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GUARDARE SLIDE
SLIDE 03 – SPETTRO DI RISPOSTA E DI FOURIER
L’impulso rappresenta la variazione della quantità di moto.
Studiare su SLIDE
Lo spettro di fourier mette in relazione le frequenze della forzante con le accelerazioni del sistema
SLIDE 11 – REGOLARITA’ STRUTTURALE
Regolarità in pianta struttura iperstatica regolarità in
Le costruzioni devono avere, quanto più possibile, caratterizzata da
pianta ed in altezza. mediante giunti,
Se necessario ciò può essere conseguito suddividendo la struttura, in unità tra loro
dinamicamente indipendenti.
Impalcato rigido permette di avere lo stesso spostamento dell’impalcato su entrambe le colonne, se non
lo fosse le due colonne si spostano in maniera diversa (funzionamento a diaframma).
regolare in pianta
Un edificio è se tutte le seguenti condizioni sono rispettate:
distribuzione di masse e rigidezze simmetrica rispetto a due direzioni
a) La è approssimativamente
ortogonali e la forma in pianta è compatta, ossia il contorno di ogni orizzontamento è convesso.
Il rapporto tra i lati del rettangolo inferiore a 4.
b) circoscritto alla pianta di ciascun orizzontamento è
Gli orizzontamenti sono resistenti e rigidi nel loro piano
c) in modo da poter assumere che la
distribuzione delle azioni sismiche agli elementi verticali avvenga in misura proporzionale alla loro
rigidezza.
Il problema dei collassi da terremoto dovuti a torsione è soprattutto l’elevata richiesta di duttilità negli
elementi più lontani dal centro di rigidezza.
Soluzioni:
- Limitare la distanza tra centro di massa e rigidezza.
- Prevedere la presenza di almeno due allineamenti di strutture
verticali parallele a due direzioni ortogonali.
- evitare le pareti e sostituirle con telai
- Ridurre la rigidezza delle pareti (divisione in pareti più corte)
- Ripristinare la simmetria sugli altri lati
- Separare le pareti dalla struttura in modo che non collaborino alla
resistenza alle azioni orizzontali.
Se uno degli elementi collassa la struttura collassa.
Coppie di elementi resistenti lontani dal centro di
rigidezza. Riduzione della distanza.
Se la pianta non è regolare nascono quindi nuove forze.
Regolarità in elevazione
Un edificio è regolare in elevazione se sono rispettate tutte le condizioni:
- Tutti i sistemi resistenti alle azioni orizzontali (telai e pareti) si estendono per tutta l’altezza della
parte di costruzione cui competono.
- Massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente dalla base alla sommità della
costruzione (maggiori dettagli nelle norme).
- Il rapporto fra la capacità e la domanda allo SLV non è significativamente diverso, in termini di
resistenza, per orizzontamenti successivi (maggiori dettagli nelle norme).
- Eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione avvengono con continuità da un
orizzontamento al successivo (maggiori dettagli nelle norme).
Distribuzione regolare delle rigidezze e resistenze distribuzione uniforme delle azioni minore richiesta
di duttilità per singolo elemento o sezione
I pilastri danneggiati sono soggetti a spostamenti elevati che incrementano i momenti ribaltanti dovuti ai
carichi verticali portando rapidamente al collasso la struttura
PIANO SOFFICE
arretramenti
Gli sono sempre da evitare.
SOLUZIONE AL PIANO SOFFICE:
- Si colloca un altro elemento rigido che attira a se le forze orizzontali lasciando agli elementi del
piano soffice il solo compito di assorbire i carichi verticali.
SOLUZIONI PIANO SOFFICE CON DOPPIA ALTEZZA:
Travi senza il solaio
- a livello dell’impalcato eliminato in modo da ripristinare la continuità del telaio.
Mega-telaio
- in cui l’interpiano normale diventa due piani e le travi intermedie sono incernierate ai
pilastri in modo da eliminare il loro comportamento a telaio con i pilastri.
Inconvenienti:
- Le sezioni delle travi e dei pilastri aumentano considerevolmente per assorbire le sollecitazioni
corrispondenti ad un’altezza di interpiano doppia.
- Le colonne devono essere progettate per assorbire le forze di inerzia trasmesse dagli implacati
intermedi. colonne tozze
Le causano un aumento del taglio creando questi
tipi di rotture del pilastro.
colonne tozze
La soluzione alle è la riduzione della rigidezza
della colonna tozza mediante incremento fittizio della
lunghezza. pareti discontinue
La soluzione per è rendere entrambe le pareti non strutturali e inserire una parete ad un
piano solo arretrata rispetto alla parete 1 (problemi per il trasferimento delle forze lungo il diaframma).
arretramenti:
Soluzioni agli
siti in pendenza:
Soluzioni ai
disallineamenti in pianta e in elevazione degli edifici.
Evitare interruzioni del collegamento tra le due pareti di
Evitare anche
taglio (discontinuità del diaframma (solaio)). Una soluzione è quella
del ripristino della continuità del diaframma, utilizzando il metodo
reticolare o Vierendeel. Oppure un altro metodo è quello di
sostituire la struttura con una nuova parete di taglio, comunque la
vecchia parete deve essere legata alla struttura nuova. Un'altra
soluzione è la separazione in due strutture, comunque bisogna
utilizzare piccoli accorgimenti, come la sostituzione delle pareti con
telai per minimizzare effetti torsionali.
Per strutture verticali non parallele nascono nuove forze secondarie
nel diaframma molto più complesse in assenza di simmetria in pianta.
collegamento
Il deve essere vincolato ad uno dei due edifici e libero di muoversi rispetto all’altro. La
larghezza degli appoggi che consentono lo scorrimento relativo deve essere accuratamente progettata in
modo da accomodare tali spostamenti.
distanza
La tra costruzioni contigue deve essere tale da evitare fenomeni di martellamento e comunque
non può essere inferiore alla somma degli spostamenti massimi determinati per lo SLV, calcolati per
ciascuna costruzione e tenendo conto, laddove significativo, dello spostamento relativo delle fondazioni
delle due costruzioni contigue.
Un esempio perfetto di quello da NON fare in zona sismica è la Villa Savoye di Le Courbusier in cui abbiamo:
pilotis, pianta libera, facciata libera, terrazza in sommità e finestre a nastro. Tutti punti da evitare per
permettere una buona progettazione sismica.
SLIDE 12 – GERARCHIA RESISTENZE
FATTORE DI STRUTTURA q – anche chiamato fattore di comportamento, questo nasce dalla duttilità del
materiale
Le costruzioni soggette all’azione sismica devono essere progettate in accordo con uno dei seguenti
comportamenti strutturali:
Comportamento non dissipativo campo sostanzialmente elastico.
Tutti i componenti strutturali rimangono in La domanda derivante
senza ridurre le azioni sismiche = 1)
dall’azione sismica e dalle altre azioni è calcolata in fase di progetto (q
Comportamento dissipativo evolvono in campo plastico.
Un numero elevato di componenti strutturali La domanda derivante
riducendo le azioni sismiche
dall’azione sismica e dalle altre azioni è calcolata, in fase di progetto (q>1).
Una costruzione a comportamento strutturale dissipativo deve essere progettata per conseguire una delle
due Classi di Duttilità (CD):
Classe di Duttilità Alta
- (CD “A”) ad elevata capacità dissipativa
Classe di Duttilità Media
- (CD “B”) a media capacità dissipativa
La differenza tra le due classi risiede nell’entità delle plasticizzazioni previste, in fase di progettazione, sia a
livello locale sia a livello globale.
Cerniere plastiche, il danno si concentra lì (bisogna aumentare il numero di
staffe nelle parti basse e alte poiché così si aumenta il comportamento
dissipativo).
azioni sismiche sono definite in funzione del fattore di struttura
Le – e non
del fattore di duttilità – perché nei sistemi a più gradi di libertà la riduzione delle forze dipende dal
comportamento complessivo del sistema e quindi non solo da duttilità ma anche da regolarità, iperstaticità
e sovraresistenza.
non rispettano i criteri di regolarità valori più bassi del fattore
Le strutture che sono penalizzate mediante
di struttura q = q * k
0 R
dipende dalla regolarità strutturale in altezza.
K
R
q non è influenzato dall’irregolarità in pianta.
K = 1 per strutture regolari in altezza
R
K = 0,8 per strutture non regolari in altezza
R valore massimo del fattore di struttura duttilità attesa,
Il coefficiente q è il che dipende dal livello di dalla
0
tipologia strutturale rapporto
e dal α /α tra:
u 1
moltiplicatore delle azioni sismiche che produce la prima cerniera plastica
α 1 moltiplicatore delle azioni sismiche che rende la struttura un meccanismo
α u Consente una valutazione molto
accurata. Analisi push-over in
cui si aumentano sempre di più i
carichi.
Le norme forniscono dei valori di massima per il rapporto che dipendono dal materiale, dalla tipologia
α /α
u 1
strutturale e dalla classe di duttilità.
- Per struttura a telaio in c.a. di un piano α /α = 1,1
u 1
- Con più piani ed una campata α /α = 1,2
u 1
- Con più piani e più campate α /α = 1,3
u 1
Criterio della gerarchia delle resistenze (progettazione in capacità)
Questa progettazione ha lo scopo di assicurare alla struttura dissipativa un comportamento duttile ed
opera come segue:
Distinguere gli elementi e i meccanismi, in duttili e fragili.
- sia locali sia globali,
evitare le rotture fragili locali meccanismi globali fragili o instabili;
- mira ad e l’attivazione di
localizzare le dissipazioni di energia
- mira a per isteresi in zone degli elementi duttili a tal fine
individuate e progettate, dette “dissipative” o “duttili”, coerenti con lo schema strutturale
adottato.
Rottura a taglio fragile
Rottura a flessione duttile
Progettare la struttura con resistenza a taglio più alta di quella a flessione (GERARCHIA DELLE RESISTENZE)
gerarchia tra i meccanismi di
Gli obbiettivi precedenti si possono ottenere facendo in modo che esista una
collasso: duttili devono precedere quelle fragili.
le modalità di collasso in funzione della
Gli elementi strutturali sono dimensionati non in funzione delle azioni di progetto ma
resistenza dei modi di collasso duttili facendo in modo che questa sia più bassa rispetto a quella dei modi
catena con
di collasso fragili (la rottura avviene i