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LA SFERA PUBBLICA E OPINIONE PUBBLICA SECONDO HABERMAS

Per sfera pubblica intendiamo quel fenomeno sociale e politico che corrisponde allo

spazio in cui si formano opinioni su problemi di interesse generale e che hanno un

qualche riscontro politico.

Quando parliamo di sfera pubblica non intendiamo la sfera dello Stato ma un ambito

intermedio tra lo Stato e il privato. Habermas la definisce una dimensione pubblica di

privati. Il concetto di sfera è largamente analizzato dallo studioso Habermas, il quale la

rinomina come Öffentlichkeit, inteso come uno spazio di incontro e argomentazione tra

soggetti liberi, detenenti uguali diritti di parola, che affrontano problemi di interesse

collettivo e sottopongono al vaglio intersoggettivo le loro opinioni espresse attraverso

forme argomentative.

In seguito a questa definizione verrà aggiunta la dicitura spazio costituzionalmente

garantito nelle democrazie, ed insieme ad esso deve esserlo anche l'accesso

all’informazione pubblica.

Le conversazioni che prendono forma in questo spazio – che può essere in presenza

fisica o a distanza – riguardano argomenti d’interesse comune e i soggetti partecipanti si

danno da fare per proporre soluzioni a eventuali problemi o per condividere le loro

opinioni o proposte su un fatto inerente al bene comune e, dunque, dalla rilevanza

collettiva.

Habermas individua 3 tipi di sfere pubbliche:

• effimera → è quella sfera che riguarda i discorsi i luoghi di vita quotidiani (bar, poste,

luoghi di incontro);

• messa in scena → dove i discorsi sono fatti in ambienti istituzionali (teatri);

• astratta → spazio di discorso che avviene nell’arena mediale (giornali, TV…).

Il termine pubblico ha molti significati, e si lega a concetti come pubblicità, potere

pubblico, pubblica volontà, opinione pubblica e secondo Habermas, il principio di

pubblicità rinvia al principio di rappresentanza: rappresentare significa rendere visibile,

rendere evidente ad un pubblico. Da qui la sfera pubblica risulta come la sede

dell’opinione pubblica. La sfera pubblica si oppone alla sfera privata.

La sfera pubblica diventa protagonista con la borghesia del ‘600 e del ‘700, quando si

crearono circoli e caffè letterari in cui i privati si riunivano in pubblico per discutere delle

loro opinioni e dei lori punti di vista circa temi che riguardavano tutti, come la politica e le

attività dello Stato. In questo modo, la sfera pubblica svolge una funzione di critica e

controllo rispetto alle attività dello stato, si pone tra lo stato e la società civile, svolgendo

un ruolo di mediazione.

Lo strumento utilizzato era la stampa, che divenne il mezzo principale per contrastare,

da parte della borghesia, il predominio politico e culturale dell'aristocrazia e riuscire ad

esercitare una funzione di controllo sull'agire dei governanti. Con il sopravvento della

radio e della TV, l'arena discorsiva subisce una radicale trasformazione: i nuovi mezzi

diventano agenzie di rappresentazione dell'opinione pubblica in cui i privati borghesi

possono riconoscersi ma viene sottratta loro la possibilità di esserne creatori. 6

TEORIA DELLA SPIRALE DEL SILENZIO (NOELLE-NEUMANN)

La spirale del silenzio è una delle teorie sugli effetti persuasivi dei media. L’ipotesi è che

alcuni meccanismi tipici dei mass media come i giornali o, soprattutto, la televisione

contribuiscano a enfatizzare opinioni e posizioni prevalenti mentre riducono al silenzio,

appunto, idee e issue minoritarie. In sostanza, chi ha opinioni poco rappresentate tende

a non comunicarle, per paura della critica sociale.

Per molto tempo e con un certo entusiasmo si è guardato ai social media come a degli

strumenti democratici. Fenomeni come quelli delle echo chamber e delle filter bubble

però sembrano già suggerire che in realtà non sia così.

Una prova più empirica è stata data uno studio del Pew Research Center dedicato

proprio a spirale del silenzio e social media dove il risultato è che chi per paura di essere

in disaccordo con la maggioranza e dell’isolamento che potrebbe derivare da ciò non

vuole parlare di un certo argomento dal vivo, raramente è più propenso a farlo in

pubblico.

In entrambi i casi, sia online sia offline, e considerata tra l’altro la delicatezza

dell’argomento, le persone si sono dette (quasi due volte) più propense a esprimere le

proprie reali opinioni solo se coscienti di rivolgersi a interlocutori che ne avevano di simili

o con cui si trovavano d’accordo.

La spirale del silenzio funziona sui social ma sembra propagarsi da questi alla vita reale,

oltre e più di quanto avviene al contrario.

Secondo lo stesso studio, infatti, chi crede che i propri amici su Facebook o propri

follower su Twitter dissentano o non siano d’accordo su alcune sue idee o posizioni

sarebbe persino meno propenso a esprimerle faccia a faccia e in contesti come una

discussione a tavola o al bar, tra amici. 7

COMPITI E FUNZIONI DELL'URP

L'URP viene introdotto con il decreto 29 del 1993. Si tratta di una struttura che ha le

seguenti finalità:

▪ rendere realmente esercitabili e garantiti i diritti di trasparenza amministrativa e di

accesso alla documentazione;

▪ attivare ogni azione possibile per una corretta e generale informazione, di rilevare i

bisogni dell'utenza rispetto ai servizi erogati, di verificare il livello di soddisfazione

dell'utenza;

▪ collaborare per rendere i servizi più efficaci e migliori;

▪ ricercare modi e forme per semplificare i linguaggi: modalità diverse per rivolgersi

all'utenza.

Da un lato è struttura di comunicazione e immagine per le istituzioni.

È una struttura che consente di produrre un reale valore aggiunto in una duplice

direzione: per il cittadino-utente dei servizi pubblici e per l'organizzazione stessa,

curando non solo la comunicazione esterna ma anche facilitando i flussi comunicativi

interni e fornendo un prezioso contributo all'innovazione organizzativa.

È chiaro che sia Indispensabile l'impiego di personale dedicato, con approfondita

conoscenza dell'organizzazione dell'amministrazione di appartenenza,

professionalmente qualificato per l'accoglienza e l'ascolto del pubblico e per la ricezione

delle richieste di informazioni attraverso sistemi telematici, di posta elettronica, videotel,

postali, telefonici e attraverso i social media.

Vi sono diverse dimensioni che riguardano la comunicazione di un’organizzazione

pubblica, che devono trovare realizzazione congiuntamente. L’URP è tenuto a seguire

un criterio di comunicazione pubblica integrata:

comunicazione integrata istituzione/d'immagine, esprimere un'immagine unitaria e

➢​ coerente e la dimensione grafica;

comunicazione integrata di servizio/operativa, comunicazione come parte

➢​ integrante dei servizi della PA;

comunicazione integrata interna/esterna, rendere coerenti e integrare le attività di

➢​ comunicazione interna con quelle di comunicazione esterna;

comunicazione integrata organizzativa, coordinare e presidiare le attività di

➢​ comunicazione dei soggetti che si occupano delle iniziative di comunicazione,

evitare sovrapposizioni e separatezza fra le varie strutture e professioni dedicate;

comunicazione integrata inter-istituzionale orizzontale/verticale, coordinamento fra

➢​ più istituzioni per organizzare attività di comunicazione integrate sia riguardo a

obiettivi sia riguardo all'uso degli strumenti di comunicazione;

integrazione degli strumenti di comunicazione e multimedialità, prevedere l'utilizzo

➢​ contemporaneo di diversi strumenti per il raggiungimento di uno stesso obiettivo di

comunicazione. 8

IL PIANO DI COMUNICAZIONE (OBIETTIVI,DEFINIZIONE,COLLOCAMENTO)

Tutta l’attività comunicativa della PA analizzata finora ha bisogno di uno strumento che

la organizzi, ovvero il piano di comunicazione. Esso consente:

▪ la finalizzazione (perché comunichiamo),

▪ l’individuazione degli attori (chi comunica e a chi),

▪ l’identificazione dei prodotti da comunicare (cosa comunichiamo),

▪ la scelta degli strumenti da utilizzare per la comunicazione pubblica.

Questo piano crea uno schema generale rimanendo comunque flessibile, questo perché

la comunicazione istituzionale non è fatta per seguire una struttura rigida. → Strumento

importante all’interno del piano è il diagramma di Gantt: una tabella in cui le righe

servono per indicare le attività, mentre le colonne si utilizzano per indicare i tempi

necessari per realizzarle.

Il piano di comunicazione è uno strumento essenziale per programmare le azioni di

comunicazione di una organizzazione, è obbligatorio per le PA.

QUALI SONO LE TEORIE DELLE CONSEGUENZE INATTESE DELL'AGIRE

BUROCRATICO DI ROBERT MERTON?

Merton (1949) formula la teoria delle conseguenze inattese dell’agire burocratico, la

quale indica che:

• la burocrazia si può trasformare in un apparato lento e rigido;

• la mancanza di flessibilità e duttilità nell’applicazione delle norme provoca una serie di

conseguenze sia per i membri interni che per la stessa organizzazione;

• la mancanza di adattamento determina la prima delle funzioni latenti o conseguenze

oggettive che non sono né volute né ammesse dell’ordinamento burocratico;

• il ritualismo dei funzionari, che perdono di vista gli obiettivi finali per arroccarsi in

posizioni iperspecialistiche;

• generano comportamenti meticolosi e pedanti;

• interpretazione delle regole più simbolica che strettamente utilitaria.

L'approccio funzionalistico mette a fuoco gli scarti tra l'intenzione razionale con cui

soggetti agiscono e le conseguenze non attese e non volute che ne derivano a livello di

struttura. Questi scarti vengono definiti funzioni latenti, ovvero inconvenienti che

compromettono il perseguimento dei fini per cui quell'organizzazione è stata costituita.

Merton sostiene che non è vero che ogni forma sociale standardizzata svolga sempre

una qualche funzione vitale nella società, e le funzioni non sono sempre correlate al

mantenimento dell’ordine esistente: possono essere anche negative o disfunzionali.

Merton infine, critica il modello weberiano di burocrazia ovvero, utilizza soltanto gli

elementi presenti in quel modello e, mostra come essi contengano in sé il germe di

potenziali disfunzioni. 9

LA DISTINZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO NELLA SOCIETA’ MODERNA

Thompson espone le due principali interpretazioni storiche dei concetti.

La prima risale al XVI secolo e corrisponde alla distinzione tra potere pubblico

istituz

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
13 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dennis_vettor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione pubblica e istituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Bertetti Paolo.