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TIPOLOGIE DI CARTE:
1. Le Carte a scala territoriale si riferiscono a regioni o grandi porzioni del territorio, riproducendo
ambiti generali utili per l’urbanista, in questo gruppo ricadono:
- Carta topografica (1:25000 a 1.100000): Rileva con opportune gerarchie gli elementi
dell’idrografia (mari, laghi, fiumi), le reti di comunicazione, i confini amministrativi (stato, regione,
comune) e anche alcuni margini fisici di cui vengono descritte le quote altimetriche e le curve di
livello.
- Carta di uso del suolo (1:100.000 – 1: 10.000): in cui secondo le raccomandazioni europee
vengono esplicitate cinque classi principali ovvero i territori artificiali, le zone agricole, le foreste, le
zone umide e le superfici d’acqua differenziate tra loro attraverso delle divisioni in zone colorate.
2. Planimetrie/mappe (da 1:5000 a 1:500): forniscono una descrizione dettagliata di una zona
ristretta, spesso urbana. Sono usate dai Comuni per la delimitazione delle proprietà dei terreni e dei
fabbricati (mappe catastali)
3. Piante (1:500 a 1:100)
Quali sono le scale più comuni di rappresentazione cartografica e per quali usi?
Non è possibile disegnare il territorio alla scala reale, si utilizza quindi un rapporto di riduzione che esprime
la corrispondenza tra la lunghezza reale e quella che è possibile misurare sulla rappresentazione cartografica.
Ad ogni scala corrisponde un contenuto specifico: quanto più bassa è la scala (ed esempio 1:10), tanto
maggiore è il numero di dettagli e di elementi che sono rappresentati.
Scegliere la scala più idonea a rappresentare i contenuti che si intendono evidenziare è una condizione
indispensabile.
Scala 1:100.000: tratta le aree studio a livello provinciale, il dettaglio è prevalentemente
morfologico ma va a delineare attraverso la colorazione anche le vie di comunicazione, le curve di
livello e l’evidenza delle aree vaste verdi, come parchi naturali.
Scala 1:50.000: l’area studio, a meno che sia un’area vasta, scompare è molto difficilmente
riconoscibile.
Scala 1:25.000: ci permette di definire il rapporto con il contesto di contorno. Ho la possibilità di
vedere il corso del fiume e la trama (e la grana) dei diversi edificati.
Le Carte a scala urbana sono la dimensione di intervento privilegiata a livello urbanistico e permetto di
lavorare in un’area vasta, come quella metropolitana fino ad arrivare al piccolo ambito di quartiere.
Scala 1:10.000: usata per descrivere la città e le sue agglomerazioni nella loro interezza,
comprendendo anche le vie di comunicazione e gli spazi verdi, a causa della scala a volte si tende a
ridurre il quantitativo di manufatti con il fine di favorire una maggiore leggibilità. Si delineano i
diversi tipi di impianti e come le piante cambiano, le orditure e gli assi variano lungo tutta la carta e
ci permette di elaborare una costruzione rispetto alla tradizione del luogo. Si tende ad evidenziare il
rapporto tra pieno e vuoto.
Scala 1:5000: rappresenta solitamente aree abitate distinguendone le infrastrutture, le corti, gli spazi
aperti e anche le vie di comunicazione, che diventano sicuramente più chiare. Riporta le curve di
livello e i piani quotati, si differenza dalla precedente per il maggior dettaglio raffigurativo. Viene
utilizzata ad esempio nella descrizione delle Zone A, centro storico, all’interno del PRG in cui
l’agglomerato edilizio non favorisce l’utilizzo di una scala ampia come l’1: 10.000. Questa ci
consente di realizzare mappe tematiche, per comprendere la tipologia e consistenza edilizia.
Scala 1:2000: Rispetto al precedente trovo l’informazione del marciapiede e dettagli sull’arredo
urbano. In questa pianta posso comprendere anche il disegno degli spazi pubblici, dove è
posizionato il costruito, la trama del tessuto urbano e come è avvenuta una progettazione per
innestarsi nel territorio.
Scala 1:1000: Viene utilizzata per definire una maggior definizione alle caratteristiche già
specificate nelle scale sovra ordinate, in questa si riesce a definire nel dettaglio come si innesta
un’area pubblica, permettendo di zoomare su un pezzo preciso di cartografia.
Scala 1:500: Utilizzata nelle carte di dettaglio, permette di individuare i singoli edifici e di leggerne
le caratteristiche edilizie, di capire il rapporto tra costruito e spazi aperti attraverso la definizione
dell’attacco a terra degli edifici. Viene usata anche per le sezioni, dove scendo anche a 1:200, posso
comprendere la conformazione del terreno.
Come va realizzata una cartografia?
Si possono distinguere due grandi famiglie di carte:
- Carte al tratto, ovvero disegnate sulla base di misure prese a terra, ad esempio col metodo della
triangolazione, sono realizzate sulla base di misure effettuate su terreno e graficizzate dopo una serie
di procedimenti sintetici e logico analitici.
- Carte fotografiche, disegnate sulla base di foto aere e da satellite.
Le regole di base per l'elaborazione di una buona carta sono:
Chiarezza nella rappresentazione
Coerenza nel tipo di informazioni
Esattezza del dato e confrontabilità
Leggibilità delle informazioni e coerenza con la consistenza cromatica e di segno delle leggende
Ogni cartografia ha caratteristiche rappresentative differenti a seconda della scala utilizzata, gli scopi che
deve raggiungere e i temi chiave. Affiancata SEMPRE da una leggenda che va a descriverne le
caratteristiche.
L’Impaginazione
È un lavoro di gerarchizzazione finalizzato ad evidenziare i contenuti di maggiore importanza così da
rendere il documento leggibile affinché l'accesso all’informazione richieda il tempo minimo. Il titolo della
carta deve essere scritto in caratteri di dimensioni maggiori rispetto al testo della legenda.
La scala si può esprimere in due modi:
- Scala numerica, tramite una frazione, come ad esempio 1: 10.000
- Scala grafica, tramite un tratto di linea, con suddivisioni interne che definiscono i valori di distanza
reali
Il Nord deve essere sempre indicato. Si usa rappresentare lo spazio con il Nord verso l’alto della carta, anche
se non si tratta di una regola assoluta.
Quali sono le caratteristiche principali di una legenda?
La legenda è la chiave di interpretazione di ogni disegno tecnico ed è composta da segni convenzionali. La
restituzione di tutti i dettagli degli elementi compositivi di un territorio non è possibile. L'urbanistica ricorre
a dei simboli e diverse convenzioni grafiche che gli permettono di raffigurare la sua visione del territorio
attraverso i segni convenzionali.
- La leggenda deve essere strutturata, concisa e leggibile. Per agevolare la lettura della legenda è
indispensabile allineare le caselle e i testi. È fondamentale suddividere la legenda in sottoinsiemi,
raggruppando e accorpando elementi che appartengono alla stessa categoria.
È indispensabile ordinare la legenda per tipo di simboli elementi puntuali, lineare e superficiali.
I titoli e le descrizioni devono essere allineati per evitare l'interferenza verticale tra testi e simboli.
Suddividere la leggenda in blocchi e sotto blocchi per raggruppare.
Le carte propongono un’interpretazione della realtà, spesso ricorrendo a simbologie e convenzioni grafiche.
La restituzione di tutti i dettagli degli elementi compositivi di un territorio non è possibile. L’urbanistica
ricorre a dei simboli e diverse convenzioni grafiche che gli permettono di raffigurare la sua visione del
territorio: i segni convenzionali punto, linea e superficie.
In base agli elementi che rappresentano possiamo dividerli in due categorie:
- riferiscono agli elementi naturali del territorio, site relativi alla morfologia del terreno, vegetazione
o idrografia;
- I segni relativi agli oggetti costruiti dall’uomo, tra i quali gli edifici, reti stradali o confini
amministrativi.
I. Il punto è un’astrazione: la sua dimensione è convenzionale e serve a renderlo visibile. La
dimensione del simbolo puntuale non sempre è direttamente proporzionale a quella reale, il centro
del punto assume un valore posizionale ed indica la collocazione dell’oggetto dello spazio
II. La linea può rappresentare:
- il confine di un’area (contorni di un oggetto, margini spaziali)
- Tracciato di un elemento specifico di una rete (stradale, ferroviario, curve di livello)
Nella carta gli elementi lineari sono numerosi o di larghezza varia, ma a prescindere dalle
dimensioni del simbolo è solo il suo asse ad avere significato
III. La superficie è una parte del piano che può essere anche limitata da un bordo o da un perimetro. La
superficie può rappresentare:
- Elementi fisici come tipi di suolo, vegetazione, specchi d’acqua
- Caratteristiche astratte come densità, destinazioni d’uso, la consistenza dell’edificato, le zone
omogenee;
- Indicazioni prescrittive e previsionali come le regole da rispettare per l’edificazione o la
trasformazione del suolo.
L’uso di forme diverse permette di distinguere diverse categorie.
L’uso di colore nelle sue varie tonalità rende agevole la distinzione di elementi all’interno di una
stessa famiglia e può essere utile per differenziare alberature o funzione d’uso dei manufatti edilizi.
Cosa chiede Lynch nei suoi questionari sulle città, a quali elementi urbani si
riferisce?
Il metodo seguito da Lynch prevede un’indagine sul campo riguardante tre città americane (Boston, Jersey
City, Los Angeles) e un campione di abitanti. I cittadini sono chiamati a rispondere a 15 domande sulle
proprie abitudini urbane e a fare uno schizzo della pianta della città di residenza. Tra gli obiettivi c’è quello
di individuare l’immagine mentale o ambientale di ognuno di loro, assieme alle immagini pubbliche delle tre
città esaminate. L’immagine ambientale è il risultato di un processo reciproco tra l’osservatore e il suo
ambiente. Percorrendo la città, l’osservatore seleziona, organizza e attribuisce significati a ciò che vede e,
così facendo, elabora una sua geografia dei luoghi. Lo studio dei fattori che, interagendo con i soggetti,
contribuiscono a produrre un’immagine ambientale, diventa perciò, per gli urbanisti, un passaggio
essenziale. L’analisi della forma esistente e dei suoi effetti sul cittadino è uno dei fondamenti del disegno
urbano. E raccogliendo diverse testimonianze, attraverso l’operazione di sintesi, si può giungere alla
definizione di un’immagine pubblica, ovvero un quadro mentale comune a un gruppo di soggetti.
Nelle immagini urbane i contenuti riferibili alle forme fisiche possono essere strumentalmente classificati in
cinque tipi di elementi: i percorsi, i margini, i nodi, i riferimenti e le