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Chiesa di Orsanmichele

Qui vediamo un particolare di questa chiesa gotica. Si chiamava così perché c'era un orto dedicato a San Michele. È una chiesa che sta a Firenze nella via dei calzolai, tra il duomo e il palazzo della signoria. Poi al posto dell'orto fu costruito un mercato del grano e la chiesa della confraternita di una corporazione. Sulla facciata della chiesa le arti fiorentine vollero far collocare le statue dei rispettivi santi protettori (ogni corporazione aveva il proprio santo protettore).

Uno dei più spettacolari complessi di arte pubblica del tempo. Il concetto di arte pubblica si basa appunto sul fatto che l'arte doveva essere ammirata da tutti e non doveva essere relegata in un ambito privato, signorile o di corte. Ci sono 14 nicchie. Oggi le sculture che si trovano all'interno di queste nicchie sono tutte delle copie fedeli, mentre quelle originali si trovano in parte nel museo della chiesa, e in parte nel museo.

Dell'opera del Duomo di Santa Maria del Fiore. Ma, la scultura di San Giorgio di Donatello si trova nel museo del Bargello.

  1. Lorenzo Ghiberti - San Giovanni Battista (1412-1416) -> Museo di Orsanmichele

Quella che vediamo all'interno della nicchia è una replica, mentre la statua restaurata è quella che si trova all'interno del museo. Questa scultura è stata realizzata quando Ghiberti era proprio nel pieno dei lavori della porta e fu eseguita per l'Arte di Calimala (quindi per la stessa corporazione che gli aveva affidato la commissione della porta). Quindi, Ghiberti traduce in grandi dimensioni il linguaggio delle formelle (questa statua è stata fatta in bronzo ed è alta quasi 2 metri). Si nota ad esempio l'inarcatura del corpo del santo che è accompagnato dal panneggio. Questo santo si presenta come languido, seducente, felpato, con gli occhi scintillanti (che sono stati fatti con l'argento) ed è.

Lontano, come iconografia, a ciò che invece si legge dalle sacre scritture perché SAN GIOVANNI BATTISTA era un santo che aveva scelto la vita del deserto ed era vestito con un pelo rozzo di cammello, aveva tutti i capelli arruffati e trascurati, era magro con muscolatura asciutta perché appunto egli era il profeta che gridava la venuta di Cristo nel deserto. Qui, invece, vediamo questo santo come un grande patriarca del mondo gotico ed è lontanissimo da quel ispidoprofeta vestito di cammello.

Comunque GHIBERTI sentiva che l'aria intorno a sé stava cambiando e siccome era intelligente non fece come NICCOLÒ DILAMBERTI che getta la spugna e se ne va a VENEZIA, lui invece annusa l'aria, capisce che deve proporre la sua sfida alla tradizione facendosi appoggiare dalle arti più potenti come l'ARTE DI CALIMALA ma anche l'ARTE DEL CAMBIO (quella dei banchieri che possono permettersi il costoso bronzo e non tutte le corporazioni erano

Così ricche da permetterselo). Le altre sculture erano in marmo: un materiale sempre pregiato ma meno costoso del bronzo. Ogni arte voleva prevaricare e ostentare la propria ricchezza, potenza e magnificenza. Questa rivalità e competizione accesa tra le arti non fece che bene al mercato artistico.

2. DONATELLO - SAN MARCO (1413) -> MUSEO DI ORSANMICHELE

Questa scultura è stata realizzata in marmo. La poetica di DONATELLO è completamente diversa sia da quella di GHIBERTI che da quella di NANNI DI BANCO. Rappresenta un santo che è espressivo e rude. Le opere di questo momento ci fanno immaginare uno scultore che trae dagli antichi una lezione meno rassicurante di NANNI DI BANCO, più vigorosa. DONATELLO era stato da poco a ROMA e questa scultura di San Marco è la prima scultura compiutamente rinascimentale: è una scultura che riprende proprio l'idea di statua antica e da una nicchia gotica, in contraddizione con la forma gotica della nicchia.

Il santo lancia uno sguardo corrucciato e saettante sulle teste di chiguarda. Poi, la pronunciata flessione della gamba afferma la sua compiuta elaborazione delle statue antiche.

3. NANNI DI BANCO – I QUATTRO SANTI CORONATI (1415)—> MUSEO DI ORSANMICHELE

Questa nicchia, per poter ospitare questi 4 santi, era più ampia delle altre. Questi erano i 4 santi, che erano in realtà scultori, vissuti ai tempi di DIOCLEZIANO e subirono il martirio perché erano dei santi cristiani.

NANNI DI BANCO aveva studiato l’antica Roma, si era ispirato e aveva immaginato quasi di contestualizzare questi santi coronati. Essi erano i protettori dell’arte degli “scalpellini”, i maestri di pietra, quindi questa corporazione alla quale apparteneva sia NANNI DI BANCO che DONATELLO (in questa corporazione non c’era solo l’arte della pietra ma anche quella del legname).

NANNI DI BANCO immagina quasi una conversazione silenziosa in questa profonda nicchia nella penombra,

Poi quando il sole batte su questa facciata e invade quest'opera si creano degli effetti dichiaroscuro, grazie anche al panneggio di questi santi che è fluido e avvolgente, infatti queste sono delle toghe romane e quindi non hanno nulla di quelle svirgolature del panneggio falcato e inclinato che realizza GHIBERTI.

DI BANCO, a differenza di DONATELLO, pur sempre dimostrando la sua conoscenza della statuaria romana la addolcisce, la addomestica in una tendenza più addolcita delle forme, mentre, DONATELLO la rende rigorosa, possente e turbolenta.

Confronto:

NANNI DONATELLO

4. DONATELLO - SAN GIORGIO (1417) - MUSEO DEL BARGELLO

Quest'opera fu eseguita da DONATELLO sotto commissione dell'ARTE DEGLI ARMAIOLI.

Questa si tratta di un recupero di una possanza fisica, uno slancio che non è più gotico: è una statua a sé stante con una apertura a compasso delle gambe, il santo punta al suolo il suo scudo che è il simbolo dei

corazzai.Alla base c'è una predella scolpita nella quale si vede SAN GIORGIO che uccide il drago e libera la principessa: questo è uno dei soggetti più amati degli artisti tardogotici ma in questo caso è rappresentato quasi con una visione prospettica molto interessante perché qui DONATELLO applica la tecnica dello stiacciato: un rilievo così basso che permette di creare degli effetti sfumati e di rappresentare questa idea di profondità e di andare oltre infatti si vede in fondo anche un paesaggio. DONATELLO è un interlocutore più diretto e importante di un artista: MASACCIO. MASACCIO TOMMASO DI SER GIOVANNI detto MASACCIO è un pittore di SAN GIOVANNI VAL D'ARNO (vicino FIRENZE). Egli nel 1417 giunge a FIRENZE e si iscrive alla corporazione dei medici e degli speziali, ciò non ci deve sorprendere perché i pittori erano accomunati agli speziali in quanto trattavano di pigmenti e non esisteva ancora una

contribuì al suo atteggiamento trasandato. Nonostante ciò, Masaccio è considerato uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano. Le sue opere, sebbene poche, sono caratterizzate da una profonda comprensione della prospettiva e dell'anatomia umana. Tra le sue opere più famose si annoverano il ciclo di affreschi della Cappella Brancacci a Firenze e la Trinità, conservata nella Basilica di Santa Maria Novella. Masaccio morì prematuramente all'età di soli 27 anni, lasciando un'eredità artistica di grande importanza.

L'aveva profondamente segnato. Tuttavia, pur nella povertà delle notizie biografiche, sappiamo che aveva un fratello GIOVANNI DI SER GIOVANNI che dipingeva cassoni nuziali (un tempo erano oggetti molto richiesti che venivano utilizzati per sistemare la biancheria e altro) ed era detto "LO SCHEGGIA".

Soltanto una delle opere note di MASACCIO è stata documentata realmente mentre tutte le altre gli sono state attribuite sulla base dell'analisi stilistica e sulla base di qualche coeva, o di poco successiva, testimonianza.

Ad esempio: TRITTICO DI SAN GIOVENALE (CASCIA - vicino FIRENZE):

Questo trittico fino agli anni '70 del '900 non risultava attribuito a nessuno. Non reca una firma ma reca una data, ovvero 1422: in questo periodo molti pittori dipingevano ancora con uno stile tardo gotico e questo dipinto mostra una quasi una fase di transizione. Perché vi sono per certi versi degli elementi tardo gotici che però risultano quasi frenati, rasserenati,

senza quella libertà e svagatezza tardo gotica. La madonna centrale, pur non presentando rigorosi riferimenti prospettici matematici, presenta un tentativo prospettico molto bel delineato, in modo particolare il tentativo prospettico lo si vede nelle figure degli angeli che fiancheggiano il trono che è anch'esso con una pedana in sporgenza che è in leggera prospettiva. L'attribuzione di questo trittico è controversa: possiamo confrontare questo polittico con un'opera certa di Masaccio: MASACCIO - POLITTICO DI PISA (1426) Il polittico poi fu smembrato e i vari pezzi si trovano in varie parti del mondo. La madonna si trova, ad esempio, alla NATIONAL GALLERY di LONDRA. Di questo polittico abbiamo molte informazioni: fu realizzato per la cappella del notaio SER GIULIANO DI COLINO DEGLI SCARSI da SAN GIUSTO. È l'opera meglio documentata di MASACCIO grazie al suo committente che era particolarmente pignolo che annotò tutti i pagamenti e tutti solleciti.

Fatti al pittore. Il 19 febbraio del 1426, MASACCIO era a PISA per siglare il contratto per la somma di 80 fiorini, con i quali il pittore doveva provvedere anche ai materiali più costosi: l'oro per lo sfondo, l'azzurro oltremare (azzurro ricavato dai lapislazzuli).

Visto questo, riprendiamo il "polittico di SAN GIOVENALE A CASCIA" dove vediamo un bambino che è problematico:

Quello di Pisa: il bambino pilucca avidamente dal grappolo di uva che ha in mano, ha le dita nella bocca.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
43 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DesireeDQ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della critica dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Gaeta Letizia.