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Carboidrati. I carboidrati sono poliidrossialdeidi (aldosi) o poliidrossichetoni (chetosi) o sostanze
che per idrolisi danno aldosi o chetosi. Con questo termine si identificano le 4 classi principali di
zuccheri in base alle dimensioni: monosaccaridi; disaccaridi; oligosaccaridi; polisaccaridi.
I monosaccaridi sono carboidrati formati da un solo residuo saccaridico, sono anche detti
zuccheri semplici, perché non possono essere ulteriormente idrolizzati. Si distinguono in due
categorie: aldosi, caratterizzati da un gruppo aldeidico (glucosio, galattosio); chetosi,
caratterizzati da un gruppo chetonico (fruttosio). I più comuni monosaccaridi d’importanza
biologica sono costituiti da una catena a 5 (pentosi) o 6 (esosi) atomi di carbonio. Questi ultimi
possiedono un OH (gruppo ossidrilico) o un CO (gruppo carbonilico). Questo, se è in posizione
terminale, forma un gruppo aldeico; se, invece, è in posizione intermedia, forma un gruppo
chetonico. Il glucosio può essere considerato il più importante e il più diffuso dei
monosaccaridi. Esso viene sintetizzato dalle piante a partire da H2O e CO2 nel processo della
fotosintesi. Una volta prodotto, il glucosio viene trasformato in molti modi e da esso prendono
origine, attraverso le numerose reazioni del metabolismo, tutti i composti organici delle piante
e, di conseguenza, degli animali. Il glucosio non è soltanto la molecola di partenza da cui
derivano più o meno indirettamente tutte le altre molecole biologiche, ma è la molecola
energetica per eccellenza. Infatti, si può dire che, in ultima analisi, tutti gli organismi traggono
l’energia per i loro processi vitali dalla demolizione del glucosio. La molecola rappresentata
nella figura appare sotto forma lineare, ma quando il glucosio è in soluzione, come nei liquidi
biologici, si ripiega a formare una molecola ciclica. Il glucosio può essere considerato il più
importante e il più diffuso dei monosaccaridi. Esso viene sintetizzato dalle piante a partire da
H2O e CO2 nel processo della fotosintesi. Una volta prodotto, il glucosio viene trasformato in
molti modi e da esso prendono origine, attraverso le numerose reazioni del metabolismo, tutti i
composti organici. Il glucosio non è soltanto la molecola di partenza da cui derivano più o meno
indirettamente tutte le altre molecole biologiche, ma è la molecola energetica per eccellenza.
Infatti, si può dire che, in ultima analisi, tutti gli organismi traggono l’energia per i loro processi
vitali dalla demolizione del glucosio.
Disaccaridi: Sono zuccheri formati da due residui saccaridici uniti tra loro dal legame glicosidico
realizzato attraverso una condensazione (la reazione inversa si chiama idrolisi). I più comuni
sono: Maltosio: Glucosio + glucosio (è presente nell'orzo e in alcuni cereali germinati).
Saccarosio: Glucosio + fruttosio (il comune zucchero da tavola presente nella barbabietola e
nella canna da zucchero). Lattosio: Glucosio + galattosio (lo zucchero del latte). Il legame
glicosidico è un acetale formato da 2 gruppi emiacetalici. I disaccaridi sono glucidi costituiti da
due molecole di monosaccaridi combinate tra loro. Il più comune è il saccarosio. Esso risulta
dalla condensazione di una molecola di glucosio con una di fruttosio, con l’eliminazione di una
molecola di H2O. Il saccarosio, oltre ad avere fondamentale importanza biologica è il
dolcificante naturale maggiormente usato nell’alimentazione. Viene estratto in forma quasi
pura da due piante: la barbabietola da zucchero, di cui si usa la radice tuberizzata, e la canna
da zucchero, di cui si sfruttano i fusti. Un altro disaccaride largamente diffuso e usato è il
maltosio, costituito da due molecole di glucosio, che si ottiene dall’idrolisi dell’amido dei cereali
e trova largo impiego nella fabbricazione della birra. Grande importanza biologica ha anche il
lattosio, costituito da glucosio e galattosio, e che è il tipico zucchero del latte.
Polisaccaridi: Sono zuccheri formati da più residui saccaridici uniti tra loro; comprendono:
Amido: è il carboidrato di riserva delle piante, immagazzinato come fonte energetica,
sintetizzato per via enzimatica a partire dal glucosio. Glicogeno: è un polimero (omopolimero)
del glucosio, riserva energetica degli animali e dell’uomo, sintetizzato per via enzimatica a
partire dal glucosio. Cellulosa: non costituisce una sostanza di riserva, ma svolge
fondamentalmente funzioni meccaniche nelle cellule vegetali essendo il componente base delle
strutture di sostegno. Chitina. Inulina. Destrine. Glicoproteine e proteoglicani: Vi sono molecole
costituite da proteine e monosaccaridi o oligosaccaridi uniti covalentemente, detti:
Glicoproteine: la componente proteica predomina su quella saccaridica (es. proteine della
membrana cellulare, glicocalici, fibronectina…). Proteoglicani: la componente saccaridica
predomina su quella proteica (es. mucina, condroitina, eparina..).
La digestione dei carboidrati inizia nella bocca: la saliva contiene infatti l'alfa-amilasi salivare,
che idrolizza l'amido liberando maltosio, maltosio e destrine. L'azione dell'alfa-amilasi si
interrompe nello stomaco poiché l'ambiente acido inattiva l'azione dell'enzima. La digestione
dei glucidi riprende nell'intestino, dove l'alfa-amilasi pancreatica trasforma l'amido in vari tipi di
disaccaridi. La digestione si completa a livello delle membrane delle cellule della mucosa
intestinale ad opera di altri enzimi (lattasi, saccarasi, a-glucosidasi), che trasformano i
disaccaridi nei monosaccaridi glucosio, fruttosio, galattosio e piccole quantità di altri
monosaccaridi.
Metabolismo: Glicogenosintesi: conversione del glucosio in glicogeno. Glicolisi: una molecola di
glucosio viene scissa in due molecole di piruvato (nel citoplasma) al fine di generare molecole a
più alta energia, come 2 molecole di ATP e 2 molecole di NADH per ogni molecola di glucosio
utilizzata. Ciclo di krebs: i glucidi vengono completamente demoliti per via ossidativa a CO2 e
H2O; per ogni molecola di acido piruvico ossidato si formano 15 molecole di ATP (fosforilazione
ossidativa nei mitocondri). Glucosio: 50 – 55 % delle calorie della dieta giornaliera è
rappresentato da glucidi: 240-260 g amido; 50-60 g saccarosio; 5-10 g lattosio; 5-10 g fruttosio.
Equilibrio glico-metabolico: Ormoni: insulina ipoglicemizzante (cellule beta del pancreas),
glucagone iperglicemizzante (cellule alfa del pancreas), cortisolo (stimola gluconeogenesi per
formare glucosio, iperglicemizzante), adrenalina iperglicemizzante (stress), somatomedine (IGF
I e II). Con aumento della glicemia (pasto), si ha aumento della glicemia che promuove il
rilascio dell’insulina, con riassorbimento di glucosio nelle cellule per produrre energia, inoltre
stimola anche la formazione del glicogeno come riserva energetica; con diminuzione della
glicemia (digiuno), questa viene aumentata con il rilascio di glucagone e a livello del fegato
prende glicogeno e lo trasforma in glucosio per immetterlo nel circolo.
Diabete mellito: Gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da un metabolismo anormale dei
carboidrati, causato da un deficit di insulina assoluto (tipo 1) o relativo (tipo 2), che provoca
iperglicemia. Apporto nutrizionale > glucosio > ossidazione che rende energia a cervello,
cuore, muscoli, eritrociti… e un parte viene depositata/interconversione come glicogeno,
amminoacidi, acidi grassi (i grassi non possono essere trasformati in carboidrati). Rischi di
sviluppare malattie associato a diabete mellito: cecità (20 volte), insufficienza renale (25 volte),
amputazione (40 volte), infarto miocardico (2-5 volte), ictus (2-4 volte). Con diabete
scompensato non si ha il controllo del diabete, per cui il pz non si cura con rischio maggiore si
sviluppare ulteriori conseguenze.
Insulina: E’ il principale ormone che regola l'ingresso del glucosio dal sangue nelle cellule. E’
prodotta dalle cellule β del pancreas come esatta risposta all'innalzamento dei livelli di glucosio
nel sangue (per esempio dopo un pasto). L’insulina controlla anche il metabolismo lipidico ed
ha un effetto antilipolitico, cioè impedisce la degradazione dei lipidi. Modifica i processi di
permeabilità della membrana cellulare, favorendo l’ingresso del glucosio nella cellula. Di
conseguenza, previene l’accumulo di glucosio nel sangue, che invece si verifica in carenza o
per ridotta funzionalità dell’insulina.
Classificazione eziologica: diabete di tipo 1 (caratterizzata da distruzione delle beta cellule
solitamente comportante un deficit assoluto di insulina) immuno-mediato/idiopatico (LADA).
Diabete di tipo 2 (può variare da predominantemente insulino-resistente e relativamente
insulino-deficiente, a predominantemente insulino-deficiente con insulino-resistenza). Altri tipi
specifici: difetti genetici della funzionalità beta cellulare, difetti genetici dell’azione insulinica,
malattie del pancreas esocrino, endocrinopatie, malattie indotte da farmaci o sostanze
chimiche, infezioni, rare forme di diabete immuno-mediato, altre sindromi genetiche a volte
associate al diabete. Diabete mellito gestazionale (GDM), dopo il parto si risolve
automaticamente ma durante la gravidanza bisogna tenere sotto controllo la glicemia per
evitare conseguenze su feto e madre.
Il DM di tipo 1 è una malattia cronica autoimmune nella quale si verifica una progressiva
distruzione delle cellule beta del pancreas endocrino (distruzione del self). Si ha quindi un
deficit assoluto di insulina (diabete insulino-dipendente). Il DM di tipo 1 esordisce in circa la
metà dei casi in età inferiore ai 20 anni (proprio per questo in passato veniva chiamato
"diabete giovanile"). Sviluppo: geni suscettibili (fattori ambientali) > espressione di antigeni
sulle cellule beta > distruzione cellule T-citotossici, macrofagi, B-linfociti.
DM di tipo 2 ha patogenesi non immunitaria ed è caratterizzato da disordini dell’azione e della
secrezione insulinica. Ha origine genetica ed ambientale; tra i fattori ambientali hanno
un'importanza preminente l'obesità e l'inattività fisica. Anche l'età favorisce la comparsa del
diabete, poiché essa si accompagna ad una riduzione fisiologica della sensibilità dei tessuti
periferici all'insulina. Il diabete mellito di questo tipo era precedentemente definito diabete
mellito non insulino-dipendente o diabete ad insorgenza nell’adulto. È un termine usato per
soggetti che abbiano un deficit relativo (anziché assoluto) di insulina. Il DM2 comporta
iperglicemia senza chetoacidosi, perché l’effetto antilipolitico dell’insulina si ha fino a
concentrazioni basse di tale ormone. Di conseguenza, si ha glicosuria ma non chetonuria,
generalmente non si ha perdita di peso e non presenta la grave d