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SOPRAVVIVENZA
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è in netto miglioramento : nei Paesi con sistemi
sanitari efficienti può superare l'85-90%, sopratttutto per i tumori diagnosticati in fase
iniziale
I sottotipi biologici influenzano molto la prognosi : ad esempio, i tumori HER2+ o triplo
negativi tendono ad essere molto più aggressivi rispetto ai tumori LUMINALI, che
rispondono meglio alla terapia ormonale
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Il carcinoma mammario mostra una distribuzione geografica disomogenea : l'incidenza è
maggiore nei Paesi occidentali, mentre la mortalità è più alta nei Paesi a basso reddito;
queste differenze riflettono l'accesso diseguale a prevenzione, diagnosi, trattamenti
efficaci
(Nord Sardegna => 1 donna su 12; in Italia => 34.500 nuovi casi all'anno)
Fattori di rischio
- FATTORI DEMOGRAFICI
- Età (il rischio aumenta con l'età) >30
- Sesso femminile (rapporto F/M 150:1)
- FATTORI DI RISCHIO ELEVATO
- Anamnesi familiare positiva per C. mammario in consanguinei di primo grado
- Precedente C. mammario controlaterale
- C. non invasivo (=> C. duttale o lobulare in situ)
- FATTORI DI RISCHIO ELEVATO
- Menarca precoce
- Nulliparità o prima gravidanza a termine dopo i 30 anni
- Precedente C. della mammella controlaterale ma con linfonodi negativi
- Obesità (o in generale stile di vita poco sano... cibi ricchi di grassi saturi,
sedentarietà, fumo, alcol...)
!! La prevenzione, sia primaria (riduzione dei fattori di rischio), sia secondaria (screening
con mammografia), ha un ruolo cruciale nel controllo dell'impatto epidemiologico della
malattia
Istotipi del carcinoma
mammario (in situ e inflitranti)
Nel carcinoma della mammella, il termine "ISTOTIPO" si riferisce al tipo istologico del
tumore, cioè alla sua origine e alle sue caratteristiche microscopiche; i principali istotipi si
distinguono innanzitutto in carcinomi in SITU e in carcinomi INFILTRANTI (o invasivi), e
ciascuno di essi può essere DUTTALE o LOBULARE, a seconda del punto in cui origina
all'interno della ghiandola mammaria
Carcinoma in situ
Il carcinoma in situ è una forma NON invasiva :
- significa che le cellule tumorali sono anomale, ma rimangono confinate all'interno dei
dotti o
dei lobuli, senza superare la membrana basale che le separa dai tessuti circostanti
- è considerato uno stadio pre-canceroso ma con un potenziale evolutivo verso la forma
invasiva (INFILTRANTE)
CARCINOMA DUTTALE IN SITU (DCIS)
Origina dai dotti GALATTOFORI (i condotti che trasportano il latte) ed è il tipo più comune
di carcinoma in situ
Le cellule tumorali riempieno e dilatano i dotti, ma non invadono il tessuto circostante; si
diagnostica spesso grazie alla mammografia che aiuta ad individuare la presenza di
microcalcificazioni
Il trattamento di questo tipo di carcinoma è solitamente chirurgico (quadrantectomia o
mastectomia) SENZA dissezione del cavo ascellare; in alcuni casi si effettua
CARCINOMA LOBULARE IN SITU (LCIS)
Origina dai lobuli, strutture che producono il latte ed è più raro del DCIS
A differenza di quest'ultimo, non è considerato un vero precursore del cancro, ma
piuttosto un MARCATORE DI RISCHIO aumentato per lo sviluppo di un carcinoma
infiltrante, sia nello stesso seno che nell'altro; di solito non dà segni visibili alla
mammografia e viene scoperto durante le biopsie (solitamente nemmeno mirate alla sua
diagnostica)
Non richiede di conseguenza alcun tipo di trattamento ma piuttosto un follow-up : "wait
and see policy"
Carcinoma infiltrante (o invasivo)
Il carcinoma infiltrante è una forma maligna vera e propria in cui le cellule tumorali
superano la membrana basale e si diffondono nel tessuto connettivo circostante con
potenziale metastatico
CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE (IDC)
E' il tipo più comune di C. infiltrante, rappresentando circa il 70-80% dei tumori maligni
mammari; origina dai dotti, ma le cellule invadono il tessuto mammario circostante
Metastatizza sia per via linfatica (arrivando ai linfonodi ascellari, la catena mammaria
interna, le sovraclaveari...) sia per via ematica (arrivando ad ossa, fegato, polmoni...) se
non trattato; ha un comportamento molto variabile a seconda delle sue caratteristiche
molecolari
CARCINOMA LOBULARE INFILTRANTE (ILC)
Rappresenta circa il 10-15% dei casi, originando dai lobuli e diffondendosi al tessuto
mammario come per il duttale
Ha un comportamento più "subdolo", tendendo ad essere meno compatto può essere
meno visibile alla palpazione o in mammografia; spesso si presenta in modo più diffuso,
anche con coinvolgimento bilaterale o multicentrico
Trattamento chirurgico del
carcinoma infiltrante
Quadrantectomia (o chirurgia conservativa)
La quadrantectomia è un tipo di intervento conservativo cioè mirato a rimuovere solo la
parte del seno colpita dal tumore
Consiste nell'operazione di un quadrante della mammella, ovvero circa un quarto del
tessuto mammario, comprendente :
- Il tumore
- Un margine di tessuto sano attorno per sicurezza
- Eventualmente anche parte della cute sovrastante e del muscolo sottostante, se
coinvolti
!! Dopo l'intervento, la paziente fa RADIOTERAPIA, per ridurre il rischio di recidive
Quando si fa?
• Quando il tumore è limitato, singolo e c'è un uon rapporto tra dimensione del tumore e
volume del seno; è una scelta possibile quando si vuole preservare l'estetica e non c'è
necessità di asportare l'intera mammella
Mastectomia
La mastectomia è un intervento DEMOLITIVO, che consiste nell'asportazione totale della
mammella; può essere :
- RADICALE => rimozione completa di mammella, cute, capezzolo e parte del muscolo
pettorale (oggi molto raro)
- TOTALE SEMPLICE => asportazione solo della ghiandola mammaria, conservando i
muscoli
- CONSERVATIVA DELLA CUTE O DEL COMPLESSO AREOLA-CAPEZZOLO
(Skin-sparing o Nipple-sparing) => usata se si prevede la ricostruzione immediata
Quando si fa?
• Se il tumore è MULTICENTRICO (più
focolai distanti tra loro)
• Se è troppo esteso per una chirurgia
conservativa
• Se ci sono controindicazioni alla
radioterapia
• Su scelta della paziente
Biopsia del linfonodo sentinella
Il LINFONODO SENTINELLA è il primo linfonodo che riceve la linfa dal tumore, quindi è il
primo dove si potrebbero diffondere le cellule tumorali
- La biopsia del linfonodo sentinella è una procedura chirurgica che permette di valutare
se il tumore ha iniziato a diffondersi
Come si fa?
1. Si inietta vicino al tumore una sostanza radioattiva o colorante
2. Questa sostanza segue il flusso linfatico e raggiunge il linfonodo sentinella
3. Il chirurgo lo identifica o lo asporta
4. Viene analizzato al microscopio per cercare eventuali cellule tumorali
Perché è importante?
- Se il linfonodo è NEGATIVO, si può evitare un intervento più invasivo (DISSEZIONE
ASCELLARE)
- Se è POSITIVO, si decide caso per caso se fare terapie aggiuntive o dissezione
Dissezione ascellare
La dissezione ascellare è l'ASPORTAZIONE di più linfonodi ascellari (livelli I e II, a volte
anche III), per vedere quanto il tumore si è diffuso
- Oggi non si fa più di routine, perché è un intervento più invasivo e può causare
complicanze (es. -> linfedema del braccio)
Quando si fa?
• Se la biopsia del linfonodo sentinella NON è eseguibile (es. -> per precedenti
interventi, circatrici, infezioni)
• Se il linfonodo sentinella risulta positivo e ci sono criteri per rimuovere gli altri linfonodi
• In caso di tumori localmente avanzati o linfonodi palpabili positivi già prima
dell'intervento
Tipi di terapie del carcinoma
mammario
Radioterapia
• Cos'è?
- E' l'uso di radiazioni ad alta energia per distruggere eventuali cellule tumorali rimaste
localmente dopo la chirurgia
• Quando si fa?
- SEMPRE dopo la chirurgia conservativa (quadrantectomia)
- A volte dopo mastectomia, se il tumore era molto grande o con linfonodi positivi
OBIETTIVO : prevenire le recidive locali
Chemioterapia
• Cos'è?
- Farmaci che agiscono a livello SISTEMICO, uccidendo le cellule tumorali in tutto il
copro
• Quando si fa?
- Se il tumore è aggressivo (es. -> triplo negativo non trattabile solo con terapia mirata)
- Se ci sono linfonodi positivi
- Se il tumore è grande o in fase localmente avanzata
TIPI : può essere NEOADIUVANTE (=> prima del trattamento principale, quindi in questo
caso prima dell'intervento per ridurre la massa) o ADIUVANTE (=> dopo il trattamento
principale, quindi dopo l'intervento)
Ormonoterapia
• Cos'è?
- Terapia che blocca l'azione degli ESTROGENI, perché alcuni tumori crescono proprio
grazie a questi ormoni
• Quando si fa?
- Se il tumore è ormono-sensibile (ER+ e/o PR+)
FARMACI USATI (esempi) : tamoxifene (soprattutto in premenopausa) e inibitori
dell'aromatasi (in postmenopausa) (durata di base : fino a 5-10 anni)
Terapie mirate (biologiche o molecolari)
• Cos'è?
- Terapie che colpiscono bersagni specifici presenti solo nelle cellule tumorali
• Quando si fa?
- Solo se il tumore esprime HER2+ (human epidermal growth factor receptor 2 => è una
proteina che si trova sulla superficie delle cellule e che stimola la crescita e la
divisione cellulare, nel carcinoma mammario circa il 15-20% dei tumori ha un eccessiva
quantità di questa proteina)
ESEMPIO PIU' NOTO : trastuzumab (herceptin) per tumori HER2+, spesso associato alla
chemioterapia
Complicanze dell'intervento
chirurgico alla mammella
Complicanze precoci (entro 24 ore)
1. EMORRAGIA POST-OPERATORIA
E' una delle complicanze più gravi a breve termine; si manifesta con un'importante perdita
ematica che può causare ipotensione, tachicardia, pallore e riduzione della diuresi,
visivamente si può anche notare un incremento della quantità di sangue nel drenaggio
• Trattamento :
- Monitoraggio continuo dei parametri vitali
- Applicazione di medicazione compressiva
- In caso di sanguinamento persisente : intervento chirurgico di revisione
2. EMATOMA
Si tratta dell'accumulo di sangue sotto la ferita chirurgica, visibile come gonfiore, tensione
locale, dolore ed ecchimosi; è meno grave dell'emoraggia, ma può aumentare il rischio
d'infezione
• Trattamento :