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Habermas la definisce una dimensione pubblica di privati. Il concetto di sfera è largamente analizzato dallo studioso

Habermas, il quale la pubblica spazio di discussione discorsi su rinomina come Öffentlichkeit. Sfera pubblica è infatti la

traduzione italiana del concetto habermasiano Öffentlichkeit, inteso come uno spazio di incontro e argomentazione tra

soggetti liberi, detenenti uguali diritti di parola, che affrontano problemi di interesse collettivo e sottopongono al vaglio

intersoggettivo le loro idee-opinioni espresse attraverso forme argomentative. La traduzione italiana non ha mai reso

pienamente giustizia al significato profondo del termine tedesco.

→ In seguito a questa definizione verrà aggiunta la dicitura spazio costituzionalmente garantito nelle democrazie, ed

insieme ad esso deve esserlo anche l'accesso all’informazione pubblica.

Il termine sfera pubblica è dunque da intendersi come definizione di uno spazio della parola, della critica e

dell’argomentazione razionale in cui i segnali e gli impulsi della società civile vengono elaborati e rappresentati alla sfera del

potere politico e in cui le azioni del pubblico potere vengono sottoposte al vaglio della critica e del giudizio.

Le conversazioni che prendono forma in questo spazio – che può essere in presenza fisica o a distanza – riguardano

argomenti d’interesse comune e i soggetti partecipanti si danno da fare per proporre soluzioni a eventuali problemi o per

condividere le loro opinioni o proposte su un fatto inerente al bene comune e, dunque, dalla rilevanza collettiva.

Habermas individua 3 tipi di sfere pubbliche:

effimera → è quella sfera che riguarda i discorsi i luoghi di vita quotidiani (bar, poste, luoghi di incontro);

• messa in scena → dove i discorsi sono fatti in ambienti istituzionali (teatri);

• astratta → spazio di discorso che avviene nell’arena mediale (giornali, TV…).

La sfera pubblica risulta come il luogo dell’uso pubblico della ragione, ovvero il contesto sociale dove i cittadini, comunicando

pubblicamente l’uno con l’altro, possono convincere o essere convinti, o maturare insieme nuove opinioni. Tale luogo è

pubblico nel senso di essere controllabile da tutti. Il termine pubblico ha molti significati, e si lega a concetti come pubblicità,

potere pubblico, pubblica volontà, opinione pubblica e secondo Habermas, con la nascita dello Stato moderno, il principio di

pubblicità rinvia al principio di rappresentanza: rappresentare significa rendere visibile, rendere evidente ad un pubblico. Da

qui la sfera pubblica risulta come la sede dell’opinione pubblica.

La sfera pubblica si oppone alla sfera privata e, come abbiamo visto, è lo spazio in cui si forma l'opinione pubblica: è quello

spazio della vita sociale in cui i privati individui discutono di temi che sono di interesse pubblico, e in cui la pubblica

discussione è costituzionalmente garantita, così come lo è l'accesso alla pubblica informazione.

La sfera pubblica diventa protagonista con la borghesia del ‘600 e del ‘700, quando si crearono circoli e caffè letterari in cui i

privati si riunivano in pubblico per discutere delle loro opinioni e dei lori punti di vista circa temi che riguardavano tutti, come

la politica e le attività dello Stato. In questo modo, la sfera pubblica svolge una funzione di critica e controllo rispetto alle

attività dello stato, si pone tra lo stato e la società civile, svolgendo un ruolo di mediazione.

Lo strumento utilizzato era la stampa, che divenne il mezzo principale per contrastare, da parte della borghesia, il predominio

politico e culturale dell'aristocrazia e riuscire ad esercitare una funzione di controllo sull'agire dei governanti.

Con il sopravvento della radio e della TV, l'arena discorsiva subisce una radicale trasformazione: i nuovi mezzi diventano

agenzie di rappresentazione dell'opinione pubblica in cui i privati borghesi possono riconoscersi ma viene sottratta loro la

possibilità di esserne creatori. 7

La spirale del silenzio

La spirale del silenzio è una delle teorie sugli effetti persuasivi dei media. L’ipotesi di base è che alcuni meccanismi tipici di

media di massa come i giornali o, soprattutto, la televisione contribuiscano a enfatizzare opinioni e posizioni prevalenti

mentre riducono al silenzio, appunto, idee e issue minoritarie. In sostanza, chi ha opinioni poco rappresentate tende a non

comunicarle, per paura della critica sociale.

Per molto tempo e con un certo entusiasmo si è guardato ai social media come a degli strumenti democratici, senza barriere

all’entrata, con all’apparenza minori bias e per questo potenzialmente in grado di rappresentare meglio anche opinioni e

posizioni delle minoranze, una sorta di rimedio, insomma, alla spirale del silenzio. Fenomeni come quelli delle echo chamber

e delle filter bubble sembrano già suggerire che in realtà non sia così.

Una prova più empirica è sembrata darla, però, uno studio del Pew Research Center dedicato proprio a spirale del silenzio e

social media. Ne è risultato, infatti, che chi per paura di essere in disaccordo con la maggioranza e dell’isolamento che

potrebbe derivare da ciò non vuole parlare di un certo argomento dal vivo, raramente è più propenso a farlo in pubblico.

In entrambi i casi, sia online sia offline, e considerata tra l’altro la delicatezza dell’argomento, le persone si sono dette (quasi

due volte) più propense a esprimere le proprie reali opinioni solo se coscienti di rivolgersi a interlocutori che ne avevano di

simili o con cui si trovavano d’accordo. Non solo, insomma, la spirale del silenzio funziona anche sui social ma, in qualche

modo, sembra propagarsi dai social alla vita reale, oltre e più di quanto avviene contrario.

Secondo lo stesso studio, infatti, chi crede che i propri amici su Facebook o propri follower su Twitter dissentano o non siano

d’accordo su alcune sue idee o posizioni sarebbe persino meno propenso a esprimerle faccia a faccia e in contesti come una

discussione a tavola o al bar, tra amici. 8

Compiti e funzioni dell'URP

L'URP viene introdotto con il decreto 29 del 1993. Si tratta di una struttura che ha le seguenti finalità:

▪ rendere realmente esercitabili e garantiti i diritti di trasparenza amministrativa e di accesso alla documentazione;

▪ attivare ogni azione possibile per una corretta e generale informazione, di rilevare i bisogni dell'utenza rispetto ai

servizi erogati, di verificare il livello di soddisfazione dell'utenza;

▪ collaborare per rendere i servizi più efficaci e migliori;

▪ ricercare modi e forme per semplificare i linguaggi: modalità diverse per rivolgersi all'utenza.

Da un lato è struttura di comunicazione e immagine per le istituzioni.

È una struttura che consente di produrre un reale valore aggiunto in una duplice direzione: per il cittadino-utente dei servizi

pubblici e per l'organizzazione stessa, curando non solo la comunicazione esterna ma anche facilitando i flussi comunicativi

interni e fornendo un prezioso contributo all'innovazione organizzativa.

È chiaro che sia Indispensabile l'impiego di personale dedicato, con approfondita conoscenza dell'organizzazione

dell'amministrazione di appartenenza, professionalmente qualificato per l'accoglienza e l'ascolto del pubblico e per la

ricezione delle richieste di informazioni attraverso sistemi telematici, di posta elettronica, videotel, postali, telefonici e

attraverso i social media.

Vi sono diverse dimensioni che riguardano la comunicazione di un’organizzazione pubblica, che devono trovare realizzazione

congiuntamente. L’URP è tenuto a seguire un criterio di comunicazione pubblica integrata:

 comunicazione integrata istituzione/d'immagine, esprimere un'immagine unitaria e coerente e la dimensione grafica;

 comunicazione integrata di servizio/operativa, comunicazione come parte integrante dei servizi della PA;

 comunicazione integrata interna/esterna, rendere coerenti e integrare le attività di comunicazione interna con quelle

di comunicazione esterna;

 comunicazione integrata organizzativa, coordinare e presidiare le attività di comunicazione dei soggetti che si

occupano delle iniziative di comunicazione, evitare sovrapposizioni e separatezza fra le varie strutture e professioni

dedicate;

 comunicazione integrata inter-istituzionale orizzontale/verticale, coordinamento fra più istituzioni per organizzare

attività di comunicazione integrate sia riguardo a obiettivi sia riguardo all'uso degli strumenti di comunicazione;

 integrazione degli strumenti di comunicazione e multimedialità, prevedere l'utilizzo contemporaneo di diversi

strumenti per il raggiungimento di uno stesso obiettivo di comunicazione.

9

Il piano di comunicazione: obiettivi, definizione, collocamento

Tutta l’attività comunicativa della PA analizzata finora ha bisogno di uno strumento che la organizzi, ovvero il piano di

comunicazione. Esso consente:

▪ la finalizzazione (perché comunichiamo),

▪ l’individuazione degli attori (chi comunica e a chi),

▪ l’identificazione dei prodotti da comunicare (cosa comunichiamo),

▪ la scelta degli strumenti da utilizzare per la comunicazione pubblica.

Questo piano crea uno schema generale rimanendo comunque flessibile, questo perché la comunicazione istituzionale non è

fatta per seguire una struttura rigida.

→ Strumento importante all’interno del piano è il diagramma di Gantt: una tabella in cui le righe servono per indicare le

attività, mentre le colonne si utilizzano per indicare i tempi necessari per realizzarle.

Il piano di comunicazione è uno strumento essenziale per programmare le azioni di comunicazione di una organizzazione, è

obbligatorio per le PA. 10

Quali sono le Teorie delle conseguenze inattese dell'agire burocratico di Robert

Merton?

Weber sostiene che non sia possibile concepire le organizzazioni se non come burocrazie, la burocrazia è l'unica e specifica

forma in cui possono prendere corpo e organizzazioni razionali.

Merton (1949) formula la teoria delle conseguenze inattese dell’agire burocratico:

la burocrazia si può trasformare in un apparato lento e rigido;

• la mancanza di flessibilità e duttilità nell’applicazione delle norme provoca una serie di conseguenze sia per i membri

• interni che per la stessa organizzazione;

la mancanza di adattamento determina la prima delle funzioni latenti o conseguenze oggettive che non sono né

• volute né ammesse dell’ordinamento burocratico;

altra conseguenza inattesa della burocrazia è il ritualismo dei funzionari che perdono di vista gli obiettivi finali per

• arroccarsi in posiz

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A.A. 2024-2025
16 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arriprz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Bertetti Paolo.