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INVASIVA7.2 VENTILAZIONE
La ventilazione non invasiva non sempre è risolutiva, a volte è insufficiente e quindi è necessaria la ventilazione invasiva, andando ad aggredire le vie aeree dall'esterno attraverso:
- La cannula tracheostomica
- Tubo endotracheale
- Intubazione orotracheale
Anatomicamente sappiamo che la trachea contiene le corde vocali, permette il passaggio di aria, impedisce l'aspirazione, è costituita da anelli cartilaginei incompleti posteriormente. Ha una lunghezza di circa 15 cm e un diametro di 16-18 mm. La mucosa è costituita da cellule che secernono muco; termina con la carena, la biforcazione che porta poi nei bronchi di dx e sx.
Valutazione pre-intubazione
Esaminare le strutture anatomiche delle alte vie respiratorie, della testa e del collo, la mobilità di queste, l'articolazione tempro-mandibolare, la cavità orale (rimuovere dentiere).
Materiale per intubazione
- Mandrino: serve per direzionare
Il tubo• Pinza di Magill: serve per rimuovere corpoestraneo• Laringoscopio: permette di visualizzarel’aperura glottica, le corde vocali e si fa poipassare il tubo tra esse per farlo arrivare intrachea.• Maschere: servono per iperossigenare il pzcon pallone e prima della tecnica• Tubi endotracheali/cannule• Siringhe per cuffia• CerottoPrima di intubare, si fa un’ossigenazione di 3-4 min esi cerca di ottenere una saturazione al 100%. 21Tecnica di intubazione orotrachealeSi posiziona il pz in posizione di Sniffing per permetter l’allineamento degli assi orale-faringeo-laringeo. Lamano di destra apre la bocca del pz, afferrare il laringoscopio con la sx e inserire la lama dal lato dx dellabocca spingendo la lingua vs sx, si cerca di esporre la glottide e individuare le corde vocali (mantenendorigido il polso sx).Inserire nell’angolo dx il tubo. Ci verrà chiestodi cuffiare con una quantità d’aria sufficientead
ventilazione, dimensioni della trachea e preferenze del paziente. Le cannule possono essere di diversi tipi: fenestrata, non fenestrata, con cuffia, senza cuffia, con valvola di speaking, ecc. La scelta della cannula adeguata è fondamentale per garantire una corretta ventilazione e una buona qualità di vita al paziente tracheostomizzato. Durante la procedura di tracheostomia è importante prestare attenzione alla posizione corretta della cannula, evitando che si sposti o si ostruisca. Inoltre, è necessario monitorare costantemente il paziente per valutare la sua respirazione e assicurarsi che la ventilazione sia efficace.ventilazione meccanica, capacità di sostenere un respiro autonomo, capacità di rimuovere secrezioni, compliance. Le cannule hanno: - Caratteristiche intrinseche (le hanno tutte) - Il materiale con cui sono fatte solitamente è PVC perché atossico, radiopaco e termosensibile - Diametro: dev'essere proporzionale allo stomaco - Lunghezza - Flangia: indica il limite oltre il quale non spingere la cannula in trachea e permette l'ancoraggio di questa dal momento che ha 2 buchi attraverso cui facciamo passare un laccetto che attaccheremo intorno al collo del paziente - Punta 22 - Caratteristiche estrinseche (si differenziano in base alla cannula scelta) - Cuffiate: utilizzate principalmente nei pazienti disfagici - Non cuffiate: utilizzate in pazienti con respiro spontaneo a cui vengono confezionate le tracheostomie post-chirurgiche. Vi è la riduzione del rischio del decubito - Fenestrate: la controcannula ha un "buco" lungo la curvatura che permette al pazientedi fonare. L'aspirazione deve avvenire con controcannula non fenestrata: se lo facessimo con una fenestrata rischiamo di far finire il sondino nella fenestrata e non aspirare nulla. Non fenestrate. Tramite la cannula o il tubo endotracheale andiamo a ventilare il paziente con l'ausilio dei ventilatori che possono essere: - Pressometrici: erogano una pressione pre-stabilita dall'operatore. Non garantiscono un volume costante di aria per ogni atto respiratorio, perciò il volume sarà variabile. Sono di supporto, non sono indispensabili per il paziente. - Volumetrici: l'operatore imposta il volume e la macchina automatica darà la pressione. La quantità di aria per ogni atto respiratorio sarà sempre uguale. Sono indispensabili per la sopravvivenza del paziente. Abbiamo diversi tipi di ventilazione: - Controllata: la macchina si sostituisce completamente al paziente, o perché non è in grado o perché l'abbiamo sedato. Quindi andremo aimpostare che il pz dovrà fare 14 atti al minuto, a 200/300 di volume.
Assistita se il pz compie di suo uno sforzo inspiratorio, la macchina lo riconosce e gli immette pressione positiva nelle vie aeree. Viene impostato solo il volume corrente, che la macchina riconosce. La FR è variabile e dipende da quante volte il pz innesca il trigger ovvero da quante volte innesca la macchina a spingergli aria.
Assistita - controllata il pz ha un V corrente impostato e anche la FR: quel pz dovrà fare un minimo di atti respiratori.
SIMV (ventilazione obbligatoria intermittente sincronizzata) abbiamo V corrente e FR che sono sincronizzati con il respiro spontaneo del pz. Perché? Per evitare che il pz contrasti la macchina (svezzamento).
Ventilazione a supporto di pressione (PSV) è di tipo pressomerica, si fornisce una pressione + di inizio e fine respirazione.
Si definisce trigger (letteralmente grilletto) il punto in cui il macchinario riconosce la fase
La ventilazione inspiratoria del pze va ad erogare la giusta quantità/modalità di ventilazione. L'ECG e l'interpretazione.
L'elettrocardiogramma è la registrazione dell'attività elettrica del cuore. Dal punto di vista elettrico, l'impulso nasce nel nodo senoatriale (NSA) dove avrà una frequenza di circa 80 (tuttociò che starà al di sotto avrà una frequenza minore), si propaga attraverso le vie internodali dell'atrio di dx e sx, arriva al nodo atrioventricolare (NAV) dove rallentano, si immette nel fascio di His e poi va nella branca di dx e sx fino alla diramazione delle fibre del Purkinje.
Dal punto di vista meccanico invece tutto questo si manifesta con:
- ONDA P corrisponde alla contrazione degli atri (diastole) quindi alla depolarizzazione degli atri
- Tratto di linea isoelettrica per indicare il passaggio dal NSA al NAV dove rallenta
- Complesso QRS l'impulso si immette nel fascio di His e inizia a
propagarsi ai ventricoli dx e sx –depolarizzazione ventricoli (sistole)
Il complesso QRS è più grande delle altre onde perché i ventricoli hanno massa maggiore e quindi la corrente elettrica ci impiega di più tempo per attraversarli, è necessario più lavoro
Tratto di linea isoelettrica
Onda T che corrisponde alla ripolarizzazione dei ventricoli
In realtà avviene anche la ripolarizzazione degli atri ma nel tracciato non la vediamo perché avviene contemporaneamente alla depolarizzazione dei ventricoli. 24
Per fare l’ECG viene utilizzata la carta millimetrata che ha una velocità di scorrimento di 25 mm/sec. Ogni quadrato grande è costituito da 5 quadratini piccoli; ogni quadratino piccolo ha una durata di 0,04 sec (quindi uno grande basta fare 0,04 x 5 =0,20).
L’intervallo PR o PQ fisiologicamente deve avere una durata tra 0,12 e 0,20 (3-5 quadratini).
Elettrodi e derivazione
Quando parliamo di ECG a 1 derivazione
Ci riferiamo a quando colleghiamo il pz al monitor, per vedere il ritmo. L'ECG a 12 derivazioni invece ci permette di guardare il cuore in maniera tridimensionale, da diversi angoli.
Le derivazioni si dividono in:
- Periferiche
Sono quelle che andiamo a mettere su braccia e gambe (partendo da braccio sx GI-RO-NE-VE). Possono essere:
- Bipolari
Le derivazioni su braccio sx, braccio dx e gamba dx rappresentano gli apidi del triangolo di Einthoven per cui avremo le derivazioni D1, D2, D3 (guarda disegno)
D1 guarda da braccio dx a braccio sx
D2 guarda da braccio dx a gamba sx
D3 da braccio sx a gamba sx
D2 ci darà le onde più grandi perché è quello che in direzione del ventricolo sx
- Unipolari
Perché utilizzano una sola derivazione
aVR-aVL-aVF
Dove 'a' significa aumentate e R, L, F significano right, left, feet
- Toraciche o precordiali
Sono sempre unipolari e vanno da V1 a V6.
Ma a cosa servono le derivazioni? Fotografano il cuore contemporaneamente
da diverse angolazioni.
- D3, D2, aVF guardano la parte inferiore del cuore
- D1 e aVL guardano la parte laterale alta
- V1 e V2 setto atrio-ventricolare
- V3 e V4 la parte anteriore
- V5 e V6 parte laterale bassa
Approccio all'ECG
- Frequenza: Fisiologicamente è compresa tra 60 e 100 battiti al minuto. Come si calcola sull'ecg? Conta quanti quadrati grandi ci sono tra un'onda R e l'altra e dividi questo numero a 300. Se invece è un ritmo irregolare, conta 30 quadrati grandi, vedi quanti QRS ci sono all'interno e moltiplica questo numero per 10 avremo in questo modo la Frequenza cardiaca media
- Ritmo: L'attività elettrica viene definita ritmica quando l'intervallo tra due onde R è costante (distanza R-R rimane uguale). Un ritmo si definisce ritmo sinusale se ci sono sempre onde P, se queste hanno sempre la stessa morfologia tra loro, sono sempre seguite da QRS, che la frequenza sia costante e che l'intervallo
PRo PQ sia costante tra 0,12 e 0,20.Se c'è un alternazione nella frequenza, possiamo avere:
- Bradiaritmie
- Tachiaritmie 268.1 BAV
- Blocco atrio ventricolare 1° grado
C'è un ritardo nella conduzione. L'impulso nasce nel NSA, arriva al NAV quindi ogni onda P è seguita da QRS ma la distanza è aumentata. Avremo quindi una riduzione della FC (comune negli atleti).
Blocco atrioventricolare 2° grado
La depolarizzazione è intermittente, l'eccitazione a volte non attraverso il NAV o il fascio di HIS. Può essere:
Mobitz 1 l'impulso nasce dal NSA, arriva al NAV in tempo corretto (0,12), la seconda volta in 0,20, la terza 0,25, 0,35, 0,50 e la settima volta si