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Dziga Vertov invece favorisce il montaggio come mezzo per cogliere il mondo nei suoi cambiamenti (riflessione
teorica sulle potenzialità del montaggio, non vuole raccontare una storia, ma vuole riprodurre il mondo nel
momento in cui sta cambiando, si può dare una priorità al primo o al secondo approccio, quello che cambia è il
tema, che cosa si vuole riprendere, dipende da cosa si vuole dire, da cosa si vuole esprimere). A proposito del
suo film Chelovek s kino-apparatom (L’uomo con la macchina da presa) si può dire che la fase di preparazione
sia totalmente assente, egli intende impressionare ciò che osserva dando un senso di ritmo e velocità alle
immagini che genera nello spettatore la costruzione di idee dovuta all’uso sapiente proprio del montaggio.