vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BIOLOGIA MOLECOLARE!
!
Origine della vita (Abiogenesi)!
Nelle scienze naturali, l'origine della vita viene ricondotta alla teoria dell'abiogenesi (dal greco a-
bio-genesis, "origini non biologiche"), che studia come la vita sia comparsa e si sia sviluppata sulla
Terra e, ipoteticamente, in altri luoghi dell'universo conosciuto, a partire dal big bang (datato 13,7
miliardi di anni fa) fino ai giorni nostri.!
L'origine della vita sulla Terra è databile entro un periodo compreso tra i 4,4 miliardi di anni fa,
quando l'acqua allo stato liquido comparve sulla superficie terrestre, e i 2,7 miliardi di anni fa
quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata da isotopi stabili e biomarcatori
molecolari che mostrano l'attività di fotosintesi.!
Il concetto di origine della vita è stato trattato fin dall'antichità nell'ambito di diverse religioni e nella
filosofia; con lo svilupparsi di modelli scientifici spesso in contrasto con quanto letteralmente
affermato nei testi sacri delle religioni, l'origine della vita è diventato tema di dibattito tra scienza e
fede.!
Dal punto di vista scientifico, la spiegazione dell'origine della vita parte dal presupposto
fondamentale che le prime forme viventi si originarono da materiale non vivente, attraverso
reazioni che, attualmente, non sono più in atto sul nostro pianeta.
L'interrogativo su come si originò la vita sulla Terra si pose soprattutto in seguito allo sviluppo della
teoria della evoluzione per selezione naturale, elaborata in modo indipendente da A.R. Wallace e
da C.R. Darwin nel 1858, la quale suggeriva che tutte le forme di vita sono legate da relazioni di
discendenza comune, attraverso ramificati alberi filogenetici che riconducono ad un unico
progenitore, estremamente "semplice" dal punto di vista biologico.
Il problema era capire come si originò questa semplice forma primordiale, presumibilmente una
cellula molto simile agli attuali procarioti, contenente l'informazione genetica, conservata negli acidi
nucleici, oltre a proteine e altre biomolecole indispensabili alla propria sopravvivenza e
riproduzione.!
Il processo evolutivo che ha portato alla formazione di un sistema complesso e organizzato
(ovvero il primo essere vivente) a partire dal mondo prebiotico è durato centinaia di milioni d'anni,
ed è avvenuto attraverso tappe successive di eventi che, dopo un numero elevato di tentativi e
grazie all'intervento della selezione naturale, hanno portato a sistemi progressivamente più
complessi.
La prima tappa fondamentale è stata la produzione di semplici molecole organiche, come
amminoacidi e nucleotidi, che costituiscono "i mattoni della vita". Gli esperimenti di S. Miller ed altri
hanno dimostrato che quest'evento era realizzabile nelle condizioni chimico-fisiche della Terra
primordiale, caratterizzata da un'atmosfera riducente. Inoltre, il ritrovamento di molecole organiche
nello spazio, all'interno di nebulose e meteoriti, ha dimostrato che queste reazioni sono avvenute
anche in altri luoghi dell'universo, tanto che alcuni scienziati ritengono che le prime biomolecole
siano state trasportate sulla Terra per mezzo di meteoriti.
La questione più difficile è spiegare come, da questi semplici composti organici, concentrati nei
mari in un brodo primordiale, poterono formarsi delle cellule dotate dei requisiti minimi essenziali
per poter essere considerate viventi, cioè la capacità di utilizzare materiali presenti nell'ambiente
per mantenere la propria struttura, organizzazione e potersi riprodurre.!
Molti scienziati hanno cercato di chiarire, attraverso ipotesi ed esperimenti, le tappe fondamentali
che hanno condotto alla vita, tra cui l'origine dei primi polimeri biologici e, tra questi, di una
molecola capace di produrre copie di se stessa, il "replicatore", dal quale derivano i nostri geni, e
la formazione delle prime membrane biologiche, che hanno creato dei compartimenti isolati
dall'ambiente esterno, nei quali si sono evoluti i primi sistemi di reazioni e le prime vie metaboliche
catalizzate da enzimi.
!
Modelli correnti dell’origine della vita!
Stromatoliti risalenti al Precambriano nella Formazione di Siyeh Formation, Glacier National Park.
Nel 2002, William Schopf della UCLA pubblicò un controverso articolo sul giornale scientifico
Nature affermando che formazioni geologiche come quelle appartenessero ad alghe microbiche
fossilizzate di 3,5 miliardi di anni fa. Se fosse vero, si tratterebbe della prima forma di vita
conosciuta sulla Terra.!
In verità non esiste un modello standard dell'origine della vita. Tuttavia i modelli attualmente
accettati si basano su alcune scoperte circa l'origine delle componenti molecolari e cellulari della
vita, che sono elencati qui sotto:!
1. Le condizioni pre-biotiche hanno permesso lo sviluppo di talune piccole molecole (monomeri)
basilari per la vita, come gli amminoacidi. Questo fu dimostrato nel corso dell'esperimento di
Miller-Urey da Stanley Miller e Harold Urey nel 1953.!
2. I fosfolipidi (se di lunghezza appropriata) possono spontaneamente formare un doppio strato,
componente base della membrana cellulare.!
3. La polimerizzazione di nucleotidi in molecole casuali di RNA potrebbe aver originato i ribozimi
autoreplicantisi (ipotesi del mondo a RNA).!
4. Una selezione naturale diretta verso una maggiore efficienza catalitica e diversità ha prodotto
ribozimi dotati di attività peptidil trasferasica (di qui la sintesi di piccole proteine), dalla
formazione di complessi tra oligopeptidi e molecole di RNA. Nacque così il primo ribosoma, e la
sintesi proteica divenne più prevalente.!
5. Le proteine hanno superato i ribozimi per abilità catalitica, divenendo quindi i biopolimeri
dominanti. Gli acidi nucleici sono stati limitati ad una funzione prettamente genomica!
!
Mondo a RNA!
L'ipotesi del mondo a RNA è una teoria che propone la presenza di forme di vita basate
esclusivamente sull'RNA (acido ribonucleico) prima della formazione degli attuali organismi viventi
basati soprattutto sul DNA (acido deossiribonucleico).!
Secondo tale ipotesi, dal mondo ad RNA si sarebbe poi evoluto il corrente sistema comprendente
anche DNA e proteine, che rispetto al solo RNA presentano notevoli vantaggi in termini di stabilità
e flessibilità.!
Si può riassumere nei seguenti passaggi:!
- Le molecole di RNA, o di un acido nucleico simile, capaci di autoreplicarsi, sarebbero state
catturate da vescicole lipidiche capaci di prodursi e dividersi spontaneamente;!
- Successivamente le protocellule avrebbero imparato a captare e polimerizzare aminoacidi
(proteine);!
- Le proteine avrebbero dapprima cooperato con, e poi sostituito, gli RNA come enzimi;!
- Infine, il DNA si sarebbe sostituito all’RNA come materiale genetico.!
!
!
Cellula procariote, eucariote e virus!
Cellula procariotica: è relativamente piccola. Il plasmalemma è circondato da uno strato di
materiale rigido denominato parete cellulare, essa a volte può essere circondata da un ulteriore
strato di materiale gelatinoso detto capsula. Il plasmalemma svolge buona parte delle funzioni
vitali, la più importante fra queste è quella di trasporto, che consiste nel movimento delle sostanze
dall’esterno verso il citoplasma e viceversa. Molti dei sistemi molecolari deputati all’utilizzo
dell’energia contenuta negli alimenti, sono localizzati a livello della membrana plasmatica. Nei
batteri fotosintetici e nei ciano batteri, le molecole fotosensibili sono associate al plasmalemma ed
alle sue invaginazioni. La membrana plasmatica è anche la sede di particolari è anche la sede di
particolari molecole proteiche, i recettori, in grado di riconoscere e legare chimicamente composti
specifici (ligandi). Il elgame ligando/recettore innesca all’interno della cellula una serie di reazioni
che permettono alla cellula di rispondere adeguatamente alle sollecitazioni ambientali.!
Il nucleotide della cellula procariotica, sospeso direttamente nel citoplasma senza la presenza di
membrane limitanti, appare come una struttura a contorni irregolari che contiene addensanti di
fibre sottili dal diametro variabile. Il nucleotide mostra di contenere una singola molecola di DNA
circolare.!
Il citoplasma al microscopio appare elettron-denso, questa opacità è attribuita alla presenza dei
ribosomi. Essi contengono più di 50 proteine differenti in combinazione con vari tipi di acidi
ribonucleico (RNA); rappresentano i siti cellulari dove gli amminoacidi vengono assemblati a
costituire le proteine.!
Nel citoplasma sono presenti anche vescicole o vacuoli la cui parete è formata da una singola
membrana continua. Molti tipi di batteri possono muoversi rapidamente grazie al flagello filiforme.!
Cellula eucariotica: è un complesso di membrane che separa l’ambiente cellulare da quello
esterno, e concorre a definire morfologicamente la regione nucleare e suddivide il citoplasma in
compartimenti distinti detti organelli. La membrana plasmatica è depositaria di molteplici funzioni,
tra cui la funzione di trasporto. Il plasmalemma, negli eucarioti, alloggia un gran numero di proteine
a funzione recettoriale. Molti di questi recettori sono connessi a sistemi biochimici interni che
vengono attivati non appena il recettore si complessa con il suo specifico ligando. Le proteine
sanno riconoscere e aderire a specifiche molecole presenti sulla superficie di altre cellule, questa
capacità è cruciale nello sviluppo e nel mantenimento dei tessuti e degli organi proprio degli
animali pluricellulari. Altre proteine costituiscono marcatori che sono in grado di identificare le
cellule come parte di uno stesso individuo o come strutture estranee. In contrasto con i procarioti, il
plasmalemma degli eucarioti non contiene molecole implicate nel metabolismo energetico od in
grado di convertire l’energia luminosa in energia chimica.!
Virus: sono delle unità più semplici delle cellule e possono invadere le cellule e sovvertire il loro
apparato sintetico. Queste unità nella loro forma libera ed infettante sono costituita da un involucro
proteico che circonda una o più molecole di acido nucleico. L’acido nucleico virale, una volta
inserito nella cellula ospite, è in grado di convertire quest’ultima in un “fabbrica” tesa
all’assemblaggio ed alla propagazione di particelle virali simili a quella che avevano provocato
l’infezione. !
Struttura virale: l’acido nucleico di una particella virale isolata, sia esso DNA o RNA, rappresenta il
cosiddetto core del virus. Lo strato proteico esterno viene detto capside o involucro virale.!
Alcuni virus, come quelli che causano l’AIDS, l’influenza e l’herpes nella specie umana, mostrano