uomo chiamato Sakasaka (colui che schiva, parai colpi). Era un essere bizzarro, in lui le membra e gli organi erano trini: aveva tre teste, tre occhi, tre braccia, tre piedi ecc. Lasciò il suo tranquillo villaggio della luce e si mise in marcia per vedere cosa stava succedendo, e prese il terzo tunnel. Appena vi entrò l'acqua protestò aumentando di volume e di portata. Tuttavia lui continuava la sua vertiginosa ascensione verso la Terra. A mano a mano che le difficoltà aumentavano si sbarazzava di uno dei suoi membri, che rimandava a Womosongo per rimanere in contatto con il suo villaggio di origine, al fine di ricollegarsi con quella luce.e quellaVoce. Perse un occhio, poi un braccio, un piede e due teste [ecco perché gli uominihanno una testa, due braccia, due occhi ecc]. Arrivati in questo luogo di pienezza che eraWomosongo, queste membra sparse formarono una piccola entità, chiamata Itapé, chesignifica il piccolo ramo d’albero, o il rametto. Itapé parte in soccorso di Sakasaka.Inizialmente lo aiuta a lasciare il tunnel delle grandi acque, poi gli fabbricò un altrotunnel, e Sakasaka vi si riparò per 30 giorni per vedere come gli uomini vivevano neldisordine che essi stessi avevano creato. Dopo 30 giorni uscì, attraverso un termitaio[che nel mondo tradizionale era il luogo di trasmissione della conoscenza. Le termiticostruiscono in verticale = si uniscono terra e cielo. E’ quindi un luogo sacro, raccolta eridistribuzione della conoscenza. In Senegal si vedeva nell’altezza un simbolo di crescita,fisica ma anche sociale, e quindi per far crescere unbambino gli si faceva succhiare dellaterra prelevata dal termitaio perché questa energia passasse a lui].Appena mise piede sulla terra la natura si agitò di nuovo. Una folla di esseri bizzarri vennero incontro all’intruso per attaccarlo e distruggerlo ma furono vinti e dispersi da Itapé. Da questo momento Sakasaka ricevette un nuovo nome: Yango, che significa l’invincibile o la forza ineguagliabile. Diventato così onnipotente, Yango, portando su disé Itapé, si mise a camminare sulla Terra perlustrandone gli angoli, constatando il disordine provocato dagli uomini e non poté impedirsi di piangere. Pianse, pianse tanto che le sue lacrime si trasformarono in una pioggia torrenziale che spaventò gli uomini e fece scuotere la natura. Ma anche se piangeva Yango continuava la sua perlustrazione, e quando ripassò vicino al termitaio si sentì improvvisamente aspirato, e si ritrovò in un luogo sotterraneo, chiamato Kongelo.
avrà delle conseguenze). L'uomo tradizionale ragiona in termini di 3: Mondo, Sakasaka, Itapè, il terzo elemento costituito sia dall'uomo che dal mondo. È un pensiero ciclico e triadico. Se succede una cosa che ha un effetto, c'è un terzo elemento che media tra la causa e l'effetto.
Es. spesso gli orfani vengono considerati colpevoli di essere rimasti tali, di aver provocato la morte dei genitori, e c'è un importante fenomeno in Congo, il fenomeno dei Shegué, dei bambini/adolescenti orfani che si trovano in bande per essere più protetti, considerati appunto colpevoli. Fanno i mestieri più disparati per vivere. Già avevamo citato L'Aîné des Orphans, dove il bambino si trovava in carcere per aver difeso la sorella dallo stupro e aveva ucciso chi aveva tentato di violentarla.
NB: Questo pensiero di terzietà non è solo negativo, ma riguarda proprio un modo di vedere il mondo.
non venivano creati da chiunque, ma da chi aveva il potere di farlo, attribuiti a riti di iniziazione a cui la persona era sottoposta, e dalla famiglia alla quale apparteneva. Facendo un'analogia con il sistema indiano, possiamo dire che ricorda l'idea di "casta" (appartenere a una categoria di persone che può fare delle cose e non delle altre). In Africa, per ragioni di lignaggio (di filiazione = di famiglia) e perché si è considerati persone speciali che hanno acquisito dei poteri, ci sono persone che hanno il ruolo di fare determinate cose. L'unica casta conosciuta al di fuori dell'Africa è quella dei Griot (soprattutto in Africa occidentale). Con il pregiudizio dell'Africa come arretrata, si credeva che questi Griots corrispondessero agli europei bardi, cantastorie, giullari di corte = persone vicine al potere che avevano la funzione di tramandare le storie di quelle casate nobili. Erano persone che conoscevano glispostamenti sul territorio e legenealogie delle famiglie, ed erano in grado di cantare le gesta dei potenti (apagamento).Alcuni Gr