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RNA.
È molto interessante notare che l’aggiunta della coda di poli-A indica che la degradazione degli mRNA nei
procarioti e negli archea e quella nucleare degli eucarioti sono processi evolutivamente correlati. Ciò
indicherebbe che evolutivamente la poliadenilazione è nata nell’ambito della degradazione dei trascritti ma
negli eucarioti la presenza di comparti cellulari separati ha permesso di utilizzare la poliadenilazione per un
processo opposto di stabilizzazione dei trascritti nel citoplasma.
Non è comunque chiaro come TRAMP sia in grado di riconoscere la grande varietà di trascritti aberranti su
cui agisce, esso riconosce trascritti prodotti da ognuna delle tre RNA pol.. Dato che il numero di possibili
difetti di produzione degli RNA sono moltissimi, si pensa che il modello di funzionamento sia quello in cui i
substrati aberranti riconosciuti sono quelli che non riescono a formare una RNP in tempi “normali” (quindi
un modello basato sulla cinetica).
Un tipo di substrato identificato sono gli RNA in cui lo splicing è incompleto o errato, essi vengono trattenuti
dallo spliceosoma finchè lo splicing viene completato o finchè non vengono degradati da TRAMP.
La base con cui questi RNA vengono riconosciuti non è nota. Il secondo tipo di substrati che vengono
riconosciuti sono i trascritti non poliadenilati.
Anche i criptic unstable transcripts (CUT) già discussi sono soggetti a degradazione, la loro emivita infatti
è molto breve e la degradazione procede tramite poliadenilazione da parte del complesso TRAMP e
successiva degradazione. La loro emività è così breve che essi sono stati identificati in ceppi di lievito in cui
il macchinario di degradazione nucleare era stato reso inefficiente.
I CUT sono presenti in gran numero, una parte di essi sembra che possano essere prodotti da degli errori di
trascrizione da parte della RNA pol II, mentre altri sembra che possano avere un ruolo regolativo nei
confronti di altri geni o nella struttura della cromatina.
Il controllo di qualità a livello della traduzione degli mRNA viene effettuata da un
sistema di sorveglianza citoplasmatico
Alcuni difetti dell’mRNA possono essere rilevati solamente quando esso viene
tradotto, per questo si sono evoluti tre sistemi di sorveglianza (figura 22.13) che
rilevano eventi anomali di terminazione della traduzione.
Quando un ribosoma raggiunge un sito di terminazione, una coppia di fattori di
rilascio (eRF1 ed eRF2 negli eucarioti) entrano nel sito A del ribosoma mediando il
rilascio del polipeptide, dell’mRNA, del tRNA rimanente e dalle sub-unità del
ribosoma (figure 24.28 e 24.35).
Nonsense-mediated decay NMD (vedi anche quanto detto precedentemente):
Se un mRNA contiene un codone di STOP posizionato più di 50 nt a monte dell’ultima giunzione esone-
esone -oppure un 3’-UTR molto lungo viene degradato dal NMD.
NMD rappresenta, quindi, sia un meccanismo di controllo che di regolazione dell’emivita dei trascritti.
Terminazione ad un sito prematuro determina l’attivazione di un complesso multiproteico che ha come core
la ATP-dependent RNA helicase up frameshift 1 (UPF1), che recluta altre proteine:
1. UPF1 ha attività elicasica e ATPasica e si lega ad UPF2 ed UPF3 formando un complesso.
2. UPF2/3 non sono necessarie per la degradazione di tutti i trascritti.
3. UPF1 ha un’attività di binding aspecifica sull’mRNA e anche su noncoding RNAs.
Nel contesto di un mRNA citoplasmatico maturo, eIF4G e
PABPC si associano rispettivamente con il cap-5′ e con la coda
poli(A), consentendo al trascritto di adottare una conformazione
ad anello chiuso che stimola l'inizio della traduzione e,
presumibilmente, la terminazione.
• La giustapposizione di un codone di terminazione e la
poli-A binding protein previene il NMD.
• Tale vicinanza consente a PABPC di interagire
direttamente con eRF3 e precludere la formazione del
complesso UPF1- eRF3 sul ribosoma terminale (Fig.
1a).
Tuttavia, si è anche dimostrato che l'effetto soppressivo di PABPC sul NMD dipende dalla sua interazione
con il fattore di inizio della traduzione eucariotica 4G (eIF4G) il quale antagonizza NMD quando è
prossimale a un codone di terminazione.
Questi dati supportano un modello in cui la terminazione della traduzione efficiente è generalmente stimolata
e l'NMD viene evaso su mRNA con 3’-UTR brevi (Fig. 1a).
Questo potrebbe anche spiegare perché i codoni di terminazione 3’-prossimali non riescono a innescare un
NMD efficiente.
Al contrario, gli mRNA con 3′-UTR lunghi possono essere presi
di mira da NMD, probabilmente a causa dell'aumento del legame
UPF1 non specifico e perché la distanza spaziale tra il ribosoma
terminale e i terminali dell’mRNA, che sono collegati
dall'interazione PABPC– eIF4G, rende inefficiente la
terminazione della traduzione.
UPF1 potrebbe quindi interagire con eRF3 sul ribosoma terminale
e successivamente reclutare ulteriori fattori NMD (Fig. 1b).
È importante sottolineare che, tuttavia, non tutti i 3’-UTR lunghi attivano NMD probabilmente anche la
composizione, la struttura e le proteine associate della sequenza 3’-UTR contribuiscono al destino degli
mRNA.
NMD è stimolato quando il codone di
terminazione si trova a monte dell’EJC che è
depositato a circa 24 nt a monte della maggior
parte delle giunzioni esone-esone Un EJC
legato a 3′-UTR stimola NMD perché si
associa a UPF3 e UPF2, promuovendo la
formazione del complesso UPF1-UPF2-UPF3
(Fig. 1b).
Si ritiene che gli EJC posizionati all'interno
delle ORF e all'interno dei primi ~30 nt del 3′-
UTR si dissocino come conseguenza del primo
ciclo di traduzione.
Gli EJC, invece, nel 3′-UTR rimangono
attaccati all'mRNA. Pertanto, si prevede che un
codone di terminazione situato a più di 50-55
nt a monte dell'ultima giunzione esone-esone
venga riconosciuto come PTC.
Degradazione dell'mRNA indotta da PTC
Dopo l'associazione di UPF1 con eRF3 sul ribosoma terminale, un complesso proteico si assembla per
attivare NMD. L'ordine degli eventi non è ben stabilito e può differire tra i diversi substrati di mRNA.
Complesso transitorio associato al ribosoma costituito da eRF1- eRF3, UPF1, l'RNA elicasi DEAH box
polipeptide 34 (DHX34) e SMG1C (comprendente il complesso chinasi SMG1 e i suoi regolatori SMG8 e
SMG9). DHX34 dissocia DHX34-UPF1-SMG1C da eRF1-eRF3 associato al ribosoma e facilita invece la
sua associazione con UPF2-UPF3-EJC31 (Fig. 1c).
Ciò causa:
DHX34 dissocia DHX34-UPF1-SMG1C da eRF1-eRF3 associato al ribosoma e facilita invece la sua
o associazione con UPF2-UPF3-EJC31 (Fig. 1c); ciò causa…
Interruzione della traduzione -fosforilazione mediata da SMG1 di UPF1.
o Interruzione di ulteriori eventi di inizio della traduzione.
o Facilita il reclutamento di fattori responsabili della degradazione dell'mRNA.
o
Se si genera un costrutto tale da poter legare una PABP in vicinanza di un sito di stop prematuro, questo
trascritto non viene riconosciuto per la degradazione.
L’importanza del 3’-UTR è testimoniato anche
in Drosophila, in C. elegans e in certi geni di
mammifero in cui il riconoscimento del
prematuro termination codon avviene
indipendentemente dagli exon-junction complex.
Riducendo il livello di Upf1 in mutanti generati
appositamente si è verificato che il livello di
alcuni trascritti aumenta, il che indicherebbe che
alcuni trascritti sono normalmente degradati
tramite questo meccanismo (ad esempio alcuni
trascritti con 3’- UTR molto lunghi, alcuni
mRNA sottoposti a splicing alternativo).
Figure 22.14
Two mechanisms by which a termination codon is recognized as premature. (A) In mammals, the presence of
an Exon Junction Complex downstream of a termination codon targets the mRNA for NMD. (B) In probably
all eukaryotes, an abnormally long 3' UTR is recognized by the distance between the termination codon and
the poly(A)-PABP complex. In either case, the Upf1 protein binds to the terminating ribosome to trigger
decay.
Figure 22.15
Effect of tethering a PABP near to a premature termination codon. A PABP gene was altered to express a
phage RNA-binding domain. Its binding site was engineered into a test NMD substrate gene. The tethered
PABP prevented the usual rapid degradation of this mRNA by NMD. This method has many applications in
molecular biology.
Nonstop decay (NSD) (figura 22.13 al centro): questo meccanismo degrada i trascritti che mancano di un
codone di stop in-frame e nei quali i ribosomi finiscono nel poli-A e quindi entrano in stallo.
È interessante notare che c’è un’elevata percentuale (5-10%) di trascritti poliadenilati prematuramente in siti
criptici di poliadenilazione situati a monte del vero sito di poliadenilazione. Questi substrati vengono gestiti
da delle proteine dette Ski, in particolare Ski7 ha un domino GTPasico simile a quello di eEF3 (eukaryotic
elongation factor 3) e si lega al ribosoma nel sito A per stimolare il rilascio.
Il reclutamento di altre Ski proteins e dell’exosoma agiscono poi per determinare la degradazione 3’-5’. In
altri casi probabilmente le PABP vengono rimosse dal ribosoma e questo determina il successivo decapping e
degradazione 5’-3’.
È interessante notare che in Escherichia coli esiste un meccanismo particolare basato su un RNA non
codificante che riesce a liberare i ribosomi che sono in stallo sui trascritti, agisce sia da tRNA che da mRNA
fornendo un codone di stop che libera i ribosomi e determina la sintesi di un polipeptide che marca la
proteina per la degradazione.
No-go decay (NGD) (figura 22.13 in basso): è un meccanismo identificato per ora solo in lievito. Si è visto
che a livello di alcuni substrati molto difficili (strutture secondarie oppure codoni “rari”) il ribosoma può
entrare in stallo. In questi casi possono intervenire delle proteine che liberano il ribosoma ed inducono un
taglio endonucleasico che causa poi la degradazione da parte dell’exosoma e di Xrn1.
Sembra che la presenza di questi siti “difficili” nei trascritti non sia casuale e sia conservata evolutivamente,
ciò potrebbe indicare che questo rappresenta un mezzo per regolare l’emivita di certi trascritti particolari.
Alcuni mRNA eucariotici sono localizzati in alcune regioni specifiche della cellula
Molti mRNA escono nel citoplasma, diffondono e probabilmente vengono tradotti in proteine in regioni
casuali, il loro prodotto proteico non occupa una posizione specifica nella cellula. Per centinaia di mRNA
invece è stata identificata una regione specifica in cui essi risiedono nel citoplasma, probabilmente questa è
una piccola frazione del totale dei trascritti