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I MICROCORPI
Sono dei corpuscoli sferici circondati da singola membrana, privi di DNA e ribosomi, ma ricchi di proteine enzimatiche. All'interno di essi avvengono specifiche reazioni che non potrebbero avvenire nel citoplasma come la degradazione H2O2, β ossidazione acidi grassi, catabolismo aminoacidi ramificati.
La matrice dei micro-corpi può contenere inclusioni cristalline o fibrillari, o regioni dense ed amorfe dettenucleoidi. Per amorfo si intende un particolare strato di aggregazione della materia. Lo stato di una sostanza solida che non ha struttura cristallina.
Nelle piante sono stati trovati diversi tipi di micro-corpi:
- I perossisomi fogliari, coinvolti nella fotorespirazione, processo respiratorio attuato per eliminazione dell'O2 in eccesso. Sono spesso localizzati fra cloroplasti e mitocondri.
- I gliossisomi, nei cotiledoni ed endosperma dei semi oleosi. In particolare nei tessuti di riserva dei grassi e nei semi in fase di germinazione. Il gliossisoma
è specializzato nel produrre carboidrati a partire da substrati lipidici, questo processo avviene attraverso un ciclo metabolico denominato “ciclo del gliossilato”, possibile solo per le piante e si trasforma in perossisoma durante l’inverdimento dei cotiledoni.
I perossisomi propriamente detti, nelle piante si trovano nelle cellule fotosintetizzanti. Contengono numerosi enzimi, fra cui la catalasi, in grado di degradare il perossido di ossigeno, potenzialmente dannoso.
LA PARETE CELLULARE
La parete cellulare è sufficientemente rigida da determinare la forma e da sostenere la cellula, e sufficientemente plastica da consentirne la crescita. La rigidità limita le dimensioni del protoplasto impedendo che subisca rotture quando il vacuolo aumenta di volume per assorbimento d’acqua e determina la forma delle cellule e quindi la struttura definitiva degli organi della pianta.
I protoplasti sono cellule vegetali a cui attraverso un processo di proteine enzimatiche.
utilizzando legami idrogeno per formare una microfibrilla di cellulosa. Le microfibrille di cellulosa si aggregano a formare le pareti primarie delle cellule vegetali. La componente matriciale della parete cellulare è costituita principalmente da polisaccaridi pectine, che conferiscono alla parete una consistenza gelatinosa. Le pectine sono polimeri di zuccheri acidi, come l'acido galatturonico, e sono responsabili della capacità di ritenzione dell'acqua della parete cellulare. Inoltre, la parete cellulare contiene anche proteine strutturali, sebbene in quantità limitata. Queste proteine contribuiscono alla resistenza e alla stabilità della parete cellulare. In sintesi, la parete cellulare delle cellule vegetali è composta principalmente da cellulosa, polisaccaridi pectine e proteine strutturali. La cellulosa forma le microfibrille che costituiscono la struttura principale della parete, mentre i polisaccaridi pectine conferiscono una consistenza gelatinosa e le proteine contribuiscono alla resistenza e alla stabilità.A formare una microfibrilla dal diametro di circa 10-25 nm, composta da 36 molecole di cellulosa. Le microfibrille si uniscono tra loro per formare macrofibrille, filamenti dal diametro di 0,5 um. Una volta che si è formata, una nuova cellula cresce per distensione. L'entrata di acqua genera una pressione (di turgore) che viene bilanciata dalla parete. Ma perché la cellula possa crescere, è necessario che la parete si rilassi, ovvero che i polimeri che la compongono possano scivolare tra loro in modo controllato. La disposizione delle microfibrille di cellulose influenza la direzione della distensione e la forma della cellula.
La sintesi della cellulosa avviene direttamente sul posto, a livello della membrana plasmatica, ad opera di una struttura chiamata "complesso della rosetta". La rosetta è un complesso di enzimi formato da 6 sub-unità, ciascuna composta da 6 molecole polipeptidiche di cellulasi disintesi CESA; ogni CESA genera una
molecola di cellulosa, ogni sub-unità di rosetta genera 6 molecole e ogni rosetta genera una microfibrilla composta da 36 catene di cellulosa. La lunghezza di ogni catena è variabile, pertanto le singole catene iniziano e finiscono in punti diversi, come avviene con le fibre che costituiscono i filati. In generale una catena contiene qualche migliaio di residui glucosidici che corrispondono mediamente ad una lunghezza di 2-3 um.
La parete cellulare è strutturata in:
- Lamella mediana
- Parete primaria
- Parete secondaria
Le pareti delle cellule vegetali variano molto in spessore, a seconda del ruolo che le cellule svolgono e dell'età. Nelle pareti di tutte le cellule vegetali vi sono due strati: la lamella mediana e la parete primaria. La lamella si trova tra le pareti primarie di cellule adiacenti. La lamella mediana costituisce il collante che tiene unite le cellule. In alcuni punti questo collante è interrotto e tra le cellule vi sono degli spazi liberi.
- Le microfibrille di cellulosa sono immerse in una matrice piena di:
- Acqua
- Polisaccaridi: numerose sono le emicellulose e le pectine. L'emicellulosa è un polisaccaride di composizione irregolare che a differenza della cellulosa, è costituita da zuccheri differenti con struttura ramificata non fibrosa. La caratteristica principale è quella di formare legami ad idrogeno e connettono le fibrille di cellulosa contribuendo a formare una estesa rete; le pectine, formate principalmente da acido galatturonico ed altri zuccheri che conferiscono rigidità alla parete
- Proteine strutturali: il numero e il tipo vari da specie a specie e sono in buona parte glicossilate. Legando lateralmente i glucidi, favoriscono la formazione di legami e il conseguente ruolo strutturale.
- Durante la sintesi delle microfibrille di cellulosa viene deposta la matrice contenente acqua,
FORMAZIONE DELLA PARETE CELLULARE IN SEGUITO A DIVISIONE
Nella citodieresi (divisione della cellula) vescicole dittiosomiche vengono intrappolate da un sistema di microtuboli disposto tra i due nuovi nuclei, si fondono in una vescicola larga in cui si formeranno la nuova lamella mediana e le due pareti primarie. In questa fase si formano i plasmodesmi, ovvero canali che, attraversando lo spessore della parte, connettono le cellule adiacenti.
I plasmodesmi sono canali attraversati da un tubolo del reticolo endoplasmatico, che collegano i protoplasti di cellule vegetali adiacenti, consentendo il trasporto di sostanze. Nelle cellule con parete secondaria,
la parete secondaria non viene depositata in corrispondenza dei gruppi di plasmodesmi, e le strutture che si formano sono chiamate punteggiature. Questi plasmodesmi sono coinvolti nel movimento dell'acqua e dei soluti in essa disciolti da una cellula all'altra. L'acqua si muove attraverso due vie: la via simplastica, attraverso il protoplasto, tra i citoplasmi delle cellule la cui continuità è garantita dai plasmodesmi; e la via apoplastica, esterna al protoplasto, nello spazio fra le pareti cellulari.IL SISTEMA DELLE ENDOMEMBRANE
La cellula eucariotica possiede numerosi tipi di membrane che delimitano diversi compartimenti interni. In ogni momento della vita cellulare è richiesto uno smistamento di lipidi, proteine e zuccheri a diversi compartimenti. Smistamento e direzionamento. Per i lipidi e alcuni tipi di proteine, questo smistamento e indirizzamento avviene grazie a vescicole appartenenti ai sistemi delle endomembrane. Altre proteine invece
Raggiungono gli organelli di destinazione senza l'ausilio di vescicole di trasporto, come ad esempio il cloroplasto. Le proteine vengono smistate a perossisomi, nucleo, plastidi mitocondri e nel reticolo endoplasmatico, in modo indipendente e autonomo. Dal RE si diparte la via di smistamento che porta le proteine al Golgi, ai lisosomi, alla membrana e allo spazio extracellulare.
Sia che le proteine vengano smistate direttamente dagli organelli, sia che entrino nel sistema delle endomembrane e quindi un trasporto vescicolare, molto spesso ciò che le indirizza è una porzione della stessa proteina, chiamata sequenza segnale, altro non è che una sequenza amminoacidica contenuta nella struttura primaria della proteina stessa.
Il reticolo endoplasmatico (RE) è un sistema continuo di vescicole, sacchetti appiattiti e tubuli, formato da membrana e che si estende per tutta la cellula. Consiste quindi in una rete tridimensionale di sacculi appiattiti (cisterne prevalenti).