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ISPEZIONE
Va eseguita con paziente seduta ad arti superiori, in alto al di sopra del capo.
Il medico posizionato di fronte al paziente. Descrizione di:
- forma
- simmetria
- volume
- aspetto delle mammelle (ev. tumefazioni, retrazioni cutanee e/o del capezzolo, lesioni cutanee:
edema, eritema, ulcerazione).
- eventuale secrezione spontanea dal capezzolo
PALPAZIONE
Va eseguita con paziente sdraiata ad arti superiori in alto al di sopra del capo, mantenendo la mano a piatto.
Descrizione di eventuali lesioni parenchimali circoscritte o nodulari e loro caratteristiche (sede, dimensioni,
margini, superficie, consistenza, rapporti con i piani circostanti, dolorabilità). Descrizione di eventuali lesioni
parenchimali diffuse
Palpazione del capezzolo per provocare eventuale secrezione
PALPAZIONE DELLE STAZIONI LINFONODALI ASCELLARI: va eseguita con paziente sdraiata ad arti superiori
lungo il corpo, utilizzando i polpastrelli.
Descrizione di eventuali linfoadenomegalie (e loro caratteristiche) a carico delle stazioni: ascellare,
sottoclaveare, sopraclaveare.
PATOLOGIA BENIGNA
- Cisti (uniche, malattia fibrocistica)
- Fibroadenoma
- Lipoma
- Galattocele
- Ascesso (settico, asettico)
- Ginecomastia
CARCINOMI IN SITU
- Duttale (Comedo: solidi, cribrosi o micropapillari / non comedo
- Lobulare
CARCINOMI INVASIVI
- Duttale (puro o misto) 75%
- Lobulare 15%
- Midollare 5%
- Colloide o mucinoso 2%
- Tubulare 1-2%
- Forme rare (mastite Ca, Paget)
Quadro clinico →
È presente lo screening mammario il più delle volte viene diagnosticato quando ancora asintomatico e non
palpabile. Anche l’autopalpazione ha dato una spinta alla diagnosi precoce.
La manifestazione di una paziente con tumore alla mammella può essere: presenza di nodulo
all’autopalpazione, alterazione del volume o del profilo della mammella, un’alterazione dell’aureola del
capezzolo, condizione a buccia d’arancia della cute sopra il tumore per infiltrazione linfatica, a volte può essere
presente una secrezione ematica dal lato affetto.
La palpazione non va eseguita a paziente seduto, se il paziente è sdraiato e pone l’arto sopra la testa la
ghiandola si distende e si percepiscono maggiormente alterazioni
Malattia di Paget: condizione molto rara, a volte compare come una zona di disepitelizzazione a livello
dell’aureola. Se questa lesione persiste e aumenta di volume è necessario effettuare biopsia
È importante andare a valutare con l’esame obiettivo se la malattia si è diffusa alle stazioni linfonodali
dell’ascella, condizione che può andare a creare situazione di linfedema all’arto superiore
TECNICHE DI STUDIO PER IMMAGINI:
• Mammografia: prima battuta. Permette di evidenziare se in uno dei quadranti è presente un nodulo
con caratteristiche sospette e/o microcalcificazioni: non sono patologie localizzate come il nodulo,
quindi non appartengono tutte allo stesso clono cellulare, possono nascondere un carcinoma in situ.
Se i contorni sono regolari il tumore sarà benigno. Adatta soprattutto a pazienti più anziani >40 anni.
Se la mammogradia non è leggibile ovviamente bisognerà effettuare anche un’ecografia
• Ultrasonografia
• Ecografia: da delle informazioni complementari alla mammografia. L’ecografia studia meglio la
componente ghiandolare mentre la mammografia studia meglio la componente extraghiandolare.
< 40 anni consigliata ecografia. È utilizzata anche come guida alla biopsia. I noduli solidi vengono
evidenziati bene, si osserva la struttura interna, la forma, i contorni, il diametro e ovviamente la sede
• RM: esame di seconda istanza, riservato a portatori di BRCA, protesi o ricadute tumorali. Alta
sensibilità e minore specificità rispetto alla mammografia > tasso di falsi positivi. Non rileva le
microcalcificazioni
• Indagine microistologica: possibilità su guida ecografica o mammografica di prelevare un campione
di tessuto sul nodulo.
Se è presente un nodulo, viene bucato e si aspira un pochino di materiale. Se sono presente
microcalcificazioni (che all’ecografia non si vedono) sono un problema in quanto queste sono diffuse
nel tessuto e non è detto che tutti i campioni siano uguali. Con una particolare pistola si asportano
→
12 prelievi esame microistologico su zona ampia, accuratezza diagnostica maggiore. Se il focolaio
è molto piccolo può essere asportato tutto, quindi ha scopo anche terapeutico
• Tomosintesi: per mammella densa, permette una ricostruzione tridimensionale. È presente il rischio
di falsi positivi
Mammotone: elevata accuratezza diagnostica, accurato esame istologico. Vengono prelevati con una sorta di
“pistola” 12 frustoli e vengono posti secondo le ore dell’orologio alle quali corrispondono e quindi radiografati
Duttogalattografia: Indicazioni: Secrezioni sierose; Secrezioni siero-ematiche; Secrezioni ematiche. Si punge
con un ago spesso il capezzolo e si osserva se è presente fuoriuscita di sangue. Può essere diagnostico per
papilloma intraduttale
SCREENING:
< 40 anni: nessun controllo preventivo programmato
40-49 anni: test diagnostico con finalità “preventiva” è la mammografia con periodicità di 12-18 mesi;
l’esame clinico e l’ecografia possono integrare validamente i due primi esami (DIBATTUTO)
50 - 69 anni: va “raccomandata” la partecipazione a programmi di screening o, in assenza di questi, il controllo
periodico spontaneo entro i 24 mesi
> 70 anni: nessuna efficacia screening
TERAPIA CHIRURGICA: in precedenza si effettuava un intervento massivo con asportazione di piccolo e grande
pettorale; si è sempre più ristretto il campo del chirurgo
- biopsia mammaria
- Lumpectomy (margine sano > 1 cm), con resezione a tutto spessore fino alla fascia del muscolo
grande pettorale.
- Tumorectomia: conservato margine almeno di 1 cm di tessuto sano vicino al tumore
- Quadrantectomia: se si toglie lo spicchio di mammella con tumore e si esegue poi radioterapia il
rischio di sviluppare recidiva non è superiore a togliere tutta la mammella come si faceva prima
- Mastectomia con risparmio cutaneo: quando il tumore è molto grande, se possibile si risparmia la
cute e il nipple sparing ovvero la zona del capezzolo per poi poter mettere una protesi e “conservare”
l’aspetto estetico. È fondamentale però che gli interventi siano radicali
- Mastectomia totale: asportazione della ghiandola mammaria e di losanga di cute sovrastante
comprendente il capezzolo e l’areola
In precedenza, venivano anche asportati completamente i linfonodi ascellari per valutare la presenza di
metastasi: si interrompono le strutture linfatiche, se si va a lavorare al di sopra della vena ascellare si vanno
→
anche a interrompere i vasi linfatici che drenano l’arto superiore linfedema
Con linfectomia ascellare si può andare incontro a anestesia o parestesia della zona peri-ascellare,
solitamente questo problema si risolve nel giro di qualche settimana. Quando si lesiona il nervo toracico lungo
→
si sviluppa un deficit del gran dentato scapola alata e alterazione della dinamica motoria
Biopsia del linfonodo sentinella: è stato dimostrato che il tumore della mammella si propaga nel sistema
linfatico seguendo un ordine topografico, si propaga quindi prima ai linfonodi più vicini e poi a quelli distali.
Iniettando un mezzo scintigrafico si evidenzia il primo linfonodo positivo ovvero il linfonodo sentinella, si
effettua una biopsia e se questa risulterà positiva si sottoporrà la paziente a linfectomia però solo del
linfonodo sentinella.
Nervo muscolocutaneo: insensibilità di un’area del braccio vicino all’ascella. In genere questi disturbi si
risolvono, in un tempo che va da qualche settimana ad un anno.
Nervo toracico lungo: deficit del muscolo gran dentato che ha la funzione di mantenere la scapola aderente
alla parete toracica. Mancando la fissazione della scapola l’elevazione dell’arto sopra la testa risulta spesso
limitata. Si risolve in sei mesi circa con un buon programma riabilitativo.
CIRCOLAZIONE LINFATICA
I pazienti con problemi di circolazione linfatica vengono diagnosticati molto in ritardo in quanto prima si pensa
ad altre patologie. Quando vi è un edema quasi certamente il sistema linfatico è coinvolto, o in maniera
→
diretta o in maniera indiretta quando nell’interstizio si forma del liquido, il sistema venoso non riesce a
venare questo liquido in più viene drenato al sistema linfatico per poi essere scaricato nel sistema cavale.
Quando c’è un accumulo di liquidi si ha quindi linfedema
Il sistema linfatico è un sistema aperto, cioè le radici linfatiche raccolgono i liquidi che si formano, per poi
scaricarli nel sistema venoso in corrispondenza dell’angolo venoso succlavio-claveare (dotto linfatico)
I capillari linfatici sono formati solo da cellule più o meno vicine per far passare sostanze, convogliano nei rami
linfatici più grandi. Il sistema linfatico nasce a fondo cieco nei tessuti nella matrice interstiziale = si tratta di
“sacchetti” con parete molto sottile che permette di fare passare liquidi e proteine e permette di convogliarli
nel sistema linfatico. Questi liquidi vanno poi nei collettori, sempre di calibro maggiore, che possiedono dei
→
segmenti tra un sistema valvolare e l’altro questi si contraggono per fare in modo che la linfa scorra sempre
in una unica direzione, dalla periferia verso il centro.
I linfonodi sono delle valvole lungo le vie linfatiche, i collettori afferiscono alla capsula del linfonodo, la linfa
circola nel linfonodo e esce dal linfonodo.
Quando il linfonodo non funziona bene (se infiammato, fibrotico o tumorale), la linfa si blocca nei linfonodi
→ possono rappresentare una ostruzione
LINFONODI ARTO INFERIORE
➔ Principale in sede inguinale: arriva anche la linfa dei genitali esterni e della zona perineale e anale. È
un crocevia di linfa tra AAII, genitali e zona perineale e anale
➔ Sede poplitea →
Le stazioni linfoghiandolari sono in comunicazione tra di loro il drenaggio linfatico è assicurato qualora ci
sia un’alterazione delle vie linfatiche (es trauma, tumore o operazione chirurgica)
LINFONODI ARTO SUPERIORE
➔ Tutta la linfa drena a livello del dotto toracico, tra la succlavia e la giugulare. Il linfonodo a sinistra
raccoglie i 4/5 di tutta la linfa della parte sinistra del corpo
➔ La a livello del dotto toracico destro vengono drenati collo e arto superiore destro
Il linfedema può essere secondario a seguito di rimozione dei linfonodi o primario, cioè nascono delle
problematiche o vengono sviluppate nel corso della vita sen