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INFARTO MIOCARDICO

Condizione di ischemia così severa, così prolungata nel tempo che porta alla necrosi delle cellule cardiache.

Gli enzimi cardiaci sono quelle sostanze che compaiono nel sangue quando c'è la necrosi delle cellule cardiache:

  • Troponine: aumentano nel sangue dopo l'infarto
  • CPK: può aumentare anche dopo traumi muscolari o interventi all'occhio
  • Sub unità MB delle CPK: sub unità del muscolo cardiaco, sub unità MB presente solamente nell'infarto
  • Transaminasi

Sulla base dell'elettrocardiogramma l'infarto può essere:

  • Infarto Stemi: infarto miocardico del tratto ST sopralivellato. Ha solitamente l'andamento più grave e può corrispondere ad una ischemia transmurale. Sopralivellamento delle derivazioni colpite dall'infarto e sottolivellamento delle derivazioni speculari (parte opposta del cuore)
  • Infarto Nstemi: infarto miocardico non ST sottolivellato. Ha un

andamento più lieve e corrisponde ad una ischemia non transmurale. È possibile che l'onda T da positiva diventi negativa o viceversa- Infarto Q: infarto quando onda Q profonda e larga (normalmente in ECG molto piccola), infarto in cui c'è stata una necrosi transmurale importante delle cellule cardiache- Infarto Non Q: corrisponde a una necrosi che non ha colpito a tutto spessore la parete ma solo il subendocardio. Il paziente può anche essere considerato non cardiopatico in quanto se seguisse e rispettasse i fattori di rischio potrebbe non avere più complicazioni. In passato c'era una completa corrispondenza tra l'infarto STEMI e l'infarto Q, ora si riesce a fare in modo che l'infarto STEMI non sfoci in una necrosi completa e diventi infarto Q, grazie al fatto che si interviene tempestivamente aprendo la coronaria e portando sangue ossigenato al cuore. "Ora d'oro": si è visto che, quando si riapre

L'arteria entro un'ora dall'esordio dei sintomi, si riesce a minimizzare il danno alle cellule cardiache. I farmaci trombolisi iniettati endovena avevano appunto l'azione di sciogliere il trombo, la placca però rimaneva; quindi, rimaneva una percentuale alta di pazienti che poi avrebbe avuto dei reinfarti in quanto la placca si sarebbe potuta rompere in un punto differente.

Angioplastica: mentre la trombolisi viene fatta con un farmaco endovena, qui si prende un'arteria del proprio organismo (solitamente radiale) nella quale si introduce una sonda fino al bulbo aortico (dalla quale dipartono le arterie coronarie), dal bulbo si raggiungono i seni di Valsava (il dx va alla coronaria dx e il sx alla sx). Viene iniettato il mezzo di contrasto nelle coronarie si evidenzia dove c'è la placca con il trombo.

La coronariografia oltre che esame diagnostico può diventare un esame terapeutico, cioè in corso dell'esame vengono messi...

In atto dei provvedimenti che permettono la guarigione del paziente. È l'unico esame che permette di fare diagnosi ed essere terapeutico. Mediante l'arteria coronale e radiale si arriva a livello del cuore e si prova a dilatare:

  1. Tromboaspirazione: si evidenzia il trombo, con l'aspiratore si risucchia il trombo (ma la placca rimane)
  2. Angioplastica con pallone (stent): sulla sonda si monta questo palloncino che in sede della placca viene gonfiato fino a che non si riesce a rompere la placca. Dopo l'angioplastica ancora nel 30% dei pazienti può succedere una ristenosi del vaso in quanto dopo questa operazione il vaso tende proprio a collassare introdotta una retina di metallo che ha il compito di restare attaccata alla parete dell'arteria e impedisce che il vaso si richiuda

DES: stent che liberano farmaco (stent di seconda generazione): il farmaco va a erodere lentamente la placca rimasta. Tasso di ristenosi 10%

BMS: i primi stent, efficaci ma...

Meno dei DES. Tasso di ristenosi 20%

La rivascolarizzazione miocardica è la terapia di scelta di fronte a cardiopatia con rischio di necrosi, deve essere attuata quanto prima ma soprattutto all'interno dell'"ora d'oro". Può venire in due modi:

  1. Angioplastica: meno rischiosa del bypass ma meno sicura. Quando l'angioplastica fallisce o le placche sono in punti irraggiungibili con l'angioplastica si opta per il bypass, che è più risolutore ma comporta un rischio più alto per il paziente. Se si hanno soprattutto più placche in punti differenti l'angioplastica diventa pericolosa e di conseguenza si opta per il bypass
  2. Bypass aorto coronarici: creare un ponte tra un punto di ostruzione nella coronaria. Si utilizzano o le vene (più usata safena interna sx ma si usa anche la dx) oppure le arterie. È un vero e proprio intervento molto invasivo in cui si ferma il cuore, si rischia di perdere
quantità di sangue e dicontaminare la ferita. Tecnicamente consiste nell'interposizione di un "graft" tra l'aorta e la coronariaa valle della stenosi. Indicazioni al trattamento chirurgico:
  • Stenosi significative al tratto comune (vasta aera in necrosi)
  • Malattia tri o plurivasale
  • Angioplastica fallita, complicata o comunque non indicata
La tecnica chirurgica è la sternotomia mediana, con l'apertura e la sospensione del sacco pericardicosi ha una perfetta esposizione del cuore che può essere raggiunto con estrema comodità. Il Bypass può essere fatto tramite:
  • Circolazione extracorporea: puntura di K al paziente arresto cardiaco ma le arterie el'aorta sono collegate ad una macchina che permettono il continuo ricircolo del sangue; anche se il cuore è momentaneamente fermo, la macchina sostituisce nel lavoro
  • Senza l'ausilio della circolazione extracorporea, a cuore battente: rischio

maggiore dinon riuscita dell’intervento in quanto il chirurgo deve operare una zona anatomica che simuoveI graft possono essere venosi (safena interna sx) e arteriosi (arteria mammaria interna sx). I bypassvenosi hanno durata minore di quelli arteriosi in quanto “vengono messi a fare il ruolo delle arteriecoronarie”, proprio per questo i bypass con arterie hanno durata maggiore

Il bypass consente un ripristino più duraturo del flusso rispetto alla angioplastica, però come abbiamodetto, è un intervento molto cruento e demolitivo, però ha una maggiore durata del tempo

VALVULOPATIE

Patologie che coinvolgono le valvole cardiache, quindi tra atrio e ventricolo- Atrioventricolari sx: mitrale tra atrio e ventricolo sinistro; aortica tra ventricolo sinistro e la vaso aorta- Atrioventricolari dx: tricuspide tra trio destro e ventricolo destro; polmonare tra ventricolo dx earteria polmonare

Possono essere di tanti tipi:

1) In passato il reaumatismo

articolare acuto era una delle cause principali. Lo streptococco, se non viene debellato, può non dare più segni di sé ma a distanza di anni può indurre il reumatismi articolare acuto che si può associare a un soffio valvolare che a lungo termine deforma la struttura della stessa dando o stenosi o insufficienza valvolare. Con la presenza degli antibiotici si effettuava la terapia per debellare lo streptococco. Le persone che non facevano questa terapia a distanza di anni potevano sviluppare una patologia cardiaca.
2) L'altra causa preponderante è la degenerazione valvolare correlata all'invecchiamento comparsa di valvulopatia.
3) Endocardite infettiva: patologia valvolare causata da un batterio localizzato sulla valvola, accorrono le piastrine e si ha una "vegetazione endocarditica" questo aggregato della valvola causa disfunzione. Ha una terapia che impone antibiotici ad alto dosaggio e può portare anche alla rottura di.

valvole e danni molto gravi

4) Esistono anche delle valvulopatie causate da malformazione genetiche delle valvole stesse

A loro volta, le patologie valvolari possono essere suddivise in stenosi:

  • Stenosi: quando la valvola non riesce ad aprirsi. I sintomi variano a seconda di dove si localizza lastenosi, se la valvulopatia colpisce sx si avrà uno scompenso cardiaco a sinistra e così idem a destra
  • Stenosi aortica: patologia valvolare nei paesi occidentali. Su base degenerativa talvolta su suanomalia congenita presistente

Insufficienza: quando la valvola non riesce a chiudersi, è presente il cosiddetto rigurgito valvolare

SINTOMI CARDINE STENOSI

  • Dispnea da sforzo legata a congestione polmonare
  • Angina da sforzo in quanto il cuore in stenosi aortica è ipertrofico
  • Sincope da sforzo: la valvola che non si apre non garantisce una gittata adeguata

Le valvulopatie si trattano con la terapia classica dello scompenso più si può

ricorrere alla sostituzione valvolare, cioè si asporta la valvola e viene sostituita con una valvola nuova.

Le valvulopatie possono anche essere suddivise in base al coinvolgimento valvolare:

  • Artiche
  • Mitraliche
  • Tricuspidali
  • Polmonari

La valvulopatia può essere per molti anni asintomatica quando è di grado lieve o medio, quando diventa di grado importante compaiono segni e sintomi di scompenso e si necessità sempre di operazione. È importante operare in quanto si evitano danni irreversibili sull'apparato cardiaco-respiratorio; è consigliato effettuare l'intervento quando le condizioni del paziente sono buone in quanto si tratta comunque di un intervento rischioso.

La terapia può essere:

  • Conservativa: la valvola malata viene riparata con valvuloplastica, la valvola viene riparata senza essere sostituita. Procedure riparative e/o ristrutturative a carico di lembi, corde tendinee e anulus valvolare
  • Sostitutivo: si asporta
completamente la valvola malata e viene sostituita con una nuova valvola, "valvola protesi". Asportazione dei lembi e corde tendinee - impianto di elemento protesico. Le protesi cardiache possono essere: - Di tipo meccanico: materiale estraneo all'organismo. Si tratta di protesi a palla, a disco e, più nuove, a due mezzi dischi. Hanno durata di vita illimitata, essendo però strutture esterne all'organismo → richiamano molte piastrine si possono formare dei trombi che possono causare emboli. Possono, raramente, presentare anche dei malfunzionamenti proprio nella struttura. Le maggiori complicanze → sono quindi quelle trombotiche il paziente deve fare terapia antitrombotica a vita. I farmaci più impiegati sono i dicumarolici (es. cumadin), bloccano a livello del fegato la sintesi dei fattori della coagulazione che dipendono dalla vitamina K (la somministrazione di vitamina K riporta a valori normali l'attività protrombinica).vuoi formattare il testo utilizzando tag html, puoi farlo in questo modo:

Controllare se il soggetto è scoagulato bisogna fare INR, un esame del sangue particolare, se

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
15 pagine
SSD Scienze mediche MED/18 Chirurgia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina generale e specialistica applicata alla riabilitazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Rosa Gian Marco.