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STUDIO ECOGRAFICO DELL’ASSETTO PELVICO
Valuta morfologia statica e dinamica degli organi e visceri pelvici, è un esame
diagnostico non invasivo che utilizza gli ultrasuoni per valutare la struttura e la
funzionalità degli organi e delle strutture presenti nella pelvi.
CHIRURGIA: CLASSIFICAZIONE
CHIRURGIA PERINEALE CHIRURGIA ADDOMINALE
Prof. Agradi
-ORIFIZIALE Trattamento dei prolassi dei tre
compartimenti pelvici
suppurazioni (ascessi e fistole)
- ragadi
- neoformazioni
- malattia emorroidaria
-
-RETTALE TRANSANALE
prolasso rettale
- Esterno
- interno (ODS)
-
-RAGADE ANALE
Consiste in un’ulcerazione lineare sempre al di sotto della linea
dentata, è prevalentemente posteriore e singola ad eziologia incerta
(periodi di diarrea, stress). È sempre associata ad ipertono sfinteriale,
sempre sostenuta da ipertono sfinteriale. La sintomatologia è
caratterizzata dal dolore (se non c’è dolore non c’è ragade).
Lo sfintere sentendo dolore si contrae come la maggior parte dei
muscoli dopo stimolo doloroso
Può causare proctorragia od ematochezia (tracce sangue);
Stipsi/ods può essere causa ma più spesso conseguenza.
La diagnosi è quasi esclusivamente clinica, basata su anamnesi e
quando possibile si effettua una visita con diagnosi differenziale solo
dopo terapia per visita molto dolorosa dovuta alla ragade
TERAPIA MEDICA CHIRURGICA
OBIETTIVI OBIETTIVI
Ridurre il dolore Ridurre l’ipertono sfinteriale
Ridurre l’ipertono sfinteriale Favorire la cicatrizzazione
Favorire la cicatrizzazione Preservare la continenza
PRESIDI TRATTAMENTI
Terapia topica locale Ragadectomia
Tutto ciò
Dilatatori anali Sfinterotomia laterale interna
che è Termoterapia (bidet caldi) anoplastica
infiammato e provoca dolore a livello anale, deve essere alleviato con il caldo e NON con il GHIACCIO!!!
RAGADECTOMIA: consiste nell'asportazione della lesione sino al tessuto sano, dal versante cutaneo
sino alla linea pettinata ridurre calibro sfintere interno per ripristinarne la forma e funzione
SFINTEROTOMIA INTERNA:
SUPPURAZIONI ANALI E PERIANALI Prof. Agradi
Sono manifestazioni flogistiche acute e/o croniche della regione perianale e perirettale il
momento eziopatogenetico è sempre un processo suppurativo (ascesso) a partenza dalle
cripte di Morgagni
Lo sviluppo del processo suppurativo negli spazi perianali/perirettali ne determina la gravità e
di conseguenza la complessità del trattamento
Ascesso e fistola perianale sono due momenti (acuto e cronico) dello stesso processo
morboso.
-CLASSIFICAZIONE
Fistola intrasfinterica: fistola si esteriorizza passando attraverso lo sfintere interno ed esterno
Fistola sovrasfinterica: passa al di sopra dell'apparato sfinteriale, a livello del muscolo
puborettale
Fistola extrasfinterica: il tunnel decorre all'esterno dello sfintere esterno e penetra in alto
attraversando il muscolo elevatore dell'ano
Fistola transfinterica: la fistola attraversa lo sfintere esterno a diversi livelli, lo spazio ischio-
rettale ed infine arriva alla cute
-SUPPURAZIONI PERIANALI CLINICA
FASE ACUTA: ASCESSO PERIANALE FASE CRONICA: FISTOLA
PERIANALE
DOLORE SORDO INGRAVESCENTE ORIFIZIO FISTOLOSO PERIANALE
INDIPENDENTE DALLA ATTIVO
(SECERNENTE) O SILENTE
DEFECAZIONE
TUMEFAZIONE PERIANALE SINTOMI LEGATI ALLE
FEBBRE +/- TIPO SETTICO SECREZIONI
Prof. Agradi
SUPPURAZIONI PERIANALI DIAGNOSTICA
Fondamentale riconoscere la sede dell’ascesso/fistola ed i suoi rapporti con l’apparato
sfinteriale. Vengono eseguiti diversi esami come:
ECOGRAFIA TRANSANALE 3D
RMN
TERAPIA CHIRURIGICA
Obiettivo del trattamento chirurgico è quello di eliminare/sterilizzare il processo suppurativo
preservando la continenza
incisione e drenaggio dell’ascesso: in fase acuta si incide la cute perianale
Fistulotomia (messa a piatto) del processo fistoloso: solo in quelle intersfinteriche
(asportazione di parte del tessuto)
Fistulectomia: togliere chirurgicamente il processo fistoloso
con setone
o flap mucoso
o VAAFT
o Prof. Agradi
MALATTIA EMORROIDARIA
Avere le emorroidi non è una malattia!!
Le emorroidi sono normalmente presenti all’imbocco del canale anale, servono per chiudere il
canale anale
Per “malattia emorroidaria” si intende un insieme di segni e sintomi (sindrome) dovuti
all’anomala fuoriuscita (prolasso) delle emorroidi dal canale anale durante l’atto defecatorio
Anatomia normale anatomia emorroidaria
SINTOMI VASCOLARI MECCANICI
PROCTORRAGIA PROLASSO
EMATOCHEZIA SOILING
TROMBOFLEBITE INCONTINENZA
PRURITO
DERMATITE
DEFECAZIONE OSTRUITA
-CL ASSIFICAZIONE
1. Primo grado: non danno sintomi (emorroidi normali)
2. Secondo grado: vanno all’esterno del canale anale e rientrano in
autonomo
3. Terzo grado: vanno all’esterno del canale anale e devono essere
reintrodotte dal paziente
4. Quarto grado: da trattare chirurgicamente
TECNICHE RESETTIVE
Tecnica utilizzata durante il prolasso emorroidario ma non conservano le
emorroidi. Guarigione dopo 1 mese circa
INTERVENTO DI LONGO
In caso di prolasso emorroidario viene tolta
la parte di mucosa rettale che non
permette di far scendere le emorroidi.
La cicatrice è posta dove non vi è
sensibilità dolorosa, è molto più efficace
rispetto alle tecniche resettive Prof. Agradi
PROLASSO RETTALE
Per prolasso si intende la discesa verso il basso di un organo
od un viscere
Il prolasso rettale è pertanto la discesa del retto verso il basso
Se i meccanismi di continenza sono validi il prolasso non si
estrinseca verso l’esterno e viene chiamato prolasso rettale
occulto. In assenza di validi meccanismi di continenza il retto
fuoriesce dall’ano formando un prolasso rettale esterno
-SINTOMI
Senso di incompleta defecazione
Eccessivo ponzamento
Disconfort perineale
Defecazione in più tempi
Fecalomi
Defecazione assistita (clismi, supposte, digitazione in retto)
Uso cronico lassativi
Uso frequente clismi
> 10 minuti per defecazione
< 2 defecazioni /settimanali
TRATTAMENTO
Intervento che si può trattare chirurgicamente con metodo S.T.A.R.R. (stapled transanal
rectal resection).
Reseca il segmento prolassante restituendo al retto anatomia e funzione normale
Cedimento del retto verso la vagina, l’intervento consiste nella resezione della parte
prolassata internamente.
Utilizzo di suturatrice circolare
PROLASSO RETTALE ESTERNO
PROLASSO RETTALE STESSO
INCONTINENZA E CORRELATI
Riflesso involontario dello sfintere si dilata e il
prolasso esce
Come nella funzione fisiologica che si dilata in
presenza del bolo defecale. Prof. Agradi
-CHIRURGIA ADDOMINALE
Inevitabilmente il prolasso genitale provoca un retto secondario prolasso. Defecazione ostruita
è sempre presente anche se la sua gravità è variabile. Spesso può associarsi l'incontinenza
urinaria
PROL ASSI PELVIPERINEALI
La pelvi femminile è classicamente divisa in tre compartimenti:
1. anteriore (vescica)
2. medio (utero e vagina)
3. posteriore (retto)
La discesa di uno o più dei compartimenti provoca alterazioni
anatomiche e/o funzionali
SINTOMATOLOGIA
L’alterazione anatomica (segno) crea un’alterazione funzionale (sintomo).
Vengono coinvolti i tre compartimenti del prolasso in diversa misura «anteriore e posteriore
possono stare da soli, il medio si accompagna sempre con gli altri 2»
ANTERIORE MEDIO POSTERIORE
cistocele>sintomi isterocele/prolasso di prolasso
urinari cupola occulto/rettocele>sintomi
bulging vaginale ingombro vaginale rettali
ostruita defecazione
incontinenza dispaurenia
prolasso esterno
ristagno vescicale
sintomi ostruttivi
-SOSPENSIONE DEGLI ORGANI PELVICI MEDIANTE RETE TRASVERSALE DI
ASCENSORI P.O.P.S
L'obiettivo della procedura è correggere il
prolasso dell'organo pelvico (POP),
ripristinando un normale relazione
anatomica tra vescica, vagina e retto. Il
restauro di legamenti sospensori verticali
è l'obiettivo primario. Tuttavia, oltre alla
procedura, se un grave difetto della
parete vaginale anteriore coesiste, può
essere rinforzato da maglia in superficie vagina-vescica
CHIRURGIA PERINEALE CHIRURGIA ADDOMINALE
Orifiziale: Gestione del dolore
Controllo diuresi e qualità delle
Gestione del dolore urente
urine (ematuria/aria)
Gestione delle ferite
Coadiuvare la mobilizzazione
Gestione delle secrezioni
precoce
Gestione dell’igiene locale
Transanale:
Gestione del dolore viscerale
Gestione del sanguinamento
Pz con catetere; controllo catetere vescicale Prof. Agradi
ASSISTENZA POSTOPERATORIA
DOLORE
Valutazione e rivalutazione multidimensionale del dolore
Far assumere una posizione antalgica
Somministrare antidolorifici secondo prescrizione medica (es: PCA tramite elastomero)
Creare un ambiente rilassante all’interno della stanza
CANALIZZAZIONE
Valutare la canalizzazione a gas e/ o feci
Valutare la presenza di impedimenti all’evacuazione all’interno del canale anale (es:
medicazione)
Assicurare la privacy
Valutare lo stato della medicazione e della pulizia della zona perilesionale
Istruire la persona su come detergere la zona operata
Verificare l’avvenuta evacuazione (tempi, quantità, qualità, frequenza)
MEDICAZIONE
Monitorare la ferita secondo i 5 segni di flogosi e i segni di sanguinamento attivo
Collaborare con il personale medico nel rinnovare la medicazione
DIURESI
Verificare l’avvenuta minzione entro 6 ore dal rientro dalla sala operatoria; in presenza
di catetere vescicale, monitorare quantità e qualità delle urine
MOBILIZZAZIONE PRECOCE
Descrivere i benefici della mobilizzazione precoce in merito alla ripresa della
canalizzazione e alla gestione del dolore
Educare a riconoscere eventuali controindicazioni alla mobilizzazione e su cosa fare nel
caso in cui intercorressero
Compensare durante la prima mobilizzazione postoperatoria