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Nel 1905 venne creata una riforma agraria con lo scopo
di creare una classe di piccoli proprietari, inoltre la
riforma prevedeva la possibilità per i contadini di uscire
dai mir. Il primo ministro Stolypin cercò, senza successo,
di creare un ceto di piccoli proprietari terrieri, perché la
riforma non ebbe successo. INDUSTRIALIZZAZIONE
RUSSA= L’insuccesso della Russia dipende
dall’industrializzazione non realmente voluta: la servitù
della gleba era stata liberata, ma non vi fu il processo di
espulsione della manodopera dalle campagne
all’industria.
Il processo di industrializzazione si arresta tra l’attentato
ad Alessandro II e il regno di Nicola II.
Durante il regno dello zar Nicola II (1894-1917) il processo di
industrializzazione accelera grazie anche alle iniziative di
Sergej Witte. Lo stato si fece carico dello sforzo per
modernizzare le infrastrutture (Transiberiana è la più
lunga ferrovia del mondo, la sua realizzazione ha
permesso vantaggi strategici e economici). Vengono
introdotte delle riforme affinché i contadini acquistino la
proprietà della terra e si ricorre al capitale straniero
riuscendo a finanziare le ferrovie.
Viene realizzata la transiberiana (è la più lunga ferrovia
del mondo) e si realizzano grandi industrie nel settore
metallurgico, meccanico e tessile.
Complessivamente, nel periodo tra l’ascesa al potere di
Nicola II e il 1917 l’industria è cresciuta ma è ancora
troppo piccola: solo il 3% del totale della popolazione
rimase legata alla terra. Nel 1913 il 70% della popolazione
era analfabeta e la mortalità infantile rimase elevata
(0,25%). La Russia resta un paese arretrato. La Russia è il
paese con più risorse, in termini di materie prime, al
mondo. La Russia cresce ma rimane al livello della
Francia pur avendo molte più risorse naturali.
Lo stato fornisce garanzie se si investe in Russia. Il
capitale straniero, in particolare la Francia, investe in
Russia. Gli inglesi compiono investimenti diretti, i francesi
fanno investimenti indiretti (comprano titoli del debito
pubblico). La conservazione dei contadini legati alla terra
e la mancanza di una borghesia impedisce uno sviluppo
manifatturiero che avviene spontaneamente su base
autoctona. Lo Stato cercò di attirare il capitale straniero.
Prima della I Guerra Mondiale il 91% delle miniere, il 50%
dell’industria chimica, il 42% della metallurgia e il 28% del
tessile erano in mano a imprenditori stranieri.
carbone è una fonte di energia ma presenta delle
esternalità negative (alto inquinamento). Il maggior
produttore e il maggior consumatore è la Cina. La
localizzazione dei grandi produttori di carbone è più
favorevole ai paesi occidentali rispetto alla localizzazione
del petrolio. Il petrolio si trova in paesi economicamente e
politicamente instabili. L’Europa tendenzialmente utilizza
il gas che è meno inquinante. Il gas viene fornito da pochi
paesi medio orientali e dalla Norvegia. L’Italia dipende
dalla Russia, dal Qatar e dalla Algeria. L’Europa è la
regione che è più dipendente dalle risorse di altri paesi:
si cerca quindi di seguire l’utilizzo dell’energie rinnovabili.
DOSSIER: La Russia possiede un quarto delle risorse
naturali mondiali.
Nonostante inefficienze assolute, la possibilità del paese
per esportare petrolio e gas, è il fattore che ha evitato il
tracollo dell’economia russa. L’Unione Europea dipende
largamente dalla Russia.
ITALIA= L’unificazione dell’Italia avviene nel 1861: era un
paese arretrato, frammentato politicamente dal punto di
vista delle infrastrutture e del mercato. Mancano le
complementarietà tra il nord e il sud del paese: il
nord scambia prevalentemente con i paesi confinanti e
non con il sud Italia. L’Italia non è mai stata
autosufficiente dal punto di vista alimentare: solo una
parte del suolo è coltivabile.
L’Italia punta tutto sull’agricoltura, quando si unifica
rimane molto arretrato anche dal punto di vista
demografico, alta natalità e tasso di mortalità molto
elevato.
L’Italia ha poche materie prime: non si può sostenere
l’industria siderurgica. Il 69% degli attivi vive e lavora in
campagna: l’economia è agricola e arretrata. La struttura
dell’economia è tradizionalista/arretrata.
Nel 1861, ottenne l’indipendenza grazie all’appoggio di
paesi europei come la Francia. Siccome il 1861 è un
periodo liberista e, avendo un debito con la Francia,
l’Italia rimuove tutte le barriere commerciali. Chi governa
il paese ha interesse a valorizzare la rendita della terra.
Il clima liberista del periodo 1861-1876 spinge il governo a
continuare a puntare sulle cosiddette industrie “naturali”.
Le più importanti, entrambe in area nord-occidentale
(Lombardia-Piemonte), sono la seta (export) e il cotone. La
seta non lavorata è il prodotto maggiormente esportato
dal nord e che paga il conto delle grandi importazioni
italiane. La seta compensa così il costo
dell’industrializzazione italiana.
Le industrie strategiche sono le industrie naturali:
l’agricoltura. I settori relativamente modernizzanti sono la
seta e il cotone.
QUESTIONE MERIDIONALE: (sollevata con l’unità d’Italia)
parliamo di un’economia a due velocità.
Il sud Italia ricopriva il 42% della superficie dell’Italia e
rappresentava (al censimento del 1951) il 37% della
popolazione.
Prima dell’unità d’Italia esisteva la questione meridionale?
Vengono fatti degli studi. Stéphanie Collet nel 2012 ha
studiato le quotazioni dei titoli del debito pubblico dei
vari stati prima dell’unità d’Italia analizzando i diversi
spread. L’Italia preunitaria, era suddivisa in più stati con
un sovrano e un governo diverso che emettono un debito
pubblico.
Spread= esprime l’interesse in punti base dei titoli del
debito pubblico confrontati con i titoli del debito
pubblico di un altro paese, è la differenza dei paesi.
Lo spread misura due rischi:
- Rischio di default: Gli investitori considerano più o meno
probabile che un paese faccia fallimento.
- Rischio di cambio della moneta di riferimento: es. se la
Grecia esce dall’UE ritorna alla sua moneta iniziale, i suoi
debiti però erano stati valutati in euro che è una moneta
sicura e possiede un certo valore. (utilizzata nelle
transazioni internazionali) Mentre la moneta della Grecia
è una moneta non utilizzata a livello internazionale.
Gli eurobond sono delle obbligazioni che, invece di
essere emessi dai singoli stati, sono emessi
collegialmente da un'agenzia europea e garantiti dai
paesi dell’area euro. Secondo Stéphanie Collet l’unica
cosa che si può paragonare agli eurobond sono i
rendimenti dei titoli di stato italiani prima e dopo l’unità.
Quindi l’unico esempio possibile per capire cosa sarebbe
potuto succedere è esaminare il caso della Unificazione
del debito pubblico italiano nel 1861 verificando gli
spread esistenti tra i vari debiti dei vari Stati. La Collet ha
concluso che il Regno delle due Sicilie era quello che per
indebitarsi pagava gli interessi più bassi di tutti e il
Regno di Sardegna era quello che pagava gli interessi più
alti di tutti. Il Regno delle due Sicilie, secondo la Collet,
aveva un’economia simile a quella della Germania del
2012. I mercati hanno fiducia nella sua economia e
richiedono un premio al rischio basso. Il Piemonte si è
indebitato maggiormente per sostenere delle guerre e
per investire nelle ferrovie.
I titoli conservano lo stesso nome dal 1861 al 1876. Dopo
l’unità i titoli del Regno delle due Sicilie hanno dei
rendimenti crescenti, i mercati chiedono un premio al
rischio più elevato. Dopo la Breccia di Porta Pia, i mercati
si convincono che il paese non imploderà e di
conseguenza i rendimenti dei titoli diminuiscono.
Secondo la Collet, questo succederebbe anche in caso di
introduzione di eurobond (prima i rendimenti aumentano
e lo spread aumenta per poi diminuire).
PRIMA DELL'UNITÀ D’ITALIA ANDAVA TUTTO BENE?
Per qualcuno, NI: prima dell’unità il Reddito Pro Capite di
centro Nord e Sud era uguale, ma altri parametri erano
disossati. Il Reddito Pro Capite era però molto indicativo.
Per qualcuno, NO: il maggior problema del Sud è il Sud. Al
Sud esistevano associazioni criminali organizzate per
assicurare l’ordine pubblico.
Il dibattito continua da più di 150 anni. Sono state date
diverse interpretazioni, più o meno fantasiose :
- I meridionali sono geneticamente diversi, dal nord al
sud Italia ci sono differenze di reddito, educazione,
mortalità infantile, statura e alfabetizzazione (R. Lynn). Si
sono mischiati con gli arabi, una razza inferiore.
- Il sud non si sviluppa per carenze di capitale sociale
cioè la creazione di reti di relazione che permettono la
cooperazione e che sono in grado di rafforzare
l’economia.
- Il sud è sottosviluppato perché le istituzioni che
governano il sud del paese sono istituzioni estrattive
perché prendono dalla modernità solo quello che gli
serve “modernizzazione passiva”. Il sud si modernizza
secondo alcuni parametri sociali ma non secondo certi
parametri economici.
- Il sud è sottovalutato perché il nord lo ha sfruttato (o è
stato rovinato dallo stato nazionale) Familismo amorale =
Banfield riguarda la regione della Basilicata dove la
popolazione non ha né fiducia impersonale, né fiducia
interpersonale.
(1861-1866 destra storica). Provvedimenti, lo Stato supporta
il processo di modernizzazione. In Italia operano due
soggetti operativi: lo stato e la banca mista.
1. Viene portato avanti un processo di industrializzazione.
2. Viene realizzata l’unificazione doganale nel 1861.
3. Vengono eliminati i dazi interni e viene introdotta
un’unica tariffa liberista alle frontiere che fa
crollare, secondo alcuni, le industrie del meridione, viene
unificato il debito pubblico.
4. Nel 1862 Pietro Bastogi istituisce il gran libro del debito
pubblico nazionale.
5. Viene istituita una moneta nazionale che serve per
creare un mercato nazionale.
6. Vengono potenziate le ferrovie. L’Italia, nel periodo
dell’unità, ha 17 subsistemi ferroviari non
integrati tra di loro. Si integrano le ferrovie per l’estero.
Tra il nord e il s