CH [H
+
]
(H
+
+ +
[H ]
+ ]
Ka +
[H Nw
303c
2
B +
= +
, -
K
[H) [H ]
+
+
se
& A-
(C -])
+
3
[H [0H
B 303 CHA
2 XA- +
+
.
.
= ,
Equilibri di complessazione
I complessi sono composti derivanti dalla coordinazione, attorno a un catione metallico carente di
elettroni (acido di Lewis in grado cioè di acquistare coppie di elettroni), di gruppi definiti leganti (ricchi di
doppietti elettronici che si possono comportare da basi di Lewis) che mettono in comune i doppietti
elettronici con lo ione metallico.
Il numero di leganti coordinati dal metallo dipende principalmente dalle dimensioni reciproche dello ione
metallico e dei leganti; tale numero viene definito numero di coordinazione.
I leganti si possono classificare in:
• Monofunzionali (monodentati): donano una sola coppia di elettroni formando un solo legame con il
centro metallico. Esempi: Br-, Cl-, H2O il cui atomo donatore è l’O.
• Polifunzionali (polidentati o chelanti): donano più coppie di elettroni formando un solo legame con il
centro metallico. Un legante polidentato, che si lega ad uno stesso centro metallico, usando almeno
due atomi donatori, è detto chelante. Esempi: EDTA, En, ATP ecc.
Applicazioni degli equilibri di complessazione in chimica analitica
• Analisi di metallo-ioni o di leganti tramite titolazioni complessometriche
• Solubilizzazione di precipitati
• Separazioni e preconcentrazioni attraverso la formazione di complessi solubili in solventi organici
• Mascheramento di interferenti
• Formazione di complessi colorati per determinazioni spettrofotometriche, o di complessi
elettroattivi per determinazioni elettrochimiche.
Kf, Kf’ e frazione di specie negli equilibri di complessazione
legante
L =
M2
+ 22- ML
+ (ML]
kf Formazione
di
* del
costante
Be Com=
f
= =
=
[22]
[2 J
+ Plesso
Per i complessi a stechiometria superiore le reazioni possono essere scritte come reazioni globali le cui
relative costanti vengono indicate con , ossia:
B [ML22]
ML22-
M2 + 22- B2
+ = ][2272
[M2
+
4- [MLz"]
B3
M2 322-
+ ML3
+ = [72-3
[M2 ]
+
000 2)
(2n 2)7
( 2n
- [M(n
n(n- - -
M2 + Bn
MLm
+ = ][22]
[M2
+
Le frazioni di ciascuna specie rispetto alla concentrazione totale di metallo ione si ricavano dal bilancio
di massa del metallo ione e dalle costanti globali, , ossia:
B
[n2
[M2Z ]
+ I
Am = =
[MLnIn-2-]
[M2] Bett272
[M25 ~
[1] Br[22] BnEzz
+...
+ + 1 +...
+
+ Br[2]
[MM2D [22
Cr = =
[MLnEn-27]
[2] Batt BuEnn
[ Be[2]
+...
+ + 1 +...
+
+ B2[2]2
[M222]
[M225
Con =
= =
[MLnEn-217]
[2] Batt
[2] BuEnn
[M] Be[2]
Co +...
+ + 1 +...
+
+
Do [Mn] 2)]
[MLn' [22-ja
2n- Bu
drin = =
[MLnEn-21-]
[2] Batt
[M2 ~
[1] Be[2] BuEng
+...
+ + 1 +...
+
+
[L2-] è la concentrazione del legante libero all’equilibrio ossia la concentrazione del legante non
complessato e non protonato (nel caso in cui il legante sia una base di Bronsted).
La concentrazione delle differenti specie del metallo, si calcola moltiplicando la relativa frazione di
specie per cM (analogamente a quanto visto per gli equilibri acido-base).
Esercizio :
]
[zn2 ?
+
1) "M
(NO3)2 10-
Zn 10906
10481 %
107
27
102
[NH3] .
B3 Bu
B2
028
.
0 Br
M . :
;
:
= =
= = =
pH a
= ]
[zn2 +
zn+
& = CM 104 156
Ent] 037 3 7
Cm Xzn2 0
+ M
= = .
.
· = ,
. 1 0 037
Xzn
+ = = .
BulNH374
By[NH3]
2
Ba[NH3]
[NHo]
Bu
1 +
+ +
+ .
Esistono leganti che sono anche basi secondo la definizione di Bronsted, cioè possono legare H+, ov vero
l’H+ compete con il metallo per la complessazione.
La concentrazione di metallo-ione complessato quindi dipenderà dal pH. La concentrazione di legante
libero (non protonato, libero per la complessazione con il metallo) al pH che interessa, si otterrà
moltiplicando la concentrazione del legante totale non complessato per la sua frazione di specie .
& L
Oppure risulta più conveniente calcolare la Kf’ (condizionale del complesso), ossia quella calcolata nelle
particolari condizioni di pH, che tiene conto dell’ .
& L
22
+
cu2 (L
- -
+
[cuL] 2 [HL]
[L2 [H2L]
K ph
a può essere
seconda del :
:
:
+ = [22]
]
[c2 + cu2 + H+
Hi ()
=
+ +
cu2 + Hzh +
2H
(L +
+
concentrazione legante
↑ [HzL] [CuL]
-
[L2 [HL
-]
C +
+
+
= C [22] [HL-] EzL] Bilancio
[cL] analitico Totale
C + + -a
= =
-
(2) [ X12-
·
= complesso/formazione
Kf' condizionale
di
Costante
=
e
[CuL] XX2
KF =
< Dipende
2 pH
Dal
: -
= a
·
·
]
[cu2 + C' XX2-
·
Titolazioni
Le titolazioni vengono condotte ponendo la soluzione contenente l’analita, di cui si vuole determinare la
concentrazione, in un beaker e calando, mediante una buretta, il reattivo titolante.
Il punto di equivalenza viene individuato mediante il cambiamento di colore di una sostanza (indicatore)
aggiunta, prima dell’inizio della titolazione, alla soluzione dell’analita, oppure per una brusca variazione
di un segnale strumentale quando la titolazione viene seguita con l’ausilio di uno strumento d’analisi (ad
es. potenziometro, pHmetro, spettrofotometro, ecc.).
Quando si segue la titolazione per via strumentale, è possibile costruire una curva di titolazione
riportando in ascissa il volume di titolante aggiunto e in ordinata il parametro che varia durante la
titolazione. Il grafico che si ottiene è una curva sigmoide, il cui punto di flesso corrisponde al punto di
equivalenza.
Titolazioni acido/base
In questo tipo di titolazione si sfrutta una reazione di neutralizzazione per
determinare la concentrazione di un acido o di una base. Il grafico si costruisce riportando in ordinata il
pH e in ascissa il volume di titolante aggiunto.
Osservazioni
Scopo della titolazione è la determinazione della quantità di acido (o base) standard esattamente
equivalente alla quantità di base (o acido) presente nel campione.
Se l'acido e la base sono entrambi elettroliti forti, al punto di equivalenza, il pH della soluzione è 7 perché
si forma quantitativamente il sale corrispondente. Quando invece l'acido (o la base) è un elettrolita
debole, il sale che si forma reagisce con l’acqua (idrolisi) perciò la soluzione al punto di equivalenza non
sarà neutra ma leggermente alcalina (o leggermente acida).
Titolazioni complessometriche
In questo tipo di titolazione si sfrutta una reazione di complessazione per determinare in la
concentrazione di un catione metallico. Il grafico si costruisce riportando in ordinata il - logaritmo della
concentrazione dello ione metallico (pM) e in ascissa il volume di titolante aggiunto (il titolante è il
legante).
Le titolazioni complessometriche più comuni sono quelle che sfruttano come titolante l’EDTA. L’acido
etilendiammintetracetico (EDTA) è una sostanza organica sintetica particolarmente importante in
chimica analitica dato che forma complessi molto stabili. Data questa caratteristica ha moltissimi
impieghi industriali e in prodotti commerciali.
L’EDTA è molto utilizzato per titolazioni di metallo-ioni, data l’elevata stabilità dei suoi complessi con
molti metallo-ioni. I complessi vengono anche detti chelati perché EDTA possiede più doppietti elettronici
in posizione opportuna per la chelazione
Proprietà acido-base dell’EDTA
Tutti i potenziali siti di legame dell’EDTA possono agire da acidi e da basi
deboli. L’EDTA è un acido esaprotico, tuttavia le costanti di dissociazione
acida dei gruppi –NH+ sono molto elevate (pK1 ≈ 0 e pK2 ≈1.5). Perciò in
soluzione acquosa gli azoti sono istantaneamente deprotonati e si
considera l’EDTA un acido tetraprotico, proprio per questo ha 4 pKa:
• pKa1 = 2.00
• pKa2 = 2.67
• pKa3 = 6.16
• pKa4 = 10.20
Complessi M2+/EDTA
L’EDTA è un legante esadentato e coordina il catione metallico sia con i due atomi di azoto che con i
quattro ossigeni dei gruppi carbossilici. Per determinare la forza con cui l’EDTA sarà in grado di
complessare gli ioni metallici di una soluzione, è necessario conoscere il pH della soluzione e la quantità di
agente chelante.
Equilibri di precipitazione
Molte sostanze solide sono caratterizzate da una scarsa solubilità in acqua (ad es. tutti i carbonati
e gli idrossidi degli elementi del II gruppo). Ad esempio, AgCl (a differenza di NaCl) è pochissimo
solubile: a 100°C si sciolgono in 1 L d’H2O solo 20 mg di AgCl. Pertanto, quando ad una soluzione di
NaCl si aggiunge una soluzione di AgNO3 av viene una reazione di precipitazione, ov vero si forma
una fase solida (o precipitato): Ag((s)b
AgNOz (0) NaNOz
Naccaal + coal
+
Considerando solo gli ioni interessati, si ha: Claa)Ag((s)t
Agtcoal +
La quantità massima di soluto che si può disciogliere in un solvente ad una data temperatura definisce la
solubilità di quella sostanza (normalmente espressa in moli/litro). Si intende per solubilità la somma delle
concentrazioni di tutte le specie di quella sostanza presenti disciolte in soluzione, all’equilibrio con la
fase solida. Una soluzione è detta satura quando è presente della fase solida in equilibrio con la soluzione
(la condizione sufficiente per poter dire che una soluzione è satura è che sia presente del soluto
indisciolto: il cosiddetto corpo di fondo).
Solubilità e prodotto di solubilità
In una soluzione satura di un elettrolita esiste l’equilibrio fra la fase solida e gli ioni che lo costituiscono.
Ad esempio: +
Ag
Ag((s) - ciaal
coal +
La costante dell’equilibrio eterogeneo di solubilità è definita prodotto di solubilità, indicata con Ks (o Kps ).
Per l’A gCl sarà: 10-10
] [C]
[Ag
+ %
Kps 82 25
1 T
a
= =
.
= ,
La solubilità (S) di un composto ionico
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Appunti/schemi Chimica analitica
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Appunti di Chimica analitica 1 (qualitativa)