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ELEMENTI ISOPARAMETRICI:
In figura è si hanno 2 elementi a 4 nodi, uno è un quadrato preciso di
lato 2 ed è centrato nel SdR ξη, ed è detto elemento master/genitore,
mentre l’altro è un generico elemento della mesh che non ha una
forma precisa (elemento reale) si trova in un SdR reale xy. In comune
hanno il fatto di avere lo stesso numero di nodi.
Si cerca di valutare le cose che avvengono nell’evento reale facendo i
conti però sull’elemento master, quindi occorre una trasformazione di
coordinate che le metta in relazione. L’elemento master è fatto in
questo modo per tutti gli elementi a 4 nodi, si vuole fare in modo che
sia rappresentativo di qualsiasi elemento reale, quindi serve una
funzione x che mappa l’elemento master in uno qualsiasi degli
elementi reali. Se si riesce a definire la trasformazione.di coordinate,
allora è possibile fare tutti i conti sul master e farli valere per
l’elemento reale.
Quindi le funzioni di forma si formulano solo sull’elemento master,
solo una volta, come anche gli integrali, dopodiché si trasferiscono i
risultati al generico elemento reale con un’opportuna trasformazione di coordinate, che è diversa per ogni elemento reale (l’unica
cosa che cambia e che è da ricalcolare, ora non si devono calcolare le funzioni di forma per ogni elemento), quindi se si hanno 100
nodi si avranno 100 funzioni di trasformazione.
Quindi l’idea degli elementi isoparametrici è quella di utilizzare, per scrivere la trasformazione di coordinare, le stesse funzioni di
forma che si utilizzano per la rappresentazione dello spostamento, quindi se le funzioni di forma sono le stesse, anche il numero di
parametri che governano lo spostamento e la trasformazione di coordinate è lo stesso (questo è qualcosa di geometrico, sia la
rappresentazione dello spostamento che la geometria sono gestite con le stesse funzioni di forma e lo stesso numero di parametri).
Calcolo automatico Pagina 7
rappresentazione dello spostamento che la geometria sono gestite con le stesse funzioni di forma e lo stesso numero di parametri).
In verde si ha l’espressione della generica funzione, come viene scritta per gli isoparametrici. Le espressioni contengono le funzioni di
forma scritte in ξη (sull’elemento master che è sempre lo stesso, per cui si scrivono una sola volta, sono quindi un dato), moltiplicate
per le coordinate dei nodi dell’elemento reale che si sta processando (se si cambia elemento basta cambiare le coordinate). Nel
riquadro rosso si ha la stesa notazione, ma più compatta (ma l’importante è il verde).
Se si usano le stesse funzioni forma per descrivere lo spostamento anche per descrivere come
cambia la geometria da elemento master a reale, avrà implicazioni anche sul tipo di geometrie reali
che si possono descrivere.
In figura si ha quello che può succedere per un elemento a 3 nodi, il master è un triangolo rettangolo,
le funzioni di forma sono lineari, che si possono utilizzare anche la trasformazione di geometria,
quindi si può passare da un triangolo ad un altro che ha sempre i lati rettilinei (non è possibile
rappresentare un alto curvo con una funzione lineare).
Se si passa ad elementi di ordine superiore, ad es 6 nodi, le funzioni di forma sono quadratiche,
quindi si possono avere elementi reali con i lati curvi, perché la trasformazione di forma sarà
quadratica.
Lo stesso vale per gli elementi a 4 lati.
Quindi con un elemento a 4 nodi, un elemento curvo si può rappresentare solo con una serie di
segmenti rettilinei, se invece si usano elementi di ordine superiore si può vedere come una serie di
paraboline.
Meglio si rappresenta la geometria dell’oggetto, migliore sarà l’accuratezza del risultato.
Quindi nell’ambito degli elementi isoparametrici salire di grado non ha solo effetti benefici sulla rappresentazione dello
spostamento, ma anche su quella della geometria, se questa prevede lati curvi.
Si ricorda che dentro B ci sono le derivate delle funzioni di forma rispetto a x e y, ma ora si sono scritte le funzioni di f orma N
rispetto a ξ ed η, per poterle derivare rispetto a x ed y si deve utilizzare la regola della catena:
Calcolo automatico Pagina 8
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lunedì 6 maggio 2024 08:41
Relazione in blu è come per una generica funzione f
definita in xy e integrata sul dominio A, grazie alla
trasformazione di coordinate che mette in relazione il
dominio A con un dominio quadrato (master) che va da -1
a 1, come si può fare l’integrale sul dominio quadrato,
quindi si deve riesprimere la funzione in termini di ξ ed η,
e l’elemento di area dxdy diventa il det(J) dξ dη.
Quindi l’integrale che esprime K si riesce a scrivere sul
master element con l’integrale in rosso, che è comodo
perché è uguale per tutti gli elementi quadrangolari,
quindi si può cercare una regola di integrazione che
funziona correttamente qui per poi utilizzarla sempre.
Si utilizza la regola di integrazione numerica alla Gauss,
che vale su un dominio -1,1, e la si ripete in una direzione e nell’altra, questa
regola può prevedere l’utilizzo di 3 punti di Gauss, dopodiché si hanno delle
tabelle che forniscono, a seconda del valore di p, le due coordinate in cui
valutare la ξ ed i relativi pesi. Con questi dati si scrive l’integrale come quello
riquadrato in giallo, quindi si trasforma l’integrale in una sommatoria in cui
ogni addendo è funzione valutata in un certo punto * peso.
Se si utilizzano p punti si riesce ad integrare esattamente un polinomio di
ordine 2p-1. Quindi se si conosce la funzione interganda si può scegliere il
numero di punti di gauss in modo opportuno.
Per passare da 1d a 2d, occorre ripetere quello che si fa in una direzione
anche nell’altra, quindi usare 2 punti di Gauss significa che si utilizza una
griglia 2x2 (2 punti di Guass in direzione ξ e 2 in direzione η). Che è quello che
si ha nella figura a dx, dove si ha una griglia 2x2, per cui i punti di Guass
diventano 4 e si fa l’integrale doppio, che si può trasformare in una doppia
sommatoria attraverso la regola di Gauss.
Si osserva che nel caso di 2 punti di Gauss i pesi valgono 1, per questo i lati
vengono divisi in segmenti lunghi 1.
A questo punto è possibile calcolare agevolmente l’integrale per il generico
elementi, poi seguono le classiche fasi di assemblaggio, condizioni di vincoli,
dei carichi, ecc.
Distorsione di geometria:
L’utilizzo di elementi iso parametrici è necessario perché nei casi reali gli elementi hanno forme varie. L’approccio iso parametrico
rende la gestione operativa della distrazione geometrica comoda, però presenta dei limiti, che hanno poi effetti anche sulle
prestazioni.
In figura si ha un generico elemento a 4 nodi distorto, la griglia è
rappresentativa delle areole dx e dy, nella sequenza di immagini si ha lo stesso
elemento e stessa griglia, si prende il nodo 4 e si sposta verso dx aumentando
la sua distorsione geometrica, tra iI primo e il secondo caso, ci sono areole
schiacciate nella zona del punto 4. Nel terzo si porta il punto 4 sull’allineamento 1-3 facendo diventare il quadrilatero un triangolo, ci
sono areole nella zona del punto 4 che si sono completamente schiacciate arrivando ad avere area =0, quindi qui il determinan te di j
deve essere 0, questa è la condizione limite, oltre alla quale non si può andare. Si nota anche che si necessita di calcolare J , ma se J ha
determinante nullo non è possibile farlo, quindi si comincia ad avere problemi numerici. Le immagini seguenti sono irrealisti che,
siccome si ottengono aree negative.
Uno dei modi con cui il codice fa dei check sula distorsione può essere appunto la valutazione del determinante del Jacobiano .
Calcolo automatico Pagina 1
In figura si ha il caso di un elemento a 9 nodi, si parte da una situazione dove si ha una leggera
distorsione, dopodiché il nodo 5 si sposta verso il nodo 2. Si osserva che le aree tra il punto 5 e 2 si
stanno schiacciando. Le 3 immagini sotto sono irrealistiche.
Poi si osserva il caso di un triangolo a 6 nodi, si hanno due tipi di distorsioni differenti a secondo che si
portino i nodi verso il centro o verso l’esterno, in entrambi i casi si rischia di avere aree che collassano
in aree nulle.
Quindi in generale si può affermare che grazie all’approccio isoparametrico si possono gestire elementi
di forma generica, ma si deve evitare di spingersi troppo lontani dalla forma del master. Quindi evitare
elementi troppo allungati con lati che formano angoli troppo acuti, per evitare problemi numerici che
derivano da determinanti di J tropo piccoli.
Effetti delle distorsioni degli elementi sulle performance degli elementi stessi:
Vengono presi dei problemi semplici e vengono risolti con diverse mesh di elementi sia regolari, dove la distorsione è modest a, o mesh
distorte, per poi confrontare le prestazioni.
Trave a mensola caricata con una forza tagliante ad un estremo, le sue proporzioni sono tali da
poterla immaginare come una trave, ma si può comunque risolvere con elementi bidimensionali.
Si tratta di una trave soggetta a taglio. Si hanno i risultati ottenuti con diverse mesh e diversi
elementi, il primo caso prevede un unico elemento, il secondo due elementi distorti, oppure 5
elementi disposti come in figura. Sotto si hanno i risultati ottenuti sulle varie mesh con elementi
a 12 e 16 nodi (poco diffusi), si ha la distribuzione della tensione normale in direzione
orizzontale, ma anche la soluzione esatta che coincide con la
mappa dell’elemento a 12 e a 16, quindi gli elementi a 12 e 16 nodi
sono talmente ricchi che con un solo elemento regolare coglie la
soluzione esatta.
La mesh 2: il 12 nodi risente della distorsione e perde la soluzione
esatta, l’elemento a 16 nodi è meno sensibile alle distorsioni della
geometria continuando a dare la soluzione esatta, passando a 5
elementi il 12 nodi ha perso la soluzione esatta, il 16 conferma la
scarsa sensibilità alle distorsione della geometria (si ricorda che il
16 è un elemento di tipo lagrangiano, che presenta anche nodi
interni, il 12 è un elemento di tipo serendipity).
Mensola con un momento flettente: ora si ha flessione pura, vengono messi a confronto le
prestazioni di elementi più poveri, quindi anche 8 e 9 nodi. La flessione pura prevede un
diagramma a farfalla di Navier uguale da inizio a fine, quindi la soluzione esatta è quella della
figura 1, questa è la soluzione esatta che tutti gli elementi sono in grado di cogliere con una mesh
di un solo elemento. Poi si ha la mesh con due elementi distorti, si noti che i serendipity (8 e 12
nodi) soffrono della distorsione di geometria, perché non colgono l