E + S ES EP E+ P
⇄ ⇄ ⇄
Gli enzimi sono catalizzatori e aumentano la velocità della reazione. L’equilibrio tra S e P dipende dal loro
livello di energia libera allo stato basale. L’enzima va a interagire con il substrato andando a formare il
complesso enzima+substrato poi i prodotti, rimanendo inalterato.
L’enzima non “crea” una reazione ma ne accelera una che esiste già: reazione enzimatica = reazione chimica
Gli enzimi, cioè, accelerano il raggiungimento dell’equilibrio di una
reazione ma non modificano la sua posizione che dipende solo dalla
differenza di energia libera tra i reagenti e i prodotti.
Perché la reazione sia spontanea è necessario che l’energia libera (ΔG°’)
dei prodotti sia minore di quella dei reagenti. Le reazioni che
necessitano di ATP sono reazioni che avvengono anche con ΔG
sfavorevole (reazione non spontanea).
Il ΔG è utile per comprendere il funzionamento degli enzimi, durante una reazione chimica è sempre
associata una variazione di energia: ΔG = G(prodotti)-G(reagenti):
ΔG<0 la trasformazione dei reagenti nei prodotti avviene spontaneamente (reazione esoergonica)
ΔG=0 la reazione è all’equilibrio
ΔG>0 la trasformazione dei reagenti nei prodotti non avviene spontaneamente (reazione endoergonica)
Condizione standard prevedono concentrazione di reagenti e prodotti pari a 1 M, inoltre, se non
diversamente specificato, si fa riferimento a sistemi a pressione atmosferica e a temperatura di 25 °C. Gli
enzimi sono catalizzatori estremamente specifici enzima e substrato sono complementari tra di loro.
Durante la catalisi (stato di transizione) si formano interazioni tra enzima e substrato, principalmente deboli:
legami a idrogeno, ionici, elettrostatici, idrofobici, ma anche covalenti, ognuna delle
quali è accompagnata da un piccolo rilascio di energia libera (energia di legame ΔG).
L’energia dello stato di transizione rappresenta la soglia energetica da superare
affinché una reazione possa avvenire.
Come ogni catalizzatore, al termine della reazione l’enzima torna allo stato iniziale.
La quantità di enzima rispetto a quella del substrato, infatti, è estraneamente più
bassa. 44
7.3 Cinematica enzimatica: Michaelis e Menten
La cinetica enzimatica studia la velocità della reazione e come la velocità stessa varia in risposta a
modificazioni dei parametri.
Uno dei parametri chiave che modificano la velocità di una reazione catalizzata da un enzima purificato è la
concentrazione del substrato [S].
Lo studio degli effetti del substrato è complicato, in quanto la concentrazione di quest’ultimo varia nel corso
di una reazione, man mano che il substrato viene convertito in prodotto.
A concentrazioni basse di substrato, la velocità aumenta
in modo lineare con l’aumento di [S], mentre a
concentrazioni di substrato più elevate, la velocità
aumenta in misura sempre minore, in funzione
dell’aumento di [S].
Alla fine, si arriva ad un punto in cui gli aumenti di velocità
in funzione di [S] diventano di entità sempre minore.
In questa regione più piatta della curva, la velocità della
reazione si avvicina alla velocità massima Vmax.
La Vmax è la quantità massima di prodotto formato, è il
momento in cui si raggiunge il plateau.
Michaelis e Menten ipotizzarono che l’enzima innanzitutto si combina in modo
reversibile con il substrato, formando il complesso enzima- substrato in una tappa
veloce e reversibile.
Il complesso ES si decompone, poi, in una seconda tappa più lenta, che
produce l’enzima libero e il prodotto di reazione P.
La seconda reazione è più lenta e quindi limita la velocità della reazione complessiva.
La velocità della reazione complessiva deve essere quindi proporzionale alla
concentrazione delle specie chimiche che reagiscono nella seconda tappa, e cioè a ES.
In qualsiasi istante di una reazione catalizzata, l’enzima è presente in due forme: forma
libera E e quella combinata con il substrato ES.
Quando la concentrazione di substrato [S] è bassa, la maggior parte dell’enzima sarà nella forma libera E.
Quindi la velocità è proporzionale a [S] dato che, mano mano che [S] tende ad aumentare, viene favorita la
formazione del complesso ES.
La velocità iniziale massima della reazione catalizzata (Vmax) si osserva quando tutto l’enzima è presente
nella forma di complesso ES e la concentrazione di E libero diventa trascurabile.
In queste condizioni l’enzima è saturato con il suo substrato e quindi ulteriori aggiunte di substrato non
avranno effetti sulla velocità di reazione. Questa condizione si ha, però, quando la concentrazione di
substrato [S] è sufficientemente elevata da mantenere sempre tutto l’enzima nella forma di complesso ES.
Quando il complesso ES si dissocia e si forma il prodotto P, l’enzima torna libero e pronto ad iniziare un altro
ciclo catalitico.
L’effetto saturante del substrato è una proprietà caratteristica dei catalizzatori enzimatici ed è responsabile
dell’appiattimento della curva nell’immagine. Questo comportamento viene anche detto cinetica di
saturazione. Quando l’enzima viene prima mescolato con un grande eccesso di substrato, c’è un periodo
iniziale, detto stato pre-stazionario, durante il quale avviene la formazione di ES, ma questo avviene in un
periodo eccessivamente breve ed è impossibile visualizzarlo. La reazione raggiunge rapidamente lo stato
stazionario in cui [E] ed [ES] rimangono approssimativamente costante nel tempo.
Nella parte iniziale, dove in tempo si misura in
millisecondi, è quello che viene chiamato stato
pre-stazionario (graifco); nello stato stazionario
le concentrazioni di E e del complesso ES posso
ritenerle costanti.
La relazione tra concentrazione di substrato e
velocità della reazione enzimatica può essere
espressa in modo quantitativo. 45
7.3.1 Definizione di KM
Il valore di km è equivalente alla concentrazione del substrato a cui V è
0
metà della Vmax: Km = 1/2Vmax.
L’equazione di Michaelis-Menten descrive il comportamento cinetico di
molti enzimi, ovvero tutti gli enzimi che presentano una relazione di tipo
iperbolico tra velocità della reazione catalizzata e concentrazione del
substrato.
La regola pratica che Km = [S] quando V0 = ½ Vmax è valida per tutti gli
enzimi che seguono la cinetica di Michaelis- Menten.
Se un enzima ha una km bassa è più affine per il substrato perché raggiunge prima metà della Vmax.
Quindi il km per gli enzimi che seguono la cinetica di Michaelis e Menten è un’indicazione dell’affinità
dell’enzima per il substrato. Il km è inversamente proporzionale all’affinità. Più basso è il km, maggiore è
l’affinità dell’enzima per il substrato (più presto raggiungo la Vmax della reazione).
Inoltre, il km è anche un’indicazione della concentrazione di quella molecola nel sito biologico.
Nella cinetica di Michaelis e Menten la velocita di reazione dipende:
Concentrazione del substrato,
- efficienza di un enzima, forma tanto prodotto in bassa
Vmax:
- unità di tempo (sec )
-1
Costante di Michaelis e Menten K , con K e K che sono costanti
- M -1 2
di scissione del complesso ES; mentre K è la costante di
1
formazione del complesso ES.
K → affinità dell’enzima con il substrato, l’enzima più affine ha la
- M
K più bassa; più alta è la K minore è l’affinità dell’enzima per il
M M
suo substrato.
L’equazione ottenuta corrisponde a quella di un’iperbole e può essere
considerata un esempio di modello matematico che descrive, con le
opportune approssimazioni, un modello biologico.
7.4 Isoenzimi e Complessi Enzimatici
Gli isoenzimi hanno la stessa attività catalitica ovvero , ma in compartimenti
catalizzano la stessa reazione
cellulari diversi o in cellule che appartengono a tessuti diversi.
Quindi hanno anche la stessa nomenclatura, ma agiscono in luoghi diversi, a seconda del tessuto in cui si
trovano catalizzano la stessa reazione, ma in modi diversi, ovvero con proprietà cinetiche diverse.
Ciò fondamentalmente avviene in quanto nella loro struttura primaria hanno piccole differenze
amminoacidiche che sono in grado di conferire a questi enzimi delle
caratteristiche differenti.
Esempio esochinasi: realizza la trasformazione del glucosio in glucosio 6
fosfato ed è un enzima ubiquitario presente in tutte le cellule con una km
millimolare. Esiste un’altra isoforma di questo enzima, la glucochinasi, che è
presente nel muscolo e nelle cellule epatiche con una km micromolare. Se è
presente un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, interviene la
glucochinasi che lavora con una km più elevata rispetto all’esochinasi.
Quindi gli isoenzimi sono proteine catalitiche che hanno proprietà cinetiche
diverse, ma catalizzano le stesse reazioni in zone diverse, con diverse
modalità.
I Complessi Enzimatici come la piruvato deidrogenasi è formata da tre enzimi e cinque diversi coenzimi
che si associano a formare un complesso enzimatico; catalizza la trasformazione del piruvato in acetil Co -A.
Sono gruppi di enzimi legati non covalentemente tra di loro che catalizzano due o più passaggi successivi
lungo una via metabolica. Rappresentano un miglioramento dell’efficienza catalitica perché essendo molto
vicini tra di loro catalizzano meglio, da un punto di vista evolutivo sono più efficienti.
Hanno una migliore catalisi, quindi riduzione dei tempi di diffusione di un intermedio da un enzima all’altro;
Regolazione ed espressione coordinate: attraverso la regolazione di una singola entità nel complesso
enzimatico è possibile regolare tutto il processo metabolico. 46
7.5 Classificazione degli Enzimi
Gli enzimi sono classificati in base alla reazione catalizzata, ciascun enzima è
identificato da un codice a 4 cifre, dove la prima cifra indica la classe, la seconda
cifra indica la sottoclasse, la terza la sotto-sottoclasse e la quarta, l’ordine progressivo di scoperta. In totale
le classi sono 6: 1.-.-.- ossidoreduttasi; 2.-.-.- transferasi; 3.-.-.- idrolasi; 4.-.-.- liasi; 5.-.-.- isomerasi; 6.ligasi
1) Ossidoreduttasi: enzima che catalizza il trasferimento di
elettroni (RedOx) da una molecola detta riducente, ad un’altra,
detta ossidante.
a. Deidrogenasi: catalizzano reazioni di ossidoriduzione che ve
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