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La prima persona ad osservare un microrganismo fu Leeuwenhoek, un microscopista
Olandese che costruiva per passione semplici microscopi costituiti da una coppia di lenti
convesse. Dal 1673 descrisse le sue osservazioni, dalle quali se ne desumeva
chiaramente che egli aveva potuto osservare sia batteri che protozoi.
Sull’origine dei microrganismi
Sin dai tempi antichi largo seguito aveva la teoria della generazione spontanea, seconda
la quale si credeva che alcuni microrganismi potessero nascere a partire dalla materia
inanimata. Questa idea venne per la prima volta messa in dubbio nella metà del 1600 dal
medico italiano Francesco Redi.
Redi condusse diversi esperimenti con carne in putrefazione posta in tre contenitori
differenti, il primo scoperto, il secondo coperto da carta ed il terzo coperto da una sottile
garza in grado di evitare il passaggio degli insetti, osservando che le larve si originavano
solo nel contenitore scoperto.
Nel 1748 John Needham, prete inglese, condusse alcuni esperimenti bollendo del brodo
animale e ottenendo dei microrganismi, e riportò i suoi risultati cercando di rafforzare la
teoria della generazione spontanea.
Lazzaro Spallanzani durante la metà del 1700 contraddisse le ipotesi di Needham dopo
aver sigillato i contenitori di brodo e dopo averli fatto bollire dimostrando che in questa
maniera non si otteneva alcuna generazione di microrganismi. Fu tra i primi a dedurre che
fosse l’aria a veicolare dei germi al mezzo di coltura e a supportare la crescita degli
organismi già presenti nell’infuso.
Nel 1859 Felix Pouchet, naturalista francese, affermò che senza dubbio la generazione
spontanea fosse possibile.
Questa situazione di continue contraddizioni porto Luis Pasteur a condurre una serie di
studi per risolvere la questione una volta per tutte.
Pasteur pose delle soluzioni nutrienti in alcuni
palloni dal lungo collo; scaldandone i colli alla
fiamma e facendo scorrere le soluzioni in diverse
curve, mantenendo sempre il collo aperto all’aria
ottenne che dopo aver bollito le soluzioni ed averle
fatte raffreddare non si otteneva alcuna generazione
poiché polvere e germi restavano intrappolati nelle
lunghe curve. Infatti se si verificava la rottura del
collo si poteva osservare lo sviluppo di microbi. Così Pasteur dimostrò come mantenere
una soluzione sterile e risolse la lunga disputa facendo crollare la teoria della generazione
spontanea nel 1861.
Il colpo di grazia alla teoria della generazione spontanea venne data dal fisico inglese
Tyndall nel 1877. Questo dimostrò che la polvere poteva di fatto trasportare i germi e
mostrò che esistevano forme batteriche eccezionalmente resistenti al calore.
Relazione tra patologia e microrganismo
La maggior parte delle persone erano assolutamente convinte che le malattie fossero
originate da cause soprannaturali.
Le evidenze a sostegno della teoria microbica della malattia iniziarono a diventare
importanti nel XIX secolo.
Agostino Bassi fu il primo a dichiarare che i microrganismi potevano causare malattia,
quando dimostrò che una particolare malattia del baco da seta era dovuta ad un infezione
da parte di un fungo. Bassi pensò che la maggior parte delle malattie fossero causate da
infezioni microbiche.
Pasteur in seguito fu capace di dimostrare che una particolare malattia del baco da seta
era provocata da un protozoo parassita.
Joseph Lister ricoprì un importante ruolo nell’ambito della prevenzione dalle infezioni in
chirurgia. Lister sostenne che gli strumenti avrebbero dovuto essere trattati con il calore e
che, gli indumenti del personale e le superfici dovessero essere trattati con fenolo. Lister
nel 1867 rivoluzionò con i suoi studi la chirurgia.
Fenolo: sostanza notoriamente battericida.
La prima dimostrazione diretta del ruolo diretto dei batteri nella malattia deriva dallo studio
sul carbonchio effettuato da Koch, che contagiò alcuni topi sani con del materiale
proveniente da topi infetti.
Carbonchio: Antrace a localizzazione cutanea
Antrace: Infezione acuta causata dal batterio “Bacillus Antracis”
I criteri per determinare una relazione causale tra microrganismo e malattia prendono il
nome di Postulati di Koch:
Il microrganismo deve essere presente in ogni caso di quella determinata
1. malattia, ma assente negli organismi sani.
I microrganismi sospetti devono poter essere isolati e fatti crescere in coltura
2. pura.
Inoculando una coltura pura del microrganismo in un organismo sano, si
3. deve necessariamente riprodurre la malattia specifica
Dall’ospite infettato deve essere possibile isolare nuovamente il
4. microrganismo.
Coltura pura: Coltura di un unico tipo di microrganismo
Coltura mista: Coltura di diversi tipi di microrganismi
Koch delineò i suoi postulati in modo definitivo solo dopo aver condotto un indagine sulle
cause della tubercolosi, dimostrando che questa era causata dal batterio bastoncellare
“Mycobacterium tuberculosis”. I postulati di Koch si sono stabiliti come pietra miliare del
legame di numerose patologie con l’agente eziologico. La loro applicazione però non è
sempre efficace.
Eziologia: cause che provocano un fenomeno
Per quanto riguarda lo sviluppo di tecniche per lo studio dei batteri patogeni, Koch
inizialmente usava per le sue colture gelatina, che però non rappresentava l’agente