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Infatti:
- se l’oggetto di determinazione è il reddito al fattore coordinamento aziendale, allora si procede
per differenza tra tutti i proventi e tutti gli oneri: ∑ Proventi - ∑ Oneri = Reddito di azienda;
- se l’oggetto di determinazione è il v.a. distribuito anche a fattori altri dal coordinamento
aziendale, allora si procede per differenza tra tutti i proventi e solo gli oneri relativi a fattori non
percettori di quote dello stesso: ∑Proventi - ∑ Oneri = Reddito di azienda + ∑ Oneri che è
uguale a dire V.A. formato = V.A. distribuito.
La scelta del ruolo dei fattori produttivi nella determinazione del v.a. è fondata sul ruolo degli stessi
nella generale funzione di trasformazione aziendale:
- i b/s acquisiti da terze economie che subiscono la trasformazione rientrano tra i consumi
intermedi;
- i b/s acquisiti che svolgono la trasformazione, nonché fattori esterni che rientrano nella funzione
di produzione danno diritto a quote di riparto del v.a.
In particolare, è possibile definire una corrispondenza tra:
- titolarità soggettive delle quote di riparto del v.a. ne conto economico;
- consistenza oggettiva di fattori trasformatori nello stato patrimoniale.
Il v.a. consente di passare dalla polarizzazione sul reddito di azienda, quale remunerazione spettante
al fattore produttivo coordinamento aziendale, a :
- i redditi di azienda, quali remunerazioni spettanti a tutti i fattori che partecipano attivamente alla
produzione;
- la distribuzione di ricchezza all’ambiente non patrimonializzato.
Il v.a. dà indicazioni circa il grado di raggiungimento del finalismo economico ma solo molto
parzialmente di quello sociale. La contabilità economica consente di articolare il v.a. sia nella
formazione dia nella distribuzione rispetto alle aree di gestione finale e ausiliare.
continuare da slide X (determinazione del v.a. per aree gestionali)
La contabilità finanziaria disarticola dal sistema di COGE i soli fondi e flussi finanziari e li rileva
sistematicamente, in partita semplice, nelle fasi di:
- tecniche di previsione;
- giuridiche di accertamento ed impegno;
- fattuali di riscossione e pagamento.
In particolare le uguaglianze definitorie della contabilità sono:
- per i fondi:
- FPNfin k = ∑[ DN + ( CR - DB) rg]k
- per i flussi:
- RFCk-i,k = ∑[∆+DN+(∆+CR+ ∆-DB)rg]k-i,k + ∑[∆-DN + (∆-CR+ ∆+DB)rg] k
Il risultato di cassa consente di controllare meglio l’attitudine delle ANP a far fronte alle uscite con
entrate che sono particolarmente variabili ed aleatorie. Gli accertamenti della contabilità economica
originano variazioni numeriche presunte attività a determinate date (riscossioni presunte). Le
riscossioni della contabilità economica originano variazioni numeriche certe attività (riscossione
effettive).
Gli impegni della contabilità economica originano variazioni numerarie presunte passive (previsioni
di pagamento) a determinate date. I pagamenti della contabilità economica originano variazioni
numerarie certe passive (pagamenti effettivi).
La rilevazione sistematica di continuità del risultato sociale espresso un unità monetare deriva dalla
COGE i valori secondo una logica duale di osservazione degli stessi che risponde ai due ambiti,
interno ed esterno, degli effetti delle operazioni di gestione. Tale logica implica che la gestione sia
osservata sotto gli aspetti:
- primario-originario relativo all’ambito interno dei flussi patrimoniali economici;
- secondario-derivato relativo all’ambito esterno dei flussioni patrimoniali economici.
In particolare, le uguaglianze definitorie della contabilità sociale sono:
- per l’aspetto primario-originario:
- RECk-i,k = ∑[proventi - oneri]k-i,k;
- per l’aspetto secondario-derivato:
- BNEk-i,k = ∑[FL+est-FL-est]k-i,k.
La ripresa della contabilità economica dei proventi e degli oneri avviene tramite conti di
collegamento con la contabilità sociale che rilevano in dare flussi patrimoniali negativi e in avere
quelli positivi a fronte dell’accreditamento e dell’addebitamento di conti accesi, rispettivamente, a
benefici e sacrifici sociali.
Tra i sacrifici troviamo (Conto economico sociale):
- ∆- redditi individuali;
- ∆- reddito nazionale;
- ∆+ consumi di erogazione dei sostenitori (la somma di questi ci da il Beneficio sociale netto).
Tra i benefici troviamo:
- ∆+ redditi individuali;
- ∆+ reddito nazionale;
- ∆ -consumi di erogazione degli utenti finali;
- ∆ + indotto relazionale.
Accanto al beneficio netto economico, occorre rilevare quello sociale o meta-economico tramite un
sistema di indicatori idonei ad esprimere la variazione di benessere dell’utente finale per effetto
dell’attività svolta dalle ANP e la soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti dalla stessa.
Il bilancio sociale aggrega:
- nella parte strettamente contabile:
- il C.E. a valore aggiunto;
- il conto delle esternalità economiche;
- nella parte extra-contabile:
- gli indicatori delle esternalità meta.economiche.
Nella normativa e nella dottrina di settore, si utilizza il termine di bilancio di missione per indicare
un rendiconto focalizzato sulla rilevazione del perseguimento delle finalità istituzionali delle ANP.
Il termine di bilancio sociale si utilizza invece per indicare un rendiconto aperto a soddisfare le
attese conoscitive non solo degli utenti finali ma di tutti i vari soggetti interessati
all’amministrazione delle ANP.
slide 8
Le aggregazioni di ANP presentano come:
- punto du forza l’utilità ai fini di realizzazione i processi di produzione all’interno del terzo
settore e della programmazione dei servizi pubblici territoriali insieme al settore pubblico
appunto;
- punto di debolezza la difficoltà a definire in modo netto i confini delle aggregazioni e le relazioni
tra le singole aziende partecipanti ad esse.
Le aggregazioni nel terzo settore si configurano come gruppi di aziende che , anche in assenza di
rapporti di partecipazione patrimoniale, perseguono strategie di collaborazione finalizzate a rendere
meno aleatori i processi di reperimento di risorse finanziarie, personali, in natura e di conseguenza
quelli di approntamento e di erogazione dei b/s prodotti.
I gruppi di aziende non profit si possono distinguere anche in funzione:
- del settore di appartenenza, in puri e misti;
- della natura della attività svolte, in orizzontali o verticali;
- delle relazioni tra aziende, in gruppi in senso strutturale ed organizzativo, gruppi economici e/o
finanziari;
- della modalità di governo, in paritetici e gerarchici.
L’azienda capogruppo, che coordina o dirige le altre, può essere individuata in base:
- alla disponibilità di risorse rilevanti e/o strategiche rispetto al perseguimento della missino;
- a parametri di attività, di output, ecc.;
- ad accordi contrattuali, a deleghe di attività, ecc. (guardare slide “gruppi gerarchici e gruppi
paritetici)
Il bilancio consolidato deve almeno contenere:
- per la parte delle risorse patrimoniali:
- indicazioni circa la struttura del gruppo, tipologia di relazioni infragruppo, modello di governo;
- il patrimonio netto del gruppo per aggregazione analitica delle voci di attività e passività
patrimoniali con eliminazione di debiti e crediti di origine interna, movimentazioni dirette tra le
aziende, trasferimenti redistribuiti, ecc.;
- il risultato economico di gestione del gruppo per aggregazione analitica delle voci di oneri e
proventi eliminando oneri e proventi connessi a relazioni tra le aziende stesse;
- il risultato finanziario di gestione del gruppo per aggregazione delle voci di entrate e uscite
finanziarie.
- per la parte delle risorse non patrimoniali:
- il risultato sociale del gruppo per aggregazione analitica delle voci di sacrifici e benefici e
sommando gli effetti sociali di gruppo.
Le rilevazioni per il controllo interno nelle ANP si caratterizzano per:
- il rilievo anche per l’esterno;
- ritardo teorico e nelle prassi;
- sviluppo in parallelo.
Il controllo interno, in generale, tende oggi a superare l’impostazione tradizionale che considera
separatamente il momento della formazione degli obiettivi strategici da quello della realizzazione
degli stessi a favore di un’impostazione che integra i due momenti. La prima fase del controllo
interno nella ANP investe la definizione e la successiva implementazione delle strategie:
- definizione della missione:
- qual è il risultato finale a cui ambisce l’azienda?
- quali sono i b/s prodotti a tal fine?
- quali sono i valori condivisi che permeano l’ambiente aziendale?
- definizione degli obiettivi di lungo periodo:
- quali sono i risultati in termini quantitativi che l’azienda intende perseguire per analizzare la
missione?
- analisi dell’ambiente esterno:
- in che relazione si pone l’intervento dell’azienda con il contesto in cui opera?
- chi sono gli stakeholder dell’azienda? quali sono le loro attese? come influenzano queste attese
le strategie aziendali?
- analisi dell’ambiente interno:
- quali sono i fattori interni di successo del sistema aziendale?
- quali sono le debolezze dello stesso?
- le strategie puntano sui punti di forza per trarre opportunità dell’ambiente esterno o per
attenuare minacce dello stesso? oppure sfruttano le opportunità per superare i punti di debolezza?
o ancora sfruttano i punti di debolezza per attenuare le minacce esterne?
- scelta delle strategie ed implementazione delle stesse:
- quali utenti l’azienda intende servire?
- che tipo di relazione intende instaurare con finanziatori e fornitori?
- quali soggetti interni hanno la responsabilità di realizzare le strategie?
- quale struttura organizzativa si intende realizzare?
La seconda fase del controllo interno investe la programmazione delle attività ed il controllo dei
risultati:
- definizione degli obiettivi;
- determinazione quantitativa degli obiettivi;
- svolgimento delle attività e quantificazione delle stesse;
- analisi dei risultati, reporting e valutazione degli obiettivi conseguiti.
Le rilevazioni per il controllo interno sono;
- la balanced scorecard;
- gli indicatori di performance;
- i bilanci preventivi;
- le contabilità analitiche;
- le determinazioni di margini lordi.
La progettazione di un sistema si indicatori di performance che, in base al settore di attività,
esprimono l’attitudine delle aziende di raggiungere il finalismo istituzionale rappresenta il modo più
conducente per implementare efficacemente il controllo interno.
La balanced scorecard è un modello di governo aziendale che ingloba indicatori economico-
finanziari di risultato e indicatori non fi