Estratto del documento

Noi leggiavamo un giorno per diletto

di Lancialotto come amor lo strinse;

soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse

quella lettura, e scolorocci il viso;

ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disïato riso

esser basciato da cotanto amante,

questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:

quel giorno più non vi leggemmo avante".

Mentre che l'uno spirto questo disse,

l'altro piangëa; sì che di pietade

io venni men così com'io morisse.

E caddi come corpo morto cade.

� Contesto

Il Quinto Canto segue immediatamente la discesa dal Limbo al secondo cerchio

dell’Inferno, dove comincia la punizione dei peccatori carnali, cioè di coloro che si

lasciarono dominare dalla passione amorosa.

Dopo la compostezza e la luce del Limbo, qui l’atmosfera cambia completamente:

Dante entra in un luogo oscuro, tempestoso e turbolento, dove le anime sono travolte

da una bufera infernale senza fine.

Riassunto del canto

1. Minosse, giudice infernale (vv. 1–24)

All’ingresso del secondo cerchio Dante incontra Minosse, mostruoso giudice dei

dannati:

avvolge la coda attorno al corpo tante volte quanti sono i cerchi a cui l’anima deve

essere destinata.

Dante e Virgilio lo affrontano: Virgilio impone a Minosse di non ostacolare il viaggio,

poiché è voluto da Dio.

2. La pena dei lussuriosi (vv. 25–72)

Dante entra nel cerchio e vede le anime dei lussuriosi trascinate da una tempesta di

vento incessante.

Questo è il contrappasso: in vita si lasciarono trasportare dal vento della passione, ora

sono eternamente trascinati da un turbine che non dà mai pace.

Dante descrive una moltitudine di figure famose:

Semiramide, regina di Babilonia,

Didone,

Cleopatra,

Elena di Troia,

Achille,

Paride,

Tristano.

Tutti vittime o colpevoli di amori passionali e tragici.

Dante, mosso a compassione, chiede di parlare con due anime che si muovono

insieme.

3. L’incontro con Paolo e Francesca (vv. 73–142)

Le due anime si avvicinano portate dal vento, come colombe richiamate dal desiderio

(una delle similitudini più dolci del poema).

Francesca parla con voce gentile e dignitosa, raccontando la loro storia d’amore:

“Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.”

Racconta come Paolo Malatesta si innamorò di lei, Francesca da Rimini, moglie del

fratello di Paolo, Gianciotto Malatesta.

Il loro amore sbocciò mentre leggevano insieme la storia di Lancillotto e Ginevra:

“Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse.”

Il bacio fu l’inizio e la fine: furono uccisi da Gianciotto, sorpresi insieme.

Francesca parla con dolcezza e malinconia, senza giustificarsi apertamente ma

facendo leva sulla forza irresistibile dell’amore.

Dante, profondamente turbato, sviene “come corpo morto cade”: il dolore e la pietà lo

sopraffanno.

� Struttura del canto

Sezione Versi Contenuto

1 1–24 Incontro con Minosse, il giudice infernale

2 25–72 Descrizione della bufera infernale e delle anime lussuriose

3 73–142 Incontro e dialogo con Paolo e Francesca; svenimento di Dante

⚖ Temi principali

1. Il potere dell’amore

Francesca parla dell’amore come di una forza nobile e irresistibile, che unisce e

trascina.

Le tre terzine celebri (“Amor, ch’al cor gentil...”) sono quasi un inno cortese all’amore,

ma, nel contesto infernale, rivelano anche il suo lato distruttivo.

Dante condanna l’amore disordinato, ma nello stesso tempo lo comprende e lo

compatisce.

2. Peccato e responsabilità

L’amore di Paolo e Francesca è descritto come colpa e tragedia insieme: non è puro,

ma umano.

Francesca tende a incolpare il destino e il libro, evitando di riconoscere pienamente la

colpa: è il segno della sua perdizione morale.

3. Il contrasto tra ragione e passione

La tempesta infernale è immagine dell’anima dominata dal desiderio, priva di controllo

razionale.

L’amore, che nel Purgatorio e nel Paradiso sarà forza divina, qui è amore carnale, cieco

e disordinato.

4. Compassione e giudizio

Dante si mostra profondamente commosso, ma il lettore comprende che la sua pietà è

pericolosa: nel cammino spirituale dovrà imparare a trasformare la pietà umana in

comprensione morale.

� Il contrappasso

In vita In morte

Si lasciarono trasportare dal vento della passione e del desiderio Sono trascinati

per sempre da una bufera infernale, senza pace né direzione

È una pena simbolica e psicologica, non crudele ma coerente con il peccato.

� Versi chiave e significato

“Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende…”

➡ L’amore nasce nel cuore nobile, secondo l’ideale stilnovista; ma qui è travisato.

“Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse.”

➡ Il libro di Lancillotto diventa strumento del peccato: la letteratura, se non è guidata

dalla ragione, può trascinare al male.

“E caddi come corpo morto cade.”

➡ Lo svenimento finale mostra la partecipazione emotiva di Dante, ma anche la sua

debolezza umana di fronte al fascino del peccato.

� Stile e linguaggio

Tono lirico e tragico: il canto unisce dolcezza e dolore.

Lessico amoroso di derivazione stilnovista (“Amor”, “cor gentil”, “disio”, “piacer”), ma

posto in un contesto infernale.

Figure retoriche: similitudini (colombe, gru), anafore, antitesi (dolcezza e dolore),

musicalità delle terzine.

Uso magistrale del dialogo drammatico, che alterna descrizione, emozione e

introspezione.

✍ Significato complessivo

Il Quinto Canto è uno dei momenti più alti della Divina Commedia:

unisce giudizio morale e compassione umana, dottrina e poesia, condanna e pietà.

Francesca e Paolo incarnano la forza tragica dell’amore terreno, che nasce da un

impulso nobile ma, se non regolato dalla ragione e dalla fede, diventa peccato e

condanna.

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paolalalalisa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Ordine Nuccio.
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