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James stesso la definisce così : <<The stream of our thought is like a river. On the whole easy
simple flowing predominates...But at intervals an obstruction, a set-back, a log-jam occurs, stops
the current, creates an eddy, and makes things move the other way >>. 11
Il filosofo utilizza una potente metafora per rappresentare la natura complessa e dinamica del
pensiero umano.
Il flusso di coscienza, paragonato a un fiume, suggerisce che la nostra mente procede in modo
fluido , quasi senza sforzo, riflettendo un naturale scorrere delle idee e delle percezioni. Tuttavia, ,
ci sono momenti in cui avvengono delle "interruzioni" nel flusso: ostacoli rappresentati come
"obstructions" o "log-jams", che alterano la direzione del pensiero. Queste interruzioni possono
essere eventi, traumi, riflessioni profonde o momenti di confusione che ci a deviare verso direzioni
inaspettate.
L'idea chiave è che la nostra coscienza non è un movimento lineare e costante, bensì un flusso
vulnerabile alle interruzioni e alle deviazioni e ai contraccolpi. Questo riflette la complessità della
Jassim, Muslim Mehdy, and Bothaina Aw Hamid. "The Use of Stream of Consciousness in Joyce's A Portrait of the
8
Artist as a Young Man." Al-Fatih journal 4.35 (2008).
Humphrey, Robert. Stream of consciousness in the modern novel. Vol. 3. Univ of California Press, 1954. )
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10 Humphrey, Robert. Stream of consciousness in the modern novel. Vol. 3. Univ of California Press, 1954..
11 James, William. "The stream of consciousness." Psychology (1892): 151-175.
mente umana si cerca di rappresentare questa altalenanza attraverso le digressioni, i salti temporali e
le associazioni libere. Proprio per rappresentare i nostri pensieri, le nostre idee, le nostre percezioni
e la nostra mente nel modo più fedele e realistico possibile considerando che tutto ciò appare nella
nostra mente in maniera disordinata e senza preavviso.
Sempre nel medesimo scritto la definisce anche come << literary technique, first used in the late
19th century, employed to evince subjective as well as objective reality. It reveals the character's
feelings, thoughts, and actions, often following an associative rather than a logical sequence,
without commentary by the author. >> 12
Un ulteriore contributo alla comprensione dell'utilizzo e della funzione dello stream of
consciousness ci viene offerto da Jacob Isaacs nel suo scritto An Assessment of Twentieth Century
Literature.
Egli afferma : <<The value of the image is all in this halo or penumbra that surrounds and escorts it.
Consciousness does not appear to itself chopped up in hits, ... It is nothing jointed; it flows, ... Let
us call it the stream of thoughts, the stream of consciousness or of subjective life.>> 13
Attraverso queste parole, Isaacs ci suggerisce che la "valenza" di un’immagine o di un pensiero non
risiede unicamente nel contenuto esplicito, ma soprattutto nella "penombra" o nell’alone che lo
avvolge e lo accompagna. Questa visione ci invita a concepire la coscienza non come una sequenza
di momenti frammentati, ma come un flusso ininterrotto e armonico, un continuum fluido che
scorre senza interruzioni, catturando la complessità e la profondità della vita soggettiva.
<< Stream of consciousness is often confused with interior monologue, but the latter technique
works the sensations of the mind into a more formal pattern: a flow of thoughts inwardly expressed,
similar to a soliloquy. The technique of stream of consciousness, however, attempts to portray the
remote, preconscious state that exists before the mind organizes sensations. Consequently, the re-
creation of a stream of consciousness frequently lacks the unity, explicit cohesion, and selectivity of
direct thought.>> 14
12 James, William. "The stream of consciousness." Psychology (1892): 151-175.
13 Hamid, Bothaina Aw, and Muslim Mehdy Jassim. "The Use of Stream of Consciousness in Joyce's A Portrait of the
Artist as a Young Man." (2008).
14 James, William. "The stream of consciousness." Psychology (1892): 151-175.
Questa citazione ci aiuta a non confondere, come spesso avviene, i meccanismi e la pratica di
queste due tecniche.
Da un lato abbiamo l’ Interior monologue, una tecnica che attraverso uno schema formale tenta di
ordinare i pensieri e le sensazioni anche per facilitare la comprensione
Dall’altro abbiamo lo Stream of consciousness che al contrario rappresenta i pensieri in maniera non
filtrata, caotica e sicuramente in maniera meno chiara e organizzata rispetto alla precedente
mancando infatti spesso di coesione ed unità.
Avendo già analizzato e spiegato lo stream of consciousness è opportuno definire anche l’altra
tecnica, l’interior monologue.
Questa tecnica viene definita da Robert Humphrey nella seguente maniera: << Interior monologue
is then, the technique used in fiction for representing the psychic content and processes of character,
partly or entirely unuttered, just as these processes exist at various levels of conscious control
before they are formulated for deliberate speech.>> 15
Possiamo differire due tipi di Interior Monologue : Direct interior monologue cioè quella tecnica
16
che presenta i pensieri e le sensazioni del personaggio in maniera diretta cioè senza usare l’autore
come mezzo.
Infatti in questa tipologia di Interior Monologue lo scrittore non cerca di spiegare, attraverso
commenti, cioè che il personaggio sta pensando al lettore lasciando questo compito al lettore stesso
di conseguenza troviamo un’interferenza autoriale minima o nulla
L’altra tipologia di Interior Monologue è l’ Indirect interior monologue, che opta per la narrazione
in terza persona e al contrario della precedente in questa lo scrittore partecipa attivamente attraverso
l’uso di commenti o spiegazioni agendo come una guida invisibile per il lettore.
Molto spesso queste due tecnica possono intercambiarsi nello stesso scritto in maniera molto agile.
Tra i massimi esponenti della Modern Novel è doveroso citare James Joyce e Virginia Woolf, autori
che, attraverso la loro penna hanno elevato il genere alla sua più alta espressione, perfezionando e
rendendo proprie le tecniche precedentemente esaminate e discusse.
Tuttavia i due scrittori attuano degli approcci differenti ed impiegano e mixano le tecniche narrativa
in maniera differente.
15 Humphrey, Robert. Stream of consciousness in the modern novel. Vol. 3. Univ of California Press, 1954.
Shuyun, L. I. U. "Multimodality of Interior Monologues in Faulkner’s Stream-of-Consciousness Novels." US-China
16
Foreign Language 16 (2018): 413-416.
Virginia Woolf ha contribuito in modo determinante alla trasformazione della narrativa moderna,
spostando l'attenzione dalla rappresentazione degli eventi esteriori a un'indagine profonda delle
dinamiche della coscienza umana, mostrando << an introspective, analytical, and reflective point of
view>> .
17
Woolf sovverte le convenzioni romanzesche consolidate fino a quel momento, distanziandosi dalla
necessità di << to provide a plot, to provide comedy, tragedy, love interest >> come lei stessa
18
affermava. Questi racconti le permettono di emanciparsi dalle strutture rigide favorendo
l’esplorazione dei movimenti continui e improvvisi della mente.
I suoi romanzi, influenzati dagli scritti Proust e Joyce, mettono in risalto o i pattern della coscienza.
Woolf ha cercato di creare una forma narrativa che potesse rappresentare la vita interiore,
elaborando una tecnica nota come stream of consciousness.
<<The atoms as they fall upon the mind in the order in which they fall,' >> tracciando <<the
pattern, however disconnected ... in appearance, which each ... incident scores upon consciousness.
>> 19
Woolf utilizza questa metafora per descrivere il modo in cui i pensieri, le sensazioni e le
impressioni arrivano alla mente in modo spontaneo e disordinato. L’autrice suggerisce che la
coscienza non segue una struttura logica e lineare, ma è piuttosto un flusso continuo di percezioni
ed emozioni che si presentano senza un ordine preciso, proprio come "atomi" che cadono
casualmente
Nei suoi scritti, Woolf non si limita a esplorare la coscienza di un solo personaggio, ma passa
fluidamente da << from character to character>>, utilizzando monologhi interiori per <<present
each person's differing responses, often to the same event>>. Questa prospettiva multipla
arricchisce la complessità narrativa. 20
Un esempio significativo dell’applicazione di questa tecnica è il racconto The String Quartet, che,
nonostante il titolo musicale, non si concentra direttamente sulla musica, ma piuttosto rappresenta il
Boci, Flutura. "Modern style & the contribution of Virginia Woolf in the development of stream of
17
consciousness." BJES (2018): 18.
18 Prudente, Teresa. "Monday or Tuesday". The Literary Encyclopedia. 25 February 2008. [http://www.litencyc.com/
php/sworks.php?rec=true&UID=3516, accessed 15 May 2017.]
James, William. "The stream of consciousness." Psychology (1892): 151-175.
19 James, William. "The stream of consciousness." Psychology (1892): 151-175.
20
flusso di pensieri e percezioni di un personaggio in prima persona. Qui, Woolf perfeziona il
moderno stream of consciousness, descrivendo una mente assorbita nella propria esperienza
21
immaginativa.
Dove immagini e sentimenti si susseguono e si dissolvono, oscurando la natura stessa della musica
eseguita. In questo racconto il flusso dei pensieri trabocca di immagini, come " water and wavering
fishes ", evidenziando una coscienza immersa nella propria introspezione.
Woolf sfida le convenzioni romanzesche tradizionali, allontanandosi dalla necessità di << to
provide a plot, to provide comedy, tragedy, love interest >> come lei stessa affermava nel 1919.
Questi racconti le permettono di liberarsi dalle rigidità formali per esplorare invece i movimenti
imprevedibili della mente.
In "The String Quartet" di Virginia Woolf, è interessante osservare lo stile e le tecniche narrative
adottate dalla scrittrice. In questo racconto, la voce autoriale è quasi del tutto assente, mentre Woolf
riesce a fondere abilmente la propria voce con quella del narratore, creando una percezione diretta e
intima per il lettore. La narrazione si muove fluidamente tra immagini, sensazioni e riflessioni,
sfumando i confini tra la realtà esterna e quella interiore del personaggio.
Il testo si apre con un'espressione colloquiale, <<Well, here we are>>, quasi a voler coinvolgere
direttamente il lettore in modo informale. La scelta del pronome "we" anziché "I" sottolinea i