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INDIRIZZO DELLE SCIENZE DELLO SPIRITO NELL’EPOCA DI WEIMAR
In tale dottrina prenderemo in considerazione Rudolf Smend ed Hermann Heller, che vivono nel
periodo compreso tra il 1919 e 1933, che corrisponde al periodo della Repubblica di Weimar, forma di
governo che la Germania ebbe dopo la sconfitta della prima guerra mondiale. Le scienze dello spirito
sono l’insieme delle discipline che hanno per oggetto il mondo umano (storia, filologia, economia
politica, scienza del diritto, storia dell’arte, ecc.) e che si distinguono dalle scienze della natura per la
storicità dei fenomeni indagati e per il procedimento della ‘’comprensione’’ da esse adottato.
6. LA TEORIA DELL’INTEGRAZIONE (Smend)
Rudolf Smend vive nella propria vita il conflitto radicale che c’è alla base della Germania post I guerra
mondiale. Nella definizione di Smend di Stato, si dice che esso esiste in quanto si integra
continuamente: con integrazione si intende la formazione di un’unità che si compone dei singoli
elementi dello stato così da poter formare un’unità; vi è un processo di continuo rinnovamento dello
stato ed inclusione dei singoli, che rende lo stesso un qualcosa di dinamica ed in continuo movimento.
La vita sociale degli uomini e la realtà statale si sostanziano nei processi di integrazione.
L’integrazione è necessaria per la creazione di un ordine che è assente immediatamente dopo la I guerra
mondiale: essa è mirata a prendere consapevolezza dell’esistenza della molteplicità, e attraverso i
processi di integrazione, creare l’unità: in questo processo continuo consiste la sua essenza. L’esame
approfondito di questa essenza rappresenta il primo compito della teoria dello Stato.
Processi di integrazione Smend individua 3 fattori di integrazione, che producono la vita dello stato:
a) Integrazione Personale: i leaders di un popolo sono in grado di creare unità, un’identità statale
unica (basti pensare a leaders come Lenin, Martin Luther King etc..)
b) Integrazione Funzionale: insieme delle procedure e funzioni che producono unità all’interno di
una vita di una collettività (elezioni, referendum e dibattiti ne sono degli esempi);
c) Integrazione Materiale: con l’integrazione materiale si intendono gli scopi comuni di un popolo,
ossia quegli scopi che rendono tendenzialmente omogeneo un popolo quando fanno parte della storia
del mondo. Un popolo, fatto da una pluralità di persone, ha degli scopi politici e storici comuni e in
base a questi il molteplice diventa uno, c’è un’integrazione verso l’unità; gli interessi di un popolo,
oltre che essere orientati verso l’interno, sono orientati anche ‘’all’esterno’’ (es. l’America vuole
esportare la democrazia nel mondo).
7. LA TEORIA DELLA GESTALT (Heller)
Introduzione Colui che ha vissuto in pieno periodo dell’epoca di Weimar è stato Hermann Heller;
aderì alla socialdemocrazia tedesca, e appartenne all’ala destra del partito socialdemocratico (non è
Marxista) ed è impegnato nel conflitto tra la socialdemocrazia e il comunismo nell’epoca di Weimar. Con
l’avvento del nazionalsocialismo scappò in Spagna, dove vi lavorò fino al 1933 e morì poco dopo
giovanissimo per problemi cardiaci, senza neanche finire la sua teoria. Herman Heller è un teorico del
diritto e dello stato che ha avuto una grande influenza nella seconda metà del novecento sulle sentenze
della corte costituzionale tedesca.
La e la scienza politica critica
Dottrina dello Stato Heller chiama la sua dottrina ‘’Dottrina
dello stato’’ (senza teoria, termine rimosso appositamente come critica ai pensatori prima di esso), e viene
considerata come una scienza politica critica: infatti il pensiero di Heller non voleva essere giuridico,
ma politico, avvalendosi dei metodi di una scienza politica critica e del criterio dell’obbiettività per
analizzare gli eventi politici prodotti dai gruppi in lotta.
Ma cosa studia? Qual è l’oggetto della dottrina dello stato come una scienza politica critica? È il conflitto politico,
con cui si riferisce ad una realtà che non può essere ridotta ad un qualcosa fatto meramente di oggetti
da conoscere, ma ad una realtà caratterizzata dal conflitto politico, è un insieme di fatti umani
attraversati da valori storico-politico-giuridici. La mentalità di questi studiosi sta nel fatto che quando
devono stabilire il metodo, non pensano all’oggetto di studio come un qualcosa di statico, ma di
dinamico, caratterizzato proprio dal conflitto.
La scienza politica critica crea le condizioni di un ordine possibile a questo conflitto; l’aspetto giuridico
viene considerato solo dal punto di vista della sua fondamentale funzione di regolare i rapporti di potere
fra gli organi statali (funzione tipica del diritto pubblico). Per Heller il diritto dunque ha la funzione di
regolare i rapporti tra gli organi statali e i cittadini.
Le vie dell’ordine Se ci si trova in una realtà come quella della Germania durante la repubblica di
Weimar, in continuo conflitto, si cerca di trovare delle vie dell’ordine:
- Carl Schmitt riteneva che l’ordine poteva raggiungersi unicamente con una guerra civile, nel
momento in cui si vince si crea l’ordine;
- Heller invece risponde che esiste un’altra via, che altera il significato di stato e di diritto: questa via è
l’atto del riconoscimento reciproco fra le parti, ed è l’unico modo per non risolvere il problema
con le armi (la pace): esso non chiede alle parti di diventare qualcosa di diverso da quelle che sono,
ma chiede che questo conflitto stia all’interno di un perimetro giuridico-costituzionale, quindi
conflitto si, ma non attraverso l’uso delle armi, affinché non diventi una distruzione tra amico-
nemico.
Gli strumenti delle scienze naturali L’idea di fondo è che, se le scienze della natura hanno avuto
un enorme sviluppo e hanno prodotto risultati straordinari, allora alcuni si sono posti la domanda: perché
non usiamo gli stessi strumenti che si usano per interpretare la natura, anche per le scienze dello spirito e il comportamento
umano, e dunque anche per il diritto? Molti studiosi delle scienze dello spirito pensavano che ciò non fosse
possibile, che per le scienze dello spirito non potessero essere usati i metodi naturali,
semplicemente perché l’oggetto trattato era diverso: il fare umano è in continuo divenire, è un prodotto
culturale; il diritto ad esempio è un insieme di valori, dei significati dell’essere umano; se il mondo della
natura non ha bisogno di alcun significato, invece il fare umano ha la caratteristica di avere un senso,
di avere un significato nella vita dell’uomo. L’esperienza umana non può essere ridotta a quella della
natura.
Il ‘’comprendere’’ Dunque Stato e società non sono oggetto delle scienze naturali, per cui la dottrina
dello Stato non è scienza della natura, ma scienza della cultura; se però i metodi della scienza della natura
non sono adeguati, qual è il metodo che bisogna utilizzare per le scienze dello spirito? Esiste un’altra forma di
conoscenza che è il “comprendere”, esso si differenzia dal conoscere in quanto essa è la modalità di
conoscere le scienze dello spirito il cui oggetto è la trasformazione continua del mondo secondo scopi
umani.
La scienza della struttura e la gestalt Da questo punto di vista lo Stato è un ‘’senso’’ o
‘’significato’’ perché contiene al proprio interno una molteplicitá di fatti e di comportamenti umani
orientati ad un determinato scopo. Si può intuire così che il significato di Stato è qui strettamente
connesso alla storia e alla politica, ma essa non è scienza della storia, bensì viene definita da Heller come
scienza della struttura perché cerca di analizzare la coesistenza degli elementi della società intesa
come struttura sociale, in cui gli uomini non sono pensati singolarmente ma nella loro relazione
sociale. La struttura sociale non è un oggetto fisso, ma è una struttura in atto, diveniente, e dunque
dinamica, in quanto comprende la coesistenza di molteplici momenti in atto, divenienti, che
subiscono una trasformazione continua e che costituiscono la totalità statale.
Sulla base di ciò, heller affermava che l’unità dello Stato, e dunque di questi molteplici momenti in atto,
risiede nell’unità del popolo ed è la struttura organizzativa che rende possibile tale unità, dando forma
unitaria alla molteplicità dei processi che compongono la totalità statale. L’organizzazione non va però
intesa come uno statico assemblaggio di fattori costitutivi e per spiegarla correttamente Heller si avvale
della categoria della “forma” (Gestalt): essa fu introdotta in psicologia, e deriva dal verbo ‘’gestalten’’
traducibile con ‘’dare una struttura significante, dotata di senso’’ e dunque essa è mirata a dare un senso,
una forma precisa, a stabilizzare nel suo insieme la molteplicità di quei processi divenienti e continui. Egli
arriva perciò alla conclusione che ‘’la legge dell’organizzazione è la legge fondamentale della
formazione dello stato’’, dunque lo stato stesso è ‘’scienza della struttura’’.
DOTTRINA DEI 3 ELEMENTI DELLO STATO
Lo stato è un tipo empirico, poiché raduna tre elementi statualistici comuni a tutti gli stati: territorio,
popolo e sovranità. Jellinek nella sua teoria parlava dei 3 elementi e metteva in evidenza come il potere
sovrano si esercita sugli altri due elementi: ossia sul territorio sul quale vi è stabilito un popolo. Questi 3
elementi sono coessenziali, non è pensabile un concetto di stato e del diritto dello stato che non li abbia.
TERRITORIO
§
Che cos’è il territorio? Il territorio è un elemento costituivo dello stato moderno, infatti dire stato
moderno significa ‘’stato territoriale’’: già dal sacro romano impero vi erano diversi territori divenuti
autonomi, delimitati dai confini che definivano un territorio diverso e separato dagli altri, rappresentati
da delle linee che potevano essere più o meno lunghe in base all’estensione del territorio stesso: quando
però scoppia una guerra tra stati, queste linee vanno in crisi e vengono contese. Dunque possiamo vedere
come non solo esso è un elemento naturale ma allo stesso tempo è anche un elemento storico-politico-
culturale.
L’idea d