Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Canto XV Inferno Pag. 1 Canto XV Inferno Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Canto XV Inferno Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento
Canto XV – Inferno Ci troviamo nel settimo cerchio dell’Inferno, dove sono punite le anime dei violenti. Questo cerchio è articolato in tre diverse sezioni, poiché esistono varie forme di violenza: violenza contro il prossimo, contro sé stessi (i suicidi) e contro Dio. La violenza contro Dio viene punita con un terreno sabbioso violento, e si manifesta in tre forme principali. Si può essere violenti contro Dio direttamente, ad esempio attraverso la bestemmia, oppure mediante l’usura, che rappresenta un’offesa contro le opere divine. Tuttavia, in questo canto si affronta soprattutto la violenza contro Dio tramite l’offesa alla natura, nello specifico riferita ai sodomiti, considerati peccatori contro natura. All’epoca di Dante, l’omosessualità era vista come un peccato gravissimo, considerato contronatura per eccellenza. Il canto inizia in medias res, con Dante e Virgilio che camminano lungo le rive del fiume infernale Flegetonte, un fiume di sangue bollente. Vicino a questo fiume si estende il sabbione in cui sono puniti i violenti contro Dio. In particolare, i sodomiti vengono tormentati da una pioggia di fuoco. Il termine "sodomita" deriva dalla città biblica di Sodoma, una città dove si viveva nel peccato e che Dio distrusse con una pioggia di fuoco. Questo castigo si riflette anche nel contrappasso infernale per i sodomiti, che subiscono una pioggia di fuoco come quella che distrusse la città. Il Contrappasso: I sodomiti sono condannati a camminare in eterno sotto una pioggia di fuoco, senza mai fermarsi. Questo castigo riflette il peccato contronatura che hanno commesso, in quanto la pioggia, che solitamente dona vita, qui diventa distruttiva. L'impossibilità di fermarsi rappresenta la loro condizione di eterna inquietudine. Ora cen porta l’un de’ duri margini; e ’l fummo del ruscel di sopra aduggia, sì che dal foco salva l’acqua e li argini. 3 Quali Fiamminghi tra Guizzante e Bruggia, temendo ’l fiotto che ’nver lor s’avventa, fanno lo schermo perché ’l mar si fuggia; 6 e quali Padoan lungo la Brenta, per difender lor ville e lor castelli, anzi che Carentana il caldo senta: 9 a tale imagine eran fatti quelli, tutto che né sì alti né sì grossi, qual che si fosse, lo maestro felli. 12 Ora uno degli argini rocciosi ci porta lontani dalla selva; e il fumo del Flegetonte fa ombra di sopra, così che protegge dal fuoco l'acqua e gli argini stessi. Come i Fiamminghi fra Wissant e Bruges erigono dighe per tener lontana la marea, temendo che le onde si avventino contro di loro; e come fanno i Padovani lungo il fiume Brenta per difendere le loro città e i castelli prima che la Carinzia (parte del Trentino) senta il caldo (si sciolgano le nevi): così erano costruiti quegli argini, anche se il costruttore, chiunque fosse, non li aveva eretti così alti e grossi. In queste terzine iniziali del canto, Dante descrive dettagliatamente gli argini che chiudono il fiume Flegetonte, un fiume di sangue bollente
Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marypoerio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Seminario dantesco e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof De Blasi Margherita.