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CRIMINOLOGIA CLINICA

Un ramo applicativo della criminologia viene denominato "criminologia clinica", ed è la criminologia utilizzata in carcere. Essa si propone soprattutto attraverso l'analisi e l'intervento su singoli specifici casi, di formulare diagnosi, una prognosi e una possibile terapia di trattamento.

La "diagnosi" punta a ricostruire le condizioni che hanno portato all'esecuzione del reato, la "prognosi" cerca di valutare la maggiore o minore pericolosità sociale del soggetto, la "terapia" prevede interventi di rieducazione e di assistenza psicologica, con l'obiettivo di consentire al reo una piena reintegrazione nella società.

Si sono ipotizzati 3 gruppi di variabili che consentono di prevedere la maggiore o minore probabilità di incorrere in una "carriera criminale:

  • Variabili legate alla famiglia di origine (atteggiamenti dei genitori, valori trasmessi ecc..)
  • Variabili...

legate alla struttura della personalità del soggetto (stabilità o instabilità emotiva, maggiore o minore impulsività ecc..)

Variabili legate ai concreti comportamenti espletati del soggetto (maggiore o minore precocità di manifestazione di episodi devianti, tendenza o meno alla recidiva, tendenza a fare uso di stupefacenti ecc..)

CRIMINOLOGIA E PSICOLOGIA CRIMINALE E INVESTIGATIVA

Anche la psicologia criminale e la psicologia investigativa appartengono alle scienze criminali, la prima alle scienze criminologiche e la seconda alle scienze forensi

David Canter, secondo fondatore della psicologia criminale e investigativa, la psicologia è direttamente applicabile allo studio del crimine in quanto il crimine deve essere visto come una forma di relazione interpersonale

In Italia la rivista che aprì la via alla psicologia criminale fu l'Archivio di Psichiatria, Antropologia criminale e Scienze penali per servire allo studio

dell'uomo alienato e Cesare Lombroso delinquente, fondata a Torino da Raffaele Garofalo ed Enrico Ferri nel 1880. Uno degli obiettivi principali della psicologia criminale è quello di costruire un "profilo psicologico" del possibile autore di una serie di reati attraverso la profanazione criminale (criminal profiling). TEORIE CRIMINOLOGICHE Sono state proposte molte teorie per spiegare i fenomeni criminali, si possono dividere in: - BIOLOGICHE E NEUROPSICOLOGICHE: fra le prime teorie biologiche vanno ricordate quelle di Cesare Lombroso sul "delinquente nato" e sul concetto di atavismo. Negli anni successivi è stata avanzata la teoria del cromosoma Y. Nel patrimonio genetico sono presenti due cromosomi sessuali (XX=femmine, XY=maschi), in un certo numero di casi di soggetti ricoverati in manicomi criminali si è osservata la presenza della trisomia XYY (un cromosoma Y in più). Si credeva quindi che chi presentava questa anomalia nei cromosomifosse più propenso a commettere dei crimini. Quando tale studio venne effettuato, si riscontrò che la frequenza dei soggetti XYY tra i delinquenti non era superiore a quella degli stessi nella popolazione generale. Un altro campo ampiamente studiato è stato quello del temperamento insieme a quello del rapporto fra neurotrasmettitori e aggressività (in particolare le ricerche riguardanti la serotonina). Successivamente, nell'ambito delle neuroscienze, si sono sviluppate ulteriori linee di ricerca sulle caratteristiche genetiche, nell'ambito della cosiddetta "epigenetica", e cioè dello studio sull'interazione fra geni e caratteristiche dell'ambiente che possono stimolare o meno lo sviluppo di comportamenti antisociali o prosociali. In campo psicologico vanno menzionati i contributi della psicoanalisi, come la teoria del delinquente per senso di colpa, e la teoria della carenza del super-io. In questo ambito, sidevono considerare anche i contributi del Donald W. Winnicott, celebre psicoanalista famoso per il suo concetto di tendenza antisociale, a suo dire stimolata dalla perdita precoce dell'amore materno, che condurrebbe al tentativo di atti criminali. Parallelamente le intuizioni di Winnicott hanno rilevato in una prima fase della sua ricerca la presenza di una deprivazione materna nei soggetti che sarebbero diventati delinquenti; e successivamente hanno sviluppato la teoria dell'attaccamento, che prende in considerazione anche l'aggressività e l'antisocialità. Vanno poi menzionati i contributi di derivazione comportamentismo, basati sul concetto di condizionamento, e quelli, legati alla teoria della "frustazione-aggresione" di Charles Dollard e Kelly Miller: di e studi sperimentali hanno provato che la frustrazione tende a generare aggressività, la quale può scaricarsi sia direttamente sulla causa o fonte della frustrazione, sia.

indirettamente su altri soggetti. Secondo questa teoria alla base del comportamento criminale potrebbe esserci un accumulo di aggressività e frustrazione.

SOCIOLOGICHE: tra le teorie sociologiche si ricordano quella degli ambienti o contesti criminogeni. Spesso i comportamenti criminosi si manifestano nell'ambito di subculture criminali che trasmettono ai propri membri dei valori, che si rivelano strutturanti della condotta del singolo.

I sociologi hanno anche evidenziato l'importanza dei processi di stigmatizzazione nella formazione dell'identità criminale. Talvolta è la stessa reazione sociale emarginante nei confronti della devianza e della criminalità ad agire come fattore criminogeno.

NASCITA DELLA CRIMINOLOGIA: Dal punto di vista storico, i primi albori della criminologia si hanno in Italia con l'affermarsi della cultura illuminista nel 18 secolo, in particolare con l'intellettuale "Dei delitti e delle pene" giurista.

Cesare Beccaria e il suo tratto Successivamente, nel 19 secolo, con lo sviluppo delle scienze empiriche (psicologia, scuola positiva: sociologia, antropologia), nasce la criminologia che si articola in 2 direzioni: - Lo studio dell'uomo che delinque secondo l'approccio medico-biologico (Cesare Lombroso) - Lo studio sociologico delle condizioni che favoriscono la commissione "differenziale" dei reati in funzione del ceto sociale di appartenenza Negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni la criminologia, a partire dagli anni 20 del secolo, si qualifica come disciplina prevalentemente sociologica. Può dirsi che la criminologia costituisca il punto d'incontro di tutti i contributi scientifici legati al problema del delinquente. La criminologia moderna non può essere definita una scienza in senso stretto, ma come un fascio di discipline definite dal loro oggetto comune: il reo/il reato. La criminologia si avvale deglicriminale e criminologia clinica è che la prima si concentra sullo studio biologico e deterministico dell'uomo delinquente, negando la sua responsabilità e libertà nella condotta, ma affermando la sua pericolosità sociale. La criminologia clinica, invece, applica le conoscenze della criminologia generale al singolo delinquente, cercando di scoprire i fattori ambientali e microsociali che hanno influenzato il suo comportamento. L'approccio antropologico è rivolto all'uomo in quanto autore del reato, cercando di individuare i fattori organici, psicologici, motivazionali e psicosociali che possono aver determinato la sua condotta. L'approccio sociologico, invece, si concentra sui fattori macrosociali che influenzano il sorgere del crimine, indipendentemente da come questi abbiano agito nel caso singolo.criminale e criminologia clinica consiste: nell'obiettivo da raggiungere; Per l'antropologia criminale → la difesa sociale •. Per la criminologia clinica → la possibilità del reinserimento sociale • Dall'approccio sociologico nasce la sociologia criminale che ritiene la criminalità un fenomeno sociale. Tende, pertanto, a dimostrare rapporti di casualità tra comportamenti antigiuridici ed altre variabili della fenomenologia sociale e a determinare l'influenza che ha l'ambiente sulle diverse caratteristiche individuali. (sesso, età, occupazione, razza ecc..) EVOLUZIONE DELLA CRIMINOLOGIA LE IDEOLOGIE E L'ILLUMINISMO Prima del sorgere del pensiero moderno, in materia penale, il diritto leso poteva considerarsi essenzialmente basato sui principi dell'intimidazione e della vendetta. Il delinquente era considerato un attentatore malvagio all'autorità del sovrano e sottoposto ad un giudizio di colpa dal

significato anche religioso. Bisognava vendicarsidel criminale infliggendogli una dura punizione che poteva anche consistere nella sua materiale soppressione nonché essere esemplare, cioè eseguita in pubblico affinché ciascuno potesse constatare ciò che comportava sfidare l'autorità. I giudici avevano grandissima discrezione che sfociava nell'arbitrio. Rientrava nella loro competenza qualificare un fatto come delitto, stabilire quantità ed entità della pena. Fin quando nel 18 secolo non sorse la corrente ideologica dell'illuminismo che dalla Francia si diffuse in tutta l'Europa.

Si affermava, inoltre, il principio della libertà e dell'uguaglianza di tutti gli uomini, quale espressione di un diritto naturale primordiale. Occorreva poter ristabilire questo diritto primitivo, parve che lo strumento idoneo fosse la parità di tutti i cittadini di fronte alla legge. Non più privilegi di nascita o di classe.

La legge doveva sostituirsi all'autorità del sovrano e delle classi più potenti. ESPRESSIONE DEI PRINCIPI ILLUMINISTICI E LA CONCEZIONE LIBERALE DEL DIRITTO PENALE: Il movimento riformatore di Beccaria si fondava su alcuni punti essenziali: - Dignità umana: la pena doveva essere ragionevolmente mite. Non si doveva fare ricorso alla tortura ed era necessario abolire la pena di morte, o almeno limitarla ai casi eccezionali. - Certezza del diritto: a tutti doveva essere assicurata parità di trattamento penale. Il diritto doveva risultare scritto nei codici, non lasciato all'arbitrio dei giudici. Non deve esistere reato se non espressamente previsto dal codice.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
11 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ginevraf24 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Santoro Sara.