Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TGN.
Lisosomi
I lisosomi sono vescicole che contengono enzimi idrolitici, circa
40, che lavorano a pH 4 o 5 e digeriscono molecole in maniera
controllata; gli enzimi sono specifici per tutte le molecole
(proteasi, lipasi, ribonucleasi, ecc..) che devono essere portate
dentro la cellula (eterofagia) o che si trovano dentro
(autofagia).
La membrana, poichè contiene gli enzimi che demoliscono
tutto, membrane comprese, contiene al suo interno una
struttura simile al glicocalice che la protegge
dall’autodigestione.
・Eterofagia-> è la digestione di materiale che proviene dall’esterno per endocitosi (molecole nutritive) e
fagocitosi (molecole estranee, come batteri e cellule morte da distruggere). Si forma una vescicola, detta
“fagosoma”, attorno al batterio per fagocitosi; il lisosoma si fonde con il fagosoma, formando il fagolisosoma.
・Autofagia-> è la digestione di parti interne invecchiate della cellula, che non servono più. La particella da
distruggere, come RNA o organuli danneggiati, viene racchiusa una vescicola, l’autofagosoma, che poi si
fonde con il lisosoma per formare l’autofagolisosoma. Il materiale degradato viene riciclato dalla cellula.
Lisosomi secretori
G li enzimi lisosomiali vengono mandati all’esterno, dove devono
mantenere un ambiente acido che gli permetta di agire.
I lisosomi secretori sono presenti nei linfociti T citotossici, che
secernono all’esterno gli enzimi per attaccare la membrana della
cellula da essere demolita, ma anche negli osteoclasti che
demoliscono la MEC, acrosoma (testa) dello spermatozoo, che
demoliscono le pareti di protezione della cellula uovo.
Come comunicano i compartimenti all’interno della cellula?
Gli organuli comunicano tra loro e con la membrana attraverso un
intenso traffico vescicolare per: endocitosi, esocitosi e gemmazione.
Gli organuli, mandano per gemmazione, vescicole ad altri organuli,
come il RE, che per ulteriore gemmazione manda vescicole alle cisterne del Golgi da cui escono vescicole, che si
fonderanno con la membrana plasmatica della cellula e verseranno all’esterno il loro contenuto.
Per poter riconoscere le vescicole, esistono delle proteine di rivestimento come la clatrina: sulla membrana da
cui deve partire la vescicola, sono presenti recettori per il carico (ciò che deve essere trasportato), che si legano
tra loro e nella parte della membrana rivolta verso il citoplasma, la clatrina forma un rivestimento esterno che
permette il distacco della vescicola.
La vescicola si stacca dalla membrana e dopo aver perso il rivestimento avviene il distacco tra recettori e carico.
Oltre alla clatrina, sono presenti altre proteine di rivestimento, dette “coat-proteins”, che differenziano le
vescicole in base alla loro destinazione:
・COP I: riveste le vescicole che si spostano dalle cisterne del Golgi;
・COP II: riveste le vescicole che gemmano dal RE e passano all’apparato del Golgi;
・Clatrina: oltre ad essere coinvolta nella formazione dei lisosomi, si trova anche nelle
vescicole che portano fuori dalla cellula i secreti. Riveste anche gli
endosomi.
La clatrina è un cestello costituito da un esamero di tre catene leggere e tre
pesanti, che unite formano un’elica a tre braccia detta trischelion.
・proteine SNARE: è una coppia di proteine transmembrana, che si dividono in
vSNARE (identifica la vescicola) e tSNARE (riconoscerà la
vescicola marcata da vSNARE nel compartimento di
destinazione, in quanto sono complementari).
Dopo il riconoscimento si avrà la fusione delle membrane
della vescicola e il compartimento di destinazione.
・proteine RAB: si trovano sulle membrane delle vescicole di
trasporto e permettono il legame con la
proteina motrice lungo i microtubuli del
citoscheletro.
Gemmazione
Quando si formano per evaginazione della membrana, delle vescicole interne al citoplasma.
Esocitosi
Si ha quando alla membrana plasmatica arrivano vescicole provenienti dagli organuli membranosi della
cellula, che si fondono con la membrana e versano all’esterno il secreto (vescicole di secrezione).
L’esocitosi si divide in:
- costitutiva, secrezione continua di componenti della matrice extracellulare, da parte di fibro-, condro- e
osteoblasti;
- regolata, cellule che contengono tante vescicole, come i mastociti, che liberano il contenuto delle vescicole
solo quando ricevono un segnale chimico.
Endocitosi
Si formano vescicole per invaginazione della membrana plasmatica, che entrano dentro il citoplasma della
cellula.
Può avvenire per: - fagocitosi, cioè l’endocitosi di grandi
molecole o grossi aggregati di sostanze
solide come i batteri.
La membrana del fagocita circonda la
molecola attraverso espansioni dette
pseudopodi, forma una vescicola e la
porta al suo interno.
Poi i lisosomi formano il fagolisosoma,
dove la molecola viene digerita grazie agli
enzimi.
Se è presente materiale di rifiuto (corpo
residuo), viene liberato all’esterno per
esocitosi o conservato all’interno di essa.
La fagocitosi non è aspecifica, ma prevede un riconoscimento delle cellule del sistema immunitario che può
essere: - diretto, sulla membrana dei macrofagi ci sono recettori per specifici carboidrati presenti sulla
membrana dei batteri;
- indiretto, sulla membrana dei macrofagi o granulociti, ci sono dei recettori per gli anticorpi che
circondano qualcosa che deve essere distrutto.
- pinocitosi, si formano invaginazioni della membrana che portano dentro il liquido della matrice
extracellulare, che contiene tutto ciò che è arrivato dai vasi, in particolare piccole molecole;
- endocitosi mediata da recettori, i recettori di membrana si concentrano in una stessa area per poter entrare
nella vescicola che si formerà dopo il legame con la molecola che la cellula vuole portare dentro.
L’invaginazione sul versante citoplasmatico viene rivestito da clatrina per cui si avrà una vescicola rivestita,
che si stacca dalla membrana ed entra nel citoplasma perdendo il rivestimento e diventando vescicola nuda.
Questa avrà al suo interno i recettori legati alla molecola da eliminare.
L’endosoma precoce si lega alla vescicola nuda e l’ambiente acido creato dagli enzimi, fa si che il carico
si distacchi dai recettori e che si formi l’endosoma tardivo.
L’endosoma tardivo si lega al lisosoma e forma l’endolisosoma,
permettendo la liberazione dei recettori nel citoplasma, che si
concentrano formando una vescicola che tornerà alla membrana.
Con questo sistema la cellula introduce il colesterolo, la transferrina,
ma anche molti virus.
Perosissomi
Sono organelli circondati da una singola membrana, contengono
enzimi, detti “catalasi”, che catalizzano la demolizione di una
molecola, il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che si forma
dall’ossidazione di composti organici utilizzando l’ossigeno come
accettore di elettroni.
Le catalasi sono attive a pH 8 e demoliscono i lipidi, distruggono
molecole tossiche (es. alcol etilico diventa acetaldeide).
Altre funzioni:
⁃ sintesi di colesterolo e acidi biliari
⁃ ossidazione degli acidi grassi
- rimozione di radicali liberi e produzione di molecole
fluorescenti grazie all’enzima luciferasi.
Come si originano i perosissomi?
I perosissomi si formano dal RER, da cui si staccano
vescicole con gli enzimi inattivi. Per attivarli sono
necessarie proteine che vengono sintetizzate nel
citoplasma ed entreranno nelle vescicole, per attivarli.
Il citoscheletro
È l’impalcatura della cellula eucariotica.
La tecnica dell’immunofluorescenza è stata
fondamentale per capire la struttura del citoscheletro,
in quanto il microscopio elettronico non era in grado.
La marcatura è stata possibile grazie ad anticorpi,
anti-proteine che costituiscono i diversi costituenti del
citoscheletro e colorati con i fluorocromi.
Il citoscheletro è costituito da 3 diversi tipi di filamenti
che si differenziano per il diametro:
Microfilamenti
È una struttura piccolissima formata da due filamenti avvolti a doppia elica di actina una proteina globulare,
che forma una fitta rete detta cortex cellulare subito sotto la membrana, ma costituiscono anche delle strutture
di sostegno come ad esempio i microvilli intestinali.
I monomeri di actina globulare sono detti actina-G, hanno un sito per l’ATP che fornisce energia per la
polimerizzazione e un altro sito per ioni metallici bivalenti come il Mg. La catena polimerica prende il nome di
actina-F o fibrosa.
Nella cellula troviamo 50% di actina polimerizzata e 50% di actina monomerica.
L’actina-G presenta anche un sito di legame per la proteina ancillare, la miosina, che assume una
conformazione con inclinazione di 45°, formando la punta di una freccia.
Le estremità del microfilamento sono state denominate in base alla struttura della freccia:
・pointed end, è l’estremità della punta della freccia in cui si ha il distacco dei monomeri di actinga-G;
・barber end, è la coda con le barbe della freccia. Qui avviene la polimerizzazione dei monomeri di actina-G.
Il microfilamento rimane sempre della stessa dimensione, ma si muove per la crescita dell’estremità + e
l’accorciarsi dell’estremità -, questo processo è detto mulinello o treadmilling.
I tre passaggi che portano alla formazione del microfilamento
sono:
1: attivazione
2: nucleazione, si forma una prima struttura di base con i
monomeri di actina-G, che si allungano e avvolgono a
spirale.
La nucleazione viene regolata dalle ABP (acting binding
proteins), che sfruttano l’instabilità dinamica dei
microfilamenti per compiere ciò di cui la cellula ha bisogno.
3: allungamento:
Le ABP
Si legano ai monomeri di actina-G, impedendo la polimerizzazione, altre, come la miosina e la distrofina, si
legano con l’actina-F per regolare l’allungamento e l’accorciamento, bloccando i terminali del filamento (le
ABP bloccano la Barber end, le ATP la pointed end).
Altre ABP sfruttano le interazione dei microfilamenti per formare delle reti o interagire con altri organelli.
La miosina
È una proteina che legandosi all’actina permette ai microfilamenti di formare fibrille contrattili, che la cellula
utilizza per la contrazione muscolare.
Anche la strozzatura della membrana durante la divisione cellulare è dovuta al cortex che interagendo con la
miosina, forma una struttura contrattile ad anello.
Esistono 18 differenti classi di miosina, ad esempio la miosina II si trova nel muscolo formata da una coda e
due teste, la miosina V e I si spostano lungo i microfilamenti e si legano
a vescicole che devono essere spostate nel citoplasma, ma permettono
anche lo scivolamento di microfilamenti lungo la m