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CANONI E CORREZIONI DEL TEMPIO GRECO:
Per rendere il tempio più equilibrato ed elegante, gli architetti greci si pongono il
problema del canone, ovvero di un sistema di regole che definiscano la forma e
le proporzioni ideali delle varie parti dell’edificio.
Con il termine correzione ottica i greci indicavano i piccoli accorgimenti,
necessari ad eliminare le possibili distorsioni nella visione esterna del tempio
causati dai meccanismi della percezione.
L’uso di correzioni ottiche permetteva di giungere ad una visione simmetrica
dell’intero edificio.
Numerosi sono gli esempi a riguardo fra cui:
Inclinazione verso l’interno delle colonne più esterne (per evitare la divergenza).
o Inclinazione all’indietro della trabeazione e dello stilobate (per evitare l’effetto di
o caduta in avanti della costruzione).
Aumento del diametro delle colonne angolari poste in piena luce (per evitare
o che sembrassero più piccole rispetto a quelle poste in ombra.
Molto importante è quello che scrisse Vitruvio sulla simmetria:
“La simmetria è l’armonico accordo tra i membri dell’edificio e la corrispondenza delle
singole parti considerate separatamente alla figura complessiva dell’opera. Senza
rispettare simmetria e proporzione nessun tempio può avere un equilibrio compositivo,
come è per la perfetta armonia delle membra di un uomo ben formato. La qualità della
bellezza, infine, si otterrà quando l’aspetto dell’edificio sia gradevole ed elegante e la
proporzione delle parti scaturisca dal corretto calcolo della simmetria”.
Nella realizzazione dei templi greci vengono apportate una serie di correzioni ottiche
impercettibili che equilibrano alcuni sgraditi effetti visivi che si avrebbero
nell’osservazione del tempio da lontano.
LA SEZIONE AUREA:
I templi greci (in particolare quelli classici) presentano un proporzionamento
matematico basato sulla “sezione aurea”, una proporzione presente anche in natura,
che conferisce armonia e perfezione misurata all’architettura e alla scultura.
La facciata del Partenone e le varie membrature sono contenute all’interno del
rettangolo aureo: l’altezza massima del tempio costituisce la misura di un lato del
quadrato ABCD. Dividendo verticalmente in due questo quadrato con il segmento EF,
si fa centro in F e si traccia un arco di raggio FC che interseca in G il prolungamento
della base AD.
Si costruisce così il rettangolo ABHG detto “aureo”, secondo il quale è misurata la
facciata del tempio
TEMPLI DI PAESTUM:
Paestum è il nome latino dell’antica e potente Poseidonia (che significa città sacra a
Poseidone, dio del mare), posta nella valle del Sele, quasi a ridosso della costiera
salernitana.
Robustamente fortificata e munita di 4 porte ai 4 punti cardinali, la città presentava
una regolare struttura a pettine, con tre grandi strade parallele di penetrazione
orientate in direzione Est-Ovest e una fitta rete di vie minori, perpendicolari alle prime,
a loro volta orientate in direzione Nord-Sud.
Esempi:
BASILICA DI PAESTUM basilica
(tempio di Hera): 540-510 a.C.: la cosiddetta
o di Paestum, risalente al 540-510 a.C. costituisce uno degli esempi più noti e
meglio conservati di tempio dorico in magna Grecia.
Si tratta di un grandioso tempio periptero ennastilo (cioè con 9 colonne)
dedicato alla dea Hera e collocato nella zona del santuario meridionale di
Paestum.
La peristasi presenta 9x18 colonne doriche. Le sue cinquanta colonne
perimetrali in pietra calcarea grigia si ergono ancora quasi completamente
intatte mentre quasi nulla è rimasto del naos, diviso in due navate da una fila
centrale di sette colonne.
Nella parete occidentale del naos, doveva aprirsi un sacrario (o àdyton) secondo
una tradizione che, anche se non molto diffusa in Grecia, si ritrova con una
certa frequenza sia in Magna Grecia sia in
Sicilia.
Era nell’adyton, infatti, vero e proprio cuore simbolico dell’edificio, che si
conservava il simulacro della divinità alla quale l’intero tempio veniva dedicato.
Le collone, alte 4,68 metri, sono molto rastremate e hanno un’entasi
particolarmente pronunciata.
Le colonne terminano con un capitello dall’echino molto schiacciato e panciuto,
sormontato da un abaco molto largo (quasi il doppio del diametro del collarino
al sommoscapo).
Il collarino, infine, è decorato con una serie di piccole incavature regolari che
imitano delle foglioline stilizzate.
TEMPIO DI CERERE (o tempio di Athena), 510-500 a.C.: Nell’area del santuario
o settentrionale dell’antica poseidonia sorgono i resti di un secondo tempio
dorico, di dimensioni più piccole, originariamente dedicato ad Athena ma oggi
noto come “Tempio di Cerere”, in onore della veneratissima dea romana della
fertilità e dell’agricoltura.
Costruito in pietra calcarea locale su un crepidoma di tre scalini, il tempio di
Cerere risale all’incirca al 510-500 a.C.
L’edificio è del tipo periptero e presenta una peristasi di 6x13 colonne con venti
scanalature, entasi molto pronunciata e collarino decorato con motivi in rosso,
blu e oro.
Viene qui applicata per la prima volta in Magna Grecia la regola secondo la
quale il numero delle colonne sul lato maggiore deve essere uguale al doppio
più una di quelle presenti sul lato minore. Tale regola proporzionale è la stessa
che ritroviamo anche nel Partenone di Atene, il maggior tempio dorico.
Il conflitto angolare viene qui risolto in modo molto semplice, allargando
opportunamente tutte le metope d’angolo.
L’edificio misura 14,54x32,88 metri e si articola intorno a un vasto naos a
navata unica (ora distrutto), posteriormente privo di opistodomo.
In prossimità dell’ingresso due scale gemelle, in parte ricavate nello spessore
dei muri della cella, conducono al sottotetto.
Il pronao, invece, è delimitato da sei colonne (quattro frontali e una per ciascun
lato) con capitelli ionici.
TEMPIO DI NETTUNO (detto anche poseidònion) 460-450 a.C.: Il grande
o Tempio di Nettuno, uno fra i più imponenti e meglio conservati del periodo,
completo ancora dell’intera trabeazione e dei due frontoni.
Costruito intorno al 460-450 a.C. in pietra calcarea (ma il fregio realizzato con la
più pregiata arenaria e l’intera struttura risultava poi vivacemente dipinta).
Si tratta di un altro edificio dorico periptero con peristasi di 6x14 colonne.
Presenta un naos suddiviso longitudinalmente in tre navate, con due ordini di
sette colonne sovrapposte.
L’accesso alla cella è rialzato, rispetto al pronao, da una scalinata di quattro
gradini.
Nonostante il periodo relativamente tardo le colonne, alte 8,88 metri, appaiono
ancora molto massicce, tanto che per snellirne l’aspetto sono state realizzate
ben 24 scanalature, invece delle consuete 20.
Nel complesso, le proporzioni hanno acquisito il tipico equilibrio dell’ordine
dorico maturo, con particolare attenzione anche a tutti quegli accorgimenti
costruttivi tendenti a correggere la percezione ottica dell’edificio, al fine di
adattarlo il più possibile a un modello ideale geometricamente perfetto.
ATENE NEL V SECOLO A.C.:
• Sotto la guida del generale Pericle
(464-429 a.C.), Atene diviene il
principale centro della Grecia e
vive un periodo di pace e
ricchezza • Fioritura scienze e arti
• Costruzione monumenti
sull’acropoli, sulle rovine degli
edifici distrutti dai persiani =
simbolo di rinascita
• Fidia, architetto e direttore dei lavori, riunisce artigiani, architetti e scultori
da tutta la Grecia.
Atene, sotto la guida di Pericle (v secolo)
Si ingrandì e si arricchì di monumenti straordinari: pittori, scultori, poeti, scienziati,
filosofi celebrarono Atene con opere che restano tra le più grandi mai compiute
dall’uomo.
Pericle affidò il grandioso progetto a Fidia (490-430 a.C.), scultore attico, che
divenne l’episkopos, cioè l’intendente e il direttore dei lavori. La collaborazione tra
Pericle e Fidia ad Atene riguarda: la statua di Atena Parthénos, l’impianto
urbanistico generale, la decorazione del Partenone, i Propilei, la costruzione delle
mura tra Atene e il Pireo e l’Odeon.
IL PARTENONE (447-438 a.C.):
In seguito alla distruzione durante le
guerre persiane, l’acropoli di Atene venne
ricostruita nel V secolo a.C. sotto Pericle.
Il Partenone è stato costruito dagli
architetti
Ictino, Callicrate e Mnesicle, sotto la
supervisione dell’architetto Fidia.
Sorge dove in precedenza vi era un altro tempio, distrutto
dai Persiani nel 480 a.C.
- Il Partenone è un edificio dorico octastilo e periptero con
caratteristiche strutturali ioniche.
Tempio periptero e octastilo (8 colonne sul lato corte e 17 su quello
lungo).
• Pronao e Opistodomo esastili (con 6 colonne).
• la cella a 3 navate.
• Rispetto rapporto aureo.
• Deambulatorio dietro la cella.
• Ambiente con soffitto a cassettoni, sorretto da quattro colonne ioniche, nella parte
posteriore = il Parthenon: (che in greco significa “stanza delle vergini). Al suo interno,
le vergini ateniesi tessevano e ricamavano a turno il peplo da offrire alla dea Athena
nel corso delle feste Panatenèe a lei dedicate.
• Ricca policromia: La ricchezza delle decorazioni nel Partenone è unica.
Nel Partenone sono presenti alcune
Correzioni Ottiche; infatti questo si
trovava in alto rispetto alla città, e
per poter
essere percepito visivamente come
perfetto.
Se il tempio fosse stato costruito
secondo lo schema della fig. 1,
l’avremmo visto come nella fig.
3.
Così gli architetti Ictino e Callicrate,
hanno costruito il Partenone
apportando le deformazioni presenti
nella fig. 2 per ottenere una visione
perfetta del tempio
Le Correzioni Ottiche del Partenone:
- la distanza fra ogni colonna è leggermente differenziata una dall'altra.
- Le colonne, sono caratterizzate dalla presenza dell'entasis, con un rigonfiamento
(entasi) a circa 1/3 dell’altezza della colonna. Per dar anche l'idea che le colonne
fossero "sotto sforzo", intente a sostenere il pesante tetto del tempio.
- Le colonne della peristasi esterna e la trabeazione sono state leggermente inclinate
verso l’interno per correggere l’effetto visivo di sbilanciamento in avanti dell’edificio.
- Le colonne angolari hanno un diametro maggiore rispetto alle altre: poiché
completamente investite dalla luce, sarebbero sembrate più sottili delle altre.
- Lo stilobate e l’architrave sono leggermente c