Il progetto Bernini-Fontana prevede un corpo centrale e due ali piegate verso l'esterno.
La parte superiore con l'orologio, il campanile ecc., è un’aggiunta di Fontana.
Il palazzo aveva una grande corte centrale e l'idea era di fare un corpo ad esedra
sull'altro lato.
Il campanile è a vela .
Dal punto di vista costruttivo il palazzo è di grande raffinatezza: cortina e travertino.
C'era l'idea di creare anche uno spazio di fronte al palazzo con una quinta costruita, ma
non verrà realizzato (progetto di Fontana). Bernini ha un ruolo importante nella
realizzazione della prima parte dell’impostazione planimetrica.
Le paraste angolari delle ali terminano con delle rocce.
Quindi si ha un’integrazione di natura ed architettura.
Le tre finestre terminali presentano soglie (rocce non rifinite) su cui sorge l'architettura
(Bernini).
Passa del tempo e mantiene la sua natura di edificio amministrativo.
C'è il problema che il palazzo è organizzato per piani e quindi di dove mettere il Parlamento.
Viene risistemato il grande cortile centrale.
Viene chiamato un ingegnere poco noto, Paolo Camotto, che realizzerà una copertura in
ferro e vetro con sedute in metallo e legno in modo da avere spazio per il Parlamento.
Dopo un solo anno, nel 1871, i parlamentari poterono accedere anche se con molte
lamentele (sala fredde d'inverno e calde d'estate).
Nel frattempo si decide di ricostruire una nuova ala sulla parte posteriore e quindi viene
aggiunta una nuova ala di dietro in mattoni rossi scuri, in stile medievale, in linea coi gusti
di quel periodo (Liberty italiano) ma che non c'entra nulla col prospetto principale.
L’obelisco nella piazza è “L’obelisco solare di Augusto”, alzato dall’architetto Giovanni
Antori.
Va a sostituire la colonna per Antonino Pio che quando fu ritrovata fu vittima, a causa di
Fontana, di una brutta estrazione e si fratturò lungo il fusto.
il fusto della colonna era di granito rosso ed il basamento era il plinto
In quel momento il papa stava andando a vedere la colonna cosi i Fontana danno ordine di
tamponare la frattura con del fango ma il papa si infuriò e la colonna giace per un secolo e
mezzo in un capanno di legno.
Fu poi ritrovato l’obelisco di Augusto (solare perché tramite delle fessure nella sfera di
bronzo dava l’orario), si decise di metterlo davanti Montecitorio ma doveva essere
restaurato, così vengono fatte delle toppe con il granito della colonna di Antonino Pio
Alessandro Specchi (1668-1729)
Il Porto di Ripetta [1703 ca]
Nel 1703 vi è una grave crisi economica che tocca tutti i ceti sociali così molti palazzi nobiliari
vengono affittati e le commesse d’architettura rallentano e si vanno a costruire soprattutto
strutture necessarie come per esempio: il Porto di Ripetta che serviva per l’attracco delle
barche che trasportavano per lo più legna dell’Aniene e si trovava dove oggi c’è l’Arapacis.
Progettato da Alessandro Specchi, prevedeva uno scalinato per scendere al fiume e che
collegava le diverse quote.
La sua forma era quella di un’onda.
Un altro esempio è la scalinata di Piazza di Spagna (del 1723-28, progettata da Francesco
De Sanctis) vedere appunti di qualcuno sulla scalinata
⇒
Filippo Raguzzini (1680-1771)
Piazza di Sant’Ignazio [1727-30]
Le chiese dei gesuiti sono caratterizzate da un’aula, dalle cappelle laterali, da un transetto,
dalla cupola ecc.
Per la chiesa di Sant’Ignazio era prevista una bellissima cupola che doveva rivaleggiare con
San Pietro, ma in realtà questo lavoro sarà molto lungo e la cupola si deciderà di non
realizzarla.
La facciata assomiglia a quella del Gesù.
Si tratta di una facciata di tipo tradizionale con due ordini imponenti ed utilizza anche
l’ordine gigante.
La grande facciata è in travertino ed ha una scansione dettata dai tre portali che
aprono nella navata centrale e nelle due serie di cappelle laterali, edicole, timpano che
divide i due ordini ed inquadra il portale e poi secondo registro con grandi volute.
Misura fuori scala rispetto la parte della città in cui è posta.
La piazza che ospita la facciata della chiesa di Sant’Ignazio viene realizzata nel 1700 ed è
detta “piazzetta dei Burró” (romanizzazione del termine francese buro che significa ufficio).
Questi edifici sono progettati e nascono come edifici per uffici.
Nascerà dopo la crisi economica il genere del palazzo d'affitto, ossia una residenza divisa in
grandi proprietà.
Questo, invece, nasce come piccolo quartiere da uffici o appartamenti da affittare ai
funzionari della curia.
E’ un’opera di un architetto napoletano che si chiama Filippo Raguzzini.
L'idea è di fare una scenografia.
Si hanno facciate curve che accolgono strade limitrofe come quinte e danno dunque
l’aspetto di una scenografia teatrale.
I materiali utilizzati sono poverissimi (solo intonaco).
Come afferma Portoghesi “Raguzzini ha messo tra parentesi e tra virgolette Sant'Ignazio”.
Infatti Raguzzini sceglie una serie di allineamenti (per esempio l’altezza di un edifico arriva
alla cornice del primo ordine della chiesa).
Egli crea una serie di catalizzatori per lo sguardo che fanno girare le persone per ammirare
l’intera scenografia che si apre.
Quindi la difficoltà si tramuta in un elemento vincente del progetto.
Questo è uno dei luoghi più significativi della Roma settecentesca.
Nicola Salvi ( 1697-1751)
Fontana di Trevi [dal 1732]
Ci troviamo nella zona del trivium da cui prende il nome la fontana.
Il trivium era un crocevia di strade
Questa zona ha una storia legata al rapporto con il colle del Quirinale, ma in epoca più
antica, era importante perché passava l'acquedotto Claudio, realizzato nel 19 a.C. ed è uno
dei condotti più importanti di adduzione dell’acqua della città di Roma.
In seguito prenderà il nome di acquedotto dell’acqua vergine o di Trevi (fondamentale
per la Roma rinascimentale e barocca).
La leggenda , narrata sulla fontana, dice che il punto da cui sgorga l’acqua sia stato
indicato ai soldati romani da una fanciulla e per questo viene detto dell’acqua vergine.
Questo acquedotto verrà usato per alimentare le fontane rinascimentali di Roma.
La gente veniva qui per bere e lavare (da qui il nome via del lavatore).
La fontana di trevi inizialmente aveva un orientamento ruotato di 90° perché addossata agli
archi dell’acquedotto Claudio.
Le cose iniziano a cambiare quando questa zona diventa crocevia tra campo marzio e
Quirinale.
In epoca quattrocentesca con Niccolò V verranno ripristinati gli acquedotti: in questo modo
la zona diventerà di nuovo importante.
Niccolò V incaricò Alberti per la fontana
Intervento minimo, soprattutto la sistemazione della lapide con
un’iscrizione dedicatoria e tre bocche da cui esce l’acqua con sotto una vasca
Di fronte alla fontana possiamo vedere un portico medievale con colonne di ordine ionico.
Sempre nella stessa piazza c'è una chiesa già presente nel 500. Questa chiesa è dedicata a
due santi: Vincenzo e Anastasio.
Era la parrocchia del Quirinale. Quindi nel tempo questo luogo diventa una zona
importantissima, in quanto il Quirinale era anche la residenza del papa.
Nel 1500 si cominciano a proporre soluzioni per riqualificare la fontana ed anche lo spazio
intorno.
Si arriva al 1600: Papa Urbano VIII (Barberini) si accorda con i Carpegna in modo da
ricreare, incaricando Bernini, una nuova mostra dell'acqua.
Viene deciso in accordo tra Urbano VIII e Bernini anche un piccolo sventramento e di
ruotare la fontana.
Bernini progetta la fontana e nel frattempo i Carpegna pensano di ingrandirsi arrivando
proprio di fronte alla fontana che stava facendo Bernini.
L’incarico di progettare il palazzo verrà affidato Borromini e quindi si ha nuovamente una
contrapposizione tra i due.
L'idea era quella di creare un palazzo con al centro un luogo pubblico ovale, che
consentisse il passaggio a chiunque. Quindi proprietà privata e passaggio pubblico, ma ciò
non verrà mai realizzato
Bernini sfrutterà i due palazzi dietro la fontana (Palazzo Conti e Palazzo Poli) per ruotare la
fontana stessa di 90 gradi.
Bernini pensa questa mostra proprio come una quinta che si appoggi ai due palazzi
esistenti.
L'idea di Bernini era invece di creare una vasca con delle curvature, giocando con l'asse
concavo convesso tipico dellemsue opere (concavità della nicchia e convessità della vasca).
Per lungo tempo rimarrà quindi una quinta abbastanza strana e una vasca con questa
curvatura centrale.
Nel frattempo viene ricostruita la chiesa con travertino di Tivoli.
Quindi abbiamo un progetto per tutto l’isolato, i lavori della chiesa e la fontana che rimane
incompleta (solamente la vasca).
Si arriva all'inizio del 1700 (1732) un anno in cui si vanno attuando diversi concorsi ed
incarichi nell'ambito architettonico (concorso per la facciata di San Giovanni in Laterano).
Salvi parteciperà al concorso, indetto da Clemente XII, per finire la fontana (da Bernini
passerà un secolo).
La fontana, quindi, viene assegnata a Salvi da Clemente XII, inaugurata da Clemente XIII e
Benedetto XIV la porta a conclusione.
Salvi è un architetto straordinario che però lavorò in un ambito temporale molto ristretto a
causa della sua malattia.
Ha costruito una chiesa a Viterbo che però venne bombardata ed un altro palazzo sempre
demolito nella Seconda guerra mondiale.
Ci rimane quindi solo questa fontana. Salvi dimostra di aver acquisito l'insegnamento di
Bernini e riuscì a coniugare un classicismo presente nel palazzo con la fontana.
Questo progetto usa i palazzi retrostanti come fondale, che è architettura, in quanto è uno
dei prospetti del Palazzo Poli.
E’ presente un ordine gigante corinzio con un attico interrotto dalle finestrature.
Osservando la facciata alcune finestre sono vere mentre altre sono solo dipinte; le finestre
del secondo livello si vanno ad appendere alla trabeazione (il timpano semicircolare) è
incastrato dalla trabeazione.
L'idea che sta alla base del progetto di Salvi è di raffigurare l'idea dell’allegoria dell'acqua ed
anche del fatto che l'architettura nasca dalla natura, ossia che l’architettura di pietra nasce
dalla pietra stessa.
Lo scoglio roccioso, che è tutto il basamento della fontana, sostiene l’architettura, che è
come se si innalzasse.
Dal punto di vista architettonico è st