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ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Art 20 CD 1989: il medico deve astenersi dall'accanimento diagnostico-terapeutico consistente nell'irragionevole ostinazione in trattamenti da cui non si possa attendere un beneficio clinico o un miglioramento della qualità della vita (qualità della vita = diritto personalissimo)

Codice deontologico FNOPI 2019:

Art 20: Consiste nell'irragionevole ostinazione in trattamenti che non consentano un beneficio per la salute psico fisica del paziente e miglioramento della qualità della vita. L'accanimento terapeutico è un concetto prevalentemente soggettivo e quindi non può essere deciso dal medico, può essere deciso solo dal paziente.

Coraggio delle scelte (Santosuosso, 2018):

intellettuale italiano un giurista che ha sempre orientato buona parte dellamagistratura. Afferma che "la norma risponde ai principi costituzionali e riflette la seguente assunzione teorico-pratica: non è il paziente che deve

Giustificare le sue libere scelte sulle cure e di riflesso anche sulla sua salute sulla sua vita ma è un'opera del medico che deve avere adeguata giustificazione giuridica nel rispetto dei diritti del paziente alla libertà personale e alla salute giacché la finalità terapeutica o di cura non è di per sé una giustificazione sufficiente"

Significa che noi professionisti dobbiamo essere autorizzati da un punto di vista legale ad agire col nostro paziente e noi siamo autorizzati legalmente soltanto se ci dà il consenso quindi rispettando l'articolo 13 della costituzione quindi la libertà del paziente e la sua salute quindi la sua autodeterminazione.

Casi giudiziari emblematici: Il testamento biologico, Il rifiuto delle cure...

Caso Forzatti: omicidio doloso, omicidio x pietas il marito entra in ospedale e stacca la spina del respiratore alla moglie.

Caso Welby 2006: richiesta di staccare/autorizzare il distacco dal respiratore.

sentenza finale. Valuta le prove, ascolta le parti coinvolte e decide in base alla legge e ai principi di giustizia.

sentenza.La risposta fu questa: finché una legge non stabilisce cos'è terapeutico io non posso rispondere a Welby perché io non so se la terapia che gli stanno facendo può essere considerata accanimento terapeutico oppure no quindi per poter risponderle ho bisogno di una legge che si occupi di accanimento terapeutico (anni 2006).

Step gradi di giudizio: 1° GRADO, APPELLO e CORTE di CASSAZIONE

Il caso di Torino: è il caso di una donna malata di SLA che nomina il marito come amministratore di sostegno con delega al rifiuto della tracheostomia. La donna sapeva perfettamente che a un certo punto i suoi polmoni non avrebbero più potuto respirare per problemi muscolari (stessa cosa che aveva Welby) aveva una distrofia muscolare per cui non riusciva più ad espandere la gabbia toracica perché non avevo muscolatura e per questo aveva bisogno del respiratore. Questa donna sapeva che prima o poi avrebbe perso i sensi perché non

respirerò più autonomamente e i medici faranno una tracheotomia d'urgenza per mantenermi in vita, ma io la tracheostomia non la voglio. Allora lascio detto che non la voglio, poi nel momento in cui vado in asfissia i medici, per stato di necessità, me la fanno lo stesso... come posso risolvere? Ha risolto nominando per la prima volta in Italia l'amministratore di sostegno che aveva la delega di rifiutare la tracheostomia. L'amministratore di sostegno è una figura che amministra i beni economici della persona. Inoltre, per la prima volta, è intervenuto il marito con il documento del giudice che lo nominava amministratore di sostegno con delega al rifiuto della tracheostomia. A quel punto lui ha detto "io rifiuto, sono autorizzato dal giudice a rifiutare questo trattamento" e i medici non hanno fatto la tracheostomia e la signora è stata accompagnata alla morte. Comma 6: Consenso informato - esenzione da responsabilità civile o penale.

medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e di essere esente da responsabilità civile o penale.

Caso Welbi: l'anestesista di Cremona Mario Riccio è sceso a Roma per fare questo distacco del respiratore ha parlato con W., ha acquisito il suo consenso, ha parlato ai familiari. Poi è tornato il giorno dopo, ha nuovamente chiesto a W. di confermare la sua volontà, ha confermato, ha chiamato tutti i familiari, W ha salutato tutti i familiari, amici eccetera dopodiché Mario Riccio le ha indotto il sonno con una benzodiazepina e poi quando si è addormentato gli ha staccato il respiratore.

Il Pubblico Ministero di turno ha aperto un fascicolo con un'ipotesi di omicidio: l'omicidio non è stato ipotizzato in quanto distacco del respiratore ma il giudice ha posto il problema di quanto sedativo gli è stato dato; cioè W è

morto perché non respirava più per la sua patologia quindi è stata una morte naturale oppure è morto perché gli ha dato una quantità di benzodiazepine esagerata?

Nota: Dal punto di vista giuridico nel penale i reati devono sempre essere inquadrabili in:

  • Doloso: la mia volontà è di obbedire al paziente (morte in questo caso)
  • Preterintenzionale: quando io vado oltre la mia volontà, es. io do un pugno a una persona quindi vado oltre la mia volontà, il dolo sta nel volervi creare una lesione personale, ma questa persona cade sbatte la testa e muore. Io non l'ho voluta ammazzare ma solamente lederla.
  • Colposo: omicidio senza intenzione di ledere, né di provocare un reato.

Per il suicidio medicalmente assistito il la Corte costituzionale ha indicato parametri ben precisi cioè una è un'area ristretta dove non possiamo agire.

In sintesi il Comma 6 dice che se voi staccate il respiratore o se voi

interrompete la terapia siete esenti da responsabilità civile o penale = nessuno potrà chiamarvi in giudizio. Questo è un passaggio fondamentale che dà serenità al personale sanitario nel rispettare il principio di autodeterminazione del paziente. Il paziente però non può esigere trattamenti sanitari contrari alle norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali. Di fronte a tali richieste il medico non ha obblighi professionali. (es. Cura Di Bella) Codice deontologico FNOPI 2019: Art 6 Libertà di coscienza. L'infermiere si impegna a sostenere la relazione assistenziale anche qualora la persona assistita manifesti concezioni etiche diverse dalle proprie. Quindi l'infermiere garantisce la continuità delle cure assumendosi la responsabilità della propria estensione quindi anche per voi come per i medici qualora il paziente chieda un farmaco che lo fa morire oppure un farmaco.che il medico ha informato il paziente sulle conseguenze di una possibile interruzione o non attivazione di un trattamento. Questo documento deve essere inserito nella cartella clinica del paziente. Inoltre, è importante che il processo decisionale sia ben verbalizzato e documentato in cartella. Pertanto, il rifiuto del paziente di un determinato trattamento deve essere trascritto in modo chiaro e dettagliato nella cartella clinica. È fondamentale che la discussione avuta con il paziente sia sintetizzata nella cartella clinica, in modo da dimostrare che il medico ha cercato di far ragionare il paziente. In questo modo, se ci fosse bisogno di un consulto legale, ci sarà un documento che attesta che il medico ha svolto il proprio dovere di informare il paziente e ha rispettato il processo decisionale.tutti questi passaggi allora voi non potrete essere chiamati in giudizio. Non vi è differenza etica tra interrompere e non iniziare una terapia o trattamento: io interrompo un trattamento laddove vedo che è inutile e sta diventando accanimento terapeutico perché non comporta un beneficio per la salute psico fisica del paziente né un miglioramento della sua qualità di vita; allo stesso modo io non inizio un trattamento laddove intuisco che non comporterebbe un beneficio per la qualità della vita e per la salute psicofisica del soggetto quindi i motivi sono gli stessi. Comma 7: nelle situazioni di emergenza o di urgenza il medico e i componenti dell'equipe sanitarie assicurano le cure necessarie nel rispetto della volontà del paziente ove le sue condizioni cliniche le circostanze consentano di recepirla. Se il paziente è ancora lucido e mi dice si o no a un trattamento dobbiamo rispettare la sua volontà; se invece il paziente

o non è lucido oppure è in coma allora dobbiamo assicurare le cure necessarie.

Art 36 cd medico del 2014: il medico assicura l'assistenza indispensabile in condizioni di urgenza e di emergenza nel rispetto delle volontà se espresse tenendo conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento se manifestate. Però nel momento in cui il paziente si è ripreso e quindi torna a uno stato di capacità di intendere di volere noi dobbiamo informarlo su quello che gli è stato fatto e poi dobbiamo ricominciare a chiedergli consenso per qualsiasi altra cosa.

NB. Comma 8: il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce il tempo di cura. Il legislatore esorta il fatto che la relazione in sé per sé è già cura, quindi nel momento in cui voi incontrate lo sguardo del paziente incontrate fisicamente il paziente già si pone in una condizione di essere curato e qualunque atteggiamento voi abbiate con

lui favorirà o meno la cura, quindi è molto importante lavor

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
11 pagine
SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher panze_bea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e filosofia avanzata dell'assistenza infermieristica ed ostetrica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Cecchi Rossana.