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-ASCESSO PANCREATICO
Raccolta purulenta intra-addominale circoscritta, di solito in
• prossimità del pancreas, contenente o meno modica componente di necrosi ghiandolare
Richiede 4 o più settimane dall’esordio per formarsi
• L’ascesso differisce dalla necrosi infetta per il quadro clinico e l’estensione della necrosi associata
•
-NECROSI PANCREATICA
o Presenza di una o più aree di parenchima pancreatico non vitale che tipicamente si associa a necrosi del tessuto
adiposo peripancreatico
o TC con mdc: gold standard diagnostico (aree ben delimitate di parenchima ipodenso, Ø>3 cm o comprendenti più del
30% della regione pancreatica)
o Densità eterogenee del tessuto peripancreatico (Steatonecrosi)
o Fondamentale distinzione tra necrosi sterile e infetta: presenza di bolle all’imaging (TC). La sovrainfezione sembra
determinata da traslocazione batterica e colonizzazione dei tessuti necrotici
o TRATTAMENTO NECROSI INFETTA: drenaggio percutaneo, antibioticoterapia
O TRATTAMENTO NECROSI STERILE: solo in caso di sintomi compressivi
PANCREATITE ACUTA- INDICAZIONI CHIRURGICHE
Sanguinamento non trattabile agiograficamente o in paziente instabile;
• Trattamento di sindrome compartimentale (decompressione addominale);
• Drenaggio chirurgico (per via transaddominale o retroperitoneale) di necrosi infetta non passibile di trattamento
• percutaneo o endoscopico
Colecistectomia precoce in caso di pancreatite acuta e ostruzione biliare
•
TRAPIANTO DI PANCREAS NON EISTE, esistono i trapianti sulle insole pancreatiche specialmente nel sottocute,
importante per correggere il diabete, ma non si hanno evidenze certe
ESOFAGO
Organo origina a livello del torace e si conclude nello stomaco grazie allo
iato esofageo
1. Cervicale
2. Toracico
3. Addominale
Anteriormente all’aorta, sezione tubulare è quella toracica.
Abbiamo due sfinteri: (sfintere esofageo superiore e inferiore)
SES e SEI
UES (Upper Esophageal Sphincter)
• LES (Lower Esophageal Sphincter)
•
E’ formato da tre tuniche:
Tonaca mucosa
• Tonaca sottomucosa
• Tonaca muscolare circolare interno e longitudinale esterno)
•
N.B. Manca un rivestimento sieroso esterno.
VASCOLARIZZAZIONE ARTERIOSA
Scarsa e segmentaria
E’ costituita da:
rami delle arterie tiroidee inferiori
• rami delle arterie bronchiali
• rami delle arterie freniche
• rami dell’arteria gastrica sinistra
•
VASCOLARIZZAZIONE VENOSA
Corrisponde alla distribuzione arteriosa. Nel terzo inferiore si presenta anastomosi portocavale,
ovvero la porzione superiore è drenata alla vena cava, quella inferiore tramite la vena gastrica
viene drenata dal sistema portale
Ipertensione portale (in cirrosi epatica)--> varici delle vene sottomucose dell’esofago e rischio sanguinamento
NB: ATTENZIONE A SNG se si hanno le varici esofagee
DIAGNOSTICA DELLE PATOLOGIE ESOFAGEE
GOLD STANDARD: EGDS (esofagogastroduodenoscopia)
consente la diagnosi fino alla seconda porzione duodenale di malattie organiche, neoplasie, esofagiti, permette esecuzione di
biopsia per esame istologico
Può essere utilizzato per la legatura delle varici esofagee
-RX con mezzo di contrasto (esofagogramma o rx tubo digerente):
Esame statico, indicato con bario o con Gastrografin, consente studio morfologico, la presenza di stenosi, dilatazione o
estroflessioni.
Mezzo di contrasto:
Bario: estremamente irritante a livello peritoneale. Controindicato in caso di perforazione
• Gastrogarfarin: inerte, più utilizzato
•
Ecoendoscopia:
Esame ecografico per via endoluminale. Stadiazione neoplasie. Sonda endoscopica con montata sulla punta una sonda che ci
permette di studiare gli strati dell’esofago e componenti T ed M
Per disturbi funzionali dello stomaco si esegue:
1. consente di studiare le pressioni nei vari segmenti
Manometria:
2. gold standard nella malattia da reflusso, studia il PH esofageo (rilevazione di 24 ore) i cui VN (valori
PH-metria:
normali) sono tra 6-7.
MALATTIE FUNZIONALI DELL’ESOFAGO
Patologie benigne (disfagia e incapacità ad alimentarsi)
• Disordini motori del corpo o degli sfinteri esofagei
• Primitive o secondarie (Diabete Mellito, M. di Chagas, sclerodermia, COVID?)
•
-ACALASIA ESOFAGEA
Assenza di peristalsi del corpo esofageo associato ad aumento della pressione del LES (SEI) al momento della deglutizione
Epidemiologia: 1 caso ogni 100.00 abitanti
Eziologia ignota, ma spesso con istologia: degenerazione del plesso mioenterico di Auerbach ossia plesso di fibre muscolari
localizzati nella tonaca muscolare che consente in maniera volontaria la contrazione del muscolo stesso.
-SINTOMI
-Disfagia (deglutizione difficoltosa):
Disfagia paradossa (liquidi): sebbene il liquido sia più deglutibile del cibo, arriva prima allo sfintere esofageo
• Disfagia mista (solidi e liquidi)
• rischio di inalazione con complicanze respiratorie (polmonite ab ingestis)
-Rigurgito di materiale non digerito -->
Altri: odinofagia (dolore durante la deglutizione) , perdita di peso, dolore toracico
DIAGNOSI esofago atonico, dilatato, con difficoltoso passaggio del mdc (aspetto a coda di topo)
RX con bario:
• per escludere stenosi organiche
EGDS:
• dimostra assenza di peristalsi efficace nel corpo esofageo; misura le pressioni all’interno dell’esofago,
Manometria:
• pressioni basse non presenta peristalsi; simile a una gastroscopia.
«Acalasia vigorosa» quando le onde NON peristaltiche sono di ampiezza aumentata
TERAPIA
Trattamento medico: utilizzo di calcio
• antagonisti con azione miorilassante. Utilizzato
in palliazione, non efficace
Trattamento endoscopico: dilatazioni
• pneumatiche (sollievo momentaneo) oppure
iniezione di tossina botulinica livello della
giunzione esofago-gastrica che consente la
dilatazione dello Sfintere Esofageo. Queste due
metodiche non hanno durata permanente
Trattamento chirurgico: miotomia
• extramucosa sec. Heller con associata plastica
anti reflusso VLS.
Incisione a livello longitudinale estesa per 10cm
sulla parete dell’esofago che consente
l’esposizione della mucosa
SPASMO ESOFAGEO DIFFUSO
Disordine motorio con contrazioni spastiche dell’esofago ed alterazione della peristalsi non
dovuto alla deglutizione del cibo
Disfagia e dolore toracico
Sintomi: RX con mdc e manometria
Diagnosi: miotomia toracoscopia ossia taglio del muscolo per diminuire la pressione e
Trattamento:
favorire il passaggio di bolo
DIVERTICOLI ESOFAGEI
Estroflessioni sacciformi della parete esofagea.
Patologia acquisita faringo esofagei, iuxta bronchiali ed epifrenici
A seconda della zona che colpiscono si distinguono in
Si dividono per due meccanismi:
aumento della pressione endo esofagea con estroflessione della parete muscolare attraverso zone di
Da pulsione:
• minore resistenza.
processo infiammatorio a livello iuxta bronchiale che causa retrazione cicatriziale e stira la parete
Da trazione:
• esofagea in tutto il suo spessore, dall’esterno.
-DIVERTICOLO DI ZENKER (FARINGO ESOFAGEO)
Diverticolo da pulsione dovuto ad alterazione motoria dello SES con
aumento della pressione endoluminale ed estroflessione della mucosa
Killian
in una zona di debolezza muscolare chiamata triangolo di ossia
incrocio di fibre muscolari dove vi sono punti in cui il muscolo non esiste
e la mucosa e sottomucosa si erniano formando il diverticolo
Zenker).
(diverticolo di Dovuto ad aumento PA SES.
Sintomi:
- Si manifesta aumento del senso di ingombro e alitosi con
rigurgito di materiale fetido.
endoscopia; In caso di sospetto: TAC con bario
- Diagnosi:
Terapia: si tratta solo se sintomatico
- - Diverticulectomia chirurgica
- Diverticulectomia endoscopica
DIVERTICOLO IUXTA BRONCHIALE:
Del terzo medio esofageo, da pulsione per spasmi esofagei. Si
tratta solo se sintomatico
DIVERTICOLO EPIFRENICO:
Tratto inferiore dell’esofago prima del diaframma, sempre da
pulsione. Terapia chirurgica solo se sintomatico,
diverticulectomia con miotomia e plastica anti reflusso
NEOPLASIE MALIGNE ESOFAGEE
Incidenza 50-100 casi su 100.000
Prognosi infausta
Si distinguono:
- Carcinoma squamocellullare: origina dall’epitelio squamoso
- Adenocarcinoma: secondaria a degerazione dell’epitelio cilindrico con metaplasia intestinale (esofago di Barrett)
sostituzione di un epitelio con un altro
- Altri: sarcoma, linfoma, melanoma, carcinoma indifferenziato
ESOFAGO DI BARRETT
Condizione pre cancerosa secondaria al reflusso GE
Sostituzione dell’epitelio squamoso esofageo con epitelio di tipo intestinale in risposta
all’acidità gastrica adenocarcinoma
Possibilità di evoluzione verso displasia lieve severa moderata
FATTORI DI RISCHIO
- Reflusso gastro esofaegeo
- Abuso alcolico
- Fumo di sigaretta
- Acalasia, stenosi, diverticoli esofagei
- Assunzione di alimenti caldi
- Familiarità
- Carenze alimentari (ipovitaminosi)
SEDE
- Terzo superiore dell’esofago 15% dei casi
- Terzo medio nel 50 % dei casi
- Terzo inferiore nel 35 %◊ sede prevalente dell’adenocarcinoma
SEGNI E SINTOMI: DISFAGIA
I sintomi si presentano quando la neoplasia invade i 2/3 della circonferenza circa. Si
manifesta disfagia (dapprima ai solidi). Meno specifici: rigurgito, scialorrea
(ipersalivazione) singhiozzo e calo ponderale.
DIAGNOSI E STADIAZIONE
EGDS con biopsia
• TC torace ed addome con mdc: esclusione di secondarismi;
• ECOENDOSCOPIA: da informazioni sull’estensione parietale della neoplasia e lo stato linfonodale; dà informazioni su
• TNM
Nei tumori del terzo superiore medio può essere complementare la broncoscopia
•
-VIE DI DIFFUSIONE Ln laterocervicali, Ln mediastinici, Ln piccola curvatura gastrica
Per via linfatica:
• Fegato (tramite il sistema portale)
Per via ematica:
• Faringe, trachea, mediastino ...
Per contiguità:
•
TRATTAMENTO CHIRURGICO:
Al giorno d’oggi in tumori squamo cellulari o adenocarcinomi possono essere evitati interventi chirurgici tramite alcuni
trattamenti che vadano a ridurre la neoplasia.
Oggi però a livello esofageo può essere eseguita una esofagectomia: che può essere eseguita in laparoscopia/
toracoscopia e cervicale a volte, nei tumori poco evoluti.
Viene proposta la Chemio-radioterapia: prima dell’intervento
• Chemioterapia
• o Neoadiuvanti: prima intervento
o Adiuvanti: dopo intervento
FASE DEMOLITIVA:
Tecnica open toracotomica la