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PREVENZIONE NEI SOVRACCARICHI
In età giovanile per proporre carichi adeguati frammentare delle ripetizioni in più serie per il pieno controllo posturale. Continuità e costanza dell'allenamento nel tempo, ovvero adeguata distribuzione del carico senza picchi di eccessiva intensità o eccessivi periodi di pausa. Nella prevenzione primaria dello sport giovanile bisogna proteggere le strutture corporee in via di sviluppo e quindi molto sensibili (Non eccedere oltre le 16 ore di allenamento settimanale o competizioni). Nell'infanzia, dunque, i carichi da privilegiare sono quelli a carattere coordinativo che porta a precoce sviluppo SNC, sviluppo del muscolo dal punto di vista propriocettivo.
Secondo Fröhner e Tronick tra gli 11-16 anni la percentuale di allenamento generale e speciale dovrebbe essere AG 55/45% AS 45/55%.
6/10 anni: bisogna già lavorare anche se in questa fascia di età non si lavora con sovraccarichi. Le forze che possono...
espressi i bambini sono: rapida, esplosiva, relativa. Le capacità coordinative vanno espresse in ambiente ludico con giochi di lancio, corsa veloce e corsa resistente. Si lavora con carichi naturali. 11/13-14 anni: a quest'età si iniziano ad allenarsi. Si svolgono attività a carico naturale (corpo libero) per sviluppare tutto il carico naturale che arriva a livelli sub-massimali. 16 anni: bisogna insegnare le tecniche corrette per l'esecuzione degli esercizi. In questa fascia d'età si sta finendo lo sviluppo della forza a carichi naturali e si inizia il lavoro con il sovraccarico. È importante tenere in considerazione la relazione tra lavoro e recupero. Si utilizzano il repetition training (RT) e l'interval training (I.T.). Un altro principio fondamentale è la gradualità nei carichi, progredendo lentamente e mantenendo il rapporto tra forza e velocità. Prevenzione cingolo-scapolare: i muscoli coattori sono sopraspinoso, sottoscapolare, sottospinoso e piccolo/grande.rotondo.-Capo lungo bicipite brachiale– agisce per coattare l’articolazione- Capo lungo tricipite– adduzione, estensione avambraccio su braccio
Dato lo squilibrio tra muscoli rotatori interni e rotatori esterni (solo due) appare necessario dedicare più tempo al potenziamento di questi ultimi per consentire un maggiore equilibrio alla coattazione scapolo omerale. Quando si eseguono gli esercizi di rotazione (interna/esterna) è necessario fissare la posizione della scapola (scapola addotta) per eludere i movimenti della scapola stessa ad opera di altri muscoli (romboide, trapezio, gran dentato e piccolo pettorale).
L’attività di rafforzamento del cingolo scapolo omerale, sia in educazione motoria sia nello sport, dovrebbe iniziare già nell’infanzia in attività ludiche basate sugli spostamenti in quadrupedia che, per loro connotazione, esercitano azione di tonificazione proprio sui muscoli che muovono il moncone della spalla.
Prevenzione
rachideL'unità funzionale del rachide è rappresentato dall'articolazione di due vertebre e dal disco intervertebrale tra esse interposto nella forma di una anfiartrosi. Questa articolazione permette movimenti di flesso-estensione (flessione 60°, estensione 35°), rotazione (10°) e scivolamento (inclinazione laterale 20°). I carichi lungo la colonna vertebrale aumentano dall'alto verso il basso. Ogni movimento determina una compressione sul disco intervertebrale (il 75% del carico sul nucleo, il restante sull'anello). Il movimento di flessione stressa maggiormente il disco intervertebrale schiacciandolo anteriormente e aumentandolo in dimensione posteriormente, il nucleo polposo è spinto posteriormente; succede il contrario nell'estensione. Tali indicazioni ci ricordano che quanto si lavora intensamente, o si è sottoposti a carichi importanti, è bene alternare momenti di lavoro a momenti di recupero perché idischiintervertebrali perdono e recuperano a loro imbibizione lentamente. Se gli sforzi dicarico-scarico, ad esempio nello sport, sono molto ravvicinati o prolungati, il discointervertebrale non ha il tempo per riassorbire l'acqua e tornare al suo spessore di partenza equindi sosterrà gli sforzi successivi in condizioni meno vantaggiose e funzionali. I muscoliparavertabrali (anteriori e posteriori) assicurano la statica e la corretta postura del rachide. COLONNA LOMBARE senza carichi aggiuntivi sopporta il 46% del peso corporeo. Iprincipali muscoli, rispetto all'azione appena evidenziata, sono collocati negli strati profondidel rachide lombare, in particolare nelle docce vertebrali, ossia quei canali delineatidalle apofisi spinose posteriori, dalle lamine e dalle apofisi trasverse. Funzioneprincipale dei muscoli posteriori è quella di estendere il rachide lombare, determinano unaaccentuazione della lordosi lombare. Non raddrizzano il rachide lombare, lotirano all'indietro e contemporaneamente lo incurvano.
ERNIA DEL DISCO– Con l'andare del tempo, il legamento longitudinale posteriore viene perforato causando l'ernia espulsa. In altri casi resta bloccata sotto il legamento longitudinale posteriore. L'ernia del disco tende a mettere in tensione le fibre nervose sensitive e determina dolori lombari (lombalgie, lombosciatalgie). La migrazione del nucleo polposo è molto rara nella parte anteriore del disco intervertebrale, è più frequente nella parte posteriore.
Bacino
In effetti quando esiste uno squilibrio tra gruppi muscolare antagonisti, si tende oggi a riprogrammare la postura attraverso l'allungamento delle catene posturali e, in particolare, la catena posturale posteriore. Un esempio di tale sinergia si ha tra muscolo ileo-psoas, da una parte, e i muscoli ischio-crurali, grande gluteo e il retto dell'addome. Mentre il primo, con la sua tonicità, tende a flettere il rachide
Lombare e lordosi
I muscoli lombari e i muscoli addominali sono responsabili di aumentare la lordosi lombare, mentre i muscoli glutei impediscono l'antiversione del bacino grazie all'estensione dell'anca, diminuendo la curva del rachide lombare. Per mantenere un corretto assetto della lordosi lombare è sufficiente rafforzare i muscoli addominali e i muscoli glutei, e allungare gli ischio-crurali.
Postura
La postura, in senso generale, descrive l'atteggiamento generale del corpo che una persona assume, caratterizzando la sua fisionomia. Una corretta postura è resa possibile distribuendo adeguatamente il peso del corpo nelle posizioni assunte e nei movimenti realizzati, senza alterare in modo abnorme i rapporti segmentari e ripristinando il loro corretto assetto una volta terminato il compito motorio. Le informazioni esterocettive (vestibolari, visive) e propriocettive (muscoli e articolazioni) vengono poi elaborate dai centri nervosi.
causativo: è il piede che crea lo scompenso posturale, quindi bisogna intervenire su quello.adattivo - nella parte alta del corpo c'è uno squilibrio che si ripercuote sul piede. Se passa troppo tempo senza risolvere il problema non si parla di "causativo" ma non "causativo" perché era un adattivo che si è però fissato.
Piede misto - entrambe le componenti. Associato a bascula omolaterale, deve essere sempre corretto.
N.B. Per valutare il piede varo/valgo è utile guardare il ginocchio. Con il ginocchio valgo il piede tende a cedere verso l'interno. Piede piatto=valgo tipico del ginocchio valgo.
Anche l'apparato stomatogmatico (ci permette di respirare, masticare) incide molto sulla postura. Gli elementi che lo formano sono tutti collegati fra loro (es. se cade un dente si modifica la posizione di tutti gli altri). Sintomatologia - nuca rigida appena alzati a causa del digrignare durante la notte.
CATENA POSTURALE MIOFASCIALE - Una postura scorretta causa tensioni muscolari persistenti che sfoceranno in...
fissità muscolari permanenti quali retrazioni; il muscolo infatti si assetta in posizione 'corta' perché il tessuto connettivo tende a 'fissare', 'cementare' i sarcomeri in posizione progressivamente più 'chiusa'. Mezieres ebbe un'intuizione guardando una sua paziente. La sua muscolatura posteriore si comportava come se fosse una cosa unica. Quindi Meizer capì che i muscoli dorsali si intrecciano tra loro da quelli più profondi a quelli più superficiali. Sono muscoli poliarticolari (docce vertebrali), sono muscoli corti e forti. Tutti questi muscoli corti e forti formano un'unica fascia e si contraggono principalmente con azioni degli arti superiori. Questi muscoli tendono ad irrigidirsi e ciò può portare a scompensi posturali. Quindi la catena dei muscoli che va dal capo ai talloni agisce come un unico muscolo per questo è difficile capire da dove origina il problema.riferimento a quanto appena apposto, il mantenimento di un corretto equilibrio posturale deve realizzarsi, contrariamente a quanto si proponeva in precedenza, attraverso un lavoro di allungamento dei muscoli statici che deve bilanciare il lavoro di accorciamento (rafforzamento e potenziamento) dei muscoli dinamici che sono costantemente allenati nelle varie attività umane. L'uomo risponde a 3 principi fondamentali: equilibrio omeostatico, economia e confort. L'equilibrio omeostatico può essere alterato da problemi psichici, emotivi, traumatici; il sistema crea una compensazione che però crea delle deformazioni. N.B. L'ipertonia della catena posteriore è correlata all'ipotonia anteriore, ovvero richiede rilassamento muscolare. ANALISI POSTURALE - Protocollo di Bricot si basa sulla visione del soggetto da diverse prospettive: frontale, laterale, superiore e inferiore. Messi insieme tutti i dati creare un giudizio sulla sua situazione. Bricotritiene che solo il 10% delle persone hanno una postura perfetta. Visione frontale → guardi