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CONIUGAZIONE CON SOLFATO
Richiede energia, è molto efficiente nell’eliminazione degli xenobiotici attraverso le urine in
quanto i coniugati con solfato sono completamente ionizzati e di conseguenza molto solubili
in H2O; l'enzima che catalizza la coniugazione con solfato sono sulfotransferasi il cui
cofattore è rappresentato dalla 3’- fosfoadenosina-5’-fosfosolfato (PAPS).
INDUZIONE ENZIMATICA
Un aspetto importante delle reazioni di biotrasformazione riguarda la capacità di certi
xenobiotici di influenzare l’entità delle biotrasformazioni attraverso la trascrizione e
l’induzione dell’espressione di geni che codificano per determinati enzimi.
Tale processo designato come induzione enzimatica può avere importanti conseguenze dal
punto di vista tossicologico. E’ un fenomeno provocato dall’esposizione dell’organismo a
sostanze generalmente molto lipofile che causano un aumento dei livelli dei vari enzimi
coinvolti nel metabolismo degli xenobiotici, con conseguente aumento della velocità di
biotrasformazione.
I meccanismi con cui gli induttori possono aumentare il metabolismo degli xenobiotici sono
tre: un aumento della trascrizione del gene d’interesse, una stabilizzazione dell’mRNA o una
stabilizzazione della proteina.
Generalmente, l’induzione enzimatica è un processo dose-dipendente, che dipende dai livelli
di esposizione all’agente inducente, ed è reversibile in seguito alla sospensione
dell’esposizione all’induttore.
● Le conseguenze cliniche del fenomeno dell'induzione possono essere
essenzialmente di due tipi e dipendono dal tipo di sostanza bio trasformata e dal tipo
di metabolita prodotto.
● Se lo xenobiotico viene metabolizzato in una molecola dotata di minore attività, si
osserverà una diminuzione significativa dei livelli plasmatici del farmaco attivo e,
come conseguenza, una riduzione dell’effetto terapeutico o addirittura inefficacia
terapeutica.
● Se invece il farmaco somministrato viene trasformato in un metabolita ancora attivo o
con attività biologica superiore, si potrà avere un aumento dell’effetto terapeutico o
addirittura la comparsa di effetti tossici.
TOSSICOGENETICA
Cancerogenesi
Processo in cui per azione di agenti fisici, chimici o biologici le cellule normali
vengono trasformate in cellule neoplastiche e queste in tumore;per neoplasia si
intende una crescita del tessuto anormale ed eccessiva. La crescita di una neoplasia
non è coordinata con quella del normale tessuto circostante e persiste a crescere in
modo anomalo, anche se il fattore scatenante originale viene rimosso.
Questa crescita anormale di solito forma una massa, e questa viene chiamata
tumore.
Lo sviluppo di un tumore può essere innescato da diversi fattori:
● genetici
● ambientali
● infettivi
● abitudini di vita
● fattori fisici o chimici.
Gli agenti cancerogeni possono essere di diversa natura e possono essere
caratterizzati da un effetto genotossico diretto od indiretto
Meccanismi di cancerogenesi
- Genotossico: coinvolge un danno al DNA
- Epigenetico (o non genotossico): coinvolge altri processi e organelli subcellulari
Per comodità di classificazione, di solito si tende a raggruppare gli agenti cancerogeni in :
● fisici (radiazioni ionizzanti, UV)
● chimici (agenti alchilanti, nitrosammine, solventi aromatici, agenti che si intercalano
nel DNA)
● infettivi (papilloma virus, virus HIV, HCV, virus oncogeni, infezioni da Helicobacter
pylori etc).
La carcinogenesi è un processo multistadio che coinvolge sia i processi cellulari che
conducono alla trasformazione neoplastica e alla crescita incontrollata delle cellule tumorali,
sia i meccanismi di difesa dell’ospite, primi fra tutti quelli del sistema immunitario.
Il processo di sviluppo di un tumore può essere suddiviso in tre stadi:
1. Iniziazione
2. Promozione
3. Progressione
Iniziazione
L’iniziazione è la fase in cui si sviluppano le mutazioni causate da danni al DNA non riparati
per azione di carcinogeni fisici o chimici sulle cellule che diventano così cellule «mutate» .
A meno che non si verifichi una riparazione enzimatica del danno al DNA prima della
replicazione cellulare, il destino delle cellule iniziate può seguire strade diverse:
1) La cellula iniziata può restare in uno stadio statico di non divisione.
2) La cellula iniziata, a causa di mutazioni incompatibili con la sopravvivenza o con le
normali funzioni cellulari può essere eliminata attraverso apoptosi (morte cellulare).
3) La cellula può andare incontro a divisione cellulare con conseguente sviluppo proliferativo
della cellula iniziata
Mutazioni Genetiche
una mutazione è un cambiamento della sequenza nucleotidica di DNA. Un tale
cambiamento può alterare la sequenza degli a.a. , influenzando la struttura e la funzione di
una proteina. In una cellula le mutazioni possono derivare da raggi X, sovraesposizione al
sole (UV), sostanze chimiche chiamate mutageni e forse alcuni virus. Se si verifica una
mutazione in una cellula somatica, il DNA alterato è limitato a quella cellula e alle sue cellule
figlie. Se la mutazione colpisce il DNA che controlla la direzione delle cellule, potrebbe
derivarne il cancro. Se si verifica la mutazione di una cellula germinale, tutto il DNA prodotto
conterrà la stessa modificazione genetica. Quando una mutazione altera gravemente la
proteina o enzimi, le nuove cellule potrebbero non sopravvivere o la persona potrebbe
presentare una malattia o una condizione derivante da un difetto genetico.
Tipi di mutazione
La sostituzione di una base nel filamento stampo del DNA con un'altra è chiamata
mutazione puntiforme.
Quando si verifica un cambiamento di un nucleotide nel codone, nel polipeptide può essere
inserito un amminoacido diverso. Tuttavia, se una mutazione puntiforme non modifica
l'amminoacido, si tratta di una mutazione
silente.
Una mutazione puntiforme è il modo più
comune in cui si verificano le mutazioni
In una mutazione per delezione, una base
viene cancellata dal normale ordine delle
basi nel filamento stampo del DNA.
Supponiamo che una A venga cancellata
dalla tripletta AAA dando una nuova
tripletta di AAC. La tripletta successiva
diventa CGA anziché CCG e così via.
Tutte le triplette si spostano di una base, il
che cambia tutti i codoni che seguono e
porta a una sequenza diversa di
amminoacidi da quel punto.
In una mutazione per inserzione, una base viene inserita nell'ordine normale delle basi nel
filamento stampo del DNA. Supponiamo che venga inserita una T nella tripletta AAA, che dà
una nuova tripletta di AAT. La tripletta successiva diventa ACC anziché CCG e così via.
Tutte le triplette si spostano di una base, il che modifica tutti i codoni che seguono e porta a
una diversa sequenza di amminoacidi da quel punto.
Promozione
Fase in cui si osserva un aumento della sintesi del DNA e quindi della proliferazione delle
cellule mutate con una sopravvivenza selettiva delle cellule trasformate. La fase di
promozione è dovuta a fattori che agiscono direttamente sul metabolismo cellulare o sulle
funzioni della membrana cellulare, oppure a fattori che influenzano la resistenza anti
neoplastica dell’ ospite. Importanti fattori di promozione di crescita cellulare sono gli ormoni
endogeni ed i fattori alimentari in eccesso come i lipidi.
Progressione
Fase durante la quale le cellule tumorali mostrano un aumento di mutazioni genetiche e la
conversione in fenotipo pienamente maligno sino alla formazione di aggregati neoplastici
con vivace neovascolarizzazione e tendenza alla motilità ed alla invasione.
• E’ un processo irreversibile Cancerogeni chimici
Un cancerogeno chimico è un agente la cui somministrazione in animali, non trattati
precedentemente, porta rispetto al gruppo di controllo ad un aumento significativo
dell’incidenza di neoplasie.
In questo contesto è fondamentale sottolineare la differenza tra tossicità e genotossicità:
qualsiasi sostanza può diventare tossica con l’incremento della dose mentre nessuna
sostanza può diventare genotossica aumentandone il dosaggio.
Relativamente alle molecole genotossiche non è possibile determinare una «dose soglia»
(NOAEL): l’aumento della dose determina un incremento dei soggetti colpiti ma non l’entità
del cancro indotto.
Inoltre, l’interruzione dell’esposizione all'agente cancerogeno non influenza l’evoluzione e lo
sviluppo del cancro.
Ricordiamo che il periodo di latenza tra l’esposizione all’agente cancerogeno e l’insorgenza
del tumore può essere infatti lungo.
La valutazione del potenziale carcinogenico di una sostanza si basa su dati epidemiologici e
sperimentali in vitro ed in vivo su modelli animali.
CLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITA’ SECONDO LA IARC (International Agency
for Research on Cancer)
CLASSIFICAZIONE DEI CANCEROGENI IN FUNZIONE DEL LORO MECCANISMO
D’AZIONE
1. Farmaci mirati al DNA: occupazione di siti di legame enzimatico (ad esempio inibitori
della topoisomerasi)
2. Rilevazione/colorazione degli acidi nucleici (se il ligando è un colorante)
3. . Induzione di lesioni del DNA (rotture del filamento o ossidazioni delle basi)
CLASSI DI CANCEROGENI GENOTOSSICI
1.Agenti alchilanti
2.Idrocarburi policiclici aromatici (IPA, PHA) 3.Ammine aromatiche
4.Cancerogeni naturali (aflatossine)
Agenti Alchilanti
Si tratta di composti in grado di alchilare il DNA e dal punto di vista chimico sono
rappresentati da una classe di composti molto eterogenea.
L’ipotesi del loro utilizzo come antitumorali nacque dall’osservazione dell’azione tossica
dell’Iprite, gas tossico utilizzato per la prima volta a Ypres (1917) durante la prima guerra
mondiale.
Nella sintesi di numerosi analoghi vennero sintetizzati anche gli isosteri azotati recanti un
sostituente allo stesso atomo d’azoto. I chemioterapici alchilanti hanno in comune la
proprietà di divenire potenti elettrofili in seguito alla formazione di intermedi carbocationici o
di complessi di transizione con le molecole bersaglio.
Queste reazioni portano alla formazione di legami covalenti attraverso l’alchilazione di gruppi
nucleofili come i gruppi fosfato, amino, sulfidrile, ossidrile, carbossile e imidazolo.
MECCANISMO DI ALCHILAZIONE DEL DNA PER OPERA DI UNA GENERICA
MOSTARDA AZOTATA
Attraverso un meccanismo tipo SN1 intramolecolare la catena etilica laterale va incontro a
ciclizzazione formando un composto ammonico quaternario (aziridinio) altamente reattivo in
grado di formare addotti covalenti con il DNA (siti nucleofili).
Meccanismo d’azione degli alchilanti
Agiscono tutti alchilando il DNA e in particolare la posizione 7 della guanina
Qualora l’a