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Per la vastità dei suoi imponenti monumenti funebri è considerato un vero e proprio museo
scul-
a cielo aperto. Le numerose statue funerarie e cappelle – opere prevalentemente di
tori genovesi – sia pure costruite in stili differenti, restituiscono all'insieme del complesso
un importante valore sotto l'aspetto dell'architettura e scultura funebre.
Per comprendere meglio l'aspetto puramente artistico ed il valore della parte monumentale
del cimitero di Staglieno occorre procedere ad una valutazione di tipo storico-sociale con-
siderando cioè – per quanto riguarda almeno il periodo del cosiddetto realismo borghese –
i ri essi e le ricadute dello sviluppo, della formazione e del consolidamento di un certo tipo
di borghesia – quella genovese del tempo – quanto mai propulsiva e per molti aspetti arte-
ante litteram.
ce di una mentalità progressista
Cimitero monumentale di Milano
il cimitero è stato creato da Carlo Maciachini e si trova nella omonima piazza, Monumen-
tale, che oggi è anche una fermata della metro Lilla.
La sua inaugurazione avvenne nel 1866 ma in realtà si pensò alla sua realizzazione anni
prima quando il Municipio di Milano bandì un concorso per la progettazione di un cimitero
unico che convogliasse su di sé le sepolture distribuite nei sei cimiteri periferici. Un’iniziati-
va che però non ebbe molto seguito, tant’è che si dovette aspettare no al 1860 per bandi-
re un nuovo concorso e fu solo nel 1863 che si ebbe un vincitore, per l’appunto l’architetto
Carlo Maciachini, originario di Induno Olona, che dopo avere progettato il Monumentale
ebbe successo nell’architettura funeraria.
Il 2 novembre 1866, data di certo non casuale, il Cimitero, sebbene incompleto, venne
aperto con una cerimonia solenne e benedetto da Monsignor Calvi.
La sua super cie attuale è di 250mila metri quadrati e Maciachini nel progettarlo si fece
ispirare dall’epoca in cui viveva e dalle tendenze del periodo: ci sono infatti forme del Goti-
co, del romanico lombardo e pisano e inserti bizantineggianti che fanno assurgere quello
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“museo
che viene considerato un vero e proprio a cielo aperto” quasi a modello dell’e-
clettismo italiano e dell’architettura funeraria.
Cimitero della Certosa di Bologna ‘30
La vasta area ad ovest del cimitero viene realizzata a partire dalla ne degli anni del
Novecento, quando ormai si era reso impossibile l’ampliamento ad est a causa delle cre-
scita periferica della città. La struttura planimetrica complessiva viene pensata tra 1940 e
1948. Man mano che nel corso dei decenni verranno realizzati i nuovi campi si assisterà
“1945” “1946”
ad un progressivo calo della qualità progettuale, che trova nei Campi e il
suo punto più basso. Tale sviluppo, comune a qualsiasi cimitero italiano, si deve alla forte
richiesta di semplici loculi e ad un progressivo allontanamento concettuale dall’idea del
monumento funebre quale memoria pubblica, verso aspetti totalmente di ricordi ed affetti
privati. Anche le poche realizzazioni monumentali sono frutto di questo mutamento epoca-
le che avviene dopo la ne del Secondo con itto mondiale, in quanto le cappelle diventano
sempre più appendici domestiche, chiuse da vetrate e cancelli che ne impediscono la vi-
suale interna e l’accesso. Con il DPR n. 803 del 21 ottobre 1975, le tombe di famiglia non
vengono più concesse in perpetuo ma per un tempo limitato di novantanove anni. Se pri-
ma i sepolcri di famiglia erano intesi come il luogo ultimo di manifestazione ed espressione
della cultura, dello stato sociale, della storia collettiva di quel nucleo, ora la percezione del-
la precarietà non induce più a commissionare grandi monumenti, ma a chiudersi in celle
sempre meno personalizzate, af dando la comunicazione del proprio ricordo spesso sem-
plicemente a una maniglia.
In questo panorama piuttosto desolante rimangono però alcuni esempi di semplice ma raf-
nato rigore architettonico che vede il momento più alto nel Campo 1948. Passeggiando
tra questi chiostri è però possibile trovare un interessante repertorio della scultura bolo-
gnese della seconda metà del Novecento. Tra gli artisti presenti si segnalano Arrigo Armie-
ri (Dal Canton, 1992), Andrea Franchi (Pionava, 1979), Giorgio Lenzi (Vivolo, 1985), Mar-
co Marchesini (Vacchi Verati, 1978; Pini, 1981; Magli, 1985), Enzo Pasqualini, Carlo San-
tachiara (Venturi, 1979; Fuzzi, 1987), Farpi Vignoli (Cucchi, 1963 - Coltelli, 1978).
Cimitero Civico di Bergamo
La genesi del Cimitero Monumentale di Bergamo è stata piuttosto complessa. Il cimitero
che possiamo visitare oggi è infatti il risultato di numerose fase costitutive che si sono al-
ternate.
A seguito degli editti napoleonici, nel 1810 a Bergamo furono inaugurati tre cimiteri: uno
nella zona di S. Lucia, oggi via Nullo, un altro in Valverde e il terzo nella piana di S.
Maurizio.
A distanza di pochi anni, nel 1813 il cimitero di S. Lucia, a causa di una localizzazione ina-
datta, fu chiuso e sostituito dal nuovo camposanto di S. Giorgio costruito alla Malpensata.
I tre cimiteri rimasero in funzione per tutto l’800. Ma è tra il 1895 e il 1896 che per diversi
motivi, tra i quali anche quelli igienici, si decise di sopprimere i tre cimiteri accor-
parli in un’unica struttura.
Il Bando perla realizzazione venne vinto dall’architetto milanese Ernesto Pirovano e nel
luglio del 1904 avvennero le prime sepolture.
Sarà proprio Pirovano a progettare il grandioso ingresso, sovrastato dal Famedio e carat-
terizzato da uno stile solenne e originale.
La prima parte ad essere completata è il Famedio, contemporaneamente alle opere per la
realizzazione dell’avancorpo a sera. I lavori si conclusero de nitivamente nel 1912 per es-
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sere poi ripresi nel 1945 per modi care l’impianto centrale della cappella con il trasporto
dell’altare dal centro a ridosso dell’apertura verso il cimitero.
Il famedio ospita le spoglie di coloro che si sono distinti e hanno dato lustro alla città. A
loro è dedicata una campata, all’estremità destra del famedio, dove oggi sono sepolti il let-
terato Ciro Caversazzi, il politico Angelo Mazzi, i compositori Antonio Cagnoni e Alessan-
dro Nini, e il maestro Gianandrea Gavazzeni.
Cimitero Monumentale di Trieste
Trieste visse nell’arco del XIX secolo il periodo più orente della sua storia, quale principale porto
dell’impero asburgico. La popolazione della città crebbe rapidamente dai 30.000 abitanti del 1800,
ai 235.000 abitanti del 1914 e qui si assestò, rimanendo praticamente costante (salvo i periodi
immediatamente seguenti ai due con itti mondiali) no ai giorni nostri. Per mancanza di spazio,
già nei primi anni dell’800, l’Amministrazione comunale cercò soluzioni alternative ai due vecchi
cimiteri, posti sul colle di San Giusto, poco distanti dalla cattedrale.
In una zona molto lontana dal centro abitato, sul lato sud della città, venne individuata, sul colle di
S. Anna, la posizione ottimale per la costruzione di un nuovo grande cimitero.
La prima sepoltura nel cimitero cattolico di S. Anna fu effettuata il 1 agosto 1825 ed è in questo
periodo che si abbandonarono de nitivamente i due cimiteri del colle di San Giusto: sia quello
maggiore, adibito ad Orto Lapidario, sia quello minore, ridotto a sagrato.
Il carattere internazionale del porto di Trieste e il orente sviluppo dei traf ci richiamò in città etnie
di carattere diverso, con religioni diverse, che costituirono molto presto, ciascuna per proprio con-
to, il proprio cimitero. Nacquero così intorno al cimitero cattolico di S. Anna altri cimiteri di differente
fede religiosa (ebraico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso, protestante-luterano ed elvetico-angli-
cano), tutt’oggi in esercizio, gestiti dalle relative comunità religiose.
Monumentale di Torino
Cimitero
Precedentemente chiamato Generale è ora conosciuto con il nome di Cimitero Monumen-
tale per le numerose tombe storiche ed artistiche che si possono visitare.
All’interno del Cimitero Monumentale si trovano anche il Tempio Crematorio e il Luogo del
Ricordo ove è possibile la dispersione delle ceneri.
Sempre al Monumentale sono presenti aree di sepoltura riservate alle comunità ebraica ed
evangelica, a ordini religiosi e a corpi militari. “Città
Il Monumentale è un museo a cielo aperto. La del silenzio” ospita personaggi cele-
bri e numerose testimonianze d’arte. Scrittori, statisti, storici, politici, artisti, calciatori,
eroi: sono numerosi i personaggi che hanno tracciato la storia e la cultura non solo della
Città ma dell’intero Paese e che oggi riposano nei cimiteri cittadini.
La storia e l’arte da scoprire nel Monumentale di Torino suggeriscono percorsi culturali,
artistici, storici e religiosi
Monumentale di Verona.
Cimitero
Parte della storia di Verona, in particolare quella dal 1800 a oggi, riposa nel Cimitero Mo-
numentale della città. I grandi nomi della politica scaligera, ma soprattutto della cultura,
sono sepolti in questo grande camposanto a pochi passi da piazza Bra.
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